La Conferenza Episcopale Polacca ha promosso un simposio sull'Arcivescovo stratega della Chiesa polacca negli anni 1960-1990.
Varsavia, 7 novembre 2017.
Nella Sala della Plenaria del Palazzo della Conferenza Episcopale Polacca (CEP) si è tenuto un Simposio di studiosi e testimoni della vita dell’arcivescovo Bronisław Dąbrowski, nel centenario della sua nascita, avvenuta a Grodziec il 2 novembre 1917. Il convegno è stato promosso dal Segretario della Conferenza Episcopale, mons. Artur Miziński, in collaborazione con la gli Orionini di Polonia e, in particolare, del Provinciiale don Krzysztof Baranowski. Erano presenti i Vescovi Ryszard Karpiński, Alojzy Orszulik, Romuald Kamiński e autorità civili e religiose, studiosi, rappresentanti dei Figli della Divina Provvidenza, delle Piccole Suore Missionarie della Carità, dell’Istituto Secolare Orionino.
Ha introdotto il Simposio il Vescovo segretario della CEP motivando l’iniziativa con il fatto che la figura dell’arcivescovo Dąbrowski è di grande valore umano, spirituale, ecclesiale e civile per tutta la Polonia, un protagonista determinante per la sua storia recente.
Nella prima parte della mattinata si sono susseguiti brevi interventi di carattere storico. Ha preso la parola per primo Don Flavio Peloso, postulatore generale della Congregazione con alcune annotazioni storiche sull’importanza dell’impronta di San Luigi Orione e dell’ambiente della Congregazione sulla personalità dell’arcivescovo Dąbrowski, “il più polacco degli orionini e il più orionino dei polacchi”. I professori Peter Raina, Jan Żaryn, Antoni Dudek, Katarzyna Grabska hanno illustrato l’azione di mons. Dąbrowski nel contesto del “Ruolo della Chiesa in Polonia nel tempo della dittatura comunista”. Tutti hanno concordato nel dire che l’Arcivescovo ebbe un ruolo determinante, di tipo “politico”, insieme al primate Stefan Wyszyński e a Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia e poi Papa. Era lui la voce, il mediatore, il tessitore del dialogo con il comunismo in Polonia e con la Santa Sede a Roma.
Dopo la conferenza stampa, la seconda parte della lunga mattinata è stata dedicata alle testimonianze su mons. Bronislaw Dabrowski come uomo e pastore. Sono stati ascoltati la dottoressa A. Greziak, suo medico nell’ultima fase della vita, don Stanislao Pawlina che gli fu molto vicino come confratello e segretario. Suor K. Dębowska ha ricordato l’aiuto dell’Arcivescovo alle Congregazioni religiose in Polonia, mentre suor Józefina Klimczak si è concentrata sul suo rapporto con le Piccole Suore Missionarie della Carità che lo ebbero come “padre”.
La mattinata è corsa via intensa e ricca di contenuti. Ne è risultata una memoria storica capace di interpellare e anche interpretare l’attualità sociale, sia civile e sia ecclesiastica della Polonia e della Chiesa. In più interventi è stato detto che la figura dell’arcivescovo Bronisław Dąbrowski merita non solo di essere argomento di studio nelle cattedre, ma anche di devozione e di imitazione, promuovendone la causa di canonizzazione.