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Messaggi Don Orione
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Nella foto: Suor Maria Croce Manente
Autore: Flavio Peloso
Pubblicato in: Don Orione Oggi, 2021, n.11, p.30-31.



SUOR MARIA CROCE MANENTE

Madre di cuore magnanimo e generoso

 

Don Flavio Peloso

Lucrezia Manente è nata a Roccasecca (FR) 24 marzo 1894 ed è morta a Cusano Milanino (MI), il 22 settembre 1967. Entrò in Congregazione nel 1920 e ricevette da don Orione il nome Maria Croce. Fece la Prima professione il 29 luglio 1927 e la Professione Perpetua l’8 dicembre 1945.

Nel novembre del 1933 godendo della stima e fiducia del Padre Fondatore venne posta come superiora all’apertura del Piccolo Cottolengo di Milano, avvenuta nella periferia della grande città il 4 novembre 1933. Vi rimase per ben 25 anni organizzando il servizio di carità, animando la comunità delle suore e facendo da madre ai bambini, alle ragazze e a tutti poveri e abbandonati che arrivavano alla porta della Casa.

Fu con don Fausto Capelli, l’artefice dei primi difficili ed eroici avvii del Piccolo Cottolengo Milanese, sorto dal nulla per la fiducia nella Divina Provvidenza e con il sostegno della generosità dei milanesi. Don Orione le scriveva, l’incoraggiava e consigliava. Aggiungeva al nome Suor Maria Croce l’epiteto “buona Missionaria della Carità”. Tra i consigli pratici, “Siate sempre molto cortese con tutti, ma andate adagio a fidarvi”.

Nel burrascoso periodo della seconda guerra mondiale, il Piccolo Cottolengo ospitò alcune centinaia di nuove ricoverate: donne anziane e invalide, bambine minorate, orfanelle, ragazze albanesi e giovani profughe provenienti dalla Libia. La carità costava cara in termini di sacrifici, di preoccupazioni e lavoro. Quando i bombardamenti aerei danneggiarono parte dei fabbricati, ci fu da provvedere allo sfollamento delle persone assistite in località diverse, nelle Province di Milano, Como, Varese, Vercelli e Alessandria.

Il Piccolo Cottolengo, seguendo lo spirito del Fondatore, durante la seconda guerra mondiale ospitò caritatevolmente anche persone ebree, soprattutto anziane e malate, e altri in pericolo di vita per motivi politici. Madre Croce se ne occupava con riservatezza. Don Fausto Cappelli, anche lui perseguitato e costretto a nascondersi, ricordò che “Ci fu allora tra noi chi evitò la deportazione in Germania dandosi alla latitanza. Questa sorte precauzionale toccò anche a Suor Maria Croce la quale, avendo saputo in forma riservata che pure il suo nome era elencato nella lista nera di San Vittore, dovette abbandonare la casa di Milano alla chetichella per nascondersi nel Romitaggio di Ghirla”.

Nel Diario del Piccolo Cottolengo, alla data 15 gennaio 1944, si legge: “Il Piccolo Cottolengo è divenuto rifugio anche di ricercati dalla polizia germanica e dalle SS. La nostra porta, come voleva Don Orione, deve restare sempre aperta ad ogni perseguitato”. Di fatto fu così: furono accolti ebrei, partigiani e poi anche fascisti e tedeschi in pericolo di vendette.

Attraverso questa coraggiosa attività si realizzò ciò che desiderava Don Orione: “Questo è che piace a Gesù: si vive morendo e si fatica dolorando e immolandosi… per la pace del mondo, per chi piange, per chi soffre delle umane ingiustizie; per tutti, per tutti: per vincere il male col bene!”.

Finalmente il 30 aprile 1945, cessata la bufera devastatrice della guerra, Madre Croce ritornò al Piccolo Cottolengo di Milano salva, ma non sana, perché i dispiaceri e i disagi di quegli anni influirono negativamente sulle sue già poco floride condizioni di salute.

Il dopo guerra, non fu meno travagliato perché era sempre lunga la fila di infelici che bussavano alla porta del Piccolo Cottolengo Milanese. Suor Maria Croce moltiplicava le sue limitate energie e le sue industrie per sopperire ai bisogni più urgenti con cuore magnanimo e generoso.

Dopo tanti anni di servizio nel Piccolo Cottolengo, con grande sacrificio passò alla comunità di Cusano Milanino, dedicandosi con instancabile premura all’educazione delle ragazze e aiutando allo sviluppo della Congregazione come consigliera generale. Nel Capitolo generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità del 1963 fu eletta Consigliera generale. Morì a Cusano Milanino, a 73 anni di età e 40 di professione religiosa, il 22 settembre 1967.

E' stata inserita nel ricordo del "Giardino dei giusti".

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