UNA VITA SEMPREVERDE. Strenna di Natale 2012.

UNA VITA SEMPREVERDE

 

            Nella strenna natalizia dell’anno scorso vi invitavo a guardare l’asino e il bue del presepio. Quest’anno vi invito a fermarvi a contemplare l’albero di Natale.

           L’albero e il presepio nelle nostre case favoriscono il clima di religiosità e di intimità familiare del Natale, ricordo storico e celebrazione sacramentale della nascita di Gesù.

            Benedetto XVI ha definito l’albero “significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con i suoi rami sempreverdi richiama il perdurare della vita”.

             Pare che questa simbologia risalga al vescovo San Bonifacio quando, nel VII secolo, tagliò alla radice una grossa quercia presso cui doveva compiersi il rito sacrificale di un bambino. Con meraviglia di tutti, abbattuta la quercia, sul ciocco spuntò un abete. San Bonifacio spiegò al popolo che l’abete, sempreverde, era l'albero della vita e rappresentava Cristo.

              È di Paolo Coelho la simpatica storiella che vi racconto.

            In un bosco, in cima ad una collina, vivevano tre alberi. Un giorno iniziarono a discutere dei loro desideri e delle loro speranze.

            Il primo albero disse: "Spero di diventare un giorno lo scrigno di un tesoro. Potrei essere riempito d'oro, d'argento e di gemme preziose. Potrei essere decorato con intarsi finissimi ed essere ammirato da tutti".

             Il secondo albero disse: "Io spero di diventare una nave possente. Vorrei portare re e regine attraverso i mari fino agli angoli più reconditi del mondo. Vorrei che per la forza del mio scafo ognuno si sentisse al sicuro".

             Infine il terzo albero disse: "Io vorrei crescere fino a diventare l'albero più alto e più dritto di tutta la foresta. Tutta la gente mi vedrebbe sulla cima della collina e ammirando i miei rami contemplerebbe i cieli e Dio vedendo quanto io Gli sia vicino. Sarei il più grande albero di tutti i tempi e tutti si ricorderebbero di me".

             Trascorse qualche anno e ogni albero pregava che i suoi desideri si avverassero. Alcuni taglialegna passarono un giorno vicino ai tre alberi. Uno di questi si avvicinò al primo albero e disse: "Questo sembra un albero molto resistente, riuscirò sicuramente a venderne la legna ad un falegname". E iniziò a tagliarlo. L'albero era felice perché sapeva che il falegname lo avrebbe trasformato in uno scrigno prezioso.

             Giunto dal secondo albero un taglialegna disse: "Questo sembra un albero molto resistente, credo che riuscirò a venderlo ad un cantiere navale”. Il secondo albero era felice perché sapeva che stava per diventare una nave possente.

            Quando i taglialegna si avvicinarono al terzo albero, l'albero era spaventato perché sapeva che se fosse stato tagliato i suoi sogni non si sarebbero mai avverati. Uno dei taglialegna disse: "Non ho ancora deciso cosa ne farò del mio albero. Ma intanto lo taglierò". E subito lo tagliò. 

            Quando il primo albero fu consegnato al falegname fu trasformato in una cassa per contenere mangime per animali. Fu portato in una grotta e riempito di fieno. Ciò non era certamente quello per cui l'albero aveva pregato.

            Il secondo albero fu tagliato e trasformato in una piccola barca da pesca. I suoi sogni di diventare una nave possente e trasportare re e regine era terminato.

            Il terzo albero fu tagliato in larghe tavole e abbandonato nel buio.

Gli anni passarono e gli alberi dimenticarono i loro sogni. 

Avvenne che un giorno, un uomo e una donna giunsero alla grotta. La donna partorì e il neonato fu adagiato nella cassa per il mangime degli animali che era stata fatta con il primo albero. L'uomo aveva sperato di poter costruire una culla per il bambino, ma fu la mangiatoia a divenirlo. L'albero avvertì l'importanza di questo evento e capì che aveva accolto il più grande tesoro di tutti i tempi.

            Anni dopo, alcuni uomini erano sulla barca da pesca che era stata realizzata con il secondo albero. Uno degli uomini era stanco e si era addormentato. Mentre si trovavano in mare, un violento temporale li sorprese e l'albero pensò che non sarebbe stato abbastanza robusto per proteggere i passeggeri. Gli uomini svegliarono l’uomo addormentato che, alzandosi in piedi, disse: "Pace". La tempesta si placò immediatamente. A questo punto il secondo albero capì di aver trasportato il Re dei Re nella sua barca.

            Alla fine, qualcuno arrivò e prese il terzo albero. Mentre veniva trasportato attraverso le strade, la gente scherniva l'uomo che lo sosteneva. Quando si fermarono l'uomo fu inchiodato all'albero e, innalzato in aria, lasciato morire in cima ad una collina. Quando giunse la domenica, l'albero capì che era stato abbastanza robusto da stare in cima ad un monte e, così, vicino a Dio poiché Gesù era stato crocifisso sul suo legno. 

In questo racconto, la storia di ogni albero è assunta e valorizzata nella storia di Gesù. Fuori di metafora, la nostra vita vale, non è “passione inutile”, perché il Figlio di Dio, che venne ad abitare in mezzo a noi, l’ha salvata unendola a sé in un destino di vita eterna.

Auguri, cari bambini, ragazzi e giovani che frequentate scuole e cortili, chiese e oratori della Congregazione: coltivate sogni belli e speranze alte per il vostro futuro e affidateli, con la preghiera, al Signore che vi ha voluto al mondo per qualcosa di grande, di divino, di eterno.

            Auguri, cari anziani e malati: noi non sappiamo ciò che Dio ci ha riservato, ma sappiamo che Egli sempre ci ama, come una padre e come una madre, e non cade foglia che Dio non voglia.

             Auguri, cari amici e benefattori: ogni albero della storiella ebbe ciò che voleva ma non nel modo che aveva immaginato. Quando date un’ora di tempo, un’offerta, un sorriso, una preghiera, sappiate che serve perché “venga il Suo regno”.

Auguri, cari confratelli e consorelle religiosi in cammino sui passi di Don Orione: avanti, con fiducia nella Divina Provvidenza anche quando le vicende ci sorprendono; Dio ha sempre un piano e tutto concorre al bene di coloro che sonio amati dal Signore.

Buon Natale a tutti! È la festa della Divina Provvidenza che venne ad abitare in mezzo a noi, festa della vita sempreverde, come l’albero che addobbiamo in casa.

In alto i nostri cuori! Sappiamo che le vie di Dio non sempre sono le nostre vie, ma le Sue vie sono sempre le migliori. Ave Maria e avanti!

Buon Natale!

 

Don Flavio Peloso