L'ULTIMA VISITA A PAPA BENEDETTO XVI
Commozione e gratitudine con Georg Ganswëin.
L'ultima volta eravamo in tre con Benedetto XVI e mons. Georg Ganswëin. Conversammo per un quarto d'ora, nei giardini vaticani, al termine del Rosario.
Era il 2 settembre 2016. Una conversazione serena e a tratti ilare, intessuta soprattutto dei ricordi comuni del tempo vissuto alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Oggi, Georg ed io, ci siamo trovati nel clima mesto e solenne dell'omaggio alla salma del caro Papa.
La mia mattinata del 2 gennaio 2023 è iniziata con la Messa nella Chiesa di Santa Marta, insieme a Gino Ortolani, presidente degli Ex allievi orionini romani.
Alle 9.00 in punto, sono arrivato davanti alla “porta della preghiera” perché, come previsto, iniziava l’omaggio alla salma di Benedetto XVI, esposta ai piedi dell’altare della Confessione di primo mattino. Il Suo corpo era rivestito con i paramenti sacri bianchi e rossi e la mitra. Una reliquia.
Ho potuto accedere direttamente al presbiterio della basilica di San Pietro con una piccola delegazione orionina, con il vicario Don Maurizio Macchi e la superiora generale, suor Mabel Spagnuolo. Appena uscito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, siamo potuti entrare. Vi era ancora raccolta in preghiera Giorgia Meloni, presidente del Consiglio.
Ho vissuto questa sosta di un quarto d’ora in preghiera come un atto dovuto al caro e santo Papa e dovuto a Dio che ce l’ha dato a lungo - prima, durante e dopo il suo pontificato - come cuore e sapienza della Chiesa e del mondo.
Ricordo che durante gli anni degli studi di teologia, inquieti culturalmente, un professore citò il libro “Introduzione al cristianesimo” di Joseph Ratzinger. Volli leggerlo e conclusi “Questo sarà anche il mio cristianesimo”.
Cominciai a seguire Joseph Ratzinge a distanza fino a quando, dal 1° marzo 1987, ebbi l'avventura di vivergli vicino, alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Fu una sintonia di anima e di mente goduta e coltivata che ha molto influito sulla mia vita. Questa mattina, appena è stato possibile possibile, ero lì a dire grazie.
Un’ulteriore grande consolazione è stato il colloquio, occhi negli occhi, lucidi fino alle lacrime, con mons. Georg Ganswëin, da 29 anni segretario personale e familiare di Benedetto XVI. Ha dedicato la sua vita a Lui, con totale fedeltà, discrezione, sacrificio.Georg è permeato di umanità credente da Colui che ha servito da figlio.
Don Flavio Peloso