Revisione delle Province Italiane.

Lettera programmatica del 12 marzo 2017.

12 marzo 2009

Prot. FP/09.25

 

REVISIONE DELLE PROVINCE ITALIANE

  

            Carissimi Superiori provinciali e loro Consigli,

            Confratelli delle Province “San Marziano” – Tortona
                                                “San Benedetto” - Genova
                                                “SS. Apostoli Pietro e Paolo” - Roma

            Deo gratias!

Il Capitolo generale ha stabilito che si rivedano le giurisdizioni territoriali per adeguarle ai mutamenti di situazione avvenuti. La Decisione 28 dice:Si dà mandato al Direttore generale e al Consiglio, affinché, valutando attentamente tutti gli aspetti positivi e negativi, avvii un processo di sensibilizzazione e di discernimento nei confronti dei confratelli in vista di una revisione delle giurisdizioni, in cui è suddivisa la Congregazione”.

Avere Province con religiosi-comunità–opere in condizioni di base buone, vivibili, porta frutti per il bene dei singoli, delle comunità, della qualità apostolica delle opere e – non ultimo – dell’appetibilità vocazionale. In questo sessennio, la revisione delle giurisdizioni territoriali ha già portato all’accorpamento della Delegazione dell’Uruguay nella Provincia “N. S. della Guardia” (Argentina, Paraguay, Messico) e alla costituzione della nuova Delegazione missionaria di lingua inglese “Our Lady of the Church” (USA, U.K., Eire, Giordania, Filippine, Kenya, India).

 La necessità di una revisione anche delle Province italiane era da tempo avvertita. Un inizio di riflessione c’era stato anche nel precedente sessennio. La notevole diminuzione di religiosi e le poche nuove vocazioni negli ultimi due decenni hanno dato carattere di urgenza a una decisione sul tema.

Dopo alcune prime indicazioni e suggerimenti, nell’incontro dei tre Consigli provinciali d’Italia con il Consiglio generale, tenuto a Roma l’11 gennaio 2006, è stato deciso un cammino di revisione delle circoscrizioni italiane.

Il cammino di revisione prevedeva le seguenti tappe.

  1. ENTRO GIUGNO 2006: il Consiglio generale approva autorevolmente il piano di ristrutturazione della Provincia presentato autorevolmente da ciascun Consiglio provinciale.
  2. ENTRO GIUGNO 2008: esecuzione del piano di ristrutturazione delle comunità e opere, così che con il 15 agosto successivo si sarebbero potute formare le nuove comunità e nominare i nuovi direttori secondo quanto stabilito.
  3. ENTRO GIUGNO 2009: il Coordinamento interprovinciale, costituito nel settembre 2006, formato dai 3 Provinciali, dei quali uno presidente, e da 2 altri confratelli di ciascuna Provincia (uno consigliere e un altro anche non consigliere) doveva a) studiare, collaborare, unificare tutto il possibile tra le tre Province; b) studiare un progetto di unificazione delle giurisdizioni da presentare al Consiglio generale, in vista della decisione ed esecuzione della revisione delle giurisdizioni da attuare prima della nomina dei nuovi Consigli provinciali, cioè entro giugno 2009.

 La Relazione del Presidente del Coordinamento interprovinciale, Don Gianni Giarolo, datata 25 gennaio 2009, è stata infine presentata al Consiglio generale. In essa viene descritto l’iter e i risultati della consultazione dei singoli Confratelli, successivamente delle Comunità e infine la valutazione e votazione dei Consigli provinciali, con il parere riassuntivo del Coordinamento interprovinciale. La proposta presenta molti punti condivisi ma anche pareri diversi su aspetti importanti.

Il tema, finalmente, è stato studiato dal Consiglio generale che è giunto alla seguente decisione.

 

PROVINCIA UNICA NEL 2012
CON PERCORSO DI UNIFICAZIONE DAL 2009

 CONSIDERAZIONI

             Dalla lettura della Relazione e del Dossier inviato dal Presidente Commissione interprovinciale (25 gennaio 2009), dalla valutazione fatta in Consiglio generale, emergono alcune considerazioni che hanno ispirato la scelta dell’unificazione Province e delle modalità di percorso.

