MADONNA DELLA FOGLIATA di Casalnoceto
A Casalnoceto, un luogo di spiritualità e d'incanto: il piccolo santuario ricostruito da Don Orione in seguito a una promessa fatta alla Madonna quand'era ragazzo.
CASALNOCETO
La Madonna della Fogliata
È uno dei ricordi cari e indimenticabili della vita di San Luigi Orione: la promessa fatta da ragazzo alla Madonna della Fogliata di Casalnoceto (AL).
Mamma Carolina mandava il suo Luigi a passare qualche tempo della stagione invernale, zia Giuseppina, nella cascina San Carlo nelle campagne di Casalnoceto, vicino a Tortona. Alla sera, presso la stalla illuminata e calda, si ritrovavano varie famiglie. Uomini e donne facevano qualche piccolo lavoretto utile. Si raccontavano storie antiche, ricordi personali, e notizie di quanto avveniva. In questo modo si creò e si trasmise la tradizione e la cultura contadina. I bambini ascoltavano, giocavano e presto si addormentavano.
La cascina San Carlo della zia Peppa aveva anche una specie di terrazza, a forma dì torre mozza, aperta a tutti; i contadini vi salivano per vedere i fuochi delle campagne durante la stagione estiva.
Là nella suggestiva pace dei campi, Luigi Orione udì in cuore più viva e insistente la chiamata di Dio. Don Orione stesso racconta un episodio ricordato più volte ai suoi figli o dal pulpito ai fedeli per infervorarli alla divozione e fiducia nella Madonna.
“Nella stalla, dove i contadini si raccoglievano al caldo, quel fanciullo udì raccontare che la Madonna era apparsa su di una collina tra Casalnoceto, Volpedo e Godiasco. Capì che non doveva essere troppo lontano...
La divozione dei fedeli aveva innalzato alla Madonna una piccola cappella, una chiesuola, detta della Fogliata, che poi con gli anni era caduta, e la sacra immagine l'avevano portata nella chiesa parrocchiale di Casalnoceto. Ora della chiesuola non restava che un mucchio di rovine.
Quel povero ragazzo ascoltava, ma dentro di sé sentì una gran voce. La Madonna pareva gli dicesse: “Offriti tutto a me, che ti farò sacerdote; poi mi verrai ad onorare, verrai a predicare la mia misericordia nella nuova chiesa santuario”. Allora, il povero ragazzo andò sul solaio della cascina e di là, sui tetti, guardava verso la parte dove gli avevano detto che la Madonna era apparsa, dove Essa voleva la sua chiesuola. Fece di là la sua promessa e consacrazione.
La Madonna aiutò il povero ragazzo, che si fece prete, e non dimenticò la Madonna della Fogliata, confortando l'arciprete di Casalnoceto a rifare la chiesa. E anche dal pulpito ne parlò al popolo di Casalnoceto in occasione di una missione, e anche dopo”. (1)
Don Orione divenne sacerdote e mantenne poi la promessa.
L'inaugurazione del nuovo Santuario della Fogliata fu fatta venticinque anni dopo, il 21 aprile 1907. Don Orione fece il discorso di occasione nel pomeriggio. “La sua predica – ricordò un testimone presente - fu fatta con tanto ardore che, per la fatica di parlare all’aperto a tanta gente, divenne tutto un bagno di sudore”.
Don Orione rimase molto affezionato a quel santuarietto e a quel luogo.
Vi ritornò varie volte a celebrare. “La Madonna della Fogliata – scrisse a Don Callegari nel 1930 - è una gran luce per me, e il suo ricordo mi dà sempre conforto”. (2)
Provvide anche a comporre e far stampare un depliant divulgativo per il quale scrisse egli stesso alcuni Cenni storici sulla Madonna della Fogliata e una Lauda popolare.
Cenni storici sulla Madonna della Fogliata (3)
Sulla collina e sul posto dove sorge il caro santuarietto della Madonna della Fogliata, esisteva fin dagli antichi tempi, e ancora, tra i boschi, una divota chiesetta a cui accorreva il popolo a venerarvi la Vergine Addolorata, chiamata della Fogliata, forse perché nascosta tra le piante e il fogliame dei boschi.
Era la Madonna dipinta nel quadro miracoloso che tuttora esiste, dove si vede la Madre del Signore, seduta ai piedi della Croce, con su le ginocchia il suo Gesù morto: una pietà.
Coll’andare degli anni l’umile chiesetta venne a deperire, e poi a cadere, e il quadro miracoloso fu portato nella chiesa parrocchiale di Casalnoceto, ove rimase molti anni.
E intanto i boschi scomparvero e sulla collina, dove era la Madonna della Fogliata, sorsero molti vigneti. Dell'antica chiesetta non restavano che poche ruine e un mucchio di rottami.
Ogni tanto la grandine devastava i vigneti, e la tradizione che io ho raccolto più di quarant’anni fa, quand’ero quando ancora fanciullo e andavo frequente da certa mia zia, che abitava alla cascina di San Carlo in territorio di Casalnoceto, era che ogni tanto la SS. Vergine si faceva vedere su quel mucchio di rovine.
Ond’è che il popolo, e per la grandine che bene spesso flagellava quei vigneti, e perché era entrata negli animi la convinzione che la Madonna volesse ancora la sua chiesa, là sulla collina della Fogliata mostrava desiderio, ogni tanto, di rifare il caduto santuarietto.
