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Messaggi Don Orione
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Pubblicato in: Don Orione oggi, 2022 ottobre, p.3-4



IL CROCIFISSO

Il segno del cristiano non è il quadrifoglio ma la croce

Don Flavio Peloso


Nel mese di settembre, da poco terminato, c’è una festa che è una provocazione non solo per il “mondo”, ma anche per noi cristiani: la festa dell’esaltazione della Croce. Questa festa, che in Oriente ha una solennità pari a quella della Pasqua, si collega al ritrovamento della Croce di Gesù da parte di sant'Elena, madre dell’imperatore Costantino, e alla dedicazione delle basiliche costruite sul Golgota e sul Sepolcro, avvenuta il 14 settembre del 335.


Segno eloquente

La croce, il crocifisso, il segno della croce sono i segni più eloquenti e conosciuti della fede cristiana. Basta fare il segno della croce, con semplicità e devozione, per definire che cosa il cristianesimo è rispetto alle altre religioni, nel senso che non si trova in nessun’altra tradizione un modo di accedere a Dio e di manifestarlo come quello attuato da Gesù attraverso l’incarnazione e morte in croce. Davanti a Gesù crocifisso, anche il centurione romano, ignaro di idee e di culti religiosi, disse: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio” (Mc 15, 39).

La croce di Cristo è per i credenti “l'albero della vita, il talamo, il trono, l'altare della nuova alleanza”, dell’amore di Dio per noi. Il crocifisso è il simbolo della vittoria sulla morte e sulle tenebre che il cristiano volentieri espone o indossa con convinzione e sentendosi da lui protetto e benedetto.


Cristianesimo senza croce?

Nella nostra epoca, sempre più persone percepiscono come estraneo il segno della croce, avendo smarrito o mai sperimentato la fede in Dio. Per molti, il crocifisso rappresenta soltanto un segno culturale.

Noi cristiani viviamo in una condizione di minoranza, ma sappiamo che il crocifisso prende il suo valore dal Crocifisso e dalla sua storia. Oggi, fare il segno della croce e portare il crocifisso sono atti minimi e a tutti possibili di devozione ma anche di evangelizzazione perché annunciano l’amore di Gesù che salva. Papa Giovanni Paolo II era solito alzare il crocifisso del suo pastorale sulle folle che incontrava.

Il crocifisso rimanda all’esperienza della fede, cioè alla relazione personale con Dio. Non avvenga che noi cristiani ci conformiamo a coloro che si accontentano del significato culturale del cristianesimo, come idea e simbologia, ma senza contenuto spirituale.

Un cristianesimo senza croce è mondano e sterile”, ha affermato più volte Papa Francesco, “è satanico”. Anche all’apostolo Pietro, che poco prima aveva lodato, Gesù disse: "Va’ dietro a me, Satana!", perché rifiutava la via della croce. È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù, dal sacrificio dell’amore.


Una storia, non un’idea

“Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo” (Gal 6,24), ciò diviene possibile quando uno si rende conto che il Figlio di Dio fatto uomo ci ha amato fino a quel punto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13).

La croce rimanda a una storia, dice una relazione, un amore. Il nostro è un Dio crocifisso che, nel suo amore, si è rivelato nell’esperienza dell’umanità e della carne attraverso la croce e ci chiede di amare nello stesso modo in cui Lui ci ha amati.

Paul Claudel ha scritto: «Ci piacerebbe una religione portafortuna. Il segno del cristianesimo, però, non è un quadrifoglio, ma una croce».

Nella nostra società tante persone cercano di riscoprire la spiritualità, perché il cuore dell’uomo anela all’infinito, ma troppe volte risulta più comodo fermarsi al buonismo new age, o a sentimenti superstiziosi e meno impegnativi, o ad un cristianesimo dimezzato a ideologia: prendo il concetto che mi piace, ma ne scarto la vita.

Quando facciamo il segno della croce firmiamo la nostra identità: Dio mi ha amato, così, io amo Dio e, per amore suo, amo il prossimo mio, così. Sai quanto vali tu, agli occhi di Dio? Il sangue di Cristo.


Il fuoco dell’amore si alimenta con il legno della croce

San Paolo rimase conquistato, afferrato da questo amore di Cristo crocifisso. Diceva: “L'amore del Cristo ci spinge (ci urge, è energia), al pensiero che uno è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2Cor 5,15). Questo pensiero dell’amore folle di Cristo crocifisso gli si era impiantato dentro da occuparlo tutto, fino a “ritenere di non sapere altro se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1Cor 2, 2).

Anche per Don Orione Gesù crocifisso divenne il fuoco interiore che alimentò la carità che tanto ammiriamo. L’amore di Dio fuse la sua umanità in qualcosa di bello, di grande, di gioioso. Non era poesia, sentimento, misticismo, no.

Un'idea, un concetto, un'idea, / finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. / Se potessi mangiare un'idea / avrei fatto la mia rivoluzione”, cantava Giorgio Gaber.

Gesù ci ha dato la possibilità di “mangiare” il suo amore crocifisso: la comunione eucaristica.

Il fuoco dell’amore a Dio e ai fratelli si alimenta con il legno della croce, cioè con il sacrificio, con la donazione di sé: “Cristo, la Chiesa, le Anime si amano in croce e crocifissi con Lui o non si amano affatto”. Solo così non ridurremo la croce a un concetto o a un simbolo culturale, sostanzialmente inutile.

Quando io entro in un Istituto religioso – confidò Don Orione -, guardo che quadri e statue ci sono, per farmi un’idea della devozione e dello spirito che vi regna. Quando vedo dei Bambini di Praga, dei Gesù Bambino Nazareno o una bella statua di Gesù biondo, giovane, che si presenta bene… penso che in quella Comunità se ne faranno pochi Santi. Quanto fa pena entrare nelle Chiese e vedere tante altre immagini, anche belle e sante, e non vedere il Crocifisso. Brutto segno. Noi, in tutte le nostre chiese, dovremo avere sempre un grande Crocifisso. Vi raccomando tanto la devozione al Crocifisso. Abbiatela come la devozione principe. Mi direte: Più dell’Eucaristia? Sì, più dell’Eucaristia”.

L’Eucarestia è il memoriale di Gesù Crocifisso.

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