Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per mostrare servizi in linea con le tue preferenze. Continuando a navigare si considera accettato il loro utilizzo. Per non vedere più questo messaggio clicca sulla X.
Messaggi Don Orione
thumb

Relazione di Don Flavio Peloso al Convegno degli Ex Allievi di Don Orione, in occasione dei festeggiamenti per il 90° anniversario della fondazione dell'Associazione.

EX ALLIEVI DI UN SANTO:

EREDITÀ E PROGETTO DI DON ORIONE

 

Don Flavio Peloso, 18 maggio 2024

 

L’Associazione Ex Allievi Don Orione celebra il 90° della sua istituzione avvenuta ufficialmente il 27 maggio 1934, con la Prima Assemblea generale degli Ex Allievi, l’Approvazione dello Statuto e la Elezione del primo Consiglio Direttivo. È un’Associazione voluta fortemente da San Luigi Orione, e a lungo desiderata.

 

ASSOCIAZIONE A LUNGO DESIDERATA

Nella riunione con i suoi sacerdoti, il 4 settembre 1912, stabilì che “Ogni Casa deve avere l’Associazione degli Antichi Allievi. Bisogna tenersi in buoni rapporti con essi, cercare tutti i modi e maniere per aiutarli”.[1]

Don Orione aveva programmato un raduno degli Antichi Alunni (così li chiamava) a Tortona già al 15 ottobre del 1913, data di apertura del primo Collegetto.

La bontà del Signore ha disposto che la piccola Casa di S. Bernardino ove, or sono vent'anni, si iniziava in umilissimo modo questo Istituto, ritornasse proprio di questi giorni ai Figli della Divina Provvidenza. Essa non può tuttavia essere così subito a nostra disposizione. La progettata festicciuola dei nostri Allievi viene quindi differita, poiché parecchi tuoi antichi Compagni, conosciuta la cosa, mostrarono vivo desiderio di rivedersi, dopo tanti anni, in quella stessa prima Casa: di visitare ancora la prima scuola dell'Opera della Div. Provvidenza e riportare in quel giorno la Santa Madre nostra della Provvidenza in quella sua benedetta Cappella”.[2]

 

Poi quella casa fu destinata alla fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, e successivamente arrivò il turbine della prima guerra mondiale.

Il desiderio di avviare l’Associazione dovette aspettare il 1920 quando, per il suo venticinquesimo di Messa, Don Orione radunò la prima Assemblea degli Ex Allievi.

“L’Associazione Antichi Allievi sarà come un centro spirituale propulsore, da cui tutti gli Ex Allievi potranno attingere quella linfa morale e intellettuale che manterrà intatto quello spirito in cui furono educati, e li addestrerà a diffonderlo anche fra coloro in mezzo a cui vivono e svolgono la loro attività. Sarà, per ora, un’Associazione Nazionale, riservandoci di stendere la mano oltre i mari, ai fratelli dell’Argentina, del Brasile, della Palestina, della Polonia. Allora creeremo la nostra Internazionale”[3]. Usando l’espressione “la nostra Internazionale” faceva riferimento all’Internazionale Comunista fondata a mosca nel marzo 1919.

Nel 1921, Don Orione partì per il primo viaggio missionario in America Latina e bisognerà attendere il 1934 per la fondazione vera e propria dell’Associazione Ex Allievi. L’occasione fu data dal quarantesimo di Messa Don Orione. Il Fondatore e i Confratelli con lui – Don Sterpi e Don Rota in testa – vollero riunire “i ragazzi” di un tempo dell'oratorio San Luigi, di San Bernardino, del Santa Chiara, del Convitto Paterno, oltre a quelli degli istituti di Noto, di San Remo, di Cuneo, del Veneto e delle altre case dell'Opera. Dovendo egli partire per l'America, l’incontro fu anticipato al 27 maggio 1934.

 

CRONACA DEL   27 MAGGIO 1934

Fu il primo grande raduno generale durante il quale si ebbe la fondazione della Associazione Ex Allievi.[4] Con Don Orione erano presenti Don Carlo Sterpi, Don Carlo Pensa, padre Attilio Garré, ex allievo missionario in Amazzonia.

Ci fu grande entusiasmo e affetto dei circa 150 Ex Allievi, di ogni ceto sociale, giunti da ogni parte. C’era la Banda di Borgonovo con il maestro Gaspare Rocca; più volte si cantò l’inno Gioia dei forti, musicato da Giuseppe Perosi. Si iniziò al “Paterno” e in corteo si raggiunse il Santuario della Guardia per la Messa presieduta da Don Orione che disse parole di grande affetto, ringraziamento e impegno (Allegato 1).

Seguì la riunione nella vasta sala del “Probandato”, a lato del Santuario. L’Assemblea trattò dello Statuto degli Ex Allievi e nominò il Consiglio direttivo. Parlò Don Domenico Sparpaglione, incaricato da Don Orione di redigere lo Statuto. Il testo fu letto e si si fecero osservazioni. Su proposta del Comitato organizzatore, si nominò il primo Consiglio direttivo: presidente: avv. Grossi; consiglieri: prof. Timò, avv. Revelli, Lanzavecchia, Domenico e Cesare Stassano, geom. Bertora, notaio Casale, dott. Presciutti, Marco Pippo; soci onorari: on. Antonio Boggiano Pico e gen. Eugenio Beaud. Furono distribuite agli Ex Allievi le Tessere dell’Associazione e tutti corsero da Don Orione per avere la sua firma.

