APPELLO MISSIONARIO AI LAICI ORIONINI (IT- PL-FR- EN - ES - PT)
C'è posto per tutti nelle missioni; tutto serve per l'opera di evangelizzazione.
APPELLO MISSIONARIO AI LAICI ORIONINI
Roma, 15 ottobre 2005
Carissimi Amici laici della Famiglia Orionina
Deo gratias!
Nei giorni 8-11 dicembre 2005 si terrà un'importante riunione della Famiglia Orionina dedicata al progetto missionario per il sessennio 2004-2010. Vi parteciperanno consiglieri generali, superiori provinciali e rappresentanti delle missioni, Figli della Divina Provvidenza, PSMC e Laici del MLO. E' un momento importante della vita della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
SVILUPPARE CONSOLIDANDO
Negli ultimi decenni, rispondendo all'appello del Papa in favore della "missio ad gentes", c'è stato un grande impegno missionario della Congregazione con molte nuove aperture in Paesi che, fino al 1980, non facevano parte della geografia orionina: Togo (1981), Giordania (1985), Venezuela (1986), Cabo Verde (1988), Filippine (1991), Romania (1991), e poi Albania (1992), Bielorussia (1993), Messico (1993), Kenya (1996), Burkina Faso (1999), India (2001), Ucraina (2001), Mozambico (2003).
Lo sviluppo si deve a una precisa volontà e programma di governo e alla generosità di tanti confratelli che, senza particolare vocazione all'eroismo, ma con fede, sacrificio ed entusiasmo si sono trovati ad essere artefici di nuove pagine di storia della Congregazione nel servizio a popoli nuovi, bisognosi di pane e di vangelo.
Senza dubbio, nella storia della Congregazione, questi ultimi decenni saranno ricordati come un periodo di "nuovo slancio missionario".
La decisione n.7 del Capitolo generale del 2004, dà indicazioni per il Progetto missionario del prossimo sessennio. Dice che esso va realizzato " consolidando anzitutto le nuove realtà missionarie, costituendo comunità consistenti, con maggiore stabilità di religiosi idonei, compreso il formatore delle vocazioni locali" .
La prospettiva dello sviluppare consolidando le missioni chiede, nei prossimi, anni uno sforzo ancor maggiore, forse meno appariscente, ma indispensabile e decisivo. Ed è presto detto il perché.
Una missione in una nuova nazione si può dire fondata (consolidata) e con quanto basta per guardare al suo futuro sviluppo in modo fiducioso, quando comprende almeno tre comunità che uniscano all'attività dell'evangelizzazione, le opere caritative assistenziali e la promozione delle vocazioni del luogo. Solo allora si può dire che la "pianta orionina" è costituita nel suo nucleo germinativo essenziale e sufficiente per svilupparsi e crescere. Poi, la fioritura, i frutti, la robustezza della pianta dipenderanno dalla Divina Provvidenza, dalle condizioni concrete storiche e sociali dell'ambiente e dall'impegno dei missionari.
Ebbene, sono ancora molte le nuove missioni della Congregazione che non si trovano ancora allo stato di "consolidamento", che non si possono ancora dire "fondate" compiutamente, perché manca il nucleo germinativo delle tre comunità, del numero di religiosi e delle attività-opere fondamentali. Il progetto missionario che elaboreremo insieme nel convegno di dicembre ad Ariccia deve tenere conto responsabilmente di questo impegno di sviluppo, perché noi andiamo in una nuova nazione a impiantare la congregazione e non solo a svolgervi delle attività
Questi richiami di valori e di situazioni attuali servono solo a dare l'idea del notevole sforzo missionario richiesto alla Congregazione per arrivare a fondare compiutamente, a consolidare molte nostre presenze appena avviate. Anche in questo campo vale il " non progredi regredi est ". Se c'è voluto molto slancio missionario per iniziare nuove missioni ce ne vorrà ancor più per consolidarle.
CHI SI SENTE DI VOI?
E' diventata quasi una tradizione, iniziata da Don Orione e attualizzata dal mio predecessore Don Roberto Simionato, che all'inizio del sessennio, il Superiore generale rivolga a tutti i religiosi un APPELLO MISSIONARIO.
Ho pensato, nella nuova maturità di partecipazione vocazionale di laici e laiche alla vita della Famiglia Orionina, di rivolgere il mio appello anche ai laici.
Don Orione ci voleva apostoli di stola e di lavoro, perchè " la nostra predica è la carità ", " le opere di carità sono la migliore apologia della fede cattolica ". Le opere caritative e sociali per i poveri non solo accompagnano l'azione missionaria, ma sono in se stesse missionarie.
Comprendete, quindi, cari amici laici che in una missione orionina c'è posto per tutti : per catechisti e per muratori; per fa scuola, per chi fa da mangiare, per chi è infermiere; per chi sa guidare un gruppo e per chi sa guidare l'automobile; per chi - uomo o donna - sa curare la casa, sa dare accoglienza e offrire un aiuto nelle piccole necessità quotidiane della missione.
