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Messaggi Don Orione
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Pubblicato in: Atti e Comunicazioni, n.245, gennaio-giugno 2015, p. 5-14.

Lettera di convocazione del 14° Capitolo Generale. 26 aprile 2015.

«SERVI DI CRISTO E DEI POVERI».

Fedeltà e profezia
in dialogo con le periferie
della povertà e dell’evangelizzazione.

Roma, 26 aprile 2015
Maria, Madre del Buon Consiglio

Carissimi Confratelli,

Deo gratias!

Nel giorno della memoria liturgica della “Madre del Buon Consiglio”, tanto cara a Don Orione, mi dirigo a tutti voi con questa lettera con la quale convoco il 14° Capitolo Generale, a norma dell’articolo 139 delle nostre Costituzioni. Il Capitolo generale si svolgerà al nostro Centro di spiritualità di Montebello della Battaglia (Pavia), dal 16 maggio al 5 giugno 2016.

«Il Capitolo generale è il principale segno dell'unità, nella diversità, della Congregazione ed un momento privilegiato della sua vita comunitaria. » (Cost. 138). Ci riuniremo insieme «per trattare i problemi di maggiore importanza riguardanti la vita della Piccola Opera, perché questa si mantenga fedele al Vangelo, allo spirito del Fondatore» (Cost. 138). In questi momenti Don Orione, che resta sempre “il Direttore” della Piccola Opera della Divina Provvidenza, sarà certamente con noi.

Vi invito a guardare a questo evento come ad un momento di grazia offerto dalla Divina Provvidenza alla Congregazione, affinché «docile allo Spirito Santo, risponda ai bisogni dei tempi e dei luoghi» (Cost. 138). La grandezza della Divina Provvidenza, sappiamo dall’esperienza di Don Orione e nostra, si rivela nello Spirito che sa rinnovare la faccia della terra (cf. Sal 104,30) e fare nuove tutte le cose. La Provvidenza di Dio, presente nei vari momenti della storia umana, nella vita della Congregazione e nelle nostre vicende personali saprà “accendere in noi il divino fuoco della carità” per rendere nuovo il nostro slancio di santità e di apostolato, mediante quello Spirito che, effuso sugli apostoli sotto forma di lingue di fuoco, li trasformò in testimoni credibili del Risorto (cf. At 2,1-11).

Affido il nostro Capitolo generale a Maria, nostra “Madre e celeste Fondatrice”, pregandola di intercedere per noi il dono dello Spirito Santo e del discernimento della Volontà di Dio, nelle condizioni di vita personali e nei segni dei tempi e dei luoghi, per vivere in fedeltà creativa alla nostra vocazione religiosa orionina.

Siamo giunti al 14° Capitolo Generale della nostra storia di Congregazione. È un passaggio di grande importanza e responsabilità perché ciascun Capitolo dà orientamenti e decisioni che influiscono sul futuro della Piccola Opera che, come aggiungeva subito Don Orione, “è opera di Dio”, “della Divina Provvidenza”.

Trattandosi di “opera di Dio” è sempre adeguato l’avvertimento di San Paolo (1 Cor 3, 10), ma soprattutto durante i “lavori” del Capitolo generale: “Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo”, del quale il carisma orionino è una specificazione e attualizzazione. “Se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno sarà ben visibile… e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. Nessuno si illuda”.

Il nostro Capitolo generale ha per base il “carisma fondazionale” posto da Dio per mezzo di Don Orione e vissuto da varie generazioni di confratelli. Ora tocca noi continuare. Portiamo il meglio di noi stessi nella riflessione e nei lavori del Capitolo generale. Vi parteciperemo tutti nella fase locale, un buon numero nei Capitoli provinciali e una cinquantina di rappresentanti nel Capitolo generale.

Il CG14 si svolgerà dal 16 maggio al 5 giugno 2016 a Montebello, presso i luoghi orionini che con la loro silenziosa eloquenza ci aiuteranno a ravvivare la coscienza di un dono che tanti frutti di santità e di apostolato ha prodotto. Inizieremo il Capitolo con la concelebrazione eucaristica nella basilica-santuario della Madonna della Guardia, nella festa e presso il Corpo di Don Orione.

