La famiglia non si mette ai voti, ma al centro del cuore.
Considerazioni sul Sinodo straordinario dei Vescovi.
"Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione" è il tema del Sinodo straordinario dei Vescovi indetto da Papa Francesco che si celebra in questi giorni, dal 5-19 ottobre 2014.
La scelta di una Assemblea straordinaria - e non ordinaria - del Sinodo dei Vescovi è motivata, secondo l'articolo 4 dello Statuto del Sinodo, dal fatto che "la materia da trattare, pur riguardando il bene della Chiesa universale, esige una rapida definizione".
Papa Francesco ha convocato Sinodo ad appena otto mesi dopo l'inizio del suo pontificato. Ciò significa che egli ritiene “urgente” per il bene della Chiesa prendere decisioni per la promozione della famiglia, fortemente minacciata dalla crisi culturale e spirituale attuale, da ideologie aberranti sostenute potentemente. Considera urgente valutare alcuni temi, oggi sempre più diffusi, che esigono risposte pastorali quali quello della vita cristiana di persone in situazioni matrimoniali difficili (separati e divorziati risposati, unioni di fatto, famiglie con un solo genitore, ecc.
Un discernimento di soluzione e non un sondaggio d’opinione
Si è creata una grande aspettativa per gli esiti di questo Sinodo. Molti mezzi di comunicazione presentano come questione centrale di questo Sinodo dei Vescovi il dibattito se la Chiesa può cambiare o meno la sua posizione sul divorzio. Sono stati pubblicati persino degli “exit poll” dei risultati su certi temi, equivocando e strumentalizzando il senso del Questionario in preparazione del Sinodo.
Sappiamo bene che Papa Francesco ha promosso una consultazione e non un sondaggio per vedere cosa pensa la maggioranza. La verità e la dottrina, almeno nella Chiesa cattolica, non si mettono ai voti. Anche quando nel mondo cattolico si fecero due altre consultazioni, con esito plebiscitario – nel 1849 chiedendo il parere sulla proclamazione del dogma dell’Immacolata concezione di Maria e nel maggio 1946, in vista della proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria con il suo corpo in cielo al momento della morte – la verità non fu successivamente proclamata sulla base della maggioranza ma come verità che discendevano dalle ragioni di rivelazione, storiche e dottrinali.
I Vescovi si riuniscono in questo ottobre 2014. Accompagniamo con interesse e con la preghiera questo Sinodo. Attingiamo informazioni da canali sicuri di informazione e non a canali spesso inquinati da ideologie e preconcetti. Mi permetto di segnalare il quotidiano Avvenire e, in internet, il sito www.news.va e naturalmente www.vatican.va .
Saldi nella verità, dinamici nella carità
I Vescovi con il Papa, ma anche religiosi e laici, radunati in Vaticano, si confronteranno su come esercitare la “caritas in veritate” della Chiesa a partire da un quadro dettagliato della situazione e delle esperienze pastorali nelle diverse aree geografiche del mondo. Il tema dell’unione matrimoniale riguarda un bene essenziale della nostra fede, perché “tutta la vita cristiana porta il segno dell'amore sponsale di Cristo e della Chiesa” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1617) che ha nella famiglia un “archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono” (Deus caritas est 2).
Dire che, sulla famiglia, la Chiesa è passata dalla dottrina e dal catechismo all’exit poll è una pura e semplice deformazione della realtà. Sospettare Papa Francesco di essere poco saldo nella verità e, quanto meno, imprudente è offesa al buon senso oltre che alla Persona.
Tranquilli, nessun Papa e nessun Sinodo ha mai detto e dirà mai nulla di contrario alla rivelazione trasmessa fedelmente nella tradizione cattolica e garantita dal Magistero della Chiesa e dalla conferma della verità propria del ministero del Papa.
È invece difficile, eppure importante e urgente, affrontare la questione delle famiglie, ferite e anche rotte, con quello spirito di misericordia e di apertura cui spesso richiama Papa Francesco. Occorre mettere in moto tutti i dinamismi della carità pastorale.
Incontro ai nuovi “fratelli separati”
Chi non sa che è avvenuto lo scisma silenzioso di tantissime famiglie, di tanti uomini e donne lontani dai sacramenti perché divorziati risposati o conviventi. Sono i nuovi “fratelli separati” di oggi. Con loro c’è “una certa comunione, sebbene imperfetta”. Il crollo dell’appartenenza ecclesiale e della partecipazione ai sacramenti dei divorziati risposati trascina, a cascata, i figli e quanti sono coinvolti nella loro situazione irregolare. Non si può far finta di non avvertire l’estensione e la drammaticità di questo scisma. Occorre porci la domanda e metterci in movimento per ristabilire tutta la comunione possibile. È quello che intende fare il Papa coinvolgendo tutta la Chiesa con il Sinodo dei Vescovi.
E’ positivo che la Chiesa affronti questa problematica con fedeltà dottrinale ma anche con carità pastorale. La soluzione non verrà certo cambiando la dottrina sull’unicità del matrimonio – anche se qualcuno (non cattolico) l’aspetterebbe – ma nel trovare le vie pastorali per valorizzare e sostenere quella vita di fede e quell’appartenenza ecclesiale che continua, in molti casi, anche in chi ha ferito la sua integrità di vita e di fede.
«Quando lasciare il padre e la madre per unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti, quando questo amore fallisce — perché tante volte fallisce — dobbiamo sentire il dolore del fallimento. E proprio in quel momento dobbiamo anche accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel loro amore. Non bisogna “condannare” ma “camminare con loro”». (Papa Francesco, Omelia, 28 febbraio 2014) «L'attacco contro questa fortezza sociale che è la famiglia cristiana, custodita e mantenuta dall'indissolubilità del matrimonio, ora latente ancora, vedete che domani diventerà furioso». (San Luigi Orione, Scritti 61, p.115-116) |