Brevi cenni biografici.
IL BEATO LUIGI ORIONE “CONVINTO DI CONQUISTARE IL MONDO CON L’AMORE”
La memoria liturgica del beato Luigi Orione è stata celebrata con particolare solennità a Sanremo, città del suo pio transito avvenuto il 12 marzo del 1940, e a Tortona, sua diocesi di origine e culla della Piccola Opera della Divina Provvidenza da lui fondata. Sanremo ha ricordato l’evento con tre giornate di spiritualità e dedicandogli la piazza antistante la stazione. Tortona si è riunita numerosa attorno al suo pastore Mons. Martino Canessa che ha celebrato il solenne pontificale nel santuario della Madonna della Guardia, ove è conservato incorrotto il corpo del Beato. Nella medesima città si terrà, dal 14 al 16 marzo, un convegno storico “Don Orione: da Tortona al mondo” per approfondire i tanti legami religiosi, culturali e civili che hanno fatto dell’Apostolo della carità una delle più eminenti figure ecclesiali del Novecento.
Luigi Orione nacque a Pontecurone (AL) nel 1872 da umili genitori. Chierico poco più che ventenne, toccato dalla grazia di Dio e dalla visione dei problemi della Chiesa e della società del suo tempo, cominciò ad interessarsi dei ragazzi poveri e per loro aprì prima un oratorio e poi un collegio nel rione di S. Bernardino, a Tortona (1893). Fu quello l'inizio di un lungo cammino che ha portato Don Orione per le strade del mondo a diffondere gli aiuti spirituali e materiali provenienti dalla ricchezza della Divina Provvidenza e del suo cuore senza confini.
Per realizzare quanto il suo amore per Cristo e per i poveri andava progettando, cominciò a raccogliere attorno a sé collaboratori che diedero origine alla prima delle famiglie religiose, i Figli della Divina Provvidenza. Ben presto sorsero accanto ai Sacerdoti, anche gli Eremiti e i Fratelli coadiutori, quindi le Piccole Suore Missionarie della Carità (1915), poi le Sacramentine non vedenti, fino alla recente apertura della Comunità delle Suore contemplative. Coinvolse numerosi Laici nel suo apostolato della carità. Insieme formano quella che agli inizi Don Orione chiamò la Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Nato e vissuto nella povertà, a contatto con tante ingiustizie sociali e in un mondo che andava scristianizzandosi, alzò la bandiera della carità di Cristo promotrice di giustizia e di solidarietà. Giustamente di lui Papa Giovanni XXIII ha osservato: “La sua carità andava oltre i limiti normali. Era convinto che si potesse conquistare il mondo con l’amore” .
Sempre pronto alla chiamata del Signore, si lanciò con entusiasmo e coraggio sui sentieri delle miserie umane seminando aiuto e conforto, elevazione umana e spirituale. Si prodigò con tutte le sue forze nei terremoti di Reggio e Messina (90.000 morti nel 1908) e della Marsica (30.000 morti nel 1915) scrivendo pagine di eroismo umano e religioso tuttora vive nella memoria collettiva di quelle popolazioni.
Portò la sua opera caritativa ed il suo zelo sacerdotale da un capo all'altro d'Italia, ovunque erigendo scuole, chiese e soprattutto case per i poveri e i bisognosi, a tutti annunciando il Vangelo di Cristo. La sua opera si è propagata in Europa, nelle due Americhe - ove egli fece due viaggi missionari, nel 1921-1922 e nel 1934-1937 - e poi in Africa e recentemente nei Paesi dell'Est europeo, nelle Filippine, in Giordania, in Messico e altrove. Fece della sua vita un olocausto e un martirio di generosità, lasciando un’impronta indelebile di virtù umane, civili e religiose.
Morì “d’in piedi”, come aveva desiderato, la sera del 12 marzo 1940, a Sanremo, dove si trovava da tre giorni perché sofferente di cuore. Si era da poco ritirato in camera quando squillò il telefono: era Achille Malcovati che, ignaro delle condizioni di salute in cui si trova Don Orione, gli chiedeva un’ennesima opera di carità, il ricovero di una povera donna inferma. Don Orione diceva il suo ultimo “si” agli uomini. Dirà il suo ultimo “sì” a Dio quando, dopo un’ora, alle 22.45, durante l’ultimo attacco cardiaco, spirando sussurrò “Gesù… Gesù… vado”.
Il 26 ottobre 1980, Papa Giovanni Paolo II lo proclamò "Beato" e il 16 maggio 2004 ne celebrò la canonizzazione.
Oggi vivono gli esempi e la venerazione de "l'apostolo della carità, padre dei poveri e benefattore dell'umanità dolorante e abbandonata" (Pio XII), "una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente professata e per la sua carità eroicamente vissuta" (Giovanni Paolo II). La sua devozione e viva nei suoi discepoli ed in quanto a lui ricorrono come intercessore di grazie spirituali e materiali. La sua attività di bene continua attraverso i suoi seguaci e le istituzioni da lui volute. Attualmente la Piccola Opera della Divina Provvidenza - con i suoi 1100 religiosi (sacerdoti, fratelli coadiutori ed eremiti) le 860 suore (attive, contemplative, sacramentine cieche adoratrici), l’Istituto Secolare Orionino e il Movimento Laicale Orionino - è presente in oltre trenta nazioni del mondo. Con le tante scuole, opere caritative ed assistenziali, parrocchie e missioni è ancora convinta che, come il Fondatore diceva, “solo la carità salverà il mondo” .