 

«SERVI DI CRISTO E DEI POVERI».
Fedeltà e profezia in dialogo con le periferie della povertà e dell’evangelizzazione.

Il titolo «Servi di Cristo e dei poveri» bene esprime i tratti essenziali della nostra identità personale e apostolica. È preso da una definizione data da Don Orione stesso[1] e indica l’interesse e l’oggetto centrale del CG 14: la persona del religioso orionino come tale. Si tratta di una prospettiva soprattutto “vocazionale” riguardante l’identità umana, spirituale e apostolica della persona del religioso orionino e la sua vivencia nel contesto culturale e ecclesiale attuale.

Il sottotitolo richiama l’indispensabile dinamismo del nostro cammino di “fedeltà e profezia” da discernere e promuovere entro il contesto delle “periferie della povertà e dell’evangelizzazione”.

Nel CG14 considereremo la persona del religioso in 7 temi o aspetti determinanti; su di essi si concentrerà la riflessione e il contributo dei singoli religiosi e delle comunità nella prima fase del Capitolo generale.

  1. L’umanità del religioso.

Si tratta di guardare alla nostra persona: salute, aspetti psicologici, relazionali, progettuali, ecc. Quali atteggiamenti verso il futuro? La Congregazione è fatta di persone. Il Capitolo generale promuove un rinnovamento comune ma a partire dai singoli religiosi in comunione.

  1. Il religioso vive di Dio.

Vivere in Cristo Gesù, vivere di Gesù, vivere per Gesù, vivere Cristo” (Don Orione); tutta la vita del religioso è ordinata a Gesù e compresa in Lui. «Più ti unisci a Gesù e Lui diventa il centro della tua vita, più Lui ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altri» e la persona “sta bene”. Siamo chiamati a scelte per curare il collegamento alle fonti della vita di Dio dalle quali discende poi tutto: santità, relazioni fraterne, fecondità vocazionale, apostolato.

  1. Il religioso identificato nel carisma.

Siamo persone con identità e comportamenti di fratelli perché abbiamo lo stesso spirito, lo Spirito Santo, e lo stesso carisma orionino, dono dello Spirito Santo. Dovremo riflettere e attualizzare i modi per mettere al centro della nostra vita il carisma che ci rende contenti e dinamici, in dialogo e utili alla Chiesa e al mondo.

  1. La relazione vitale con la comunità.

La collaborazione si fonda sulla comunione che, nella comunità religiosa, è frutto di vocazione e di relazione con Dio. Se si attenua la relazione con Dio, si frantuma il «vinculum fraternitatis». Dovremo portare l’attenzione sullo spirito di famiglia e fare scelte per relazioni fraterne semplici e autentiche, per rapporti partecipativi, per condividere la vita spirituale e apostolica.

  1. Il religioso in missione: testimonianza e servizio.

Papa Francesco ricorda spesso che dobbiamo essere missionari del Vangelo e non funzionari del sacro; ci interrogheremo su come essere pastori di popolo, con l’odore delle pecore, soprattutto dei poveri, dei malati, delle persone in difficoltà e in ricerca di Dio. Il religioso, in quanto discepolo di Cristo e uomo di Dio, è costituito «testimone» della vita nuova secondo il Vangelo. Come meglio realizzare il ruolo di “pastore, profeta, animatore e formatore, garante del carisma”?

  1. L’apostolato congregazionale dono alla Chiesa.

La Chiesa ci vuole come dobbiamo essere, orionini, noi e tutte le nostre attività. Ci siamo per questo. Ogni carisma è stato suscitato per il bene-essere della Chiesa. Fisseremo l’attenzione sulle due linee apostoliche della nostra fedeltà orionina: la “speciale fedeltà al Papa”, cui deve convergere ogni attività della Congregazione; il servizio ai “più poveri e più abbandonati”, mediante le opere di carità. Guarderemo a sfide poste dal contesto sociale di oggi e agli atteggiamenti del religioso per rispondervi.

