RAFFA
DON VINCENZO RAFFA
DON VINCENZO RAFFA
Professore dell’Istituto Teologico “Don Orione”. Protagonista della riforma liturgica
del Vaticano II. Una vita interamente dedicata alla ricerca e all’insegnamento.
Manlio Sodi*
Per il mondo della liturgia, ma prima ancora per l’intera comunità ecclesiale, l’anno 2003 costituisce un particolare appuntamento in quanto nel ricordo del 40° della Sacrosanctum Concilium si cerca di fare il punto della situazione in re liturgica. Ma è guardando proprio questo grande avvenimento del Concilio Vaticano II che si riesce a comprendere meglio la figura e l’opera del p. Vincenzo Raffa, fdp, che il Signore ha chiamato a sé il 20 marzo scorso. Il messaggio che egli lascia, dopo una vita dedicata alla ricerca e all’insegnamento, è di quelli che imprimono un segno profondo nella vita e nella storia della Chiesa; e il suo esempio corona la celebrazione del Centenario della Congregazione orionina.
DOCENTE E STUDIOSO INFATICABILE
Don Vincenzo era nato a Reggio Calabria il 9 giugno 1919, da Demetrio e Vittoria Raffa, terzo di dieci figli, tra i quali un fratello (D. Bruno, sacerdote e missionario in Brasile) e due sorelle (Sr. Letteria e Sr. Alessia, tra le Piccole Suore Missionarie della Carità) che lo seguiranno nella famiglia orionina.
Sentendo forte il desiderio di darsi al servizio di Dio e dei poveri, in seguito a una personale domanda scritta al Fondatore Don Luigi Orione, il 22 ottobre 1930 viene accolto a Tortona. Qui ha la grazia di conoscere e vivere con Don Orione e con i pionieri della giovane Congregazione. Terminato il noviziato con la professione religiosa (1935), passa a Genova per il tirocinio. Dal 1939 al 1945 è inviato a Roma dove frequenta i corsi di Teologia e la specializzazione in Storia presso la Pontificia Università Gregoriana. Consegue la licenza in Teologia con una tesi sulla «Storia della penitenza sacramentale», e la licenza in Storia ecclesiastica con la descrizione della Kaufhaus, sede del Concilio di Basilea e Costanza. Professa in perpetuo la vigilia del Natale 1940, e il 16 maggio 1943, nella chiesa di San Marcello al Corso (Roma) è ordinato presbitero da Mons. Francesco Pascucci.
Dal 1945 al 1969 è professore nell’Istituto Teologico dell’Opera a Tortona, dove insegna dogmatica fondamentale, storia ecclesiastica, liturgia, patrologia e, per qualche anno, anche diritto canonico. È da questa sede che nel 1955 iniziano le sue collaborazioni a due prestigiose riviste: Rivista Liturgica ed Ephemerides Liturgicae. L’orizzonte delle collaborazioni si allargherà progressivamente, come è testimoniato nella sua bibliografia.
Trasferito l’Istituto Teologico da Tortona a Roma, Don Raffa continua l’insegnamento delle stesse materie fino al 1995, quando ha la gioia di festeggiare ben 50 anni di insegnamento! Terminata la missione dell’insegnamento, D. Vincenzo si dedica completamente alla ricerca: ne sono testimonianza eloquente le sue continue collaborazioni alla Rivista Liturgica ed altri periodici e, soprattutto, la sua opera Liturgia eucaristica che egli ha potuto ancora vedere in seconda edizione un mese prima della morte.
Gli ultimi mesi della sua vita terrena sono stati «illuminati» da una prova di cui solo il Signore conosce il segreto. Un tumore al cervello lo ha progressivamente debilitato finché si è «addormentato» nel Signore, stringendo fortemente in mano, in modo riflesso, l’immagine del Beato Don Orione che 73 anni prima lo aveva accolto fanciullo nella sua Congregazione. Era l’ora del Vespro del 20 marzo, quando la Chiesa cantava: « Risplenda la tua lampada sopra il nostro cammino, la tua mano ci guidi alla meta pasquale». I funerali, celebrati il sabato 22, sono stati presieduti dal Superiore provinciale, e hanno visto la partecipazione commossa e orante di S. Em. Il Card. Virgilio Noè: una partecipazione che ha voluto essere un segno di amicizia e soprattutto di ringraziamento per quanto il p. Raffa ha fatto per la liturgia nella Chiesa.
