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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Papa Benedetto XVI, 26 giugno 2008

I testi di parole e discorsi di Benedetto XVI.

BENEDETTO XVI ALLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

 

 

La “Festa del Papa” del 28 giugno 2005

“Tanti cuori attorno al Papa, messaggero di pace”

Sono state oltre 8.000 le persone provenienti soprattutto dagli ambienti orionini che si sono radunate per celebrare la “festa di San Pietro – festa del Papa” nell’Aula Paolo VI. Benedetto XVI, eletto Papa da soli due mesi, fu amabilissimo e generoso di tempo e di attenzioni.

Tutti l’abbiamo potuto ammirare, al termine della manifestazione, quando rompendo ogni protocollo, si è rivolto con gioia ai bambini presenti, ai disabili, all’orchestra e a tutti coloro che lo hanno potuto incontrare da vicino. La sua gioia si è comunicata a tutti noi presenti in Aula e che lo incontravamo per la prima volta.

C’era stata la lettura del testo di Don Orione che inizia con l’invito “Dobbiamo palpitare e far palpitare migliaia e milioni di cuori attorno al cuore del Papa. Dobbiamo portare a Lui specialmente i piccoli e le classi degli umili lavoratori; portare al Papa i poveri, gli afflitti, i reietti, che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della Chiesa di Gesù Cristo”. È seguito l’indirizzo di saluto del superiore generale, Don Flavio Peloso. Infine l’atteso discorso del Papa.

Cari fratelli e sorelle!

Con grande piacere vi incontro, alla vigilia della solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo, e vi saluto tutti cordialmente. E grazie per la vostra cordialità. Saluto, in primo luogo, i Signori Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, le autorità e le varie personalità presenti. Saluto in particolare Don Flavio Peloso, che era in un tempo, per alcuni anni, collaboratore mio alla Congregazione per la Dottrina della Fede, e adesso Superiore Generale dei Figli della Divina Provvidenza, e Suor Maria Irene Bizzotto, Madre Generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità, insieme ai rappresentanti dell'Istituto Secolare e del Movimento Laicale Orionino, che insieme formano la Famiglia orionina, promotrice di questa manifestazione voluta in anni lontani dallo stesso Fondatore, san Luigi Orione, il quale affermava, e lo abbiamo sentito dalla bocca del Superiore generale: " La festa di san Pietro è la festa del Papa " ( Lettere II, 488). Saluto, poi, il Signor Ernesto Olivero, Fondatore del SERMIG-Arsenale della Pace, il Dottor Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento della Protezione Civile Italiana, e quanti, anche attraverso la televisione, si uniscono a questa testimonianza di devozione filiale verso il Pastore della Chiesa di Roma chiamato, come ha detto sant'Ignazio di Antiochia, a " presiedere alla carità " ( Lettera ai Romani 1,1).

Cari amici, questa sera avete dato vita ad una singolare "Festa del Papa" per portare, come diceva don Orione, "tanti cuori attorno al cuore del Papa" e rinnovare così il vostro atto di fede e di amore verso colui che la Divina Provvidenza ha voluto quale Vicario di Cristo sulla terra. Insieme al saluto di Don Flavio Peloso, che ringrazio cordialmente, ho poc'anzi ascoltato con viva attenzione le parole di san Luigi Orione. Egli parla con vibrante affetto della persona del Papa, riconoscendone il ruolo non solo in seno alla Chiesa ma anche al servizio dell'intera famiglia umana.

" Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa " ( Mt 16,18). Con queste parole Gesù si rivolge a Pietro dopo la sua professione di fede. È lo stesso discepolo che poi lo rinnegherà. Perché allora viene definito "roccia"? Non certo per la sua personale solidità. "Roccia" è piuttosto nomen officii : cioè titolo non di merito, ma di servizio, che definisce una chiamata e un incarico di origine divina, cui nessuno è abilitato semplicemente in virtù del proprio carattere e delle proprie forze. Pietro, che titubante affonda nelle acque del Lago di Tiberiade, diventa la roccia su cui il divin Maestro poggia la sua Chiesa.