  1. Verso le periferie esistenziali del mondo

“Cari figli di Don Orione, voi dovete andare con il carisma di fondazione alle periferie esistenziali, là dove l'esistenza delle persone è materia di scarto. Lì dovete andare voi” [2]. Quali scelte per rispondere oggi all’invito di Papa Francesco e di Don Orione che ci voleva “fuori di sacrestia” per i “rottami della società” e per “i più poveri e più abbandonati”? Quali orientamenti e scelte con le opere di carità consolidate e nuove povertà, tra pastorale dei vicini e nuova evangelizzazione dei “lontani” e di “quelli che non vanno in chiesa”.

 

IL CAPITOLO È UNA GRAZIA E UN EVENTO PER TUTTI

Il Capitolo non avviene solo nelle tre settimane in cui si riuniscono i delegati di tutta la Congregazione. No, è un processo che lo Spirito Santo inizia nel cuore di ogni Confratello risvegliando responsabilità, disponibilità e risorse. Di qui viene l’apporto alla elaborazione del progetto del CG14 per il prossimo sessennio.

Richiamo alcuni valori e atteggiamenti per vivere bene il Capitolo.

  1. Il Capitolo è un evento spirituale

Non può essere efficace se non è vissuto come un evento spirituale. Dunque la prima azione da attivare è quella della preghiera: raccolti attorno a Maria, in preghiera, attenti alla voce dello Spirito (At 1,12-14; 2.1-4).

Ciò vale particolarmente durante il Capitolo Generale ma anche nel tempo dei Capitoli Provinciali e della preparazione personale e comunitaria. Solo nell’apertura allo Spirito di Dio, manifestatosi nel carisma orionino, potremo percepire qualcosa di quella vitalità di Dio che aiuta a superare situazioni di stallo, a rafforzare l’identità carismatica, a risvegliare il cuore. Per questo dovremo accompagnare tutto il cammino del Capitolo con la preghiera personale e comunitaria, coinvolgendo tutta la Famiglia Orionina, i laici, i giovani, i malati, gli anziani e il popolo delle parrocchie. Se la preghiera e l’ascolto dello Spirito formeranno il clima del Capitolo Generale, esso avrà un esito ispirato da Dio. Diversamente, “invano vi faticano i costruttori” (Sl 127,1).

  1. Il Capitolo promuove la conversione

Ne siamo tutti convinti. Perciò la metodologia è quella dell’ascolto della Parola di Dio, della vita, dei confratelli, della gente con cui viviamo, dei giovani. I contenuti sono da elaborare e da accogliere come meditazione che favorisce anzitutto il cambio del cuore e della mentalità. Dunque, con il cammino del Capitolo entriamo in una condizione di più intensa conversione-formazione.

L’identità di “Servi di Cristo e dei poveri” ci richiama alla purificazione da quanto, in ciascuno e nella Congregazione, impedisce l’azione della Divina Provvidenza di cui siamo “figli”. Andare al centro della nostra identità personale di “Servi di Cristo e dei poveri” significa riconoscere quanto ad essa è contrario o anche solo distrae, devia l’attenzione, fa perdere tempo ed energie spirituali, disgrega. Guardare alla nostra umanità di religiosi significa “mettersi a nudo”, deporre “maschere” a cui noi stessi ci siamo abituati, verificare la purezza delle intenzioni e degli affetti, le attese e i progetti. Nel discernimento ci si predispone così a scelte evangeliche.

In questa prospettiva di conversione, durante questo anno del Capitolo valorizziamo la quotidiana meditazione personale, l’esame di coscienza, la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Sì, questi sono modi concreti ed efficaci per vivere il Capitolo. Intuizioni e decisioni importanti per il Capitolo potranno venire da questi momenti interiori e nascosti, ma più liberi dalle apparenze e dalla superficialità.

Altri momenti specifici di discernimento e di conversione saranno quelli dedicati esplicitamente al confronto e alla ricerca comunitaria ascoltando i Confratelli, i laici, i giovani e quanti sono partecipi delle nostre cure.

