A lui si deve la popolarizzazione dell'attributo "Divina Provvidenza"
SAN GAETANO DA THIENE
Popolarizzò la "Divina Provvidenza"
Don Flavio Peloso
In tempi di crisi, in cui il “destino” sembra affermarsi anche nel mondo cristiano, in tempi in cui, a Padova, il Pomponazzi sostiene che tra libero arbitrio e provvidenza divina c’è conflitto, dallo stesso veneto, a Vicenza, viene un santo (1480-1547) che mostra nella concretezza della sua vita la Provvidenza. “Gaetano della Provvidenza” così è chiamato dalla gente.
San Gaetano sviluppò molte iniziative di carità che egli percepiva non solo nelle sue implicazioni religiose, ma anche in quelle sociali. La Divina Provvidenza con lui è diventata motivo popolare: non contemplazione dei mistici, non esperienza privilegiata di santi (o di pochi che incontrano i santi), ma fede comune, che ispira preghiera, gesti, atteggiamenti.
Don Orione parlò spesso di San Gaetano da Thiene, cui aggiungeva sempre l’epiteto “il santo della Divina Provvidenza”. Ecco un suo profilo biografico.
“SAN GAETANO, fondatore della congregazione dei Teatini, è nato a Vicenza da nobili genitori l’anno 1480. Sua madre lo pose sotto il patrocinio della Madonna e il figlio se ne mostrò degno con una vita illibata e un tenero amore ai poverelli.
Mortificò le sue passioni, acquistò un’inalterabile dolcezza e grande amore all'orazione e al raccoglimento. Questa sua vita lo rese caro a Dio e agli uomini, ond’è che fin dai suoi giovani anni lo chiamavano il Santo.
Con gli esercizi della religione egli santificava lo studio, e fece mirabili progressi nelle lettere, nelle scienze filosofiche e in quelle del diritto civile e canonico, e ottenne una splendida laurea da Dottore in Legge all’Università di Padova. Temendo i pericoli dell’Avvocatura, che i progressi della mente gli inaridissero il cuore e lo spirito di pietà , si recò a Roma, e si applicò interamente agli studi religiosi. Giulio II, Della Rovere, genovese - il Papa che lanciò agli italiani il grido: Fuori i barbari! - innalzò Gaetano da Thiene al sacerdozio, e lo insignì del grado di Protonotario Apostolico.
Però gli onori non mutarono il cuore del Santo. Si ascrisse alla Confraternita del Divino Amore, e, passato poi a Vicenza a Verona a Venezia e in altre città , diede tutta la sua vita ai poveri e all’assistenza dei malati incurabili negli Ospedali, diffondendo largamente l’Amore di Dio, tanto che lo chiamarono Serafino all’altare e Apostolo sul pulpito.
Ritornato a Roma, si consacrò a combattere i vizi della società e a far rifiorire nel Clero lo spirito e zelo onde furono animati i primi predicatori del Vangelo. E insieme con altri pî Sacerdoti istituì i Teatini. Questi servi di Dio vivono senza rendite solo abbandonati alla Divina Provvidenza.
Il Santo faticò molto nel campo delle anime e predicò in quasi tutte le Città d’Italia, finché a Napoli ammalò a morte. Consigliandolo i medici a lasciare l’uso di dormire sopra assi, egli rispose loro: " Il mio Salvatore è morto sulla croce, lasciatemi almeno morire sulla cenere". Ricevuto il Viatico, spirò in un’estasi d’amore, baciando il Crocifisso, il 7 Agosto 1547.
Fu sepolto nella Chiesa di San Paolo in Napoli, e al suo altare i Sacerdoti della Divina Provvidenza di Tortona si fermano a dir Messa quando passano da Napoli, poiché Egli é il Santo della Divina Provvidenza.”
DON ORIONE SCRIVE
“Il nuovo Istituto (Berna, di Mestre) viene posto sotto gli auspicî di San Gaetano da Thiene, che è un Santo tutto veneto e italiano, se altri ce ne fu mai, ardente cercatore di anime, e interamente affidato alla Provvidenza del Signore”.
“Anime! era il grido degli Apostoli e de’ Santi, la parola che ravviva le forze di S. Gaetano da Thiene, il santo grande santo della Divina Provvidenza, chiamato dal breviario venator animarum!”.
“Il Cottolengo assieme a San Gaetano da Thiene sono i santi della Divina Provvidenza, poiché si abbandonavano tranquillamente nelle sue mani; e i Figli della Divina Provvidenza non devono essere da meno di questi giganti della fede”.