PADRE PIO DA PIETRELCINA, la sua devozione alla Madonna Incoronata di Foggia.

L’Incoronata nella vita di Padre Pio

di Francesco Mazzitelli

 

La devozione alla Madonna Incoronata

La devozione alla Madonna Inco­ronata ha una storia molto antica. Ri­sale alla apparizione della Madre di Dio, avvenuta nel Bosco del Cervaro, presso Foggia, il 26 aprile 1001, ultimo sabato del mese. Quel gior­no si trovavano nel Bosco, il con­te di Ariano Irpino per una battuta di caccia e un certo Nicola Strazza- cappa, che conduceva dei buoi al pa­scolo. Alle prime luci dell’alba, co­me Mosè, furono attratti da un me­raviglioso prodigio: una delle quer­ce sembrava avvolta dalle fiamme ma non bruciava. Si avvicinarono. Giunti ai piedi dell’albero una voce materna li rassicurò: “Non abbiate paura - disse - io sono, o figliuoli, la Madre di Dio, e voglio che sia eret­ta una cappella in questo luogo, che renderò famoso per le tante grazie impetrate da Dio a coloro che mi in­vocheranno con cuore umile e fidu­cioso”. Terminata l’apparizione i veg­genti scorsero tra i rami della quer­cia una statua della Madonna e furo­no testimoni di un altro prodigio: il cielo si aprì e una schiera di angeli discese a deporre sulla statua della Madonna una corona, da qui il tito­lo di Incoronata. Dopo questa mera­vigliosa visione il pastore prese una cardarella la riempì d’olio e l’appese a un ramo a mo’ di lampada. L’olio durò molto tempo senza consumar­si e richiamò tanti pellegrini, che un­gendosi furono guariti da varie ma­lattie. Il nobile invece fece costruire una cappella che affidò alla custodia dello Strazzacappa.

 

La Madonna Incoronata a Pietrelcina

Dei due veggenti quello con cui i pellegrini si sentono più in sintonia è certamente lo Strazzacappa: era di umili condizioni e per tutta la vi­ta si trattenne vicino alla Madonna, in questo luogo benedetto. Per que­sto motivo la tradizione riporta qual­che dettaglio in più rispetto al con­te di Ariano. Anche nell’iconogra­fia qualche volta viene rappresen­tato da solo orante ai piedi dell’albe­ro con vicino la lampada e i buoi in­ginocchiati. La vicinanza della con­dizione di vita del pastore alla gen­te umile e la loro identificazione in questo loro rappresentante presso la Madonna rese popolare la diffu­sione della devozione all’Incorona­ta. Molto probabilmente furono que­sti i motivi, che nella seconda metà del XVIII secolo, spinsero i devo­ti di Pietrelcina a erigere un’edico­la, raffigurante la Madonna Incoro­nata sull’albero con ai piedi lo Straz­zacappa, San Michele e Sant’Anto­nio, costituita da 30 formelle di ma­iolica di scuola cerretese, attribuite a Giuseppe De Biase presso la por­ta del paese, che per questo motivo fu denominata “Porta Madonnella”. Di qui passava tutti giorni il fanciul­lo Francesco Forgione per andare a scuola o in chiesa. Da qui, ha testi­moniato, la nipote Pia Forgione, ini­ziava il rosario o la via crucis quan­do doveva raggiungere l’agro di Pia­na Romana, dove aveva il compito di custodire il piccolo gregge di fami­glia. Da sacerdote, formò qui il pri­mo gruppo di preghiera, che egli ri­univa per le devozioni alla Madon­na, soprattutto nel mese di maggio, e guidava la recita del Rosario in oc­casione della “novena” che precede­va la festa dei santi raffigurati nell’e­dicola. Da qui padre Pio conobbe e diffuse la devozione alla Madonna Incoronata.

 

Padre Pio all’Incoronata

Quando Padre Pio aveva difficoltà a lasciare Pietrelcina, Padre Agosti­no da San Marco in Lamis volendo caldeggiare la sua venuta a Foggia e conoscendo la particolare devozio­ne del Padre per la Madonna Inco­ronata, in una lettera del 5 febbraio 1916, scrisse: “Prima di tutto quell’a­nima (Raffaelina Cerase) m’ha detto chiaramente che debbo accompagnar­ti io; essa non vorrebbe vederti in com­pagnia di altri. In secondo luogo fra non molto dovrò recarmi a Beneven­to per ordine del provinciale per un af­fare della provincia presso la prefettu­ra; quindi potrei carpire tale occasio­ne per accompagnarti. In terzo luo­go tu a Foggia certamente devi tratte­nerti un po’ di giorni, perché quell’a­nima non si contenterebbe d’una sola visita e non può contentarsi; di più el­la vorrà che tu dica alcune messe nel­la sua cappella di famiglia; infine bi­sognerebbe visitare anche il Santua­rio di Maria santissima Incoronata".

