Il testo in italiano della Bolla Pontificia.
BOLLA PONTIFICIA
DI CANONIZZAZIONE DI SAN LUIGI ORIONE
“Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro” (1 Cor 9, 19-23).
Queste parole dell’Apostolo Paolo ci aiutano a presentare la vita del Beato Luigi Orione, che ci appare come una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana. E' impossibile sintetizzare in poche frasi la sua vita avventurosa e talvolta drammatica, però possiamo dire che egli fu certamente una delle personalità più eminenti del secolo ventesimo per la sua fede cristiana apertamente vissuta. Ebbe la tempra e il cuore dell'Apostolo Paolo, tenero e sensibile fino alle lacrime, infaticabile e coraggioso fino all'ardimento, tenace e dinamico fino all'eroismo, affrontando pericoli di ogni genere, avvicinando alte personalità della politica e della cultura, illuminando uomini senza fede, convertendo peccatori, sempre raccolto in continua e fiduciosa preghiera, talvolta accompagnata da terribili penitenze.
Luigi Orione nacque a Pontecurone, in diocesi di Tortona, il 23 giugno 1872. Pur avvertendo la vocazione al sacerdozio, per tre anni (1882-1885) aiutò il padre come garzone selciatore. Il 14 settembre 1885, a 13 anni, venne accolto nel convento francescano di Voghera (Pavia), ma una polmonite ne mise in pericolo la vita e dovette tornare in famiglia. Dal 1886 al 1889 fu allievo dell’Oratorio di Valdocco in Torino. Entrò poi nel seminario di Tortona. Aperse in Tortona, il 3 luglio 1892, il primo Oratorio per curare l’educazione cristiana dei ragazzi; l’anno seguente, il 15 ottobre 1893, Luigi Orione, chierico di 21 anni, aprì un Collegio destinato a ragazzi poveri.
Il 13 aprile 1895, fu ordinato sacerdote e nella medesima celebrazione il Vescovo impose l’abito clericale a sei allievi del suo collegio. Attorno al giovane Fondatore crebbero chierici e sacerdoti che formarono il primo nucleo della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Il vescovo di Tortona, Mons. Igino Bandi, nel 1903, riconobbe canonicamente la congregazione religiosa maschile dei Figli della Divina Provvidenza (sacerdoti, fratelli coadiutori ed eremiti), e ne sancì il carisma espresso apostolicamente nel “collaborare per portare i piccoli, i poveri e il popolo alla Chiesa e al Papa, mediante le opere di carità”, professato con un IV voto di speciale «fedeltà al Papa». Confortato dal personale consiglio di Leone XIII, il Beato Orione pose nelle prime Costituzioni del 1904, tra gli scopi della nuova Congregazione, quello di lavorare per "ottenere l'unione delle Chiese separate".
Egli fu sacerdote di Cristo totalmente e gioiosamente, percorrendo l'Italia e l'America Latina, consacrando la propria vita a coloro che più soffrono, a causa della sventura, della miseria, della cattiveria umana. Basti ricordare la sua operosa presenza fra i terremotati di Messina e della Marsica. Don Orione intuì con chiarezza che la prima opera di giustizia è dare Cristo ai popoli perché “è la carità che tutti edifica, tutti unifica in Cristo e nella sua Chiesa”.Questo umile e povero prete, intrepido ed instancabile, divenne testimonianza viva dell'amore di Dio. Egli entra a far parte della lunga schiera di testimoni che con la loro condotta hanno manifestato qualcosa di più che una solidarietà semplicemente umana, addolcendo il sudore amaro della fronte con parole e fatti di liberazione, di redenzione, e quindi di sicura speranza.
Povero tra i poveri, spinto dall'amore di Cristo e dei fratelli più bisognosi, allargò sempre più le tende della Piccola Opera della Divina Provvidenza che si arricchì della presenza delle Piccole Suore Missionarie della Carità, delle Sacramentine Cieche e in seguito delle Contemplative di Gesù Crocifisso. Coinvolse sui sentieri della carità e dell’impegno civile pure i laici, poi costituiti in Istituto Secolare Orionino e Movimento Laicale Orionino.
Aprì anche altre case in Polonia, negli Stati Uniti e in Inghilterra, con vero spirito ecumenico. Volle poi concretizzare visibilmente il suo amore a Maria erigendo a Tortona il grandioso Santuario della Madonna della Guardia.
Il cuore di questo stratega della carità fu «senza confini perché dilatato dalla carità di Cristo». La passione per Cristo fu l’anima della sua vita ardimentosa, la spinta interiore di un altruismo senza riserve, la sorgente sempre fresca di una indistruttibile speranza. Un anno prima della morte così aveva sintetizzato il programma essenziale della sua vita: "Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare". Mirabile è Dio nei suoi Santi, e il Beato Orione rimane per tutti esempio luminoso e conforto nella fede.
La causa di beatificazione e canonizzazione del Beato Luigi Orione fu iniziata nel 1947 presso la diocesi di Tortona. Il 26 ottobre 1980 noi stessi lo proclamammo Beato.
Nel 1999, il Vescovo di Tortona iniziò il processo canonico su una presunta guarigione miracolosa avvenuta nel 1990 a favore di Pierino Penacca, un uomo che aveva conosciuto, vivente, il Beato. Il 7 luglio 2003, abbiamo autorizzato la promulgazione del decreto sul miracolo. Nel concistoro del 19 febbraio 2004, abbiamo stabilito che il rito di canonizzazione fosse celebrato il 16 maggio dello stesso anno.
Oggi pertanto, in Piazza San Pietro, nel corso di una solenne celebarzione, abbiamo pronunciato anche questa formula:
In onore della santa e indivisibile Trinità, ad esaltazione della fede cattolica e ad incremento della vita cristiana, per autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo matura e ponderata decisione e, dal divino aiuto più spesso implorata, e per consiglio di molti nostri Fratelli, riteniamo e definiamo che i Beati Luigi Orione, Annibale Maria Di Francia, José Manyanet y Vives, Nimatullah Al-Hardini, Paola Elisabetta Cerioli, Gianna Beretta Molla sono Santi e li inseriamo nell’elenco dei Santi, riconosciuti da dover essere onorati con religiosa devozione, tra i Santi, nella Chiesa universale. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Possiamo pertanto augurarci che gli esempi di questi operosi fedeli di Cristo nel campo della santità, tanto solennemente presentati nella Chiesa universale, siano sempre motivo di gaudio a quanti si rallegrano veramente in essi, cosicché rimangano altrettanti stimoli ai seguaci del Vangelo di Cristo perché quegli stessi fedeli cerchino di attuare nella loro vita ciò che, con l’aiuto di Dio, sarà visto dagli altri come già effettuato.
Ciò che con queste parole abbiamo solo accennato, vogliamo sia vero e confermato oggi e in futuro anche se qualsiasi cosa contraria minimamente ostacoli.
Dato in Roma, presso San Pietro, il giorno 16 maggio nell’anno del Signore duemila e quattro, ventiseiesimo del nostro Pontificato.
Io Giovanni Paolo
Vescovo della Chiesa Cattolica