Ven. Frate Ave Maria: L'anima mia è rattristata dal ricordo di ciò che fu e dalla vista di ciò che è. Fui peccatore e continuo ad essere un miserabile. Eppure piango raramente e quasi sempre sorrido. Ed anche quando piango, le mie lacrime sono sparse nella luce della divina misericordia, del divino amore, nella luce del Paradiso. Piango, e il mio pianto m'è sorgente di conforto, di consolazione, di gioia.Sorrido, e il mio sorriso mi pare un atto di gratitudine verso Gesù, Maria, Giuseppe, tutti i santi del cielo, tutti i giusti della terra.Quando piango, sono come quando sorrido e quando sorrido sono come quando piango. Nel mio pianto e nel mio sorriso non vedo altro che l'azione della divina grazia, la quale mi illumina, mi umilia, mi purifica, mi fa sentire d'essere tra ¬le braccia d'infinita misericordia. Ogni mia lacrima è un atto di dolore', ed ogni mio sorriso è una vittoria della confidenza riportata sopra il timore. Sia benedetto da ogni¬ creatura il nome di quel Dio sì buono, che tutte le cose dispone a maggior bene di coloro che ha predestinati ad amarlo eternamente!
Buona notte
In Evidenza
1892 : Assieme al giovane Gaspare Goggi, il seminarista Luigi Orione si offre dinanzi alla «Madonna del Buon Consiglio» nel duomo di Tortona.
Papa Francesco racconta.
«Una volta ho letto una cosa bellissima di come il popolo di Dio aiuta i vescovi e i sacerdoti ad essere buoni pastori. È uno scritto di San Cesario d'Arles, un Padre dei primi secoli della Chiesa. Lui spiegava come il popolo di Dio deve aiutare il pastore e faceva questo esempio:
“Quando il vitellino ha fame, va dalla mucca, dalla madre, a prendere il latte. Ma la mucca non lo dà subito: sembra che se lo trattenga per sé. E cosa fa il vitellino? Bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché venga il latte. Così dovete essere voi con i pastori: bussare sempre alla loro porta, al loro cuore”.
Importunate i pastori, disturbate noi pastori, affinché diamo a voi il latte dell'amore, della fede, degli insegnamenti di Gesù. Pensate a quella bella immagine del vitellino, pensate a come importuna la mamma perché gli dia da mangiare!».