È questa la fede che voi volete riaffermare rinnovando la vostra adesione al Successore di Pietro. Sono certo che anche questa gioiosa e multiforme manifestazione artistica e spirituale, che vi ha visto confluire da varie nazioni del mondo, vi aiuterà a crescere nell'amore e nella fedeltà alla Chiesa e nella docile obbedienza ai suoi Pastori, seguendo gli insegnamenti e l'esempio del vostro santo Fondatore. Il Papa vi è grato per le vostre preghiere - e ne ha bisogno -; è grato per il vostro affetto e vi esprime apprezzamento per le tante imprese di bene che in Italia e nel mondo andate svolgendo con spirito ecclesiale. " Opere di carità ci vogliono – affermava san Luigi Orione – esse sono la migliore apologia della fede cattolica " ( Scritti 4, 280). Esse infatti traducono, e in qualche modo rivelano, nella storia umana, la grazia della salvezza, della quale la Chiesa è sacramento e rendono visibile e toccabile questa grazia e la presenza del Signore nella carità dei suoi.

Questa sera avete voluto mettere al centro dell'attenzione un particolare aspetto del ministero del Successore di Pietro, cioè quello di essere "messaggero di pace". È un compito specifico che si riallaccia alla consegna di Gesù ai suoi Apostoli nel Cenacolo, dove ha detto, " Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi " ( Gv 14,27). L'impegno della Chiesa per la pace è innanzitutto di natura spirituale. Consiste nell'indicare presente Gesù, il Risorto, Principe della pace, e nell'educare alla fede, dalle cui sorgenti scaturiscono feconde energie di pace e di riconciliazione. Dobbiamo rendere grazie a Dio per i pensieri e per le opere di pace che le Comunità cristiane, gli Istituti religiosi e le Associazioni di volontariato sviluppano con tanta vitalità in ogni parte del mondo. Come non profittare della vostra presenza per rendere omaggio ai tanti silenziosi "costruttori di pace" che, attraverso la loro testimonianza e il loro sacrificio, si adoperano per promuovere il dialogo fra gli uomini, per superare ogni forma di conflitto e di divisione, per fare della nostra terra una patria di pace e di fraternità per tutti gli uomini? " Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio " ( Mt 5,9), ha detto il Signore nel Sermone della Montagna. Quanto attuale e necessaria è questa beatitudine!

      Continuate, cari amici, ciascuno nel proprio campo e secondo le proprie possibilità, ad offrire la vostra collaborazione per la salvaguardia della dignità di ogni uomo, per la difesa della vita umana e al servizio di una decisa azione di autentica pace in ogni ambito sociale. Rivolgo questo invito specialmente a voi, cari giovani, che vedo numerosi. Grazie per il vostro impegno e per il vostro zelo. Amava ripetere l'amato mio predecessore Giovanni Paolo II, del quale proprio oggi, in questo momento, inizia nella Basilica di San Giovanni il processo di beatificazione, che voi giovani siete la speranza e il futuro della Chiesa e dell'umanità. Nel cuore di ciascuno cresca pertanto sempre più la volontà di dar vita a un mondo di vera e stabile pace.

      Affido questi auspici all'intercessione di san Luigi Orione e soprattutto della Vergine Maria, Regina della pace. Sia Lei a benedire e confortare gli sforzi generosi di quanti si dedicano senza risparmio all'edificazione della pace sui saldi pilastri della verità, della giustizia, della libertà e dell'amore. Accompagno questi voti con l'assicurazione di uno speciale ricordo nella preghiera, mentre di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

 

DON ORIONE IN “DEUS CARITAS EST"

Papa Benedetto XVI inserì il ricordo di San Luigi Orione nella sua Enciclica Deus Caritas est, al n. 40, pubblicata il 25 gennaio 2006.

Vi si legge: “Figure di Santi come Francesco d'Assisi, Ignazio di Loyola, Giovanni di Dio, Camillo de Lellis, Vincenzo de' Paoli, Luisa de Marillac, Giuseppe B. Cottolengo, Giovanni Bosco, Luigi Orione, Teresa di Calcutta — per fare solo alcuni nomi — rimangono modelli insigni di carità sociale per tutti gli uomini di buona volontà. I santi sono i veri portatori di luce all'interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore”.