Il pranzo fu nel cortile del Paterno, particolarmente festoso. Nel pomeriggio, Don Orione accompagna tutti al Dante e poi, con tre corriere, agli istituti di Montebello e San Giorgio.

Don Orione fece notare che “Benché il I° Convegno degli antichi Alunni abbia voluto contenersi nell’ambito della più raccolta dolce intimità di famiglia, tuttavia la manifestazione non poté sfuggire alla Città, la quale segue con affetto i nostri passi e volle associarsi con la nobile lettera del Podestà”.[5]

In quel Convegno del 27 maggio 1934 furono fissati nello Statuto lo spirito e gli scopi dell’Associazione. Leggo i primi tre articoli, conservati pressoché alla lettera, anche nello Statuto attuale, approvato il 16 maggio 2007.

Art. 1 - Sotto gli auspici di Maria SS. Madre della Divina Provvidenza si è costituita il 27 maggio 1934, in Tortona, l’Associazione Ex Allievi di Don Orione.

Art. 2 - L’Associazione fa parte integrante della grande Famiglia Orionina e aderisce, con piena condivisione di intenti, al Movimento Laicale Orionino.

Art. 3 - L’Associazione intende perseguire le seguenti finalità:

    a) conservare, consolidare e arricchire tra gli Ex Allievi l’educazione cattolica ricevuta nelle varie istituzioni dell’Opera;

    b) mantenere desti i sentimenti d’affetto e di riconoscenza verso gli Educatori e la Congregazione tutta;

   c) rinsaldare tra gli Ex Allievi, in comunione con tutte le altre realtà del Movimento Laicale Orinino, i vincoli cordiali di amicizia e fratellanza cristiana;

   d) favorire il reciproco aiuto morale e materiale con tutte le iniziative di solidarietà che si riterranno più idonee;

   e) promuovere iniziative volte a sostenere e sviluppare le istituzioni orionine e collaborare con esse nella realizzazione del programma “Instaurare omnia in Christo”.

 

            LO SVILUPPO DELL’ASSOCIAZIONE

Dopo la fondazione dell’Associazione, furono costituite subito una decina di Sezioni locali: Tortona, Novi, Venezia Manin e Artigianelli, Sanremo, Fano, San Severino Marche, San Filippo di Roma, Berna di Mestre, Cuneo, Reggio Calabria, Borgonovo.

Don Orione, rimase in Sud America dal settembre 1934 all’agosto 1937. Ma continuò a pensare e a scrivere agli Ex Allievi. In una lettera a Don Sterpi del 4 maggio 1935, manifesta la sua sorpresa e gioia.

Alla benedizione della prima pietra del Piccolo Cottolengo Argentino erano anche presenti molti nostri antichi alunni, anche dei primissimi ancora di San Bernardino e del primo oratorio festivo: il dott. Carlo Gonnella, Carlo Ricci, Carlo Manara, quelli del primo anno di S. Bernardino, parecchi altri degli anni dopo e con le loro mogli e figli. Fu cosa commoventissima; parecchi piangevano di consolazione e si abbracciavano come fratelli, dopo 35 e 40 anni che non si erano più visti, e ricordavano quegli anni felici, anni di fede, di studio, di fervore inenarrabile. Alcuni mi portarono ancora degli scritti, lettere e ricordi di quei tempi. E tutti mi assicurarono di mantenere vivi quei sani principî di vita cristiana e di onestà; qualcuno volle confessarsi; due, che non si sono sposati, li sposerò; domani vado a battezzare il bambino di uno che sta a 70 Km. di qui.

Deo gratias! Ce ne sono di Tortona, di Voghera, di Pontecurone, di Castelnuovo, di Montalfeo, della Val Borbera, della Val Staffora, di Alessandria, di Sale etc.: quanti cari figliuoli! Ah il buon seme gettato nei cuori, negli anni della gioventù, non si perde, ma sempre rinasce! - Deo gratias!”.[6]

Ancora da Buenos Aires informa Mons. Paolo Albera: “Qui ho trovato tanti dei nostri antichi alunni e che affetto dimostrano! E mantengono la fede; e un gruppo venne a cercarmi anche l’altra sera, per S. Luigi”.[7]

La seconda adunata degli Ex Allievi si tenne nel settembre 1935, a Tortona. Era assente Don Orione ma presenti gli Ex Allievi Vescovi Cribellati e Albera.[8]

Il 7 settembre 1935, da Buenos Aires, Don Orione invia una lunga e bellissima lettera agli “Antichi Alunni” esprimendo il suo compiacimento per le notizie del loro raduno annuale e per costituzione di nuove sezioni (Allegato 2). In questa lettera ricorda gli ex allievi italiani chiamati in guerra e quelli emigrati in Argentina. Il passaggio centrale dello scritto è quello che motivò allora e motiva oggi l’impegno con gli Ex Allievi (e non solo di Istituto).

