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Messaggi Don Orione
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Nella foto: La nave Principe di Udine che nel 1921 portò in Brasile Don Luigi Orione, Don Mario Ghiglione e Don Camillo Secco

Non poteva passare sotto silenzio il centenario della partenza di Don Orione da Genova (4 agosto 1921) e della sosta a Barcellona (5 agosto 1921). A farne oggetto di devota e attenta ricerca e informazione è stata la prof.sa Ana Villaverde. Ha tenuto una breve relazione in un'interessante conferenza online promossa nell’ambito dell’amicizia tra Pontecurone (Italia) e Posada de Llanes (Spagna).

DON ORIONE A BARCELLONA

5 AGOSTO 1921

Studio di Ana Villaverde

 

Il 5 agosto 1921, 100 anni fa, Don Orione partì per l'America Latina e sostò a Barcellona, in Spagna. Forse quella visita fu anticipatrice dell'arrivo di Padre Ricardo Gil nove anni dopo, nel 1930.

Questo evento è all'inizio di quella che fu l'espansione della Congregazione in tutta l'America Latina. La Piccola Opera della Divina Provvidenza era arrivata in Brasile, il 29 dicembre 1913, con una piccola spedizione formata da don Carlo Dondero, fratel Carlo Germanò e Giulio Orione, cui si aggiunse nel giugno successivo Don Angelo De Paoli.

Don Luigi Orione e i due confratelli don Mario Ghiglione e don Camillo Secco si imbarcarono nel pomeriggio del 4 agosto 1921, sulla nave battente bandiera italiana “Principe di Udine”. Il viaggio durò quindici giorni e la nave raggiunse Guanabara (Rio de Janeiro) sabato 19 agosto; lo sbarco avvenne un giorno e mezzo dopo, secondo la stampa locale.  

La preparazione del viaggio era iniziata da tempo, alcune lettere indirizzate ai collaboratori danno un resoconto dettagliato delle pratiche burocratiche sia di don Orione che dei suoi compagni: oltre alle lettere d’addio, dati sull'acquisto dei biglietti, dati riferiti all'età di don Camillo, numero passaporto, la data di rilascio, il certificato penale, il certificato di vaccinazione per citarne alcuni.

Il 30 luglio precedente don Orione era in visita in Vaticano: oltre alla benedizione del Santo Padre Benedetto XV, gli era stato rilasciato e consegnato un passaporto diplomatico, un vero salvacondotto per il viaggio.  Fu questo passaporto diplomatico che gli consentì lo sbarco in Spagna, alla fine di un giorno come oggi, esattamente cento anni fa.

Dalla casa dei signori Gambaro di Genova, ove era ospite in vista di imbarcarsi, Don Orione scrisse l’importante Circolare datata 3 agosto 1921. Poi si imbarcò sulla nave "Principe di Udine", appartenente alla compagnia italiana Lloyd Sabaudo.[1]
La nave salpò dal porto di Genova il giorno 4 agosto 1921 e approdò il giorno seguente, 5 agosto, al porto di "Barcellona", come risulta dalla notizia apparsa sul quotidiano La Vanguardia del 6 agosto: "Nel primo pomeriggio è arrivato il vapore postale transatlántico Principe di Udine, del Lloyd Sabaudo, carico di  merci e di numerosi passeggeri  in transito. Dopo aver imbarcato altri passeggeri e bagagli, la nave ha proseguito il suo viaggio verso Buenos Aires e scali”.
Da informazioni apparse sullo stesso giornale, e in date prossime a quella in questione, possiamo ipotizzare il tempo di sosta intorno alle tre o quattro ore.


Viaggiando, Don Orione contemplò il mare, riposò, pregò e scrisse ben sette lettere che poté spedire scendendo dalla nave e visitanto un poco Barcellona.

1. La prima lettera è per Don Carlo Sterpi, il fratello e fido collaboratore fin dagli inizi. È datata 5 agosto 1921; informa della breve visita a Barcellona e della ripartenza alla sera stessa.