  1. Il Capitolo promuove la continuità carismatica

Il tema del Capitolo Generale pone ciascun Confratello in un orizzonte di personale fedeltà vocazionale, invita ad andare all’origine e all’essenza della identità del religioso, richiamata in quel titolo «Servi di Cristo e dei poveri». Nell’identità vocazionale del religioso c’è la ragione e l’energia delle nostre relazioni comunitarie e dello zelo apostolico.

Tutti i recenti Capitoli hanno avuto l’obiettivo comune di promuovere la continuità carismatica: ”essere il Fondatore oggi” (CG10, 1992), “in missione con i laici verso il terzo millennio” (CG11, 1998), con “fedeltà creativa” (CG12, 2004), nella dinamica del “solo la carità salverà il mondo” (CG13, 2010).

Ora, nel 14° Capitolo generale, in un contesto di cultura liquida, incerta e fluida, che sgretola le identità, ci chiede di focalizzare l’attenzione e il rinnovamento sulla persona di noi orionini «servi di Cristo e dei poveri». È un obiettivo strettamente collegato con cammini già intrapresi, da continuare e perfezionare, come per esempio: il nuovo ruolo dei religiosi in rapporto alle opere e istituzioni; la mentalità e la pratica del progetto personale e comunitario per sfuggire alla disgregazione ed essere persone in dialogo con Dio e con l’ambiente; il ruolo personalizzante della comunità con la propria casa, i tempi e le dinamiche fraterne; la nostalgia e il desiderio di relazioni più dirette tra religiosi e persone cui siamo destinati, tra religiosi e opere; il rapporto vocazionale/apostolico con i laici nell’apostolato della carità; la complementarietà e collaborazione in seno alla Famiglia Orionina con le altre componenti, FDP, PSMC, ISO, MLO; l’impegno per nuove risposte a povertà sprovvedute e di evangelizzazione dei lontani; e altre. Sono tutte linee di conversione che tendono a rafforzare l’identità carismatica e le relazioni personali.

  1. Il Capitolo promuove il progetto del cammino comune

Il CG14 comincia praticamente già con questa lettera di convocazione e di annuncio del tema. Il Capitolo è un cammino e comincia nel cuore di ogni confratello e poi nei processi che, passo dopo passo, si andranno attuando nelle comunità locali e nella Provincia. Il Capitolo comincia nella gioia e nella speranza di partecipare a questo evento di rinnovamento della nostra Famiglia, che è “opera di Dio” e nella quale stiamo spendendo la vita. “De re nostra agitur”.

È importante arrivare a buone convinzioni e chiari orientamenti per la vita della Congregazione nel successivo sessennio, mediante la metodologia propria della Congregazione che abbiamo imparato ad attuare abbastanza bene: assemblee di programmazione e di verifica, l’azione di governo a tutti i livelli, riunioni annuali dei direttori, l’animazione dei segretariati nelle diverse aree, i quaderni di formazione permanente, le visite canoniche e altre iniziative fissate lungo il sessennio.

 

METODOLOGIA DEL CAPITOLO

I compiti e le competenze del Capitolo generale sono definite nelle Costituzioni e Norme.[3] L’organizzazione pratica e la metodologia di lavoro possono alquanto variare. Per esempio, in vista del prossimo Capitolo generale, è venuta l’indicazione di tenere bene distinte le competenze e i compiti a livello locale, provinciale e generale.

  1. Competenze e compiti nella preparazione del Capitolo
  • La Comunità (singoli religiosi e comunità) legge la situazione di vita e fa delle proposte di rinnovamento. Ciò si realizza mediante un Quaderno di riflessione sulle tematiche del Capitolo e una Inchiesta personale.

Il Quaderno di riflessione propone i 7 temi sui quali si incentra la riflessione del Capitolo con una breve illustrazione del tema e alcune domande-chiave riguardanti la situazione e proposte per il futuro. Il quaderno è indirizzato primariamente ai singoli religiosi, per appunti personali, e poi per il capitolo di comunità.

L’Inchiesta personale è diretta ai singoli religiosi sulla base di un questionario uguale per tutti, formulato e letto da un’équipe di esperti.  Aiuterà a far emergere alcuni sentimenti, pensieri, attitudini e orientamenti più comuni.