“Mi convinco sempre più che non si semina, che non si ara mai invano Gesù Cristo nel cuore della fanciullezza e della gioventù. Che se in un certo periodo della vita, in quell’età in cui più l’uomo vaneggia, può talvolta sembrare che Cristo sia sepolto, Egli è tal morto che sempre, presto o tardi, ma sempre risuscita (...). Propongo al Presidente Carlo Grossi e al Consiglio Centrale di istituire la giornata dell’antico alunno, da celebrarsi annualmente dalle diverse sezioni”.

Nella lettera fa riferimenti concreti a quei ragazzi d’un tempo, ora in Argentina, e osserva:

Niente potevo desiderare di più che saperli sempre memori, sempre grati, timorati sempre di Dio, vivere in mezzo a questo gran mondo dove c’è di tutto un po’, vivere morali, nel compimento nell’adempimento dei loro doveri, dando buon esempio ai loro figlioli”. Infine c’è quella bella conclusione che tutti gli Ex Allievi devono avere presente: “Tutti sentirete, certo, con me vivissimo il desiderio di cooperare, per quanto è da voi, a quel rinnovamento di vita cristiana, all’«Instaurare omnia in Christo» da cui l’individuo, la famiglia e la società possono attendersi la ristorazione sociale. Ricordatevi che noi siamo e vogliamo sempre essere i vostri più sinceri e affezionati amici; e vogliamo farvi sentire che vi consideriamo sempre dei nostri”.[9]

E interessante una sua indicazione: “Vi animo anche ad aiutarvi reciprocamente, come ad es. adoprandovi a procurare impiego o lavoro a chi rimanesse disoccupato, appoggiandovi con raccomandazioni”.[10]

In occasione della Pasqua del 1936, il Fondatore scrisse agli Ex Allievi:

Mantenetevi morali e buoni: vivete da veri cristiani: pregate, frequentate i Sacramenti, santificate la festa: non arrossite mai del Vangelo, né della Chiesa, "senza forza d'animo non c'è virtù", ha scritto il Pellico. Abbiate il coraggio del bene e dell’educazione cattolica e italiana ricevuta.[11] Diffondete lo spirito della bontà; perdonate sempre; amate tutti; siate umili, laboriosi, franchi e leali in tutto: di fede, di virtù, di onestà ha estremo bisogno il mondo».[12]

Abbiate il coraggio del bene” è divenuto lo slogan identificativo degli Ex Allievi orionini. Esprime in modo laico e religioso allo stesso tempo lo spirito e l’impegno del laico orionino con quell’intraprendenza audace che viene dalla fiducia nella Divina Provvidenza.

Anche nel 1936, si tenne il Convegno generale a Tortona e non mancò la parola del Padre lontano: “Sono molto contento della riunione antichi alunni. Bisogna curarli nella vita cristiana, e, ove si possa, aiutarli: tenerli d'occhio”.[13]

Seguirono i Convegni del 10 ottobre 1937 a Tortona, il 9 ottobre 1938 a Novi Ligure.

Fin che fu in vita, Don Orione moltiplicò gli incoraggiamenti agli Ex Allievi facendoli sentire parte della Famiglia. Quando scriveva le sue lettere alla Piccola Opera mai mancava un ricordo esplicito per loro. “Prego umilmente Iddio di benedire la vostra associazione. Siate costanti nel bene e nella pratica della vita cristiana, e professate pubblicamente la vostra fede cattolica e l’amore e attaccamento alla Chiesa, senza reticenze e senza titubanze. Siate sempre benedetti!”.[14]

Spesso ricordava gli inizi della Congregazione, il primo Oratorio e il primo Collegetto di San Bernardino, il Santa Chiara, e sempre indugiava a ricordare anche i nomi dei primi ex allievi: Rota, Ontano, Gonella, Stassano, Artana, Albera, Arrigazzi e altri, ed era contento di poter affermare che “Tutti, grazie a Dio, fecero buona riuscita”.[15]

Gli Ex Allievi furono una delle consolazioni di Don Orione negli ultimi suoi anni: “Ne ho un po’ dappertutto; mi vogliono sempre bene, mi scrivono dall’America, dall’Asia; ce ne ho anche alcuni in Oceania. Poveri miei figli, io spero di vedervi ancora tutti, di abbracciarvi tutti”.[16]

 

IL TEMPO D’ORO, DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Durante la seconda guerra mondiale gli incontri furono sospesi.

L’Associazione riprese la sua vita regolare con il Convegno del 14 ottobre 1945.

Dopo il Capitolo generale del 1946, l’Associazione Ex Allievi entrò costitutivamente nella vita della Congregazione orionina a livello locale, provinciale; un Consigliere generale cominciò ad essere nominato Assistente spirituale. Nel 1946, cominciò anche la pubblicazione del periodico dell’Associazione “Giovani Sempre!”.

Come Presidenti si susseguirono Grossi Carlo (1934-1948), Orione Emilio (1948-1955), Cebrelli Giuseppe (1956-1968), Lisino Leandro (1968-1974), Antonelli Marco (1974-1986), Marchi Giovanni (1986-2002), D’Acunto Angelo (2002-2008), Salis Felice (2008-2017) e Sala Mauro dal 2017 ad oggi.