RICERCATORE E PUBBLICISTA AL SERVIZIO DELLA CHIESA
I 50 anni di docenza da soli sono già una testimonianza significativa di un lavoro condotto in umiltà e nel silenzio. Posso aggiungere, nel contesto proprio del nascondimento e dell’umiltà, un fatto che ho ricordato anche nell’elogio al termine della celebrazione esequiale. Pochi anni fa, in previsione del suo 80° genetliaco, mi permisi di formulare l’ipotesi di un segno di riconoscenza da parte dei liturgisti: una miscellanea in suo onore; e avevo anche individuato due possibili titoli: Laus plena, oppure Jucunda iubilatio proprio per evidenziare quanto ha operato a servizio della Liturgia delle Ore. Ma nella sua semplicità mi rispose con un sorriso disarmante che diceva ancora umiltà e nascondimento.
Il lavoro di docenza va sempre di pari passo con la ricerca e con le pubblicazioni. La bibliografia del p. Raffa tocca fondamentalmente due filoni tematici: quello dell’Eucaristia e quello della Liturgia delle Ore.
Eucaristia. A proposito dell’Eucaristia, il p. Raffa aveva esordito con un volume di commento alle Orazioni sulle offerte, pubblicato nel 1965. Due anni prima, nel 1963, aveva curato l’aggiornamento del volume di G. Brinktrine, La santa Messa, presso le Edizioni Liturgiche di Roma. Negli stessi anni Sessanta aveva curato il commento alla liturgia di tutte le domeniche, sulla rivista Parole di Vita. Sicuramente, è da questa esperienza che alla luce della rinnovata liturgia eucaristica arricchita del nuovo Lezionario, il p. Raffa predisporrà un Commento al Lezionario, dal titolo: Liturgia festiva, di ben 1745 pagine che appariva presso la Libreria Editrice Vaticana in prima edizione nel 1976 e in terza edizione nel 1983 (ben 1918 pagine!).
Ma l’opera senza dubbio più significativa è quella che porta il titolo: Liturgia eucaristica, apparsa in prima edizione nel 1998 come volume n. 100 della collana Biblioteca «Ephemerides Liturgicae» (Edizioni Liturgiche, Roma), e in seconda edizione nel 2003, per un totale di 1308 pagine (circa 400 pagine in più rispetto alla prima)! È in quest’opera che possiamo vedere la sintesi della ricerca del Raffa in ambito di storia dell’Eucaristia, ma sempre nell’ottica della pastorale sulla linea di quanto annunciato nel sottotitolo: Mistagogia della Messa: dalla storia e dalla teologia alla pastorale pratica. Questa seconda edizione ha permesso all’Autore di tener conto degli sviluppi determinati dall’editio tertia del Missale Romanum.
Liturgia delle Ore. Il suo primo volume pubblicato con il titolo: La Liturgia delle Ore nel 1959, permise di far conoscere la preparazione di D. Vincenzo e di coinvolgerlo successivamente nell’attuazione della riforma liturgica. Il volume ebbe una nuova edizione trenta anni dopo, nel 1989. Altri titoli richiamano la sua preparazione nel far conoscere la nuova Liturgia delle Ore e i valori della Institutio generalis de Liturgia Horarum.
Fu proprio quella pubblicazione del 1959 a individuare nel p. Raffa la persona più idonea a svolgere il ruolo di segretario del coetus che era stato incaricato della riforma dell’Ufficio divino auspicata dalla Sacrosanctum Concilium. Infatti, dal 1964 al 1971 è stato Segretario della Commissione generale per la riforma dell'Ufficio divino; membro della commissione «de psalmis distribuendis»; relatore della Commissione «de Precibus» per la Liturgia delle Ore. È in quel contesto che fu assunto dal coetus il suggerimento di usare un nuovo titolo per l’Officium Divinum: il p. Raffa suggerì di usare il titolo del suo primo volume «Liturgia delle Ore»; la proposta piacque, fu approvata anche da Paolo VI, ed oggi è patrimonio dell’intera Chiesa cattolica. Egli, inoltre, come segretario del coetus,offrì un particolareggiato commento ad ogni numero della Istruzione generale sulla Liturgia delle Ore. Le sue informazioni erano di prima mano e la sua interpretazione era di sicura attendibilità. Il commento fu svolto con minuziosità, come era nel suo stile, ricco di osservazioni, utili per penetrare nel vivo del documento ed apprezzare la preghiera della Chiesa. Anche dopo la pubblicazione della Liturgia Horarum il p. Raffa fu coinvolto nella preparazione di quel Supplementum tanto atteso ma che ancor oggi non ha visto la luce. Una simile esperienza e competenza fu valorizzata anche dalla Conferenza Episcopale Italiana per la preparazione dell’edizione per la Chiesa italiana.
