Parliamo della comunicazione mediante i mass media, dalla stampa alla televisione, dalla radio a internet, con tutti i nuovi e potenti mezzi tecnici che il progresso ci ha messo tra le mani e sotto gli occhi.
Voi ricevete ogni mese il Don Orione oggi, una rivista che serve a comunicare fatti e pensieri con sensibilità orionina. Il Don Orione oggi e il sito www.donorione.org sono i due principali strumenti di comunicazione della Congregazione, sono una piazza di incontro con migliaia e migliaia di persone. Inoltre, ci sono tantissime altre iniziative di comunicazione nelle singole nazioni e nelle città ove è la Congregazione.
Comunicare è per noi un fatto di amicizia. Comunicare è anche un fatto di evangelizzazione, perché fa conoscere il bene quotidiano proveniente da singole persone, dalla Congregazione, dalla Chiesa, da Don Orione e, come da sorgente prima, dal “sommo ed eterno Bene”.
Papa Francesco ha dedicato recentemente un bel discorso al tema della comunicazione e dei comunicatori. Lo ha fatto ricevendo in udienza i Membri dell’Associazione "Corallo", che è la rete di circa 300 radio e televisioni locali di ispirazione cattolica presenti in tutte le regioni italiane. Con Sat 2000 e Blusat, con l’agenzia di stampa SIR e con la FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) costituisce la forza della comunicazione cattolica in Italia. Vorrei riprendere qualche contenuto utile sia per chi comunica e sia per chi deve giudicare e scegliere la comunicazione che gli arriva da radio, TV, giornali, cinema, internet.
Verità, bontà e bellezza.
Il Papa ha esordito ricordando agli operatori della comunicazione: “Il vostro lavoro deve svolgersi su tre strade: la strada della verità, la strada della bontà e la strada della bellezza. Ma quelle verità, bontà e bellezze che sono consistenti!, che vengono da dentro, che sono umane”.
E ha subito fatto tre precisazioni che gli stanno molto a cuore e che ripete anche per altri ambiti della vita: “Bisogna stare attenti che la ricerca della verità non vi faccia diventare un intellettuale senza intelligenza; che la ricerca della bontà, non vi faccia diventare un eticista senza bontà; che la ricerca della bellezza non vi spinga a truccare la bellezza, a cercare i cosmetici per fare una bellezza artificiale che non esiste”.
“Vivere la verità, praticarla, volerla servire anche con la penna: farla vivere e risplendere agli occhi di quanti vi leggeranno!”, scriveva Don Orione.
Il rischio di scrivere o di leggere come un “intellettuale senza intelligenza, eticista senza bontà, truccatore di bellezza artificiale” c’è, eccome, quando si salta il riferimento alla vita concreta, alla gente, ai fatti. La potenza dei mezzi di comunicazione può dare l’euforia di parlare e fin creare quello che non c’è, che non è reale. Ma questa è pazzia. O inganno. La verità, la bontà e la bellezza sono nell’uomo. E solo chi incontra l’uomo e la sua umanità può trovare la verità, la bontà, la bellezza, impronte divine sul creato.
Ogni strumento è grande quando è grande il messaggio che trasmette.
Un passaggio del discorso del Papa mi è piaciuto e mi ha fatto pensare alla rivista Don Orione oggi e al nostro sforzo di fare del bene mediante “l’apostolato della buona stampa” (Don Orione). Papa Francesco ha osservato che non esistono i media grandi, e quelli più piccoli, perché “nella Chiesa non c’è né grande né piccolo: ognuno ha la sua funzione. Tutti siamo membri e armonizzati per la vocazione di servizio nella Chiesa. Nessuno deve sentirsi piccolo, troppo piccolo rispetto ad un altro troppo grande. Tutti piccoli davanti a Dio, nell’umiltà cristiana, ma tutti abbiamo una funzione. Tutti!”. E poi, con una delle sue immagini che tagliano corto su tanti ragionamenti, Francesco ha chiesto: “chi è più importante nella Chiesa? Il Papa o quella vecchietta che tutti i giorni prega il Rosario per la Chiesa?”. Ed ha risposto “Che lo dica Dio: io non posso dirlo”, ma “è importante cercare l’unità, e non andare per la logica che il pesce grande ingoia il piccolo”.
Tutto chiaro. Anche per il Don Orione oggi e per tutti i bollettini e siti e blog e radio della Congregazione nel mondo. Nell’unità della Chiesa, tutto ha una funzione, tutto serve, tutto è grande della grandezza della Chiesa e di Cristo.
Tre peccati da evitare
Da ultimo, Papa Francesco ha parlato anche dei “dei peccati dei media”. Ne ha indicati tre. “La calunnia è peccato mortale, ma si può chiarire e arrivare a conoscere che quella è una calunnia. La diffamazione è peccato mortale, è un’ingiustizia, perché questa persona ha fatto quella cosa in quel tempo, poi si è pentita, ha cambiato vita”. E infine c’è un terzo peccato, più subdolo, più pericoloso e più comune, purtroppo. “La disinformazione è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l’altra metà. E così, colui che che vede la tv o colui che sente la radio non può fare un giudizio perfetto, perché non ha gli elementi e non glieli danno. Da questi tre peccati, per favore, fuggite. Disinformazione, calunnia e diffamazione”.
Termino con l’invito a usare i mezzi di comunicazione come si usano gli strumenti sacri. Don Orione ha praticato con sacrificio e zelo instancabili l'apostolato della penna, fin dalla prima pubblicazione “La scintilla”, nel 1895, quando lui aveva solo 23 anni, tanti ideali e niente soldi. Usava la penna e il giornale per fini alti: la gloria di Dio, la salvezza delle anime, lo sviluppo della Chiesa. Anche di Frate Ave Maria, cieco, che si occupò dell’apostolato della stampa braille e costituì una biblioteca per i ciechi, fu visto molte volte scrivere d’in ginocchio, con la macchina sull’inginocchiatoio.
La comunicazione, il conoscere e far conoscere la vita, è sempre qualcosa di nobile, di umano, e perciò anche di divino.
IL DECALOGO DI DON ORIONE