I vari Superiori generali continuarono la speciale benevolenza di Don Orione verso gli Ex Allievi espressa più particolarmente dagli Assistenti spirituali generali: Don Domenico Sparpaglione, Don Gaetano Piccinini, Don Vincenzo Raffa, Don Luigi Piccardo, Don Giuseppe Zambarbieri, Don Antonio Lanza, Don Giovanni Bianchin, Don Vincenzo Alesiani, fr. Jorge Silanes, Eldo Musso, Don Laureano de la Red, Don Fausto Franceschi.

Lo Statuto fu ritoccato nel 1951 e una nuova redazione fu approvata nel 1976. Al 16 maggio 2007, risale L’attuale testo dello Statuto ha recepito alcune piccole modifiche resesi necessarie nel tempo e fu approvato 16 maggio 2007.

Le sezioni degli Ex Allievi si moltiplicarono soprattutto dopo la seconda guerra mondiale quando collegi e istituti straripavano di ragazzi, cercando un futuro onorevole nel difficile tempo del dopo guerra. Gli ex allievi più numerosi e affezionati, dopo la prima ondata di quelli cresciuti nei primi inizi ai tempi di Don Orione, sono proprio quelli cresciuti nelle case di Don Orione negli anni 50, 60 e 70.

Poi, cambiarono le situazioni sociali, migliorarono le condizioni economiche, le scuole divennero statali e gratuite per tutti, le leggi degli anni ’80 portarono alla chiusura delle esperienze in Istituti di ragazzi e giovani, “come in famiglia. Tutto ciò determinò negli Istituti la prevalenza e quasi l’esclusività dell’attività scolastica rispetto a quella relazionale. Ovviamente, questo attenuò anche la condivisione dello spirito orionino, del senso di appartenenza e l’assottigliamento dei gruppi degli Ex Allievi.

 

IL PROGETTO CONTINUA

Quanti cambiamenti e trasformazioni sono avvenute anche nelle case orionine.

Al calo sociologico dei Gruppi Ex Allievi è corrisposta la nascita di tante altre associazioni laicali e si sviluppo dal 1992, un cammino comune nel Movimento Laicale Orionino.

            Cari Ex Allievi, so che la scomparsa dei collegi con alunni interni e la diminuzione delle istituzioni scolastiche orionine in Italia vi fa guardare con pena alla diminuzione della componente giovanile della vostra Associazione. La proviamo tutti questa pena. Ma la evoluzione storica avvenuta e quella prevedibile, più che scoraggiarvi, vi faccia sentire ancor più prezioso il tempo presente e il prossimo futuro in cui dare il meglio di voi stessi e dell’Associazione. Voi siete ancora una forza! Ave Maria e avanti!, dunque.

Voi, Ex allievi di Don Orione, avete un dono e un posto specifico nel cammino del più ampio Movimento Laicale Orionino. Voi avete avuto la ventura e il privilegio di essere “cresciuti in una casa” di Don Orione da piccoli, da giovani. Questo ha lasciato in voi una connotazione preziosa, vitale e affettiva, nel vivere ed esprimere l’appartenenza alla Piccola Opera della Divina Provvidenza. C’è in voi – l’ho notato più volte – un tono di “figli cresciuti in casa” inconfondibile, vorrei dire indistruttibile. Questo è il vostro dono di Ex allievi alla comune Famiglia Orionina e alla sua componente laicale in particolare.

Conservate e elaborate in frutti di bene la storia vissuta, gli insegnamenti ricevuti e l’affetto verso la Congregazione. Tenete cara e viva l’esperienza umana e cristiana trasmessavi da tanti cari e benemeriti Religiosi, vostri formatori negli anni che lasciarono tracce profonde nell’anima e negli atteggiamenti della vita.

Vi dico questo non solo per risvegliare la fierezza per una storia passata, ma soprattutto per stimolare la responsabilità per la storia futura, vostra e della Famiglia orionina. Siete, e dunque siate, “Ex Allievi come apostoli”, apostoli laici e in modo laicale. Così vi voleva Don Orione.

Conoscete bene cosa Egli insegnava: “Non avremo fatto niente finché non rifaremo cristiana nella sua anima di fede e nella vita privata e pubblica la gioventù: finché non avremo fatte cristiane le coscienze ed il carattere dei nostri allievi. La Fede cattolica ed il carattere saldamente cristiano formato sul Vangelo e sugli insegnamenti della Chiesa, sono le forze più potenti del mondo morale.[17]

Ebbene, questo è quanto la Chiesa chiede oggi per una nuova evangelizzazione del mondo se non vogliamo unirci al coro dei fatalisti e degli inutili elogiatori del tempo passato: “Non si tratta solo di predicare il Vangelo..., ma di raggiungere e trasformare con la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee del pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanitá che sono in contrasto con la Parola di Dio e con il disegno di salvezza... Ció che importa é evangelizzare - non in maniera decorativa, come con una vernice superficiale - ma nella vita, in profonditá e fino alle proprie radici la cultura e le culture dell’uomo” (EN 19-20).

