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Messaggi Don Orione
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Al Paterno, nella stanza dei ricordi dedicata alla Madonna sono presenti le due storiche e importanti immagini

Nella stanza della Madonna, al “Paterno” di Tortona, ove visse Don Orione, si possono oggi ammirare le due immagini della Madonna che sono parte integrante della Grazia e della storia della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Si tratta della statua della Madonna della chiave, che stava nel primo Oratorio aperto da chierico Luigi Orione nel cortile del Vescovo di Tortona, e del dipinto della Madonna dal manto azzurro di Ida Marcora che ha tradotto in immagine e colori il sogno di Don Orione, agli inizi della fondazione della Congregazione.

Le due immagini sono strettamente collegate tra loro.

Il chierico Luigi Orione, in quella domenica del 2 luglio 1893, aveva dovuto chiudere definitivamente il primo Oratorio di Tortona a causa delle lamentele giunte al Vescovo per la confusione che i ragazzi creavano. Pur sostenendo Don Orione il Vescovo si vide costretto di dargli ordine di chiudere quell’oratorio.

Dopo aver chiuso, Luigi Orione pose la chiave dell’Oratorio sulla mano della statuetta della Madonna che stava nel cortile della casa del Vescovo, divenuto Oratorio, e che aveva un manto azzurro.
Così raccontò quei momenti.

“Mi pare che fosse una domenica a sera. Attaccai la chiave ad una mano della statua della Madonna, e che ora tengo qui nella Casa della Divina Provvidenza. Poi, con la morte nel cuore, sono uscito dall’Oratorio”.

Luigi Orione salì nella sua stanzetta sui voltoni del Duomo. Postosi a sedere, appoggiato con le mani sul davanzale, guardando l’Oratorio chiuso, pregò e pianse, si addormentò e sognò. Ascoltiamo la sua descrizione.

“Quella sera mi sono messo là allo scuro, alla finestra seduto a piangere, a guardare giù l’oratorio che non si sarebbe più aperto. Ho pianto come piange un bambino con l’abbandono e la fede e l’innocenza di un bambino. E ho pregato la Madonna e ho messo me e tutto l’oratorio nelle sue mani e pregando e piangendo e guardando l’oratorio, e facendo il sacrificio di tutto, e offrendolo tutto alla Madonna mi sono addormentato là, seduto e con il capo appoggiato al davanzale della terza finestrella, e ho fatto questo grande e santo sogno. Ho veduto tutto il giardino dell’oratorio pieno di fanciulli e su quella grande pianta, alta, alta, un pioppo, vidi la Madonna Santissima che stringeva nel suo braccio destro Gesù Bambino e proteggeva l’oratorio e mi guardava con molta consolazione e amore. Ed il manto s’allargava, s’allargava… così che non si distinguevano più i confini. Anche il cielo scomparve e al posto del cielo il manto azzurro della Madonna. Ed il numero dei ragazzi, di molti diversi colori, si andava straordinariamente moltiplicando, fino a sembrare tutto un formicolìo. Allora si volse a me la Madonna indicandomeli. E si udì da tutta quella massa un canto dolcissimo, il canto del Magnificat. La Madonna ha continuato l’oratorio e lo ha visibilmente protetto, e parve a me davvero che una mano divina rimovesse subito, come d’incanto gli ostacoli; e si continuò. La Madonna Santissima anche dopo ha mostrato la sua materna protezione su me e sull’Opera della Divina Provvidenza”.

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