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Messaggi Don Orione
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Autore: Flavio Peloso

La nuova Beata fu protagonista della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Incontrò Don Orione e non lo dimenticò più.

LA BEATA ARMIDA BARELLI

La nuova Beata fu protagonista della Gioventù Femminile di Azione Cattolica
e dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.
Incontrò Don Orione e non lo dimenticò più.

 

Flavio Peloso

Il rito di beatificazione si è celebrato il 30 aprile 2022, nel Duomo di Milano, presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Francesco.

Armida Barelli fu una donna ben ancorata al pensiero e alla comunione della Chiesa, esponente di spicco del Movimento Cattolico Femminile italiano della prima metà del ‘900. In giovane età rinunciò al matrimonio, emise il voto di verginità e si dette completamente all’apostolato attivo nel mondo. Divenne fondatrice e presidente, per 30 anni, della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Nel 1910 conobbe padre Gemelli e collaborò nella fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1921); cooperò a fondare l’Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo per la diffusione della liturgia e l’Istituto secolare Missionarie della Regalità.

La Barelli fu interlocutrice intelligente e devota di ben tre pontefici, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII, nonché di altri innumerevoli protagonisti della Chiesa e della società italiana. Tra questi anche Don Luigi Orione. Entrambi furono protagonisti nelle tensioni culturali e sociali del proprio tempo, protagonisti nel vasto campo della carità, uniti dal principio dell’actio sequitur esse, dell’apostolato che scaturisce dal vivere in Dio.

La Barelli era già conosciuta da Don Orione quando consigliò ad Enrichetta Mombelli, il 4 marzo 1930: «Non scrivete, per ora, alla Barelli: pregate la Santa Madonna e S. Giuseppe».[1]

La nipote della Barelli, Savina Barelli Nesler, ricordò che «Un Natale, subito dopo pranzo, zia Ida mi portò con lei alla Bicocca, in una villetta, prima sede a Milano del “Piccolo Cottolengo” di Don Orione. Lì mi si mostrò tutta la sua attenzione e affetto per quei nostri fratelli, tra cui alcuni bambini molto piccoli, nella loro grande debolezza di esseri in preda ad infermità e malformazioni diverse e quindi degni della più profonda tenerezza e attenzione, come aveva ben capito don Orione».[2]

Don Orione annoverò tra i «cari benefattori ed Amici del Piccolo Cottolengo Milanese» proprio la «Signorina Armida Barelli» segno di una consuetudine di vicinanza.[3]

Armida Barelli ricordò l’incontro con il “padre dei poveri” all’Università Cattolica di Milano. “Il 22 gennaio del 1939 Don Orione venne all’Università Cattolica e svolse una conferenza sul tema: «La c’è la Provvidenza!». Il titolo letterario destò un po’ di meraviglia in quanti conoscevano l’apostolo della carità, ma la meraviglia cessò appena l’oratore cominciò a parlare. Sì, parlava proprio l’apostolo della carità, il Sacerdote, l’uomo di Dio e parlava della Provvidenza come solo i Santi ne sanno parlare. Quello che gli premeva mettere in rilievo era l’amore infinito e provvido di Dio, tutti abbiamo ricevuto da Dio e tutti dobbiamo dare a chi ha meno di noi, a chi non ha niente. La conferenza fu un inno alla Divina Provvidenza e il canto della carità”.[4]

La gioia della Barelli raggiunse il culmine quando “Il giorno seguente Don Orione venne a visitare la sede del Consiglio Superiore della G. F.: visitò gli uffici, si interessò dei fini e degli sviluppi della nostra organizzazione, disse parole di lode e di incoraggiamento, benedisse dirigenti e impiegate dei singoli uffici. Quante avevano immaginato di trovarsi davanti ad una persona straordinaria videro un Sacerdote umile e semplice che aveva Dio nelle pupille”.[5]

Questo incontro di anime si prolungò con alcune lettere di Armida Barelli che a Don Orione ricorreva “con immensa fiducia nella sua intercessione presso Dio” per confidare le sue pene e i suoi timori per la salute di alcune persone care. Don Orione, da parte sua, pur sofferente di cuore, le scriveva e la confortava.

Poi, nei primi mesi del 1940, la salute di Don Orione ebbe un rapido declino conclusosi con la sua morte il 12 marzo. Quando la Barelli ricevette la notizia della morte di Don Orione, scrisse: “Improvvisa e dolorosa ci giunse il 12 marzo la notizia della morte di Don Orione. Sentimmo tutti che un Santo aveva lasciato questa terra per ritornare alla casa del Padre”.[6]

“Quando la sua salma venne portata a Milano, in un trionfo che l’umile servo di Dio non avrebbe mai immaginato, anch’io fui nel corteo di innumerevoli auto che l’accompagnarono dal Piccolo Cottolengo alla Chiesa di S. Stefano. Il popolo, che ha l’intuizione della santità, si riversò a frotte in quella Chiesa, vi sostò a lungo in un silenzio e in un raccoglimento davvero significativi. Fino ad ora tarda della notte il pellegrinaggio fu incessante e ciascuno faceva posare su quella bara, la corona, i guanti, un oggetto qualsiasi, come avesse toccato il lembo della sua veste sacerdotale. Mi fermai anch’io a lungo in preghiera davanti la salma venerata; si pregava tanto bene, nonostante la folla immensa, rinnovatesi, silenziosa, orante. Si pregava bene poiché partiva da quella bara un insegnamento che non potremo più dimenticare: una vita vissuta nella carità, spesa per la carità, nella fiducia totale, assoluta, nella carità di Dio, irradia la carità anche quando passa alla vita eterna”.[7]

Caldeggiò la introduzione della causa di canonizzazione di Don Orione “poiché ho in grande venerazione la sua memoria e poiché vivamente desidero che sia onorato sugli altari per la maggior gloria di Dio e per la edificazione dei santi”.[8]

Anche verso Armida Barelli – morta il 15 agosto 1952 – si ebbe grande stima e venerazione, ed ora sappiamo, con la solenne beatificazione ecclesiale, che anche lei è “santa”. È sepolta dal 1953 nella cripta della cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

 

[1] Scritti 42, 155.

[2] Testimonianza in Archivio Barelli di Milano.

[3] Scritti 8, 38.

[4] Armida Barelli, Ricordo di Don Orione in Don Luigi Orione 1872-1940, Libreria Emiliana Editrice Venezia, 15 giugno 1940; p.49-50.

[5] Ricordo di Don Orione, cit.

[6] Ricordo di Don Orione, cit.

[7] Ricordo di Don Orione, cit.

[8] Lettera del 12 gennaio 1944, ADO.

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