 La meta della Provincia unica risulta praticamente condivisa da tutti coloro che hanno responsabilità di governo (consigli provinciali)[1] e da chi ha studiato il tema (commissione interprovinciale);[2] 20 comunità si sono espresse per una provincia e 22 per due province. Diversa è la valutazione su modalità o percorso con cui giungervi.

  1. La gradualità è senz’altro nel desiderio e nella necessità; è un punto di convergenza che ispira la decisione del percorso. Occorrono scelte di transizione ma collegate alla meta finale.
  2. L’unità da raggiungere con gradualità si è presentata con due possibilità riassumibili: a) la provincia unica costituita formalmente già nel 2009 e nel 2012 realmente; b) realizzare la provincia unica realmente e formalmente nel 2012, con preparazione precedente a due province o a tre province.
  3. Unità fiscali: risulta condiviso che convenga tenere le tre unità fiscali separate anche se la titolarità è nello stesso governo provinciale.
  4. Ruolo del Provinciale: è stata sottolineata la tradizionale e necessaria personalizzazione del governo provinciale nella figura del Provinciale-padre, con la conseguente indicazione che anche dopo la revisione abbia la possibilità di effettivo rapporto personale frequente con i singoli religiosi.
  5. Ruolo del Consiglio Provinciale: viene richiesta una partecipazione più personale dei Consiglieri al governo, con condizione di libertà da altri ruoli locali che attualmente rendono quasi impossibile o nullo il ruolo di animazione e collegamento dei Consiglieri. Questo si rende ancor più necessario in una provincia grande per estensione e per numero di religiosi.
  6. Provincia di San Benedetto: è la Provincia che maggiormente ha bisogno di una unità provinciale più ampia; un ulteriore prolungamento di autonomia accrescerebbe i problemi perché il rapporto religiosi-comunità e religiosi-opere è da tempo sproporzionato.
  7. Madagascar, Romania, Albania, Ucraina: pur aperti a nuove ipotesi, le comunità risultano ancora molto intrecciate con la Provincia madre italiana, sono ancora fragili di numero e di tradizione… per cui conviene che anche nella ristrutturazione non siano scorporate.
  8. Numero dei Confratelli: si è passati dai 467 del 1995, ai 336 del 2005, ai 296 del 2008.

 

 

novembre 1994

gennaio 2005

dicembre 2008

età media 2008

San Benedetto

115

75

64

71,7

Santi Apostoli

127

89

78

61,1

San Marziano

180

139

126

56,5

Totale religiosi perpetui

422

303

268

----

Religiosi temporanei

45 (con africani)

33 (13 italiani)

28 (14 italiani)

----

Totale religiosi

467

336

296

63,1

a.     Una prima considerazione è che questo numero di Confratelli (296) è ancora molto consistente, tanto più se paragonato a tutte le altre Province di Congregazione e rapportato all’estensione geografica delle sedi delle comunità.

b.     D’altra parte, questo dato, unito a quello dell’invecchiamento dell’età media [69 oltre gli 80 anni, 79 tra i 65-80, 100 tra i 40-64 e 36 sotto i quarant’anni (per lo più malgasci e rumeni)] fa pensare che la diminuzione numerica e della capacità relazionale-operativa sarà molto rapida anche nei prossimi anni.

 

MODALITÀ E PERCORSO

 La costituzione di una Provincia unica nel 2012 sarà preceduta da un percorso graduale che, prevede dal 2009, 1) la costituzione di due Province; 2) l’integrazione di governo e di animazione di alcune aree di attività tra le due Province.

