SCARPE DI PAPA FRANCESCO E DI DON ORIONE

Le scarpe della povertà per due ricchi di Dio

Papa Francesco è stato posto nella bara con le sue scarpe ordinarie vecchie e consumate.

Alcuni pochi scatti fotografici prima della chiusura della cassa le hanno mostrate. È un particolare che è stato molto notato nel clima di forte devozione e commozione per Papa Francesco.
Quelle scarpe valgono più di Enciclica sulla povertà del cristiano e della Chiesa.

Da orionino, il mio pensiero è andato subito alle scarpe vecchie, e con un buco nella suola, di Don Orione esposto nell’urna di vetro nel Santuario della Madonna della Guardia di Tortona (foto).

Quando accompagno pellegrini, sempre faccio notare quel particolare e la storia che c’è dietro, da me personalmente ascoltata. L’ho ascoltata dalla Dott.sa Maria Venturini, dell’équipe medica del Prof. Mons. Gianfranco Nolli che trattò il corpo di Don Orione, venuta in Curia il 9 febbraio 2000.
“Quando lo rivestivamo – mi raccontò la Dott.sa Venturini, anatomopatologa -, i sacerdoti ci diedero un paio di scarpe nuove per i suoi piedi. Gliele mettemmo ma, stranamente, al mattino le trovammo sfilate. Riprovammo la sera seguente e, al mattino, le vedemmo di nuovo uscite dai piedi. Don Ignazio Terzi, con una motivazione che a noi parve un po’ devota, ci disse che forse Don Orione non voleva scarpe nuove, ma scarpe usate, da povero. Gli mettemmo un vecchio paio di scarpe. Gli calzarono bene. Sono quelle che ancora rimangono ai piedi di Don Orione” (9 febbraio 2000).

Anche le scarpe di Don Orione valgono quanto più di una Circolare ai suoi figli e figlie sulla povertà.

In effetti è testimoniato dai confratelli che Don Orione, in vita, non indossava scarpe nuove e, se gliele regalavano, le scambiava con qualche confratello o chierico. Più volte diede le sue scarpe in cambio di quelle di un povero.

 

DON ORIONE _____________________

“Noi vogliamo essere poveri e pei poveri”.

“Là dove la povertà è coltivata, là fiorisce lo spirito di Dio”.

“Andremo a sfasciarci quando lasceremo lo spirito della povertà”.

Giuro che non darò mai assenso perché si rilassi nulla di quanto la nostra Regola e Costituzioni stabiliscono circa la povertà”.

“Quanto piangere ha fatto Don Bosco quando vide che la povertà subiva un rilassamento. Ora io che ne ho viste tante e che ho patito... sono come colui che avendo presa una sbornia odia il vino”. Il vino che gli faceva venire la nausea era quello della ricchezza e della comodità.

“L’umiltà vuota il cuore di tutti i sentimenti di orgoglio e di superbia e di amor proprio, affinché il cuore, vuoto di tutto ciò che sa di mondo, possa accogliere la carità, cioè Dio: Deus charitas est”.