“Al Al M. Rev.do don Sterpi. Casa Divina Providencia 
Tortona, Piemonte.Italia. 
Da Barcelona il 5 agosto [1]921
Grazie al passaporto diplomático, ho potuto visitare Bacellona, cioè scendere dal piroscafo.

Ripartiamo stanotte.
Pregate per noi.
Benedico tutti. Don Orione

2. La seconda lettera è per Don Giuseppe Montagna, sacerdote pontecuronese e direttore del “Paterno”, la casa ove viveva Don Orione. Dà sue notizie e indicazioni pratiche.

Rev.do Don Montagna. Direttore Casa Provvidenza
Tortona (Piemonte). Italia.
Da Barcellona 5 agosto [1]921
Grazie a Dio tutto bene sin qui, niente mal di mare, neanche nel golfo del Leone, e così gli altri due. Ho potuto celebrare jeri e oggi. Salutiamo tutti: continuate a pregare.
Fate propaganda per le vocazioni, réclame pei Collegi e festa Guardia.
Converrà pensare subito 1) per gli esercizî suore dal 16 o 17 al 26 corr.
Urge fare réclame sul «Popolo» per la festa Madonna della Guardia, e promuovere una fiera di beneficienza, come gli altri anni.
Siamo 9 sacerdoti a bordo, ma oggi io solo ho potuto celebrare perché ho domato il mare. Don Mario e don Camillo fecero la S. Comunione. Mandami notizie degli esercizî a Bra e festa della Guardia.
Saluto benedico e conforto tutti!
Aff.mo vostro D. Orione  d. D. P.
Saluti affettuosi in Domino D. Mario e D. Camillo

3. Scrive anche a Don Giovanni Giorgis, direttore a Cuneo. L’attenzione va sulla visita del Vescovo di Tortona in quella Colonia agricola.

Al Rev.do Don Giorgis. Direttore Colonia Agricola S. Antonio.
Barriera Nizza – Cuneo. Italia
Anime e Anime!
Da Barcellona, 5 Agosto 1921
Spero questa mia giunga quando vi sarà anche il nostro Vescovo.
Sino ad oggi viaggio buono, mare calmo, niente male di mare. Potei celebrare jeri e oggi. Anche gli altri nostri stanno bene e salutano fraternamente. Pregate che si giunga sani e salvi.
Mandatemi notizie.
Spero vi sarà anche don Montagna, don Mario e don Camillo.
La SS. Vergine ci assista e benedica tutti.
Aff.mo vostro come padre in X.sto.  Sac. L. Orione  d. D. Provvidenza

4. Altro importante collaboratore nella Congregazione era Don Giulio Cremaschi, il padre maestro di Villa Moffa. Informa che l’attraversata del Golfo del Leone, tra Tolosa e la Spagna, è stata un po’ movimentata per cui i confatelli don Bruno e dSecco rimasero “disturbati”.on

Al Rev.do Don Cremaschi a Villa Moffa - Bra Bandito.
Italia Piemonte. Italia
Anime e Anime!
da Barcellona 5 Agosto [1]921
Saluto e benedico tutti riuniti nel Signore nei Santi Esercizî. Prego a tutti grandi ed eterni frutti spirituali e propositi fermi di perseveranza e santificazione. La SS. Vergine vi assista!
Ieri abbiamo potuto celebrare tutti tre; oggi io solo, essendo gli altri un po' disturbati, essi fecero la S. Comunione. Mare calmo, niente mal di mare a nessuno di noi: un po' difficile il passaggio del Golfo Leone.
Preghiamo sempre per voi altri.
Scrivetemi notizie Esercizî. Vostro aff.mo come padre in G. Cr.
Sac. Orione  d. D. P.

