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Messaggi Don Orione
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Un ricordo di Madre Maria Caterina Preto, formatrice e superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità.

MADRE CATERINA PRETO

LA SANTITÀ UNICA ATTRATTIVA

 

             Don Flavio Peloso

            È molto facile incontrare anime fervorose, entusiaste, affascinate da Dio, che vogliono scalare le vette della santità. Non poche, dopo i primi entusiasmi, sensim sine sensu, di fronte alle difficoltà dell’ascesa, si lasciano prendere da timori, da paure, da stanchezze, per cui preferiscono seguire comode varianti, che sembrano andare avanti ma si fermano a metà costa, si contentano di mete mediocri rispetto a quelle intraviste e propostesi.

Madre Maria Caterina Preto mi ha sempre lasciato la nitida impressione di un’anima cui interessava esclusivamente Dio e la santità. Fu per molti anni formatrice e superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità, fondate da San Luigi Orione. Fu donna di grande sensibilità mistica e di slancio apostolico. Ho avuto modo di conoscerla, di apprezzarne le notevoli doti umane e spirituali, ma quello che più emergeva della sua personalità è la tensione alla santità. Con intenzione umile e decisa voleva essere santa, tutta di Dio. 

Maria Preto, era nata a Valdagno (Vicenza), il 9 aprile 1923. Fu educata a generosità, rinuncia e sacrifico, alla scuola della sua buona famiglia e dell’Azione Cattolica parrocchiale. Nel 1946, all’età di 23 anni, dopo che aveva già lavorato per qualche tempo in fabbrica, alla Marzotto, per venire in aiuto alla famiglia di precarie condizioni economiche, decise che era ora di seguire il Signore che la chiamava a una vita di totale consacrazione. Iniziò la sua scalata, grata al Signore per i doni ricevuti e soprattutto per quello della vocazione.

Fece la Prima Professione il 15 agosto 1949 e poi venne destinata alle comunità del Istituto San Filippo di Roma e di Avezzano. A Tortona, fu per una decina d’anni maestra delle postulanti e poi delle novizie. Sapeva unire fermezza e amorevolezza materna, sapeva farsi vicina alla sorella che soffre, paziente con chi riesce meno, umana, attenta alle esigenze delle giovani alle quali comunicava, giorno dopo giorno, il suo attaccamento alla congregazione, alle anime, ai poveri, alla Chiesa e a Dio soprattutto, presente negli ultimi, secondo il carisma orionino.

Per due mandati, dal 1969 al 1981, ricoprì l’ufficio di Superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Seguì ancora un lungo periodo come Vicaria generale (1981-1993). Era donna di cuore ma anche di studio e di buona cultura. Ha cercato di far camminare la congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità nel discernimento e rinnovamento del Concilio Vaticano II, attraverso la conoscenza e l’approfondimento dei documenti e delle direttive. Gli ultimi anni li ha trascorsi alla “Casa madre” di Tortona servendo, fin che ha potuto, e poi condividendo le difficoltà delle consorelle anziane e malate. È passata al Signore il 16 dicembre 2003.

Di lei posso ricordare la vivacità con cui mi ascoltava parlare di Don Orione e poi conversava del Fondatore per aggiungere un suo pensiero o anche solo per godere della bellezza delle cose di Dio manifestatesi nello “stratega della carità”, come l’ha definito Giovanni Paolo II, canonizzandolo il 16 maggio 2004. Per lei, l’amore a Don Orione e la fedeltà al suo carisma erano sicura garanzia di santità e di bene per la Chiesa.

Per l’anniversario della morte di questa santa suora, le Piccole Suore Missionarie della Carità hanno curato un quaderno, “Ricordando Madre Maria Caterina Preto”, con cenni biografici e testimonianze personali. E’ un coro di voci che all’unisono celebra le sue virtù, la trasparenza, la serenità, l’amore a Dio e alle anime. In molte c’è la convinzione di averla protettrice in cielo. La definiscono donna biblica, materna e umile, umile e caritatevole, umana e apostolica, generosa e accogliente, aperta e coerente, attenta alla persona, donna di preghiera, figlia  amante e fedele della Chiesa, discepola entusiasta di Don Orione.

Durante il suo governo ha dato un grande impulso missionario alla Congregazione: “Pensava alla grande, tanto che tutte eravamo disposte a partire per l’Africa”, ha scritto Madre Maria Ortensia Turati, attuale Superiora generale.

Certamente, Madre Caterina è stata, ed è, un dono magnifico che il Signore ha voluto offrire alla congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità e alla Chiesa tutta. Nei tempi più recenti ha costituito, senza dubbio, uno dei canali spirituali e di governo attraverso cui meglio è stato trasmesso lo spirito di Don Orione.

Siccome sono stato Postulatore, ogni tanto qualcuno mi propone qualche candidatura alla canonizzazione. E’ un tema serio e ci sono vari criteri da tenere presenti. Ma fa bene parlare e stimare le persone “sante”. Madre Maria Caterina potrebbe essere una candidata? Certamente è una che ha voluto diventare santa – cioè vivere di Dio – con generosità, fino alla fine.

Accosto al ricordo di lei, quanto ho da poco letto di Santa Teresa di Gesù a proposito di chi si vuole “dare a Dio”: “Occorre prendere una risoluzione ferma e decisa di non arrestarsi prima di raggiungere quella fonte, avvenga quel che avvenga, succeda quel che succeda, si fatichi quanto bisogna faticare, mormori chi vuol mormorare; bisogna tendere sempre alla meta, a costo di morire durante il cammino se il cuore non regge agli ostacoli che vi s'incontrano” (Cammino di perfezione, cap.35).

Qualcosa di simile ha deciso e realizzato Madre Maria Caterina. E il ricordare lei aiuta noi a ricordare il cammino della santità, unica attrattiva veramente interessante della vita religiosa e del cristianesimo.

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