Cari Ex Allievi, alzate lo sguardo sugli orizzonti della Chiesa e del mondo: c’è una nuova urgenza di Instaurare omnia in Christo e “noi – voi -, per quanto minimi, dobbiamo portare il contributo di tutta la nostra vita. Per quanto è da noi, noi dobbiamo trasfondere la nostra fede, la nostra anima specialmente, nella giovane generazione del popolo, che più e necessita di religione, di moralità e di essere salvata”.[18]

Così esortava Don Orione.

Ave Maria e avanti!

 

ALLEGATO 1

Don Orione al Primo Convegno degli Antichi Alunni

Tortona, 27 Maggio 1934.[19]

 

            Oggi, con quale gioia e con quale consolazione dell’animo vi vedo qui, o cari antichi alunni della Piccola Opera della Divina Provvidenza! Con quanta gioia io vi rivolgo il mio saluto, non solo a nome mio, ma a nome di tutti i vostri antichi superiori, i quali, se tutti non sono qui presenti, perché la più parte sono sparsi nel mondo a fare del bene, sento che tutti oggi sono in me e nell'animo mio.

            Vi ringrazio di questo vostro intervento, e invito tutti, o miei cari antichi allievi, a ringraziare Dio che ci ha conservati a vedere questo giorno e che ci ha uniti qui, in questo Primo Convegno, sotto le volte di quella Santa Madonna sotto il cui sguardo siete vissuti quando bambini siete venuti fra noi. Ringrazio il Signore per me e per voi e per tutti i vostri compagni, che oggi non sono qui presenti ma sono nel vostro pensiero…

            E’ da parecchie settimane che tutti i giorni ricevo lettere, ricevo saluti dai vostri compagni, specialmente dai più lontani, che dicono parole di rincrescimento, la più parte, perché oggi non possono tutti trovarsi insieme con noi; e mi dicono di tenerli presenti. Buona parte di essi soggiungono che oggi sarebbero andati in chiesa a pregare e si sarebbero uniti in spirito davanti al Signore, in questa stessa ora in cui noi ci saremmo raccolti.

            Grazie, dunque, a Dio, e siano grazie sentitissime alla Vergine Santa,  Madre di Dio, e grazie a voi! Ho detto la Messa e l’ho offerta con voi e per voi, o cari giovani, per le vostre famiglie, per i vostri figli, per le persone che avete care e per tutti i vostri compagni che non hanno potuto unirsi a noi. Ho offerto la Messa per tutti i vicini, per tutti i lontani, per tutti i vivi e per tutti i morti, affinché il Signore in questo giorno richiami al nostro spirito i ricordi degli anni che sono passati quando voi eravate sotto le ali della Divina provvidenza. Il Signore parecchi dei vostri Superiori e parecchi dei  vostri compagni li ha chiamati da questa miserabile vita, e non potevo certamente dimenticarli. Ricordo tante cose, in questo caro Santuario, in questo caro sobborgo di San Bernardino, dove la Piccola Opera della Divina Provvidenza è nata come un fiore…

            Sento di dovere ringraziare il Signore, perché il dito di Dio prese il  primo Collegetto e creò qualche cosa a San Bernardino, a Tortona e in parecchie regioni della nostra cara Italia, ed anche, come voi sapete,  fuori d’Italia, a continuare quel bene che allora si incominciò qui.

            Vedete, dunque, o miei cari, quanto dovere è in me di invitarvi a benedire  Dio; invitarvi con quell’animo che voi sapete, con quel cuore che voi avete conosciuto, ad essere sempre insieme con me, grati e riconoscenti al Signore della vita e di tanto bene concessoci: cor unum et anima una, in un cuor solo ed un’anima sola, legati dai vincoli santi d’affetto ed oggi riuniti, per grazia del Signore, qui e nella Casa della Piccola Opera della Divina Provvidenza, dove voi siete venuti bambini e dove oggi siete tornati, dopo tanto tempo, con slancio, portati da quell'affetto che fu sempre nei vostri cuori.

            Quest’oggi il Signore dà a me e a voi belle consolazioni: ritrovarsi insieme, dopo dieci, venti, trenta e più anni, scusate l’espressione, combinarsi ancora insieme, rivivendo i giorni belli della fede e dell’amore di quegli anni, in cui tutto era vita, tutto era vita!, e palpito del cuore, desiderio di camminare e di fare qualche cosa, di arrivare e di dare la nostra vita per la fede, per la luce di quella fede, o miei cari,  che, per me e per voi, sarà sempre un grande conforto in tutti i tempi.

