AVER CURA DELLA COSCIENZA

La coscienza, qui c'è l'uomo.
AVER CURA DELLA COSCIENZA
Tempi duri per la coscienza nella cultura delle apparenze
Flavio Peloso
Condivido qualche pensiero su un tema di vita spirituale, importante per la nostra relazione con Dio e per la nostra identità umana e civile: la cura della coscienza. È un tema anche civile perché il male si propaga nella società a partire dalla coscienza “incosciente”. Nella cultura delle apparenze, la coscienza viene ritenuta un impaccio invece che un motore, una debolezza e non una forza.
Da che parte sto
Papa Francesco ha svolto una catechesi proprio per raccomandare la cura della coscienza mediante l’esame di coscienza perché «il cuore dell’uomo è come un campo di battaglia» dove si affrontano di continuo «lo spirito di Dio, che ci porta alle opere buone, alla carità, alla fraternità», e «lo spirito del mondo che ci porta verso la vanità, l’orgoglio, la sufficienza, il chiacchiericcio».
Fare tutte le sere l’esame di coscienza per individuare se a muoverci nella giornata è stato lo spirito di Dio o lo spirito del mondo è un esercizio indispensabile nel nostro cammino umano per capire il nostro cuore ed avere “gli stessi sentimenti di Cristo” (Fil 2, 5). La strada indicata dall’apostolo Paolo è quella di “lasciarci guidare dallo Spirito” (Gal 5, 18) che “tutti abbiamo ricevuto” (2Cor 2, 10-16).
In realtà, noi possiamo studiare tanto, studiare la Bibbia, studiare storia, studiare teologia: aiuta, aiuta tanto. Ma la strada vera è lasciarsi portare avanti dallo Spirito, che ci porta al cuore di Gesù, a capire chi è Gesù, come attua Gesù, cosa vuole Gesù. Se non vogliamo fare dello Spirito un concetto astratto, dobbiamo riceverlo nei Sacramenti e ascoltarlo nella preghiera.
L’uomo senza lo Spirito, da solo, con le sue forze non comprende le cose dello Spirito e la vita in Dio. Gli manca il decoder. Abbiamo bisogno dello Spirito Santo per metterci in questo cammino. Paolo, grande maestro di vita cristiana, ricorda: «Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato» (1Cor 2, 12).
Discernere
Tutti lo sperimentiamo: in noi e nel mondo convivono questi due spiriti, due modalità di pensare, di sentire, di agire. È un campo di guerra dove questi due spiriti si affrontano. Gesù usò la parabola del campo, dove Dio semina grano e il maligno zizzania. Siamo chiamati a continua vigilanza e discernimento. «Per coltivare bene questo campo – osserva Papa Francesco - bisogna da una parte prendersi cura con costanza dei delicati germogli del bene, dall’altra individuare e sradicare le piante infestanti, nel momento giusto. C’è un bel metodo per farlo: quello che si chiama l’esame di coscienza, che è vedere cosa è successo oggi nella mia vita, cosa ha colpito il mio cuore e quali decisioni ho preso».
A questo proposito, Papa Francesco ha suggerito un esercizio spirituale «che noi possiamo fare tutti i giorni, prima di andare a letto, guardare un po’ la giornata e domandarci: Ma quale spirito io oggi ho seguito? Lo spirito di Dio o lo spirito del mondo?». Ed ha spiegato che «questo si chiama fare l’esame di coscienza: sentire nel cuore cosa è successo in questa guerra interiore, e come io mi sono difeso dallo spirito del mondo che mi porta alla vanità, alle cose basse, ai vizi, alla superbia, a tutto questo. Come mi sono difeso dalle tentazioni concrete? Ho seguito le buone ispirazioni dello Spirito?».
Totò, Chaplin
L'esame di coscienza consiste nell'interrogarsi sul male commesso e il bene omesso. Fa parte anche della cultura laica.
Totò in un’intervista disse: “Di notte, quando sono a letto, nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano, sono gli occhi della mia coscienza”.
Charlie Chaplin osservò: “Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro”.
Se nell’esame di coscienza ti capiterà di accorgerti che hai agito per invidia, hai avuto cupidigia, hai fatto il prepotente… è segno di buona salute di coscienza. È importante individuare questi sentimenti, perché si insinuano dentro, mettono la maschera delle apparenze di buono e di ragionevole. Che grazia accorgersene! Qualcuno dice di avere la coscienza pulita solo perché non la usa.
Don Orione
Don Orione scriveva al confratello Don Dondero: “A 50 anni, devo fare il mio esame di coscienza, e migliorarmi e davanti a Dio e davanti a voi. Facciamo insieme un proposito di non lasciarci più tanto trasportare dalla fantasia né dall’iride dell’ottimismo, ma vediamo le cose come sono, con più oggettività, con serietà. Quante nasate abbiamo già date per essere nati ottimisti ed esserci lasciati trasportare da ogni idea e vento di novità!”.
“L’esame di coscienza, serve come di termometro per conoscerci se siamo caldi o freddi nel servizio del Signore” (Don Orione). Dà la temperatura dell’anima che è la temperatura della propria umanità. Ciò porta ad avere coscienza. Diversamente - come dice la Bibbia — siamo “come gli animali che non capiscono” (Sal 49, 13; 73, 22), e vanno avanti con l’istinto. “Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di vedere e al loro cuore di capire” (Is 44, 18).
La battaglia della libertà
È nella coscienza umana che si combatte la grande battaglia della libertà e della propria dignità. Pertanto, senza la cura della coscienza si finisce nelle dipendenze, nella schiavitù, nella vita piatta, superficiale, “stolta”, ingannata, trasportata dallo spirito del mondo. “Non progredi regredi est”.
Nel combattimento spirituale, non è difficile vincere il male con il bene: “in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati”.
Avanti, avanti secondo lo spirito di Cristo che ci porta a “de te vivere et te semper dulce sapere”. In chi ha il gusto di Dio nella vita, l’amore alla dolce vita è vinto dall’amore a una vita ancora più dolce.