 

RICORDO DI DON ORIONE NELLA XII GORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA.
2 febbraio 2008

Ancora una volta, Papa Benedetto XVI cita Don Orione nel suo discorso per la Festa della Vita Consacrata celebrata nella Basilica di San Pietro il 2 febbraio 2008.  

“Seguire Cristo senza compromessi, come viene proposto nel Vangelo, ha dunque costituito lungo i secoli la norma ultima e suprema della vita religiosa (cfr Perfectae caritatis, 2). San Benedetto, nella sua Regola, rimanda alla Scrittura quale "norma rettissima per la vita dell’uomo" (n. 73,2-5). San Domenico "dovunque si manifestava come un uomo evangelico, nelle parole come nelle opere" (Libellus, 104: in P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Ed. Studio Dom., Bologna, 1982, 110) e tali voleva che fossero anche i suoi frati predicatori, "uomini evangelici" (Prime Costituzioni o Consuetudines, 31). Santa Chiara d’Assisi ricalca appieno l’esperienza di Francesco: "La forma di vita dell’Ordine delle Sorelle povere – scrive – è questo: osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo" (Regola, I, 1-2: FF 2750). San Vincenzo Pallotti afferma: "La regola fondamentale della nostra minima Congregazione è la vita di nostro Signore Gesù Cristo per imitarla con tutta la perfezione possibile" (cfr Opere complete, II, 541-546; VIII, 63, 67, 253, 254, 466). E San Luigi Orione scrive: "Nostra prima Regola e vita sia di osservare, in umiltà grande e amore dolcissimo e affocato di Dio, il Santo Vangelo" (Lettere di Don Orione, Roma 1969, vol. II, 278).

 

LA BENEDIZIONE DELLA STATUA DI SAN LUIGI ORIONE COLLOCATA NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

Città del Vaticano, 25 giugno 2008

Nella mattinata del 25 giugno 2008, prima dell’udienza generale, Benedetto XVI ha benedetto la statua di San Luigi Orione in Vaticano, alla presenza di numeroso popolo orionino. La statua è opera dello scultore Alessandro Romano e costituisce l’ultimo atto dei festeggiamenti per la canonizzazione del Santo fondatore, avvenuta il 16 maggio 2004.

Durante l'udienza il Papa ha detto: "Con grande affetto saluto ora il folto gruppo della Famiglia Orionina, gioiosamente radunata attorno al Vicario di Cristo per celebrare la festa del Papa. L'inaugurazione della statua del vostro Fondatore costituisca, per tutti i suoi figli spirituali, un rinnovato stimolo a proseguire sul cammino tracciato da san Luigi Orione specialmente per portare al Successore di Pietro – come diceva lui stesso – "i piccoli, le classi umili, i poveri operai e i reietti della vita che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della Chiesa di Gesù Cristo".

 

AUTOGRAFO DEL MOTTO “SOLO LA CARITÀ SALVERÀ IL MONDO

Nell’aprile 2009, si stava preparando il Capitolo generale, da celebrarsi nel successivo anno. Venne il desiderio di chiedere al Papa stesso, Benedetto XVI, di scrivere e consegnare in autografo quel motto di Don Orione che costituiva anche il tema del Capitolo 13°. Subito acconsentì e ci inviò l’autografo con la frase di Don Orione “Solo la carità salverà il mondo.

 

VISITA A MONTE MARIO IN ROMA: BENEDIZIONE DELLA STATUA DELLA "MADONNINA" E INCONTRO CON I PADRI DEL 13° CAPITOLO GENERALE

Roma, Giovedì, 24 giugno 2010

La visita di Benedetto XVI alla Madonnina di Monte Mario, il 24 giugno 2010, fu un evento eccezionale. Furono due i motivi di tale visita: la benedizione della statua della Madonnina Salus Populi Romani restaurata e ricollocata benedicente su Roma; l’incontro con i Padri capitolari, partecipanti del 13° Capitolo Generale, terminato il giorno precedente.

L’evento ebbe vasta risonanza e significato per Roma e nel mondo. Il Santo Padre rivolse uno splendido discorso, di contenuti mariani e carismatici-orionini. Vedi il video del discorso  e il  testo in più lingue.