5. Una quinta lettera è per Don Giuseppe Adaglio, che si trovava a Roma – Ognissanti ma stava per partire missionario in Palestina. La storia della Congregazione in Palestina inizierà di fatto il 3 settembre seguente in risposta all’invito di mons. Luigi Barlassina, Patriarca latino di Gerusalemme, a Deir Rafat, “a 35 chilometri a ovest di Gerusalemme, nella valle di Soreq, teatro delle gesta di Sansone, nei pressi della cittadina di Beit Jimal, sulla strada che da Gerusalemme conduce a Giaffa”, come informò Don Orione.

Al Rev. do Don Giuseppe Adaglio.
Appia Nuova, 126. Chiesa Ognissanti  Roma  Italia
5 Agosto [1]921, da Barcellona
Finora viaggio buono, mare calmissimo, eccetto nel Golfo Leone Nessuno di noi tre mal di mare. Speriamo bene. Pregate. Abbiamo potuto celebrare jeri, e oggi io celebrai, gli altri fecero la Comunione. Mandami ogni notizia.
Penso che Mg.r Barlassina scriverà che cosa dovete portare.
Intenditi con Mg.r Biasotti, che mi vorrai riverire.
Saluto conforto e benedico te e tutti.
Tuo aff.mo   Sac. Orione  d. D. P.
Curatemi le vocazioni di Roma

6. Scrive anche alla comunità delle Piccole Suore Missionarie della Carità di Reggio Calabria. Poche parole paterne e poi l’allusione ad una “Maestra” per incoraggiarla nella vocazione.

Rev.de Suore Missionarie della Carità.
Chiesa S. Francesco da Paola.
Rione Tre Mulini - Reggio Calabria - «Italia»
Da Barcellona (Spagna)
Dopo un giorno e una notte di viaggio sul mare placido, tutti bene inviamo un saluto in Domino. Tranquille pregate, pregate, pregate.
Vi benedico tutte e vi conforto a perseverare nel divino servizio e a lavorare a salvare anime.
Sac. Orione  della D. Provv.za

Sant’Antonio manda a dire a quella maestra, che era destinata a Roma che egli ha fatto quello che essa gli ha chiesto, e subito lo ha fatto; ora essa deve pregare e perseverare nella santa vocazione.
La benedico in Gesù Cristo.
Sac. Luigi Orione della Div. Provv.
Venerdì 5 agosto 1921

7. Don Orione aveva scritto anche una settima lettera diretta al suo vescovo di Tortona, mons. Simon Pietro Grassi, ma come gli dirà un mese dopo, gli restò “nel breviario quel breve scritto mentre credevo averlo spedito insieme con altra corrispondenza”.

Anime e Anime !
Mar de Hespanha, il 3 sett.bre 1921
Mio caro Padre in Gesù Cristo,
Vostra Eccellenza Rev.ma avrà ricevuto già una parola che le inviai da Rio; le avevo pure scritto da Barcellona, ma ho poi trovato nel breviario quel breve scritto mentre credevo averlo spedito insieme con altra corrispondenza.
Come già le dissi, il viaggio fu buonissimo e non ho affatto patito mal di mare, solo sentii un cerchio alla testa al passaggio del Golfo di Leone, ma ho celebrato anche quella mattina e ogni giorno, sempre ed ebbi dal Signore e dalla SS. Vergine grandi ajuti. Ora sono qui con i miei sacerdoti e facciamo insieme un po’ di Santi Esercizî prima di cominciare il lavoro….

Queste brevi lettere furono scritte da Don Orione quasi certamente prima di sbarcare a Barcellona e le portò alla spedizione quanto prima.

Nel poco tempo avuto a disposizione durante la sosta del piroscafo a Barcellona, è facile pensare che Don Orione si sia recato alla vicina Basilica di Santa María del Mar,[2] che si trova a poche centinaia di metri dalla darsena, secondo l'ubicazione del porto di Barcellona negli anni Venti del secolo scorso.  Per percorrere la distanza bastavano quindici o venti minuti a piedi.