E un fanciullo che poteva avere allora otto o dieci anni, desideroso di farsi sacerdote, saliva, a quei tempi, su d’un tetto pieno di neve nel desiderio di vedere almeno di lontano il posto dove la Madonna era apparsa, e di là, rivolto verso la Fogliata, faceva voto che, se la Madonna gli avesse fatto la grazia di arrivare ad essere sacerdote, egli avrebbe fatto quanto era in lui, perché essa avesse la sua Chiesa.
Lauda popolare (4)
Preghiera e lamento dell’anima pellegrina al Santuario di Maria Santissima della Fogliata nella parrocchia di Casalnoceto (Tortona).
Corri, corri, anima in fretta
Alla meta tua beata:
Là nell’umile Chiesetta
Sta Maria della Fogliata
Che ti dice: «Figlia, vieni!
Vò cangiarti i mali in beni».
Ecco, io vengo: alle tue porte
Santa Madre Addolorata
Volgi in meglio la mia sorte
O Maria della Fogliata.
Dolce Nome! Nome arcano
Che racchiude ogni speranza!
Ah! se il tempo ò speso invano,
Ah! se un’ora ancora mi avanza,
Deh! rimedia ai mali miei,
O Maria, che Madre sei.
A Te, o Madre, mi avvicino
Che hai l’alma tribolata,
Deh! conforta il mio cammino,
O Maria della Fogliata.
Tempi antichi, a voi mi appello
Quando, a causa del peccato,
Tutto l’uomo fu rubello
E all’inferno condannato;
Qual promise Iddio creatura
Per mutar la sorte oscura?
Te promise, o Madre, ed io
Alma rea e condannata
Per Te chiedo grazia a Dio
O Maria della Fogliata.
Fu veduto un gran portento
Quando, il Figlio tuo divino
Nelle nozze, in un momento
Cangiò l’acqua in puro vino
Foglia al vento fu il divieto
Tu volgesti il suo decreto!
Or, che Iddio non mi rigetti
La speranza è in me rinata
Se al soccorso mio ti affretti
O Maria della Fogliata.
Dolce Madre! oh qual succede
Mutamento sugli altari!
È il mistero della Fede
Che Tu, o Madre, a noi prepari;
Dell’Uom Dio ne la Sostanza
Pane e vin si transustanza
O Maria, del gran portento
Tu sei meta vagheggiata;
Lei Maria del Sacramento
O Maria della Fogliata.
Io lo so, negl’inaspriti
Suoi giustissimi rigori
Dio decreti à stabiliti
Per negarmi i suoi favori!
Ma so pur che, se Tu vuoi,
Quei decreti sfogliar puoi!
Prega, o Madre: alle tue porte
Geme l’alma trambasciata
Deh tu svolgi la sua sorte
O Maria della Fogliata!
Ahi! di gelo io sento il core
Dura selce è la cervice!
Ho tradito il mio Signore
Sono un essere infelice!
Pur sospiro, anelo e bramo
Di potergli dire: io t’amo!
Ah! chi fia che al mio Signore
Possa darmi trasformata?
Deh! mi cangi e mente e core
O Maria della Fogliata.
Dolce Nome! io più lo dico
E più nasce in me la speme
Che sia vinto il gran nemico
Che c’incalza e che ci preme
Che coi suoi sottili inganni
Ci ha arrecato tanti danni!
Deh Tu rompi le ritorte
Della Chiesa travagliata
Volgi in meglio la sua sorte
o Maria della Fogliata.
Amarezze, affanni e pene
Mi circondano sovente
Se si mostra un qualche bene
Mi sparisce di repente
Non ho strada più di uscita
Tutta è tenebre la vita!
Ma un barlume, una scintilla
O Madonna Addolorata,
Nel tuo pianto mi sfavilla
O Maria della Fogliata.
Nella fibra più remota,
Del mio core esulcerato
Sta una croce a tutti ignota
È un patire inesplorato!
Non può sguardo di creatura
Penetrar quest’ombra oscura!
Il dolor è mio consorte,
La mia pena è consumata!
Ah! sia Dio la mia gran sorte
O Maria della Fogliata.
O sublimi tuoi guadagni
Nel mutar dei peccatori!
Si son visti lupi in agni
Tramutarsi, e spine in fiori;
In ogn’ora, in ogni loco
Hai cangiato il gelo in foco.
Deh! perché questo cor mio
Deh! perché quest’alma ingrata
Non infiammi ancor in Dio
O Maria della Fogliata?
Guarda, o Madre: giù nel fondo
De la carcere penante
Turbe afflitte, sotto il pondo
Della colpa fiammeggiante
È un patir sì atroce e fiero
che trascende ogni pensiero.
Sante turbe, oh qual consolo!
Qual Regina Addolorata
Volge in riso il vostro duolo!
È Maria della Fogliata!
Ahi! verrà, verrà quell’ora,
La più amara ai figli d’Eva
Che quest’alma uscirà fuora
Da la creta in cui giaceva!
Ah! in quell’ora senza tregua,
Quando tutto si dilegua,
La terribile agonia
Cangia allor nell’adorata
Tua presenza, o Madre mia
O Madre della Fogliata.
Oh celeste visione
Di splendori e di contenti!
Oh le fulgide corone
Preparate ai miei tormenti!
O Maria, nel tuo sorriso
Io già veggo il Paradiso!
O Gesù, nel gaudio eterno
Sia quest’alma trasportata;
Per lodarti in sempiterno
O Maria della Fogliata
N O T E ________________________
(1) Minuta dell’aprile 1907, anno dell’inaugurazione della chiesetta della Fogliata ricostruita; Scritti 57, 270
(2) Lettera a Don Callegari del 6 maggio 1930; Scritti 36, 119.
(3) Minuta in Scritti 102, 167-168.
(4) Testo in Scritti 57, 214-217