            Ringraziamo, dunque, il Signore che ha mantenuto in noi la vita, quella vita interiore, quella vita spirituale, che ci unisce a Dio, che ci fa sentire che c’è qualche cosa di più alto, a cui voi avete rivolti, nei primi anni, i vostri passi, i sogni, cioè, della vita che ancor oggi ci sorregge!... Oh sì, la benedizione del Signore sia sempre sopra di voi! Quante volte, mi è caro dirvelo,  vi ricordai, anche quando avete lasciato l'Istituto! Ogni volta che alzai la mano alla Messa, a benedire quelli che stavano attorno all’altare, intendevo di benedire tutti i miei alunni, tutti i miei figli; ho sempre pregato, come pregherò sempre per loro; uniti da un vincolo santo e da un affetto non umano o terreno, che nessuna umana forza potrà infrangere e travolgere. Come uniti nella fede eravate, durante gli anni fanciulli, così quel vincolo si trasformerà in gloria, in quella vita celeste, che non dico che spero, ma vi dico che sono certo, se camminerete sul sentiero per cui avete indirizzato i vostri passi, sono certo, che avremo comune in cielo!…

 

ALLEGATO 2

Lettera di Don Orione agli Antichi Alunni

Convegno del 7 settembre 1935[20]

 

            +     Buenos Aires, il 7 Sett.bre 1935

                   Calle Carlos Pellegrini, 1441

                   Sede centrale del Piccolo Cottolengo Argentino

 

            Ai carissimi indimenticabili antichi alunni,

            La pace sia con voi: con tutti e con ciascuno di voi!

            Non potete immaginarvi, o carissimi, quanto di frequente io pensi a voi, con tutto l’antico e immutato affetto!

            E non vi so dire il piacere che mi ha fatto la notizia che anche quest’anno vi sarete riuniti, e che si siano costituite nuove sezioni della vostra Associazione, tra gli antichi alunni di altri nostri Istituti.

            Di tutto rendo grazie a Dio, al vostro degnissimo presidente e a quanti lo coadiuvano.

            Che se quest’anno non potrete ritrovarvi così numerosi, non vi impressioni di vedervi momentaneamente ridotti, per le ragioni che tutti ben comprendete.

            Io saluto con tutto il mio cuore la vostra fraterna Associazione e codesta vostra adunata: - saluto i presenti e saluti gli assenti, ma mando uno speciale pensiero a quelle che sono stati chiamati sotto le bandiere.

            Prego per voi e prego particolarmente per essi, per la loro salute e vita, e perché la fede sempre li conforti, - come sempre prego per la prosperità della nostra cara Patria.

            E da questa lontana terra mando i saluti di parecchie decine di vostri antichi compagni, ex alunni come voi, i quali anche in questa ospitale Argentina sanno tenere alto e onorato il nome italiano, come si gloriano d’essere stati educati nei nostri Istituti.

            Fin dal mio arrivo essi mi circondarono di tanto amore, di tanta riconoscenza, che più d’una volta mi sono sentito commosso fino alle lacrime.

            Parecchi poi son venuti fin dal centro dell’Argentina e oltre e mi portarono a benedire i loro figli, - e nel al primo rivedermi non poterono frenarsi dal piangere dalla di gioia, come se avessero veduto il loro padre o la loro madre.

            Pensate, cari antichi alunni, che alcuni di questi erano quarant’anni che non li avevo più visti, da quando ho cominciato, come ad es. Ricci di Genova,

ancora alunno del primo anno di San Bernardino quando ero Chierico, il dottor Carlo Gonnella e altri del primo periodo eroico. - Dopo decine e decine di anni, che non ci eravamo mai più veduti, non avrei mai creduto d’essere ancora ricordato e tanto amato!

            Né che in tanti, ora già maturi padri di famiglia e alcuni già nonni, (che io non sapevo neppure più se fosser vivi o morti), - fosse ancora così viva con la fiamma del cuore la fiamma della fede, lo spirito e la vita onesta e religiosa della cristiana educazione ricevuta.

            Ah! mi convinco sempre più che non si semina, che non si ara mai invano Gesù Cristo nel cuore della fanciullezza e della gioventù. Che se in un certo periodo della vita, in quell’età in cui più l’uomo vaneggia, può talvolta sembrare che Cristo sia un sepolto, - Egli è tal morto che sempre, presto o tardi, ma sempre risuscita.

            Così confidenzialmente mi hanno confessato alcuni di questi allievi nostri, alunni di Santa Chiara e del convitto Paterno di Tortona, che attraversarono ebbero ad attraversare non solo i mari, ma tante peripezie, e tanti alti e bassi, e sì che parea loro d’aver perduto anche fin la bussola, ma che hanno ritrovato nella fede, - essi sentirono il bisogno dell’antica fede, e ritrovarono nella fede il più grande aiuto e conforto della vita.

            Ogni tanto me ne capitano qui tre o quattro, e alcuni anche ancor del I oratorio festivo, nel giardino del Vescovo: - ora son uomini fatti, e già dai capelli più grigi. Si danno la parola, e vengono qui a trovarmi, come se andassero a casa loro, a casa del loro vecchio padre. Dicono che dà loro un gran conforto a ritornare da Don Orione a rivivere un’ora serena. E vanno rievocando gli anni belli della loro vita, e raccontano e ricordano gli antichi superiori, gli assistenti, i professori, i loro compagni, le loro biricchinate e ricordano...... ricordano tante cose, che neanche io ricordavo più. E mi aprono il cuore, e mi fanno le loro confidenze, mi dicono i loro fastidî, le loro gioie e anche devo dirvelo? - anche i loro peccati! E così faccio loro da amico, da padre e da confessore!