Anche se fino a questo momento non abbiamo testimonianze dirette della visita di P. Pio all’Incoronata, è mol­to probabile, che durante la sua per­manenza al Convento di Sant’Anna, a Foggia, dal 17 febbraio al 4 settem­bre 1916, abbia assecondato l’invito del suo direttore spirituale.

Fu in questo periodo, che dopo un pellegrinaggio all’Incornata, Rache­lina Russo di San Giovanni Rotondo, lo strumento che la Provvidenza uti­lizzò per far giungere P. Pio sul Gar­gano, sentì il desiderio di fermasi, a Foggia, per conoscere il Santo Fra­te. Nina Campanile cosi racconta l’e­pisodio. “Zia Rachelina - così la chia­mavamo - aveva sentito parlare di un frate santo, che era a Foggia, e vol­le conoscerlo. Nell’estate del 1916 lei, con la nipote Rachelina Ginolfi, si recò in pellegrinaggio al Santua­rio della Madonna Incoronata e sul­la via del ritorno si fermò al conven­to di Sant’Anna di Foggia, per incon­trare quel giovane sacerdote. Salutò il superiore, p. Nazareno d’Arpaise, che già conosceva, e chiese di esse­re presentata a lui”. Quel giorno Ra­chelina non poté essere asseconda­ta, perché P. Pio era a letto con 40 di febbre, ma dopo poco tempo tornò di nuovo con la nipote e riuscì ad in­contrare il Padre. Quello fu il primo di quegli incontri che dovevano por­tare P. Pio “provvisoriamente” a San Giovanni Rotondo.

 

La Madonna Incoronata a San Giovanni Rotondo

Il Santuario dell’Incoronata in più di Mille anni di storia ha dovu­to affrontare distruzioni, terremo­ti, guerre e periodi di abbandono. Quello della seconda Guerra Mon­diale fu uno di questi. La guerra re­se il bosco un insidioso nascondiglio di truppe e di armamenti, potenzia­le bersaglio di una futura offensiva nemica, che avrebbe messo in serio pericolo il Santuario. Per questo mo­tivo, il Servo di Dio Mons. Fortunato Maria Farina, vescovo di Foggia, nel 1943 trasferì la sacra effige della ma­donna Incornata presso la più sicu­ra cattedrale di Troia. La Madonna rimase fuori dal suo Santuario, che divenne deserto e abbandonato, per circa tre anni. Vi fece ritorno accom­pagnata da un mare di devoti, vener­dì 26 aprile 1946, vigilia della solen­nità dell’apparizione. Ma la guerra e l’abbandono del santuario raffred­darono la devozione e fecero dimi­nuire i pellegrinaggi. Volendo allo­ra promuovere con rinnovato slan­cio di fede la devozione alla Madon­na Incoronata, Mons. Farina, circa due anni dopo, nel 1948, organizzò una intensa Peregrinatio Mariae. La statua della Madonna visitò 47 pae­si della capitana in 14 giorni, dal 28 marzo, domenica di Pasqua, a saba­to 10 aprile dello stesso anno. A san Giovanni Rotondo arrivò il 7 apri­le e vi restò per circa due ore, dalle 17 alle 19. In quella occasione Padre Pio uscì dal convento di santa Maria delle Grazie per andare incontro al­la Madonna. Testimoni lo ricordano all’ingresso del paese nel corteo che andò festante incontro all’auto co­lonna che recava la preziosa statua dell’Incoronata. Quando giunsero venne fatto salire sul carro che tra­sportava la venerata effige, come te­stimoniano anche delle foto d’archi­vio. Vicino alla vergine bruna quan­ti ricordi gli sgorgavano dalla men­te e quante effusioni di affetto dove­vano traboccare dal suo cuore, rima­sto come quello del fanciullo che tut­ti i giorni passava da porta Madon- nella a Pietrelcina.

 