 

29 GIUGNO 2009: FASE TRANSITORIA

 1.     Si avranno due Province in Italia: “San Marziano e San Benedetto” e “SS. Apostoli Pietro e Paolo”.[3] 

2.     Si unificano integralmente come appartenenza e come governo le Province “San Marziano” e “San Benedetto”; la nuova Provincia si chiamerà “San Marziano e San Benedetto”:[4]

a)    si elegge un solo Provinciale e un solo Consiglio;[5]

b)    sarà impegno del Superiore generale nominare Vicario provinciale un confratello della ex Provincia cui non appartiene il Provinciale, tenendo conto della consultazione fatta. Il Vicario provinciale sarà a tempo pieno, con i compiti propri del ruolo (art.191);[6]

c)     la sede della Provincia sarà al “Paterno” di Tortona;[7]

d)    fiscalmente continueranno ad esistere le due sedi legali delle precedenti  Province.[8]

 3.     I Consigli Provinciali di “San Marziano e San Benedetto” e di “SS. Apostoli Pietro e Paolo”  si incontrano almeno ogni quadrimestre in seduta congiunta per trattare i temi delle aree di vita unificate[9] e per concordare le proposte per il buon avvio della Provincia unica.[10]

4.     Si unificano tra le due Province “San Marziano e San Benedetto” e “SS. Apostoli Pietro e Paolo” alcune aree di vita e di animazione dei segretariati:[11]

a)    la formazione iniziale;

b)    la formazione permanente (corsi di esercizi e di formazione, la parte formativa della riunione annuale dei direttori, formazione dei preti giovani, fratelli, e altro);

c)     la pastorale giovanile-vocazionale;

d)    il segretariato amministrativo-economico;

e)    altre iniziative comuni.[12]

 

29 GIUGNO 2012: PROVINCIA UNICA

 Si costituirà la Provincia unica italiana con l’inizio del nuovo triennio: 29 giugno 2012. Avrà Provinciale e Consiglio provinciale unico[13] e adotterà un nome unico e nuovo.[14] Eventuali particolari modalità di gestione della nuova Provincia unica saranno stabilite dal Superiore generale e suo Consiglio, su proposta dei due Consigli provinciali,[15] almeno un anno prima dell’entrata in vigore della unificazione.

 AVE MARIA e AVANTI!

 Cari Confratelli, questa è dunque la decisione riguardante la revisione delle giurisdizioni in Italia. E’ la migliore possibile? Si può opinare, ma certamente è una decisione buona, adeguata, attuabile. Concentriamoci ora per attuarla al meglio possibile. È il frutto della riflessione di singoli Confratelli, Comunità, Consigli provinciali e Consiglio generale, mossi da senso di responsabilità e da amore di Famiglia.

Come Superiore, prima un poco tremavo di fronte alla responsabilità di una decisione tanto complessa, ardua, senza precedenti e con molti elementi di incertezza, che tocca il bene presente e futuro di tanti confratelli, opere e persone, della Congregazione e della Chiesa. Ma la serenità e il rispetto delle regole del discernimento (consulte a vari livelli, votazioni di competenza, ecc.) e la buona comunione fraterna con cui si sono affrontate le diverse fasi della revisione fanno ben sperare per il  buon proseguimento nel cammino futuro. Al riguardo desidero ringraziare tutti, ma soprattutto il Coordinamento Interprovinciale e i Consigli provinciali.

 L’impresa di rispondere all’evoluzione della situazione delle Province italiane continua e non sarà facile, ma, con l’aiuto di Dio teniamo ferme le mani sull’aratro della fedeltà, ciascuno al proprio posto, una fedeltà in avanti. Si tratta, infatti, non solo di adeguarci alla situazione che è già cambiata, ma ancor più di porre le condizioni di vitalità (comunità, opere significative e con futuro, strutture di comunione congregazionale, impegno vocazionale, ecc.) che possano essere premessa di una ripresa e rifioritura religiosa, vocazionale e apostolica. Se amore e intelligenza ci sono voluti nella fase di sviluppo della Congregazione, altrettanto e più ci vogliono in una stagione di diminuzione per preparare la ripresa.

Ave Maria e avanti! Cioè fiducia nella Divina Provvidenza, da figli.

Ave Maria e avanti! Cioè intraprendenti, attivi, solidali, protagonisti e non giornalisti di quanto avviene, “fattori con la Mano di Dio che edifica” (Don Orione).

Ave Maria e avanti! Cioè spirito di Famiglia, di cui Maria è madre e celeste fondatrice.

Ave Maria e avanti! Con Don Orione perché, come egli ancor vivo diceva, "i fondatori siete voi, io non sono che un fratello maggiore chiamato per primo per divina misericordia in ordine di tempo, ma che fate andare avanti le case siete voi, che date il volto della Congregazione siete voi”.

