MARIA ORTENSIA TURATI NELLA CRIPTA DEL SANTUARIO DELLA GUARDIA

Omelia di Don Flavio Peloso nella Cappella della Casa madre delle Piccole Suore Missionarie della Carità, 1° marzo 2025, in occasione della traslazione del Corpo di madre Maria Ortensia nella cripta del santuario della Madonna della Guardia di Tortona.

OMELIA

Tortona 1° marzo 2025. Omelia di don Flavio Peloso in occasione della traslazione del Corpo di Madre Maria Ortensia Turati

 

 “Mi raccomando, devi venire per i miei funerali, neh!”, mi aveva detto più volte in anni ancora lontani dalla sua morte. E invece no. Coronavirus: ognuno fermo al proprio posto. E madre Maria Ortensia è salita al Cielo il 16 marzo 2020, senza nemmeno i funerali. Ma la Provvidenza ha disposto che possiamo essere qui, oggi, a salutare il suo Corpo e a pregare per la sua Anima.

Madre Maria Ortensia Turati è conosciuta nel mondo orionino per essere stata superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità dal 1993 al 2005. In questo periodo l’ho conosciuta e apprezzata anch’io con una frequentazione segnata da amicizia e da responsabilità.
I miei incontri con lei erano sempre sostanziosi e gioiosi. E orionini. Il saluto che ci scambiavamo, di persona o al telefono, era immancabilmente da me iniziato con un cordiale “Cara Madre” e lei, immancabilmente, continuava “Vergine Maria, fa ch’io salvi l’anima mia”.

Fu con lei che divennero consuetudine le riunioni dei Consigli generali FDP e PSMC, poi allargati anche a ISO e MLO. La collaborazione tra “figli e figlie dello stesso padre Don Orione” si arricchì di contenuti e di azioni comuni, estesa anche nei Segretariati e nelle Case per quanto possibile.
Si sentiva “Madre” in una Famiglia vera e gioiva di tutto quello che era “orionino”. Era persona concreta, gustava il bene e il bello, andava istintivamente al “cosa possiamo fare” con l’istinto femminile dell’aver cura.

Siamo qui, care consorelle, confratelli e amici, per lodare il Signore e affidargli questa “cara Madre”, importante nella vita delle PSMC e della PODP, ma anche per trarre qualche buono spunto pratico dalla sua vita. Mi pare che madre Maria Ortensia si sia contraddistinta in particolare per la fiducia nella Divina Provvidenza e per la concretezza della carità e della cura verso i poveri. L’ho sentita più volte dire: “da giovane, mi sono laureata in pentologia al Piccolo Cottolengo di Milano”.


La fiducia nella Divina Provvidenza.  Dalla prima lettura, tratta dal libro del profeta Geremia, ci viene un invito alla speranza. Proprio nel mezzo di una delle sue caratteristiche Lamentazioni, bene argomentate, il profeta afferma sicuro che non c’è desolazione e fallimento che possa fermare la misericordia di Dio: «Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà».

Anche una superiora generale ha molti argomenti per scrivere pagine e pagine di Lamentazioni, eppure madre Ortensia si distinse per la sua positività, l’ottimismo e la fiducia nella Divina Provvidenza. Anche le sue stesse Spoglie mortali che oggi onoriamo qui ci ricordano che dall’al di là del penoso e misterioso passaggio della morte, Dio trionfa con il dono della vita. Madre Ortensia conosce ora l’accoglienza riservata ai servi fedeli, ripagati di ogni pena e ricolmati di ogni consolazione.
“La fede è la base di tutto l’edificio della nostra Congregazione, l’anima che deve dar vita e far camminare la Piccola Opera”.

Nel corso del cammino terreno quanto abbiamo bisogno di confidare nella fedeltà vittoriosa di Dio manifestata a noi dalla morte di Gesù in croce. Nel nostro cammino di vita, non sempre facile, spesso incerto e anche contradditorio, dobbiamo imparare a risollevarci, a rialzarci, a riprendere il cammino a “innalzare i nostri cuori al di sopra delle mani, verso Dio nei cieli”, come abbiamo ascoltato da Geremia. Siamo certi, guardando a Gesù crocifisso e risorto che “la speranza non delude”, mai.
Se – come Madre Ortensia - riusciremo a trasmettere la fiducia nella Divina Provvidenza ai fratelli/sorelle stanchi e in difficoltà che incrociano il nostro cammino, saremo missionari/missionarie credibili. Questo è possibile anche quando – anzi soprattutto quando – siamo nei limiti, nella vecchiaia, nelle difficoltà, nella fatica.


E poi c’è l’altro insegnamento della Parola di Dio e di Madre Ortensia che vorrei richiamare: la concretezza della carità.

La fiducia nella Divina Provvidenza si esprime come cura della vita. Madre Ortensia è ricordata come persona sorridente e decisa, vivace nelle relazioni e intraprendente nelle opere, pronta a “rimboccarsi le maniche” per chi ha bisogno di aiuto: “mi avete dato da mangiare…mi avete dato da bere… mi avete ospitato… mi avete vestito… mi avete visitato… siete venuti a trovarmi”.
La carità ha fame di azione”: è una frase di Don Orione che gli era cara e che leggeva all’ingresso del Piccolo Cottolengo di Milano. Per lei, per noi cristiani e orionini, c’è una ragione in più per la concretezza della carità: nel povero si nasconde e anche si rivela Gesù, “nel più misero dei fratelli brilla l’immagine di Dio”, “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio.

Madre Ortensia ci ricorda che “la devozione sta più nei fatti che nelle parole”, che la santità e l’apostolato passano attraverso la concretezza della carità. L’apostolo Giovanni esortava “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
Il Signore dirà: Lo avete fatto a me. Consoliamoci, cari figlioli – Don Orione parlava ai confratelli -, perché il Signore non guarda alle cose umane, agli studi, ma remunera secondo la carità. Non ci chiederà se sei stato all’università Gregoriana, oppure al Laterano, o se hai qualche altra laurea, se sei dotto in lettere o in filosofia, se hai lavorato per costruire Villa Moffa; ci parlerà anche di questo, certo, ma ci chiederà se noi lo abbiamo fatto per suo amore. Se non avessimo la carità e parlassimo anche tutte le lingue, saremmo come cembali suonanti”.

La sepoltura nella cripta del Santuario delle spoglie mortali di madre Maria Ortensia aiuti tutti noi a raccogliere il suo esempio di fiducia nella Divina Provvidenza, in vita et ultra, come anche la sua testimonianza di concretezza nella carità verso chi attende una goccia d’acqua per mitigare la sete, di una parola amica per confortare nell’ora della croce, di una mano aperta nel bisogno.