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Ricorso e profilo biografico del primo vescovo orionino brasiliano.
Don Flavio Peloso
Quando il 9 novembre 1981 fu eletto vescovo di Tocantinopolis, il confratello brasiliano Aloísio Hilário De Pinho scelse come motto per il suo stemma episcopale un’espressione con cui san Paolo si presentò alla comunità cristiana di Corinto: In charitate non ficta, nella carità sincera, non finta (2Cor 6, 6). Certamente con questa scelta, Dom Aloisio intendeva impegnare e qualificare la sua persona, il suo ministero e tutta la sua vita. E così fu.
A prova della verità di questa espressione, conservo una fotografia indelebile nella mia memoria. L’ultima volta che lo vidi fu alla Casa per anziani di Rio Claro, in Brasile, mentre lui, anziano, imboccava fraternamente un altro nostro confratello, Leonildo Mendes, gravemente infermo.
Terminato il suo servizio episcopale per 18 anni nella diocesi di Tocantinopolis e per 10 in quella di Jataì, per nulla “pensionato”, andò a risiedere nella piccola comunità orionina di Rio Claro senza alcuna distinzione, godendo della fraternità comunitaria ritrovata. Continuò a prendersi cura di una parrocchia dove mancava il sacerdote, ad Ajapì, si prestava per il ministero episcopale, quando richiesto per Cresime e Ordinazioni sacerdotali, e svolgeva qualche piccolo servizio tra gli anziani, in charitate non ficta.
Mons Aloísio Hilário De Pinho aveva grande riconoscenza verso la Congregazione di Don Orione che lo accolse e portò al sacerdozio nonostante fosse un afro-discendente, in un tempo in cui si ammettevano con difficoltà queste persone nelle congregazioni e nei seminari. Nel 1949, infatti, era entrato nel seminario minore della Congregazione, a Miguel Burnier, vicino a Mariana (Minas Gerais), dove egli era nato il 14 gennaio1934. Poi fece il Noviziato a Belo Horizonte e la Prima Professione il 25 marzo 1955, la Filosofia a Curitiba. Nelle note dei suoi formatori leggiamo: sereno, di buona pietà e di molto spirito di sacrificio, calmo, “riflette anche all’esterno quella compostezza ed equilibrio interno da cui è animato”, orionita entusiasta, “fa un po’ il sarto”. Anche la sorella Albertina lo seguì nella famiglia orionina divenendo suora.
Vedendo le sue buone capacità spirituali e intellettuali i superiori lo inviarono all’Università Gregoriana di Roma per il corso teologico (1959-1963). A Roma, nella Parrocchia di Ognissanti, fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1963.
Ritornò nel suo Brasile ove fu assistente e professore nei seminari orionini di Tocantinópolis, Belo Horizonte, São Paulo e Siderópolis. Fu parroco a Morada Nova de Minas e a São Paulo. Il 20 dicembre 1981 fu consacrato Vescovo di Tocantinópolis (nell’allora stato di Goiás), nella missione organizzata come Diocesi dagli Orionini. Furono anni belli e di grande sacrificio, di dedizione alla Chiesa e di vicinanza al popolo e ai poveri tra tanti problemi sociali. Dopo 18 anni, il 23 dicembre 1999, fu trasferito nella Diocesi di Jataí. Il 16 dicembre 2009, il Papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia per raggiunti limiti di età.
Trascorse gli ultimi 12 anni della sua vita nella comunità di Rio Claro, sempre disponibile, sereno e attivo. Il 4 maggio 2021, un infarto fermò la sua vita terrena a 87 anni di età, 66 di professione, 58 di sacerdozio e 39 di episcopato. Il suo corpo è stato sepolto nella cripta della cattedrale di Jataí (Goias)
Fu di fede genuina, sicuro nella dottrina, pratico nell’azione, zelante nel ministero, sempre partecipe, anche da Vescovo, alla vita della Congregazione. Per tutti quelli che lo hanno conosciuto rimarrà sempre un chiaro esempio di servizio e di umiltà, sia come Vescovo sia come fratello buono in comunità e tra gli anziani ammalati con cui ha condiviso gli ultimi anni di vita.
