Una Nota sulle molte Colonie agricole di Don Orione e della Congregazione.
Le Colonie agricole furono un capitolo importante della storia della Congregazione orionina degli inizi, a fine '800 e primo '900.
Si tratta di istituzioni che fiorirono nel contesto storico della religiosità italiana, più resistente e viva nella civiltà contadina. Ci fu tutto un movimento di iniziative per frenare l'esodo dai paesi e dalle campagne verso le città e per promuovere una economia contadina che fosse più redditizia e competitiva per le popolazioni dei campi che vivevano in grande povertà e abbandono.
In uno scritto, Don Orione argomentava: «L’abbandono della vita dei campi è uno dei più grandi flagelli della società moderna. Tanti corrono alle città, perché la campagna non dà più quanto è necessario per vivere. D’altra parte le ragioni di moralità e di amore alla famiglia non bastano per chi ha fame. Era dunque necessario esplicare in mezzo alle popolazioni agricole un’azione benefica, cristiana, che ponesse l’agricoltore nella condizione di avere colla minore spesa il maggior prodotto possibile, così da affezionarlo alla casa nativa, dissuadendolo dal correre ad invadere le officine della città. Così l’Opera della Divina Provvidenza ha tentato un lavoro eminentemente pratico ed eminentemente cristiano».[1]
Un'attività educativa tipica sviluppata nel 900 è quella delle Colonie agricole. Don Orione ne fu un appassionato promotore.
Le colonie agricole furono pensate e realizzate come una forma di elevazione dei figli dei poveri e come qualificazione redditizia del lavoro contadino. Molto famoso fu il metodo dell’agronomo Stanislao Solari che trasformò l’agricoltura del tempo ottenendo risultati di grande interesse.
La congregazione di Don Orione, nei suoi primi decenni di vita, aprì e sostenne decine di Colonie agricole. L’azione educativa e formativa nelle colonie agricole doveva avere carattere popolare ed essere rivolta agli strati più bassi della popolazione, ai poveri figli di contadini, alle masse rurali dell’Italia contadina, secondo lo spirito e le scelte proprie di Don Orione.
Le prime Colonie agricole di Don Orione in diocesi di Tortona furono a Mornico Losana (1896), La Malaspina di Godiasco (1897), Frascata di Brignano Frascata (1897), La Boffalora di Godiasco (1898), Ceregate di Cegni di Varzi (1901), la Calvina in Tortona (1934).
Tre colonie agricole furono aperte in breve tempo a Roma: San Giuseppe alla Nunziatella (1900), San Giuseppe alla Balduina (1900 ) e Santa Maria del Perpetuo Soccorso a Monte Mario (1901).
Ne vennero poi altre in Italia: l’Immacolata, Noto (1898), La Petrara a Bagnorea, Orvieto (1900), Bronte (1900), Cozza Luzzi, Bolsena (1903), San Filippo di Agira (1906), Sant’Antonio di Cuneo (1907), Cassano allo Jonio (1909), Scandiano di Ventoso e Castellarano (1913), Campocroce di Mirano (1919), Mursecco (1926) e Velletri (1939).
Ove si estese la Congregazione si impiantarono colonie: in Palestina (Rafat 1921 e Monte delle Beatitudini 1925), a Rodi (Casa dei Pini di Mangavlì, 1925), in Polonia (Izbica Kujawska 1934 e Lazniew 1939), Albania (Shjiak 1936 e Bushati 1940), a Mar de Hespanha, Brasile (1914), a La Floresta, Uruguay (1930), a Mercedes in Argentina (1944).
[1] Scritti 61, 58-59.