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Messaggi Don Orione
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Autore: Don Flavio Peloso
Pubblicato in: Don Orione oggi

Il 30 novembre inizia l’Anno della vita consacrata. Tra sacerdoti e laici, qual è il posto specifico dei religiosi nella Chiesa?

Carissimi Lettori e Amici.

Ricordo bene come, verso la fine del famoso incontro del Papa con i Superiori generali del 29 novembre 2013, Papa Francesco diede la notizia della proclamazione dell’l’Anno della vita consacrata da celebrarsi in tutta la Chiesa nel 2015.

Il Papa attribuisce grande importanza alla vita consacrata nella vita e nel rinnovamento da lui promosso e per questo vuole metterla al centro della riflessione della Chiesa.  Lo speciale “Anno della vita consacrata” inizia 30 novembre e terminerà il 2 febbraio 2016. 

ll titolo di questo Editoriale “Viva la vita religiosa” esprime innanzi tutto un senso di esultanza (“evviva”) di fronte a una vocazione e a un dono di Dio così bello. Ma è anche una dichiarazione di impegno di conversione affinché la vita religiosa viva, continui a vivere, sia viva e vivace. Infine, il titolo esprime anche una preghiera di fronte alle sfide che la vita consacrata incontra oggi: Signore, fa’ che la vita consacrata viva.

Condivido con voi alcune motivazioni sia alla nostra esultanza, sia all'impegno e sia alla preghiera per la vita religiosa.

Un modo speciale di essere cristiani

Papa Francesco, religioso gesuita, ha detto ai religiosi; “Io mi attendo da voi questa testimonianza. I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo.

Chiediamoci: qual è la “maniera speciale” e il “modo profetico” con cui i religiosi seguono il Signore, “capaci di svegliare il mondo”? Perché i religiosi sono importanti nella vita della Chiesa?

Vedete, noi ci facciamo religiosi a causa di Gesù, per amore di Gesù che ci ha chiamati e affascinati, per seguirlo più da vicino. Poi, certo, chi segue Gesù non sta con le mani in mano senza far niente, “non si annoia” direbbe Don Orione, viene coinvolto dai suoi atteggiamenti e dalla sua estroversione salvifica. Ma lo scopo primo della vita religiosa la sua ragione d’essere è “per seguire Cristo più da vicino”, per ri-presentare la forma di vita che Gesù ha vissuto durante la sua esistenza. Tutti siamo chiamati a “seguire e imitare Gesù”, ma la Chiesa ha coscienza e insegna il "superiore valore della vita consacrata per mezzo dei consigli evangelici" (Perfectae caritatis, n.1). È una responsabilità, non un orgoglio.

 “È una somma grazia di Dio; la vocazione religiosa è il più grande beneficio di Dio dopo il battesimo”, ripeteva spesso Don Orione. Privilegiati, grati e onorati perché la volontà di Dio ci ha voluto per questa strada? Ma certo, ma anche umili e attenti, perché la “via” è eccellente, ma se uno è su una strada bella e larga, si siede su un paracarro o si ferma alla piazzola di sosta non arriva da nessuna parte.

Religiosi eccellenti, in che cosa?

Credo che il testo più autorevole e chiaro per comprendere la fondamentale unità  di tutte le vocazioni cristiane e, insieme, la singolare identità di quella consacrata sia quello di Giovanni Paolo II nell’Esortazione Vita consecrata n.32: «A ciascuno dei fondamentali stati di vita è affidato il compito di esprimere, nel suo proprio ordine, l’una o l’altra dimensione dell’unico mistero di Cristo. Se nel far risuonare l’annuncio evangelico all’interno delle realtà temporali ha una particolare missione la vita laicale, nell’ambito della comunione ecclesiale un insostituibile ministero è svolto da coloro che sono costituiti nell'Ordine sacro, in modo speciale dai Vescovi… Quanto alla significazione della santità della Chiesa, un’oggettiva eccellenza è da riconoscere alla vita consacrata, che rispecchia lo stesso modo di vivere di Cristo. Proprio per questo, in essa si ha una manifestazione particolarmente ricca dei beni evangelici e un'attuazione più compiuta del fine della Chiesa che è la santificazione dell'umanità».

Non solo i frutti ma anche la pianta

 “Chi fa i voti dona a Dio non solo i frutti ma anche la pianta, cioè si fa tutto di Dio, ed è di Dio nel modo il più perfetto, nell’osservanza dei santi consigli evangelici”.   È questo “stato di vita” che costituisce la nostra memoria e la nostra profezia che, al dire di Papa Francesco, può svegliare il mondo.

Abbiamo ricevuto una vocazione bella ed eccellente, la più adatta per conformarci a Cristo. Ma non basta. “Datevi tutti al Signore: edificate in voi Gesù Cristo: vestitevi entro e fuori di Gesù Cristo!” (Don Orione). Solo con religiosi vestiti entro e fuori di Gesù Cristo, la vita consacrata è “annuncio di un modo di vivere alternativo a quello del mondo e della cultura dominante. Con lo stile di vita e la ricerca dell’Assoluto, suggerisce quasi una terapia spirituale per i mali del nostro tempo” (RdC 6).