            E poi se ne vanno contenti, lasciandomi nel cuore una consolazione sì grande, «che intender non la può chi non la prova».

            Niente potevo desiderare di più che saperli sempre memori, sempre grati, timorati sempre di Dio, vivere in mezzo a questo gran mondo dove c’è di tutto un po’, vivere morali, nel compimento nell’adempimento dei loro doveri, dando buon esempio ai loro figlioli.

            Anche qui faremo la sezione degli antichi alunni, tanto più se potrò fermarmi ancora un poco.

            Ma mi accorgo che questa mia va diventando troppo lunga, e taglierò corto.

            Carissimi antichi alunni degli Istituti nostri, che le vostre adunate e il conforto al bene che da esse sempre riporterete, richiamino alla vostra memoria tutti i buoni ammaestramenti avuti.

            Permettete a Don Orione di incoraggiarvi a mantenervi saldi nei sani principî, e, come sempre, siate ognora pieni di buona volontà di battere la via della virtù dell’onesto vivere cristiano e della virtù: - sarà un grande bene per le vostre anime e un grande esempio per i vostri figli!

            Propongo al caro presidente gen.le avv.to comm.r Carlo Grossi e al consiglio centrale di istituire la giornata dell’antico alunno, da celebrarsi annualmente dalle diverse sezioni presso i nostri collegi, intendendosî coi rispettivi direttori e presidenti locali, e questo oltre l’adunata generale.

            Se piacerà a Dio che ritorni tra voi, come spero, voglio che ci riuniamo tutti e che tutte le varie sezioni siano largamente presenti - a fraterno congresso, per stringere e rinvigorire sempre più il vincolo santo che ci unisce e allargare la sfera del bene.

            Nessuno più di voi, cari antichi alunni, è in grado di comprendere e di apprezzare lo spirito buono che anima il nostro modesto lavoro.

            E tutti sentirete, certo, con me vivissimo il desiderio di cooperare, per quanto si può è da voi, a quel rinnovamento di vita cristiana, all’«Instaurare omnia in Christo» da cui gli individui le l’individuo, la famiglia e la società possono attendersi la ristorazione sociale.

            Ricordatevi che noi siamo e vogliamo sempre essere i vostri più sinceri e affezionati amici; - e vogliamo farvi sentire che vi consideriamo sempre dei nostri. In mezzo alla crisi e disoccupazione di qui, sono lieto d’aver potuto giovare ad alcuni dei vostri antichi compagni. Ma più la nostra istituzione diventerà una forza di bene, più potremo e più vogliamo aiutare. E lasciate che finisca esortandovi ad aiutarvi l’un l’altro, dove potete e non solo col buon esempio d’una vita veramente cristiana e da italiani degni, ma anche, dove potete, con l’opera e col consiglio: sia a migliorare la vostra condizione sociale come a superare le difficoltà e le prove della vita: - i primi cristiani facevano così!

 

            Ed ora sono son proprio costretto a concludere, se no questa mia non parte più.

            Arrivederci, carissimi antichi alunni: Iddio vi benedica! tutti! e benedica le vostre famiglie! Don Orione vi ha sempre presenti, prega per voi e per le vostre case: - ricordatemi anche voi, e pregate per me, per don Sterpi, per tutti i vostri antichi superiori e maestri: noi vi portiamo nel cuore come i figli più cari!

            Che il Signore e la santa Madonna vi mantengano in buona salute, che prosperino i vostri interessi: che la grazia di Dio sia sempre nei vostri cuori, e porti sempre più pace, concordia e felicità a voi e alle vostre care famiglie!

            Vi abbraccio tutti in ispirito, e vi mando la più ampia benedizione per voi e per le vostre famiglie!

                        Vostro Don Orione

 

ALLEGATO 3

Lettera di Don Orione della Pasqua 1936[21]

 

Io non vi dimenticherò mai, mai! Prego e pregherò sempre per voi, pel vostro profitto spirituale, per la prosperità dei vostri interessi e la felicità delle vostre famiglie.

Ed ora a voi, cari Ex-Alunni: a voi, o giovani, che tutt’ora state crescendo alla Religione, alla famiglia, alla Patria nei nostri Istituti, e siete tanta parte della nostra vita e del nostro cuore: buona Pasqua! Prego per voi, specie per quelli di voi che sono in Africa; oh quanto prego pei soldati italiani che sono in Africa!

Il Signore vegli sempre su voi, o indimenticabili miei figliuoli in Cristo.

Quelli di voi, che già sono padri, crescano nel timore di Dio i figli.

Tutti poi, siate amanti delle vostre famiglie: Mantenetevi morali e buoni: vivete da veri cristiani: pregate, frequentate i Sacramenti, santificate la festa: non arrossite mai del Vangelo, nè della Chiesa, "senza forza d'animo non c'è virtù", ha scritto il Pellico.

Abbiate il coraggio del bene e dell'educazione cattolica e italiana ricevuta.

Diffondete lo spirito della bontà: perdonate sempre: amate tutti; siate umili. laboriosi, franchi, leali in tutto: - di fede, di virtù, di onestà ha estremo bisogno il mondo.

