PRESEPIO VIVENTE promosso da Don Orione nei tempi moderni
Un documento video eccezionale degli anni 1930-1933. Sono alcune scene dei presepi viventì organizzati da san Luigi Orione a Novi Ligure, Tortona, Voghera.Ispirandosi a San Francesco d’Assisi, il santo tortonese organizzò negli anni Trenta spettacolari rappresentazioni sacre del misteri natalizi, manifestazioni di fede e di arte che attrassero a Tortona, Voghera e Novi Ligure decine di migliaia di persone.
“San Francesco, tornato dalla Palestina, nel 1223, volle si facesse a Greccio il Presepio vivente”, ricordava Don Orione. “Nei tempi moderni, siamo stati i primi a suscitarlo. Da principio sembrava una cosa da ridere, ma si è fatto del bene!”.
Con Don Orione, il presepio vivente divenne una sacra rappresentazione popolare che attirava migliaia di persone di ogni ceto sociale.
Coinvolgeva molti nella preparazione dei costumi e della scenografia, faceva portare animali di ogni genere. Giunse persino a chiedere i cammelli della tenuta del Re. I suoi chierici suonavano i pifferi; le scuole fornivano schiere di piccoli angeli. Tutto serviva per far rivivere nel modo più reale il mistero del Natale.
L’intera città diveniva scenario del presepio vivente. Tutto iniziava con l’annuncio dell’Angelo ai pastori, poi il corteo si snodava, tra ali di folla, sostando al palazzo di Erode. Pastori e pastorelli, donne e Re Magi, schiere di angeli: tutti confluivano, al canto del Gloria in excelsis Deo, presso la capanna, nella grande piazza della città, per l'atto di adorazione a Gesù. Era questo il momento che Don Orione – prima rimasto discreto tra la folla, regista attento dei tempi e movimenti - riservava a sé: dare Gesù da baciare alla folla. Era questo l'atto che riassumeva e coronava lo scopo della manifestazione popolare.
Il momento clou è stato fissato dallo scatto del fotografo. Davanti alla capanna con Gesù Maria e Giuseppe, stupiti e attenti, erano sfilati pastori e massaie, zampognari e re magi. L’intraprendente regista, in tonaca nera, è colto subito dopo avere prelevato il prezioso Bambino dalla grotta, pronto a sollevarlo per benedire la folla e a porgerlo al bacio di venerazione. Molti applaudono sonoramente, qualcuno si asciuga le lacrime. Lo “spettacolo” non finisce qui. A coronamento del presepio vivente, don Orione era solito offrire un pranzo a centinaia di poveri, servito da pastori in costume, i suoi preti e chierici.