La sosta Don Orione in Barcellona fu necessariamente breve, ma sufficiente per ammirare la Basilica di Santa Maria del Mar, capolavoro dell'architettura gotica catalana, la sua luce interna filtrata dalle vetrate colorate, il suo magnifico organo e la bella pala d'altare barocca con l'Assunzione di Maria. La stessa Santa Maria Assunta venerata nella nativa Pontecurone, la stessa Nuestra Señora de la Asunción di Posada. Una preghiera devota e il viaggio proseguì.

Sul piroscafo “Principe di Udine” si imbarcarono circa mille persone verso il Nuovo Mondo con la speranza di lavoro e di benessere posta sull'altra sponda. Tra loro, Don Orione che, mosso dalla carità, lasciò la costa spagnola nella tarda notte del 5 agosto 1921, quando il sole tramontava sulle calde e serene acque del Mare Nostrum.

 

 


[1] La nave "Principe di Udine" appartenente alla compagnia italiana Lloyd Sabaudo, era stata commissionata e costruita a Sunderland (Gran Bretagna) nei cantieri navali di Sir J. Laing e Sons Ltd. Fu varata il 19 dicembre 1907, facendo il suo primo viaggio nei porti americani il 31 marzo 1908. Era un piroscafo di 7.785 tonnellate con due alberi e due fumaioli, mosso da due grandi motori a vapore a quattro cilindri con due eliche, in grado di raggiungere sedici nodi di velocità. Le sue dimensioni erano 140,80 metri di lunghezza e 16,82 metri di larghezza. La sua sistemazione per i passeggeri era inizialmente divisa in tre categorie: 150 persone in prima classe, 150 persone in seconda classe e circa 1.200 persone in terza classe. In prima e seconda classe c'erano saloni lussuosamente decorati, una sala fumatori, saloni con pianoforte, sala da pranzo ed eleganti cabine con capacità per una o due persone. Nella terza classe, le cabine occupate da cuccette accoppiate, ospitavano decine di persone e nelle sale mensa  c’erano grandi tavoli allineati con le rispettive panche in parallelo. La nave disponeva anche di ponti da passeggio arredati con panche per i passeggeri e, secondo il repertorio fotografico dell'epoca, disponeva, tra gli altri servizi, di un bel giardino d'inverno, di una infermeria e di una stanza per il telegrafo. Era una delle "navi da emigrazione" come la gemella "Tommaso di Savoia", e sebbene entrambe fossero state utilizzate dallo Stato italiano durante la prima guerra mondiale, erano state commissionate per il trasporto postale , ma soprattutto per il trasporto di persone che nei primi decenni del Novecento aspiravano a una vita migliore al di là dell'Atlantico.

[2] La Basilica minore di Santa María del Mar, capolavoro dell'architettura gotica catalana, iniziò a essere costruita nel 1329, periodo in cui Barcellona godeva di importanza nel Mediterraneo a causa dell'espansione della Corona d'Aragona. Il barrio della Ribera pullulava di marinai, pescatori, e anche mercanti, molti dei quali erano stati favoriti dall’emergente commercio marittimo. Il tempio mostra la vera essenza del gotico catalano: torri ottagonali, superfici prive di ornamenti e massicci contrafforti. Sulla facciata principale si trovano le immagini di San Pietro e San Paolo e l'imponente rosone gotico fiammeggiante del XV secolo. Doccioni e vetrate sulle pareti laterali aggiungono un elegante tocco decorativo all'austerità costruttiva che lo caratterizza. L'interno di questa chiesa, a pianta basilicale e unico per strategia costruttiva, sorprende per la sua grandezza. Ha tre navate in cui sono ospitate trentatré cappelle, quasi alla stessa altezza, il che le conferisce uno spazio visivo compatto e snello, punteggiato solo dai caratteristici pilastri ottagonali. La chiesa fu poi gravemente danneggiata per l'incendio del 1936, durante la guerra civile.

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