Amiamo la nostra Italia di un amore operoso: amiamola per farla sempre più degna della sua fede e delle sue tradizioni: amiamola come italiani e come cattolici: adoperiamoci a far rifiorire le virtù pubbliche col rendere sempre più pure, cristiane e laboriose le nostre famiglie.

Allora saremo un gran popolo, una nazione grande, una grande forza nel cammino della civiltà, e raggiungeremo 1'ideale voluto da Colui, che la Provvidenza ha chiamato a guidarla nella via dell'onore e della gloria: l'ideale che scaturisce dalla luce di tanti geni, dal profumo di tante anime, del sangue di tanti eroi.

Allora raggiungeremo quello che i nostri antichi padri sognarono: un popolo nella sua italianità più cristiano, più forte, più grande. E ai miei cari Poveri che dirò?

Dio sa con che amore mi rivolgo a voi! Quante volte al giorno vi penso!

Posso ben dire d'avervi sempre presenti: sento di volervi bene nel Signore, oggi e lontano, più di ieri e vicino: prego per voi! Quanto vorrei consolarvi, e passar la mia vita vicino a Voi, a servirVi uno ad uno, come servirei Gesù Cristo!

Ogni tanto mando a voi il mio Angelo, lo sentite? - Ve lo mando a darvi conforto, a suggerirvi sentimenti di fede, di pazienza, di cristiana rassegnazione, d'amore a Dio, di divozione alla Madonna. Madre e Consolatrice degli afflitti.

Se piacerà a Dio, spero di rivedervi presto: la mia prima visita sarà per voi, e vi racconterò tante cose belle: sarò tutto per voi, cari i miei poveri, buone vecchierelle, cari malati, cari i miei vecchi, cari miei orfanelli! - Verrò e vi porterò i regalucci dell'America, parte ve li mandano i poveri di qui, i nostri fratelli di qui. Oh quante cose ho da contarvi!

Sapete che sono stato al Cile, sorvolando in areoplano grandi montagne, più alte che le nostre Alpi? E ci tornerò, e la Divina Provvidenza aprirà anche il "Piccolo Cottolengo Cileno", in Santiago, la capitale, e altra casa avremo, sul mare, presso Valparaiso, il porto più importante del Sud-America sull'Oceano Pacifico.

Ma faro presto, e sarò da voi; magari poi ritornerò qui.

Intanto, statemi bene, state buoni, fatemi tante comunioni, pregate!

Vi benedico tatti, carissimi miei poveri e buona Pasqua!

E qui fo' punto, ché, del resto, non finirei più. - Ora mi rivolgo a tutti.

La luce di Cristo illumini il nostro cammino, allieti e santifichi tutta la nostra vita!

Che questa santa Pasqua operi in noi un meraviglioso rinnovamento spirituale, e ci trasfiguri in Cristo!

Che la benedizione del Signore discenda amplissima su di voi e sui vostri cari, e sia una benedizione grande, grande, grande, com'è grande il Cuore di Dio!

Alleluia! Alleluia! Alleluia!

Buona e santa Pasqua a tutti!

Vostro aff.mo in Gesù Cristo e nella Santa Madonna

Don Orione

della Divina Provvidenza

 


[1] Riunioni del 2-4 settembre 1912, 11.

[2] Lettera a Don Adaglio del 15 ottobre 1914; Scritti 80, 57 e anche 4, 53, 72, 23.

[3] Scritti 83, 235.

[4] Il numero di giugno 1934 di “La Piccola Opera della Divina Provvidenza è tutto dedicato al Convegno degli Ex Allievi tenuto a Tortona; non è firmato ma è di Don Domenico Sparpaglione.

 

[5] Scritti 89, 78

[6] Lettera a Don Sterpi del 4 maggio 1935; Scritti 18, 94.

[7] Lettera del 22 giugno 1935; Scritti 49, 70; 101, 242.

[8] Scritti 18, 154.

[9] Scritti 41, 211 (4 pagine).

[10] Scritti 57P259

[11] Fu anche il titolo di una splendida conferenza tenuta da Mons. G.B. Montini, il 12 aprile 1944, durante l’incontro che promosse l’iniziativa del Voto alla Madonna per la salvezza di Roma.

[12] Scritti 117, 104.

[13] Lettera a Don Sterpi del 21 ottobre 1936; Scritti 19, 130

[14] Da Montevideo, 8 luglio 1937; Scritti 117, 122

[15] Parola del 14 ottobre 1938; IX, 402.

[16] Scritti 81, 144.

[17] Lettera del 21 febbraio 1922; Scritti 51, 20 e 82, 130.

[18] Lettera del 3 luglio 1936; Scritti 70, 3.

[19] Don Orione nel santuario della Madonna della Guardia agli Antichi Alunni dell’Opera, convenuti a Tortona per il loro primo Convegno del 27 Maggio 1934; Parola VI, 114-115.

[20] Scritti 41, 211 (5 fogli).

[21] Scritti 117, 104-105.

Lascia un commento
Code Image - Please contact webmaster if you have problems seeing this image code  Refresh Ricarica immagine

Salva il commento