Ci vuole Dio!
Spunti dal recente Capitolo Generale. Solo la carità salverà il mondo, ma solo Dio salverà la carità.
Molti lettori hanno inviato messaggi di partecipazione e di commento in occasione del 13° Capitolo generale dei Figli della Divina Provvidenza, tenutosi ad Ariccia (Roma) dal 30 maggio al 23 giugno 2010.
Ringrazio quanti hanno espresso augurio, incoraggiamento e assicurato preghiere per me personalmente e per il nuovo Consiglio generale. Vorrei condividere qualche pensiero su questo importante evento della Congregazione.
Solo la carità salverà il mondo.
Il tema generale del Capitolo è “Solo la carità salverà il mondo”, uno slogan di Don Orione, che riassume il suo spirito e la sua azione in favore dell’umanità più svantaggiata. Vorrei sottolineare che è un tema “ad uso interno”, cioè per la nostra vita personale, prima ancora che “ad uso esterno”, per l’apostolato, per l’azione caritativa. Riguarda innanzitutto la qualità caritativa della nostra vita personale, cioè la vita di Dio in noi, nelle nostre comunità e nel vasto movimento di persone coinvolte nella spiritualità e nella devozione di Don Orione. Riguarda anche voi, cari lettori.
Ho colto in questo Capitolo un forte movimento di ricerca di maggiore identità e autenticità nella nostra testimonianza della carità, sia nei suoi aspetti comunitari che apostolici e vocazionali. È un movimento spirituale prima che operativo, perché Dio è la carità. Oggi, nella Chiesa, il secolarismo della carità (qualcuno la chiama laicamente solidarietà, altri buonismo), ridotta a filantropia, è da temere quanto il secolarismo della fede ridotta ad etica. Per questo, con la nostra vita spirituale e con l’organizzazione delle nostre attività, dobbiamo trasmettere non solo solidarietà e bontà, ma anche testimonianza di Dio, vita di Dio “sommo bene”.
Su questo flusso di pensieri e progetti del Capitolo generale è giunta la parola chiara e sicura di Papa Benedetto XVI, salito il 24 giugno scorso al Centro di Monte Mario a benedire la Madonnina restaurata e a salutare i Padri del Capitolo che avevano concluso il Capitolo generale il giorno precedente. Ci ha trasmesso un messaggio stimolante che non può essere dimenticato come tanti altri.
Benedetto XVI agli Orionini
“Cari fratelli e sorelle, spirituali eredi del Santo della Carità, Luigi Orione! Il Capitolo Generale che si è appena concluso ha avuto come proprio tema questa espressione cara al vostro Fondatore, “Solo la carità salverà il mondo”. Benedico il proposito e le decisioni che sono stati adottati per rilanciare quel dinamismo spirituale e apostolico che sempre deve contraddistinguervi.
Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est, n. 39). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio”. Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, “la carità è la migliore apologia della fede cattolica”, “la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza” (Verbali, 26.11.1930, p.95). Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio. Per fare questo - ricorda don Orione - occorre essere “impastati della carità soavissima di Nostro Signore” (Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché - aggiunge il vostro Fondatore - “anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono” (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).
Evidentemente il Santo Padre aveva del materiale del nostro Capitolo generale per elaborare il suo discorso, ma sorprende la bella e breve sintesi del messaggio. Non sorprende però chi segue il magistero e l’azione di Benedetto XVI e sa che il “Solo la carità salverà il mondo” è anche la sua convinzione profonda. È il dinamismo spirituale su cui sta intessendo tutto il suo ministero papale e la riforma della Chiesa.
Solo Dio salverà la carità!
Cari fratelli e sorelle che leggete il Don Orione oggi, questo è il pensiero centrale e la linea di rinnovamento del Capitolo che più mi sta a cuore parteciparvi: la carità ha bisogno di Dio, della Grazia di Dio, per essere vera carità. Diversamente si riduce a filantropia che, generalmente, ha il respiro debole e le braccia corte.
Molti organismi caritativi cristiani, non solo hanno assunto la secolarità come identità di azione e modalità di dialogo con il mondo, ma si ritrovano alle prese con il secolarismo, con lo svuotamento dei contenuti e delle dinamiche proprie della fede cristiana. Spesso ciò è dovuto a leggi civili e dinamiche gestionali delle opere molto condizionanti che riducono le relazioni e la carità a “erogazione di servizi”; “diventano opere che si fossilizzano, e in generale, fossilizzano lo spirito di chi vi attende: diventano vere opere di calcolo umano e tutte umane: esula quel profumo spirituale, quello spirito di Provvidenza che è proprio del vero bene…: questo è quanto ho sempre constatato” (Don Orione a Don Sterpi, Scritti 13, 99).
Questo lo constatiamo anche noi oggi e ci preoccupa. Per reagire, non si tratta di solo di adottare parole, tecniche o forme più identificate ecclesialmente o “confessionali”. Per reagire ci vuole Dio nel cuore.
Questo vale per le attività di noi religiosi, ma vale anche per le attività, più personali e quotidiane, di voi laici convinti con Don Orione che “Solo la carità salverà il mondo” della famiglia, della parrocchia, della città, del lavoro, della vita sociale.
“Noi dobbiamo dunque chiedere a Dio non una scintilla di carità, come dice l’Imitazione di Cristo, ma una fornace di carità da infiammare noi e da rinnovellare il freddo e gelido mondo, con l’aiuto e per la grazia che ci darà il Signore. Avremo un grande rinnovamento cattolico, se avremo una grande carità. Nemo dat, quod non habet: non daremo alle anime fiamma di vita, foco e luce di carità, se, prima, non ne saremo accesi noi, e molto accesi” (Don Orione, Lettere I, 181).