Tutta questa pagina, comunque, è ben descritta sia nell’opera di A. Bugnini, La riforma liturgica (Edizioni Liturgiche, Roma 1997, sez. IV: Liturgia delle Ore), sia nella testimonianza che lo stesso p. Raffa predispose per Rivista Liturgica; quando lo invitai in occasione di un fascicolo significativo – dal titolo: Liturgia, chi sei? Dove vai? – vi collaborò ma con il timore di dover parlare troppo di sé; lo incoraggiai a scrivere una pagina di storia proprio con quell’atteggiamento di distacco tipico delle persone «grandi» quali sono gli umili servitori della Chiesa (cfr testo in Rivista Liturgica 85 [1998] 80-93: Il «Consilium» e la riforma liturgica).
Il riconoscimento di una poliedrica competenza si manifestò anche nel fatto della nomina di «consultore» della Congregazione per il Culto Divino per ben due quinquenni (1985-1994); chi si è trovato come me a condividere problemi in varie sedute ha avuto modo di apprezzare la ormai nota competenza, insieme alla semplicità del tratto e del rapporto interpersonale.
Presto sarà possibile consultare tutta la sua bibliografia, in ordine cronologico. Intanto è doveroso ricordare che numerosi sono gli studi apparsi in Rivista Liturgica, in Ephemerides Liturgicae, nella Rivista Pastorale liturgica, in Notitiae e in vari altri periodici. Per i commenti alla liturgia festiva due sono state le riviste che lo hanno visto collaboratore attento e sistematico: Parole di Vita e Liturgia. Accanto a queste collaborazioni ve ne sono numerose altre, costituite dalle Note bibliografiche e dalle recensioni: i suoi interventi erano vere lezioni di competenza, e se talvolta dovevano essere fatti dei rilievi, questi avvenivano sempre con delicatezza e quasi in punta di piedi. La sua conoscenza delle principali lingue moderne gli permetteva di svolgere un simile qualificato servizio. Anche per questo Rivista Liturgica gli è estremamente debitrice per tante collaborazioni!
UN MESSAGGIO CHE RIECHEGGIA NEL TEMPO
A voler sintetizzare la vita del p. Raffa, forse si possono individuare almeno tre messaggi: agli studiosi, agli educatori e operatori pastorali, a tutti.
Per gli studiosi e i ricercatori la figura del p. Raffa emerge con la sua serietà, probità scientifica e desiderio di saperne sempre di più. L’ambiente del suo studio difeso da qualunque «estraneo» anche se del mondo della liturgia, era il luogo in cui si erano accumulati una serie impressionante di volumi antichi e recenti., soprattutto di fonti a stampa e manoscritte. La schedatura di tutto il fondo e la possibilità di consultarlo permetterà di ricostruire aspetti peculiari della poliedrica formazione dell’insigne liturgista.
Per gli educatori e gli operatori pastorali la figura di D. Vincenzo ricorda che le realtà e i progetti che veramente «costruiscono» il tessuto ecclesiale richiedono fedeltà e costanza, insieme a quell’atteggiamento del distacco tipico dell’operaio evangelico.
Per tutti la figura del p. Raffa rilancia quell’atteggiamento che il giorno prima delle esequie è riecheggiato nel Messaggio di Giovanni Paolo II per il centenario dell’approvazione canonica della Piccola Opera della Divina Provvidenza, e cioè quell’«amore superiore e unificante per la S. Madre Chiesa» e per coltivare sempre «quest’intima passione per la Chiesa». (n:4).
«La nostra vita e la nostra morte – scriveva il beato Luigi Orione – siano un cantico dolcissimo di carità, e un olocausto al Signore» (Lo spirito di D. Orione, IX, 131). Osservando ormai in trasparenza la vita terrena del p. Raffa possiamo vedere come questo olocausto che ha avuto l’ultima grande prova proprio al compimento della sua esistenza terrena, è stato in costante armonia con quel laudis canticum le cui note sono state ben armonizzate in terra e che ora si uniscono alla liturgia celeste. Giunge così a completezza la dedica che il p. Raffa ha messo nella sua opera sulla Liturgia eucaristica: «Fratrum meorum (Sr. Letteria, D. Bruno, Sr. Alessia) Eucharisticam laudem in coetu sanctorum iam celebrantium memor».
Quella liturgia che tanto ha studiato nelle sue forme storiche, nei contenuti teologici, nelle linee di spiritualità ora il p. Raffa la vive in pienezza. E a questo canto di lode e di rendimento di grazie si unisce il coro dei liturgisti, di coloro che lo hanno conosciuto e stimato, dell’intera Chiesa che canta la «Liturgia delle Ore»!
Nota:
* Don Manlio Sodi di Sinalunga (Siena), è titolare della cattedra di Liturgia, Sacramentaria e Pastorale liturgica della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana. Già Consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, dal 1994 è Consultore dell'Ufficio Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice; dal 1999 è Membro Ordinario della Pontificia Accademia di Teologia. E’ direttore di "Rivista Liturgica". Cfr. L’Osservatore Romano, 26.4.2003.