In Cristo, con affetto di fratello e padre,

 Don Flavio Peloso
(superiore generale)

 

[1] I Consiglieri provinciali si sono pronunciati per la Provincia unica: in 8 nel 2009; in 10 nel 2012; 1 consigliere era per la permanenza di due Province.

[2] Tutti i membri della Commissione interprovinciale sono stati concordi per la costituzione della Provincia unica, dividendosi sulla data: in 4 nel 2009 e in 4 nel 2012.

[3] L’indicazione di giungere subito a una Provincia è risultata minoritaria: nella prima consultazione dei singoli confratelli si è avuto l’esito: 75 per due, 66 per una, 40 per tre; nella riflessione e consultazione delle comunità, 20 sono state favorevoli a una Provincia e 22 favorevoli a due Province (senza specificare quando giungervi); tra i consiglieri provinciali solo 8 sono stati favorevoli alla Provincia unica dal 2009, mentre 14 erano contrari a questa soluzione presentando diverse modalità; i membri del Coordinamento Interprovinciale si sono divisi a metà.

[4] La congiunzione territoriale e relazionale è abbastanza facilitata per vicinanza e consuetudine di relazioni (esercizi, feste, eventi). La provincia “San Benedetto” è molto concentrata in Genova e Liguria e già gravitava su Tortona. I due nomi “San Marziano e San Benedetto” congiunti rispondono alla convenienza di una continuità di identità che si scioglierà solo con la nascita della Provincia unica. I due nomi congiunti e l’unione delle comunità delle due Province precedenti danno origine a una nuova Provincia “ad triennium”.

[5] Essendo una nuova Provincia unica, questo è possibile solo con l’unità integrale di governo.

[6] Il Vicario della provincia cui non appartiene il Provinciale è l’unica “attenzione” - affettiva per i Confratelli ed effettiva per il Provinciale – alle due precedenti province. E’ una scelta discrezionale del generale, tenendo conto delle indicazioni fatte su consultazione unica per le due province.

[7] Ad triennium, può andare bene Tortona per ragioni di convenienza: è la sede storica di Don Orione e d’inizio della Congregazione; la centralità geografica e facilità di raggiungimento; l’adeguatezza degli ambienti del “Paterno”.

[8] Mantenere la suddivisione fiscale è una indicazione piuttosto generale in questi casi per motivi di convenienza pratica e, comunque, in vista dell’unificazione futura a una Provincia. Le sede fiscali resterebbero, dunque, Milano e Genova.

[9] È il principale elemento istituzionale ordinario di unificazione. Le riunioni dei due Consigli vanno messe in agenda, preparate e condotte per la gestione delle aree già unificate. Le aree di vita unificate sono quelle elencate nel testo sopra, al n.4. Altri importanti temi comuni potranno essere il “ridimensionamento del numero delle comunità” che dovrà continuare ad accompagnare la rapida riduzione del numero di religiosi, la promozione dello sviluppo e autonomia delle missioni.

[10] Questo è uno scopo specifico su cui confrontarsi per prepararsi ad arrivare all’unificazione nelle migliori condizioni possibili.

[11] Questa scelta concreta è per mantenere vivo il cammino verso la Provincia unica e anche per prepararne le condizioni. La collaborazione in queste aree è già una consuetudine, ma si tratta di unificare del tutto, con una programmazione unica e con libera (e incoraggiata) circolazione dei religiosi da una Provincia all’altra.

[12] Può comprendere attività particolari, organizzazione di eventi, calendario unico, la relazione con la provincia Mater Dei delle PSMC, ecc.

[13] E’ provincia unica effettiva e pertanto con unità integrale di governo. Potrà invece rimanere la suddivisione fiscale delle opere dei territori delle precedenti Province, a meno che nuove condizioni legislative-fiscali non suggeriscano diversamente.

[14] Potrebbe essere dedicata alla Madonna, dato che le tre province italiane sono rimaste le uniche a non esserlo.

[15] È il compito affidato alle riunioni congiunti dei due Consigli provinciali nel testo sopra, al n.3.