Il carisma orionino dà alla nostra vita religiosa un’anima e uno stile particolare nel seguire Gesù sulla via della santità e dell’apostolato. Il carisma  è una “scintilla dello Spirito Santo”, la fondazione “è opera di Dio”, e “della Madonna, Madre e celeste fondatrice”. “Fedeli al vostro carisma specifico – ci disse il santo Giovanni Paolo II - , voi potrete realmente servire la causa di Cristo, della Chiesa e dei poveri, camminando, come amava ripetere il vostro Padre, «sempre alla testa dei tempi»” .

Quali iniziative?

La Congregazione per la vita consacrata ha comunicato un calendario delle iniziative promosse a livello centrale, a Roma. Papa Francesco ha assicurato la sua presenza a tutte le iniziative.

In Consiglio generale, abbiamo già preso qualche prima iniziativa in vista dell’Anno della vita consacrata. La conclusione del nostro Anno Missionario Orionino coinciderà con l’inizio dell’Anno della vita consacrata, il 30 novembre. Abbiamo concordato di partecipare insieme, i Consigli generali dei religiosi e religiose orionini e dell’Istituto Secolare alla Veglia di preghiera prevista la sera del 29 novembre e alla Santa Messa celebrata il 30 novembre in San Pietro.

Collocheremo il nostro convegno ecumenico del sessennio in corrispondenza a quello organizzato dal 22 al 24 gennaio 2015 per l’Anno della vita consacrata; convocheremo una adunata internazionale dei nostri Juniores in formazione e dei loro formatori per il convegno programmato dal 22 al 26 settembre 2015.

In ogni nazione e città dovremo farci promotori con altri religiosi, clero locale e laici di eventi che illustrino l’identità e la relazione della vita consacrata nella vita della Chiesa.

Sarà un anno in cui dare particolare impulso alla nostra testimonianza e all’annuncio vocazionale della vita religiosa e del carisma orionino.

Per noi Orionini, l’Anno della vita consacrata costituisce una provvidenziale preparazione al nostro prossimo Capitolo generale del 2016. Entrambi gli eventi ci chiedono la conversione all’autenticità della vocazione religiosa, incentrata sulla santità e sullo stesso “modo di vivere di Cristo”, rifiutando ogni ipocrisia e mondanità spirituale. Questo è richiesto ai religiosi nella Chiesa di Papa Francesco.

I vantaggi della vita religiosa

Don Orione, per incoraggiare i suoi religiosi e per invitare altri a unirsi nella vita religiosa, illustrò più volte i vantaggi della vita religiosa.

“San Bernardo  ha scritto molto sulla vita religiosa. Ha parlato anche dei vantaggi che il religioso ha nella vita religiosa.

Vivit purius: il religioso si scioglie da tutti gli impacci e da tutte le lusinghe del mondo e vive con più purezza di cuore, di volontà, di opere, sempre “mundo corde”.

Cadit rarius: Non diventa impeccabile, no, ma somministra mezzi i quali impediscono la caduta o in forza di cui si cadrà più di rado. Il Vangelo dice ‘guai ai soli!’. Vivendo in comunità, siete portati dall’esempio e, se ancora cadete, cadrete sempre più raramente.

Surgit velocius: se uno cade, l’altro lo sostiene; l’aria stessa che respirate, l’ambiente in cui vivete vi aiuta a risorgere presto, se caduti.

Incedit cautius: cammina cauto il buon religioso, non si fida di sé.

Irroratur frequentius: è una pioggia benefica di aiuti, di grazie, di benedizioni!

Quiescit securius: Il mondo non può dar la pace. Il religioso che ama Dio gode di una pace che supera tutte le gioie del mondo. Sant’Alfonso diceva che Dio non può mancare alle sue promesse; a chi ha lasciato tutto per suo amore dà la vita eterna. Come temere?

Moritur confidentius: il religioso non dubita di Dio e muore sperando e credendo nella parola del suo Signore.

Purgatur citius: coi santi voti, vi sono state rimesse colpa e pena dei peccati commessi e, se anche non finiste di soddisfare i debiti in questa vita, le preghiere e i sacrifici dei confratelli aiuterebbero il defunto a liberarsi presto da quelle pene.  La nostra Congregazione è una delle Congregazioni in cui si prega di più per i defunti.

Remuneratur copiosus:  Gesù ha promesso che non lascerà senza premio un semplice bicchiere d’acqua, dato in suo nome e per amor suo. Come lascerà senza premio tanti sacrifici, tante opere buone che fa ogni giorno un buon religioso? Ha promesso il centuplo in questo mondo e la vita eterna nell’altra a chi lascerà per amor suo, padre, madre, averi”.

Questo testo è ricavato da due differenti fonti; da una meditazione alle Piccole Suore Missionarie della Carità durante gli esercizi spirituali del 1919 e da Appunti autografi senza data in Scritti 56, 142; cfr Lo spirito di Don Orione II, 20-23.

 

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