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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Immacolata Concezione di Carlo Maratta, Chiesa di Sant'Isidoro a Capo le Case, Roma.

L'arte aiuta a capire il dogma nelle tele di Carlo Maratta.

IMMACOLATA. TEOLOGIA E ARTE.

«Io porrò inimicizia tra te e la donna,

tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa

e tu le insidierai il calcagno».

 

L’immagine dell’Immacolata, conservata nella Cappella Don Orione di Roma, è opera di Carlo Maratta (1625-1713), artista barocco, è una rappresentazione teologicamente profonda e in linea con la formulazione del dogma dell’Immacolata concezione di Maria, preservata dal peccato fin dal momento del suo concepimento, in previsione della nascita e dei meriti di Gesù.

La Madonna è rappresentata con la testa adornata da una corona di dodici stelle, che simboleggiano le dodici tribù di Israele; i suoi piedi poggiano su un globo, la Terra, insidiata dal serpente ma difesa dalla Vergine che sorregge il figlio suo Gesù che trafigge la testa del serpente.

La raffigurazione corrisponde ai racconti biblici dell’Apocalisse 12, 1, che presenta “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” e della Genesi 3, 15: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Questo "tipo" iconografico ci ricorda che Maria è Immacolata in quanto Madre di Dio, e per questo tiene Gesù in braccio. Maria è stata preservata dal peccato proprio "in previsione della venuta e dei meriti del Figlio suo".

È importante notare che in queste rappresentazioni, vediamo Maria che, pur tenendo il piede sul serpente, non è lei a schiacciarlo. Ci pensa il Bambino Gesù, che lei sorregge, a trafiggere il serpente con una lunga lancia che ha la forma della croce.

Il Serpente antico non ha morso Maria (Immacolata fin dalla concezione) perché Gesù l’ha sconfitto. Maria doveva diventare la Madre di Dio, il quale non può entrare dove c’è traccia di peccato. Perciò, proprio lei è redenta preventivamente, perché Cristo potesse trovare sulla terra almeno "un fazzoletto di terra pulita dove posare il piede", secondo la bella espressione di sant’Antonio di Padova. 


Maria è stata redenta in anticipo rispetto alla sua nascita. In questo sta il “privilegio” riconosciuto dal dogma proclamato da Pio IX nel 1854. Fu preservata da ogni contatto con la colpa. Maria non è stata smacchiata dal peccato prima di nascere: non l'ha mai incontrato, perché Dio - nel suo disegno d'amore eterno per il Figlio suo incarnato - ha voluto impedire questo incontro.

Quando Maria nel Magnificat proclamaL’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore” riconosce la verità. Maria è stata salvata, addirittura prima ancora di essere concepita: per questo Dio è suo Salvatore. Quel Dio che, Bambino, lei darà alla luce, sarà lui a trafiggere il Diavolo, causa scatenante del peccato nell’uomo. E questo ci viene rappresentato dalle belle immagini qui riportate.

Ma c’è ancora una considerazione molto consolante da fare. Come Maria, redenta, è preservata dal contagio della colpa, così l’umanità redenta dalla morte del Salvatore viene liberata dalla stessa colpa. Quindi il risultato dell'amore di Dio, potremmo dire, è lo stesso: anche noi battezzati siamo costituiti e chiamati ad essere "santi e immacolati" di fronte all'Altissimo, per vocazione e per grazia. Non dobbiamo mai dimenticarlo.

Ai bambini del catechismo, per farmi capire, dico “La Madonna ha ricevuto il Battesimo” prima di nascere. E’ profondamente vero e il risultato è identico (anche se poi, a differenza della Tuttasanta, dopo il battesimo noi siamo spesso tornati a peccare...).

Maria è la primizia che anticipa e preannuncia il raccolto. Tutti quanti siamo strappati (o mai posseduti, nel caso della Vergine) dal peccato in virtù dell'Incarnazione- Nascita-Passione-Morte-Risurrezione di Gesù, non per altri meriti, nemmeno quelli della Madonna. Ecco perché la lancia che trafigge il demonio è in mano a Gesù accolto e portato dalla disponibilità di Maria al progetto della salvezza universale.

(Nella foto, l'Immacolata di Carlo Maratta nella Chiesa di Sant’Agostino, Siena)

 

 

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