 

Cari fratelli e sorelle,

vorrei in primo luogo salutare cordialmente tutti voi, qui convenuti per l'odierno significativo evento. Su questa collina è tornata a vegliare sulla nostra Città la maestosa statua della Madonna, abbattuta alcuni mesi or sono dalla furia del vento. Saluto innanzitutto il Cardinale Vicario Agostino Vallini e i Vescovi presenti. Un pensiero speciale rivolgo a don Flavio Peloso, rieletto alla guida dell' Opera don Orione , e lo ringrazio per le gentili parole che ha voluto indirizzarmi. Estendo questo saluto ai religiosi partecipanti al 13° Capitolo Generale, a quelli che lavorano in questa Istituzione al servizio dei giovani e dei sofferenti e all'intera famiglia spirituale orionina. Rivolgo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco di Roma, l'on. Gianni Alemanno - oggi è il suo onomastico - : desidero manifestarLe anticipatamente il mio apprezzamento per il Concerto che il Campidoglio mi offrirà la sera del 29 giugno; è un gesto che testimonia l'affetto per il Papa dell'intera città di Roma. Saluto anche le altre autorità civili e militari. Non posso infine non ringraziare di cuore quanti in vario modo hanno contribuito a restituire alla statua della Madonna il suo originale splendore.

Ho accolto volentieri l'invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria “ Salus populi romani ”, raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma. Dalle opere romane di Don Orione partì allora l'iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all'immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma. Come non rinnovare anche oggi con voi, cari amici di Roma, quel gesto di devozione a Maria “ Salus populi romani ” benedicendo questa bella statua?

Gli Orionini la vollero grande e collocata in alto, sovrastante la città, per rendere omaggio alla santità eccelsa della Madre di Dio, la quale, umile in terra, «è stata esaltata al di sopra dei cori angelici nei regni celesti», come disse il Papa Gregorio VII, ( Ad Adelaide di Ungheria ), e per averne, insieme, un segno di familiare presenza nella vita quotidiana. Maria, Madre di Dio e nostra, sia sempre in cima ai vostri pensieri e ai vostri affetti, amabile conforto delle anime vostre, guida sicura delle vostre volontà e sostegno dei vostri passi, ispiratrice suadente dell'imitazione di Gesù Cristo. La “Madonnina” - come amano chiamarla i romani - nel gesto di guardare dall'alto i luoghi della vita familiare, civile e religiosa di Roma, protegga le famiglie, susciti propositi di bene, suggerisca a tutti desideri di cielo. “Guardare al cielo, pregare, e poi avanti con coraggio e lavorare. Ave Maria e avanti!” - esortava san Luigi Orione.

Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità. Per parte loro, gli Orionini realizzarono in questo Centro di Monte Mario, ancor prima della statua, l'accoglienza di mutilatini e di orfani. Il programma di san Luigi Orione - “ Solo la carità salverà il mondo ” - ebbe qui una significativa concretizzazione e divenne un segno di speranza per Roma, unitamente alla Madonnina posta sul colle. Cari fratelli e sorelle, spirituali eredi del Santo della Carità, Luigi Orione! Il Capitolo Generale che si è appena concluso ha avuto come proprio tema questa espressione cara al vostro Fondatore, “ Solo la carità salverà il mondo ”. Benedico il proposito e le decisioni che sono stati adottati per rilanciare quel dinamismo spirituale e apostolico che sempre deve contraddistinguervi.

Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l'amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est , n. 39 ). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio”. Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, “la carità è la migliore apologia della fede cattolica”, “la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza” ( Verbali , 26.11.1930, p.95).

Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell'amore provvidente di Dio. Per fare questo - ricorda don Orione - occorre essere “impastati della carità soavissima di Nostro Signore” ( Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché - aggiunge il vostro Fondatore - “anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono” (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).

Cari fratelli e sorelle, grazie ancora per il vostro invito e per la vostra accoglienza. Vi accompagni ogni giorno la materna protezione di Maria, che insieme invochiamo per quanti operano in questo Centro e per l'intera popolazione romana e, mentre a ciascuno assicuro il mio orante ricordo, con affetto tutti vi benedico.

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