E in missione per quanto tempo ? Secondo le possibilità: per poco, per uno o più anni o anche per tutta la vita. C'è posto per tutti quelli che hanno cuore e tempo, fede e disponibilità.
Nel nome di Don Orione, come fratello e padre della Famiglia orionina, faccio appello ad ogni laico e laica del Movimento Laicale Orionino, ad ogni amico di Don Orione, di qualsiasi età, condizione di vita e professione: chi vuole mettersi a disposizione per "partire" per le missioni?
Ogni offerta di tempo, di competenza e di attività sarà valorizzata e potrà contribuire allo slancio missionario della Famiglia Orionina.
Chi si sente di rispondere a questo appello mi scriva una lettera personale manifestando la propria disponibilità, indicando quanto può essere utile per un buon discernimento. Sarà mio compito poi segnalare la disponibilità a chi può valorizzarla.
Il mio sguardo è andato recentemente su quella foto di Don Orione con il primo gruppo di missionari in partenza per il Brasile, nel 1913: vi appare un laico, in giacca, cravatta e baffi, il signor Giulio. E ho pensato: Don Orione cercherebbe anche oggi laici per le missioni. E ne troverebbe. Risuonino anche per voi, cari amici laici, le parole accorate del nostro Padre Don Orione.
" Almeno qualcuno di voi bisognerà che lo trovi e lo mandi prestissimo; ma ho bisogno di santi! ma ho bisogno che chi va, porti là la santità. Chi si sente di voi?”. Vedete? Non chiedeva particolari competenze e capacità. Chiedeva che avessero il Signore nel cuore.
“ Ecco, o miei Cari, il tempo di mostrare il vostro vero amore di Dio, la vostra divozione vera alla Madonna, il vostro affetto sincero, tenero e da veri figli alla nostra amata Congregazione che è, dopo la S. Chiesa di Roma, la vera nostra madre morale! ".
ALCUNE CONSIDERAZIONI PRATICHE
Questo Appello missionario , cari fratelli e sorelle laici, è un passaggio del Signore sulla riva della vita quotidiana in cui state pescando per dirvi " prendi il largo ". E' l'invito di Gesù " gettare le reti ". " Chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo " (Giovanni Paolo II).
Per un laico, che senso ha rispondere all'Appello missionario?
Non si tratta di prendere il largo dalle proprie responsabilità famigliari, lavorative, sociali.
La risposta all'Appello missionario è un atto di amore e di generosità verso Dio e il prossimo proprio a partire dalla vocazione e vita laicale e con modalita laicali. Senza fantasie ingenue e senza irresponsabilità, quanti spazi di bene trovano quelli che già hanno ricevuto e fatto tanto bene!
Chi si offre per un aiuto nelle missioni compie un atto nobile che fa bene all'anima e dà respiro alla vita quotidiana in cui la Provvidenza già lo ha chiamato.
Come si tonifica il cuore quando esso batte per imprese generose, che hanno le uniche motivazioni e soddisfazioni in Cristo e nel bene delle Anime! Non si toglie niente al proprio stato di vita, anzi lo si arrichisce.
E' chiaro che all'offerta della propria disponibilità non corrisponde necessariamente e immediatamente l'invio in missione. Ci vorrà discernimento e anche un po' di preparazione. Per tante ragioni, non potranno andare in missione tutti quelli che chiedederanno.
Che bello se per un laico che va in missione ce ne fossero altri dieci che aspettano disposti a partire e che accompagnano chi parte con l'affetto e la preghiera.
Spero che siano numerose le risposte a questo Appello missionario che per la prima volta viene rivolto esplicitamente anche ai laici. La partenza di alcuni laici accrescerà lo spirito di Famiglia, darà fiducia ai sacerdoti e alle suore, porterà nuovo entusiasmo in tutti per inventare iniziative di evangelizzazione anche in patria.
Pongo questo Appello missionario nel cuore della Madonna, Madre della Divina Provvidenza. Don Orione – ricordate? - nel sogno profetico vide il grande manto azzurro della Madonna che " s'allargava, così che non si distinguevano più i confini ", " che copriva tutto e tutti fino all'orizzonte lontano ", " ragazzi di molti diversi colori, il cui numero si andava straordinariamente moltiplicando… la Madonna si volse a me indicandomeli ". Scrivendo al vescovo Bandi, aggiunse: " ricordando che di cinta non ce n'era, e che erano di varî colori, ho capito che sono le missioni” (Scritti 45, 60).
La nostra Congregazione, dai tempi di Don Orione, non ha messo " cinta " e oggi si trova in 32 nazioni e - se la Provvidenza vorrà - allargherà ancora il suo orizzonte. Grazie anche ai laici orionini.
A tutti giunga la benedizione del Signore che invoco di tutto cuore chiedendo il sostegno paterno di Don Orione.
Don Flavio Peloso FDP
(superiore generale)