  • La Provincia, con il Capitolo provinciale, assume quanto è pervenuto dai religiosi e dalle comunità,[4]  valuta, discerne e decide le proposte di rinnovamento da portare in Capitolo generale. Per un lavoro ordinato sul tema centrale ci sarà il servizio di un Confratello “referente metodologico”.[5] Il adempierà anche altri compiti specifici riguardanti la vita interna della Provincia, come stabilito dalle Costituzioni.[6]
  • Il Capitolo generale svolgerà il proprio compito sulla base di quanto pervenuto dai Capitoli provinciali e ordinato in un Istrumentum laboris da una commissione pre-capitolare. Assume quanto pervenuto, valuta e decide stabilendo le linee del progetto del sessennio e alcuni punti di pianificazione generale.
  1. Compiti e competenze nell’attuazione del Capitolo
  • Il Consiglio generale, sulla base di quanto stabilito dal Capitolo generale, decide quanto di sua competenza, elabora il progetto del sessennio, accompagnandolo con opportune iniziative di programmazione generale; questo costituirà il documento guida durante il sessennio.
  • La Provincia (consiglio provinciale e assemblea di programmazione) pianifica le strategie di attuazione del progetto del sessennio, definendo percorsi, linee di azione, programmazione provinciale, ecc. per il sessennio.[7]
  • La Comunità assume il progetto del sessennio della Congregazione specificato dalla pianificazione provinciale e decide le scelte di attuazione nella vita e nell’apostolato della comunità.
  1. Altri compiti del Capitolo generale

Lo studio e le decisioni sul tema centrale del CG14 forniranno gli elementi essenziali del cammino della Congregazione nel prossimo sessennio 2016-2022. Sappiamo però che il Capitolo generale ha altri compiti particolari. Il primo tra questi riguarda l’elezione del Superiore generale e del Consiglio Generale per il periodo 2016-2022. Inoltre, studia anche “altri temi rilevanti” che riguardano il bene della Congregazione.

 

ORGANIZZAZIONE E CALENDARIO

Con una seconda Lettera verrà inviato a ciascun religioso il Quaderno di riflessione  che è lo strumento di partenza per promuovere capillarmente la riflessione e il discernimento che poi proseguirà nella comunità locale, nel Capitolo provinciale e nel Capitolo generale. Contemporaneamente, verrà inviato il formulario dell’Inchiesta personale.

Ogni passo merita attenzione perché s olo la continuità tra discernimento personale, comunitario, provinciale e generale farà sì che il Capitolo sia veramente “generale”, cioè frutto dell’effettivo contributo di tutti.

Una riunione dei referenti metodologici di ciascuna Provincia si terrà a Roma, il 16 luglio prossimo, con lo scopo di coordinare la metodologia da seguire nel preparare e realizzare il Capitolo provinciale.

Inizio del cammino capitolare (16 maggio 2015)

L’inizio ufficiale del cammino capitolare coincide con la festa di San Luigi Orione, a un anno esatto dall’inizio della celebrazione del Capitolo Generale. Verrà fornita una breve scheda per un tempo di preghiera e di meditazione in ogni comunità.

Capitolo nelle comunità (giugno / settembre 2015)

Ogni comunità riflette sul tema del Capitolo a partire dal contributo che ciascun religioso ha annotato nel Quaderno di riflessione sul tema del Capitolo.

Scopi del Capitolo nelle comunità sono:

  1. favorire la partecipazione al cammino di Congregazione, 
  2. la elaborazione del contributo della comunità al Capitolo provinciale.

Capitolo Provinciale (novembre / dicembre 2015)

Ogni Provincia assume i contributi delle comunità e la relazione emersa dall’Inchiesta personale, li valuta, elabora autorevolmente.

Scopi del Capitolo Provinciale sono:

  1. elaborare il contributo della Provincia al Capitolo generale;
  2. trattare i temi particolari riguardanti la Provincia;
  3. eleggere i rappresentanti al Capitolo generale.