Padre Pio e il nuovo Santuario dell’Incoronata

Il 1 di aprile 1950 arrivarono al santuario dell’Incoronata i figli del­la divina Provvidenza, fondati da San Luigi Orione, per il servizio pasto­rale e perché dessero inizio alla fab­brica del nuovo Santuario. Padre Pio nutrì sentimenti di venerazione nei riguardi di don Orione, i quali si co­noscevano per vie misteriose, an­che se non si erano mai incontrati. Un giorno Padre Pio parlando con un avvocato di Montevideo ebbe a dire dell’apostolo della Carità: “Don Orione? Quello si che è un santo!... io non sono degno neppure di toc­cargli l’orlo della veste ! ”. Anche don Orione stimava molto Padre Pio e lo considerava un Santo, per questo si adoperò presso la santa sede, nel periodo della cosiddetta tormenta (1923 -1933), per ottenere di nuovo a Padre Pio la facoltà di poter cele­brare la messa in pubblico. La stima e la venerazione per lo stimmatizza­to del Gargano, don Orione la tra­smise anche ai suoi sacerdoti, i qua­li dovendo dar principio alla costru­zione del nuovo Santuario dell’Inco­ronata fecero ricorso al suo consiglio e alla sua benedizione. Così ricorda quei momenti don Giuseppe Callegari, primo rettore del santuario, sa­lito a San Giovanni Rotondo con i ro­toli del progetto del nuovo santuario e i preventivi di spesa: “Padre Pio pa­reva ci aspettasse ci ricevette subito, con quella bonomia arguta, sottoli­neata a tratti da quei bellissimi occhi che ti frugavano fino in fondo all’ani­ma, da quel volto sereno che a volte s’illuminava di ieratica maestà. Sor­rise, non titubò un istante: con scon­certante sicurezza, benedisse i pro­getti e chi andava presentandogli, e pronunciò soltanto poche parole, ma veramente conclusive: «andate avanti, non temete, la Madonna vi aiuterà». Il problema era risolto, non c’era che da mettersi all'opera con diligenza e buona volontà: ciò che si fece. Non mancarono le ore tristi, le difficoltà: in qualche momento parve proprio che non solo gli uomini, ma anche il Signo­re ci avesse abbandonato. Nei momenti più doloro­si picchiavo alle porte di Padre Pio per un po’ di conforto: e sempre ne partivamo rianimati, pieni di rinno­vamento e accresciuto ardore...

Quanta riconoscenza dobbiamo alla Vergine Incoronata per avere scelto, a confortarci, un simile Tra­mite!”.

Quando il Santuario fu termina­to don Giuseppe salì a san Giovanni Rotondo e disse al Padre: “Il Santua­rio è finito. Domani, vengo con una macchina per accompagnavi a ve­derlo” e Padre Pio rispose: “A chi de­vi accompagnare tu? Io al Santuario ci sono stato dall’inizio (dei lavori)”. La risposta manifesta come il Padre fosse sempre misteriosamente pre­sente dove occorreva il suo aiuto e la sua intercessione.

 

Padre Pio raccomandava la devozione alla Madonna Incoronata

Padre Pio raccomandava sempre la devozione alla Madonna. Spesso ripeteva “Amate la Madonna e fate­la amare”. Ai suoi figli spirituali in­segnava: “Dio prende l’intimo del­la nostra natura, anima e corpo, e lo divinizza, per stabilire un colloquio tra se stesso e noi: ecco la Madonna! Non è vero che la Madonna viene so­lo da Dio, ma viene anche dall’uma­nità. Più umana e più divina di così si muore. Desidero che i miei figli spi­rituali imparino a vedere la Vergine Santissima in questa luce, per non fallire nella vita spirituale e non dar­si pensiero degli avversari”. Inoltre per incentivare ancor più la pietà po­polare invitava i suoi devoti anche a visitare i santuari dedicati alla Ma­donna. C’è ancora chi ricorda come padre Pio a volte interrogava i pelle­grini per sapere se prima di anda­re da lui fossero passati al Santua­rio dalla Madonna Incoronata. Il Si­gnor Michele Paciolla, nato a Canosa, il 20.06.1945 ricorda: «Mia ma­dre Maria, sovente andava a san Gio­vanni Rotondo perché, avendo sen­tito parlare del frate Padre Pio, vole­va che tutta la famiglia potesse co­noscere la sua santità. Io, pur essen­do piccolo di età ricordo che mi dice­va: «Vieni da Padre Pio perché quel­lo è un santo» ... Ricordo anche che il frate si rivolgeva ai visitatori in dia­letto napoletano chiedeva: «Da dove venite?». Alla loro risposta spesse volte domandava: «Siete stati all’In­coronata? Prima di venire qua dove­te passare dal Santuario dell’Inco­ronata a salutare la Madonna!». Al­tri ancora ricordano come Padre Pio per schermirsi diceva: «Siete andati a trovare la bella Madonna, l’Incoro­nata? ... quella fa le grazie grosse».

 

La formella di Padre Pio al Santuario dell'Incoronata

Attorno all’attuale cappella dell’ap­parizione si trovano delle formelle di marmo con incisi i nomi dei principa­li benefattori, che contribuirono al­la costruzione del nuovo Santuario. Tra queste, quella che subito richia­ma la nostra attenzione è la formella che porta inciso il nome “padre Pio”, don Giuseppe Callegari volle inseri­re il nome del Padre tra benefatto­ri principali, perché continuasse la sua vicinanza, la sua preghiera e il suo sostegno per le opere del San­tuario: “Continui dal Cielo ove pia­mente lo pensiamo assieme al nostro don Orione, il buon Padre a guidar­ci, ad illuminarci, a pregare per noi, egli che ai piedi del Trono della Ver­gine sta cogliendo il premio d’una vita tutta spesa nel servizio divino”.