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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Carboni Rodolfo alla sinistra di Don Orione, a Victoria (Argentina) 17 gennaio 1936

L'incontro di due grandi apostoli della carità e della elevazione sociale dei poveri.

PADRE RODOLFO CARBONI E DON ORIONE

 

            Flavio Peloso

Nel giugno 2014, sono stato in visita in Mozambico e, per la prima volta, assieme a Pe. Joao Batista de Freitas e Pe. José Geraldo Silva, fummo a visitare la Diocesi di Xai Xai. Qui, per due giorni, fummo ospiti nella casa del vescovo, Dom Lucio Andrice Muandula, che ci condusse a conoscere alcune zone pastorali particolarmente bisognose. Presso la casa del Vescovo abbiamo incontrato tre suore in abiti civili. La conoscenza è presto fatta: Hermanas Auxiliares Parroquiales de Santa María, tutte provenienti dall’Argentina.

“Il nostro Fondatore parlava spesso e con ammirazione di Don Orione”, mi dicono.

“E come si chiama?”, chiedo.

“Padre Rodolfo Carboni”.

Prima di partire mi hanno dato una piccola biografia letta durante il viaggio. A me è venuta spontanea una considerazione: "Ma questo è un Don Orione argentino". Tornato a Roma, è bastata una piccola ricerca in Archivio e in internet per scoprire la stretta amicizia tra i Due.

Padre Rodolfo Carboni era stato un militante del cattolicesimo argentino, avvocato e in seguito sacerdote. Era nato il 17 novembre 1896 a Entre Rios. Con la famiglia emigrò a Buenos Aires perché il padre ferroviere qui fu trasferito. Fa gli studi universitari come avvocato e poi, a 25 anni, entra nel seminario di Buenos Aires dove viene ordinato sacerdote l’11 ottobre 1925. Fu inviato a Roma e divenne dottore anche in diritto canonico. Ritornato in Argentina fu nominato assistente ecclesiastico dei “Circulos Catolicos de Obreros” nel 1933.

Probabilmente fu in questo contesto che conobbe Don Orione, quando fu in Argentina dal 1934 al 1937. Fu parroco a “Santa Rosa da Lima” per 23 anni. Andava spesso a trovare Don Orione a Carlos Pellegrini. A lui ricorreva anche Don Dutto che stava avviando le attività al porto di Mar del Plata: “29 agosto 1936. Caro don Dutto. II  Padre Carboni non è a Bs. Aires, appena volterà dai benedettini di Victoria, gli passerò la tua”.

Don Orione aveva grande stima e sintonia con Padre Rodolfo, tanto che gli affidò le confessioni dei suoi novizi e, nel descriverlo, disse: “Questo è un sacerdote di fuoco”.

Era sacerdote di gran cuore apostolico, “apostolo della dottrina sociale”, papalino e socialmente intraprendente come Don Orione. Don Orione lo stimava molto e lo chiamava “il prete di fuoco”.

Edmundo Fogliarino ricorda ancora che “a noi predicò gli Esercizi Spirituali a Lanùs (oggi Villa Dominico), dal 6 al 18 gennaio 1936, ci è rimasta una foto in cui ci sono lui e Don Orione. Lui faceva le meditazioni e Don Orione teneva le istruzioni, insistendo molto sullo spirito della Congregazione”.

Effettivamente, in una delle foto più note di Don Orione in Argentina, sono annotati i nomi di tutti i nostri religiosi che attorniano Don Orione. Mancava solo un nome, quello del sacerdote a sinistra di Don Orione. È Padre Rodolfo Carboni che predicò gli esercizi spirituali.

Padre Rodolfo Carboni aveva fondato le Suore Ausiliarie Parrocchiali di Santa Maria e, come ricorda Fogliarino, “Don Orione aiutò quest’opera, sistemando in Roma le faccende dell’approvazione. Carboni diceva che il vero Fondatore era Don Orione. Le Suore però non sono al corrente di quanto ha fatto Don Orione per loro. Don Orione agiva d’accordo col Padre Carboni e riferiva soltanto a lui”.

Padre Carboni viaggiò a Roma nel 1938, e, al porto, ebbe la consolazione di incontrarsi con il suo amico Don Orione che lo aiutò ad arrivare alla Sacra Congregazione dei Religiosi per avere l’approvazione della Congregazione delle sue Suore, che vive la spiritualità del “cuore sacerdotale di Gesù”, piuttosto audace e nuova come concezione: senza abito religioso e senza opere proprie perché le opere sono quelle della parrocchia, senza convento e cappella perché casa e chiesa sono quelle della parrocchia, senza regole rigide per essere disponibili alla vita della parrocchia. La risposta finale fu, allora, negativa. “Il Padre Rodolfo ricorse al suo amico, già allora conosciuto per il suo dono di profezia, e gli chiese: Sarà approvata la Opera? La risposta fu: Lei continui”, scrive Maria Inés Corral nella sua biografia di Padre Rodolfo Carboni.

Quando il 3 aprile 1940, nella Cattedrale di Buenos Aires fu organizzata la solenne celebrazione funebre ad un mese dalla morte di Don Luigi Orione, non fu trovata persona più idonea per l’orazione funebre del Padre Rodolfo Carboni, che bene conobbe e ammirò Don Orione con un singolare intuito d’anima e d’azione. Il testo di questa orazione funebre è conservato, tuttora capace di suscitare il ricordo vivo del “padre dei poveri e benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata” (Pio XII) e “stratega della carità” (Giovanni Paolo II).

Padre Rodolfo Carboni ebbe la consolazione di ricevere il Decreto di approvazione della Congregazione solo poco prima di morire, l’11 febbraio 1960. Egli si spense il 26 luglio 1960.

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