Commissione pre-capitolare (febbraio 2016)

Una Commissione pre-capitolare con religiosi di diverse Province,[8] raccoglie, studia ed elabora i contributi giunti dai Capitoli provinciali.

Scopi della Commissione pre-capitolare sono:

  1. Studiare e ordinare i contributi pervenuti compilando un Instrumentum laboris con la documentazione di base per il lavoro del Capitolo generale.
  2. Preparare il Capitolo dal punto di vista organizzativo: logistica, proposta di calendario, sussidi, équipe di segreteria, ecc.

Capitolo Generale (16 maggio - 5 giugno 2016)

Il Capitolo generale ha compiti e dinamiche già stabiliti nelle Costituzioni e Norme[9] e si svolge secondo un Regolamento.

Gli scopi principali del Capitolo generale sono:

1. Trattare il tema centrale di revisione/progetto per il sessennio;

2. Trattare altri temi rilevanti e comuni;

3. Eleggere il Superiore generale e gli altri membri del Consiglio generale.

Cari Confratelli, metto questa lettera nelle mani di Don Orione e chiedo che sia lui in qualche modo a consegnarla e a suscitare nel cuore di ognuno un moto di amore a Dio, alle Anime, alla Congregazione per iniziare con fiducia il cammino di rinnovamento proprio del Capitolo Generale.

            Maria, Madre della Divina Provvidenza, ci ottenga di imitarla, oggi e sempre, nella sua disponibilità ai disegni di Dio, aiutandoci a dire in ogni circostanza il nostro fiat con serenità, con umiltà e generosità sempre più grandi.

            Assicuro a ciascuno la mia preghiera.

            In Cristo,

Don Flavio Peloso FDP

(superiore generale)

 

[1] Il testo di riferimento più ampio, da cui è preso il titolo, è una delle più belle e note pagine di Don Orione. Si tratta di Appunti personali, datati 25 febbraio 1939. In questi Appunti Don Orione ha fatto una consegna della propria vita, dei propri ideali, del proprio carisma ai discepoli. In essi è contenuto il famoso “cantico delle Anime” e i punti fondamentali dell’antropologia orionina nei suoi aspetti umano, spirituale e apostolico. Gli Appunti di Don Orione si estendono su vari fogli e sono riportati in Scritti 57, 103 – 104 (a-d); sono pubblicati e commentati in Sete di anime. Un brano di Don Orione commentato da fra Filiberto Guala, “Messaggi di Don Orione” n.10, 1972.  

[2] Jorge Mario Bergoglio, Videomessaggio, Buenos Aires, 9 novembre 2009. “Le famiglie religiose sono nate per ispirare cammini nuovi, offrire percorsi impensati o rispondere agilmente a necessità umane e dello spirito. Può accadere alla vita consacrata di perdere l’autorevolezza, l'audacia carismatica e la parresìa evangelica, perché attratta da luci estranee alla sua identità” (Scrutate 14-15).

[3] Il Cap. XII delle Costituzioni è tutto dedicato al Capitolo Generale. L’art. 46 è dedicato agli Argomenti da trattarsi; all’elezione del Direttore generale e dei Consiglieri generali sono dedicati gli art. 148-162.

[4] I risultati dell’Inchiesta saranno prima elaborati dagli esperti che l’hanno formulata e raccolti in una relazione per ciascuna Provincia prima del Capitolo provinciale. Le valutazioni e proposte emerse nelle comunità saranno raccolte e organizzata da chi prepara il Capitolo provinciale.

[5] I Referenti metodologici avranno un incontro per meglio conoscere e condividere le dinamiche di preparazione al Capitolo nel trattare il tema centrale e comune.

[6] Sono elencate all’art. 202.

[7] L’Assemblea provinciale di programmazione (Norma 169) ha molta responsabilità e necessita di un buon tempo di riflessione e discernimento per elaborare il piano provinciale che il consiglio provinciale poi definisce con autorità.

[8] La costituzione di una Commissione pre-capitolare è diventata una consuetudine.

[9] Cfr. il capitolo 12° sia di Costituzioni e sia di Norme.

 

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