La devozione di Don Orione. Il voto del 1944. La memoria liturgica.
MARIA SALUS POPULI ROMANI
La devozione di Don Orione. Il voto del 1944. La memoria liturgica.
Don Flavio Peloso
Don Orione fu una grande devoto e promotore della devozione popolare mariana in tutte le sue espressioni. Era particolarmente legato al titolo mariano “Mater Dei”.
Il 30 luglio 1924, egli annunciò che “Mater Dei” sarebbe stata la prerogativa e il titolo proprio della Piccola Opera della Divina Provvidenza: «Dopo tanti anni che ho pregato, sono venuto nella decisione di mettere in venerazione nelle nostre Case la Madonna col titolo di Madre di Dio. La Madonna nostra della Divina Provvidenza, è la Mater Dei, la onnipotente per grazia». E spiegava: “Dobbiamo essere dogmatici, papali, anche nella devozione a Maria. Nella devozione alla Madonna Mater Dei facciamo la professione di fede nella divinità di Cristo”.
Parlò, visitò più volte[1] e celebrò anche nella Basilica di Santa Maria Maggiore, “che può ben dirsi il monumento mondiale innalzato alla divina Maternità di Maria SS.”.[2]
Gli era particolarmente cara “S. Maria Maggiore, dov’è il vetusto arco trionfale in mosaico, che celebra il dogma della Divina Maternità della SS. Vergine, arco voluto da Sisto III, subito dopo il Concilio, e che ora si sta riparando per la munificenza del nostro Santo Padre”.[3] Perla preziosa custodita nella Basilica è l’antica icona di Maria “Salus Populi Romani”. Ne aveva grande venerazione: “Andando a S. Maria Maggiore vedrete una immagine antica della Vergine Santissima, detta Salus Populi Romani; è lì, nella Cappella della Madonna, nella Cappella più ricca di tutte le Cappelle del mondo. Ai piedi di quella vetusta e veneranda immagine pregarono S. Gregorio Magno, S. Stanislao Kostka, S. Ignazio, S. Camillo de Lellis, S. Leonardo da Porto Maurizio”.[4]
A partire dal 1928, Don Orione si fece promotore di un Comitato per le celebrazioni del XV Centenario della proclamazione del dogma di Maria “Mater Dei” durante il Concilio di Efeso nel 431. Chiamò a farvi parte personalità ecclesiastiche e civili e, informò: “Ho pregato Sua Eminenza il Signor Cardinale Vannutelli Arciprete [di S. Maria Maggiore] di degnarsi accettare d’essere Presidente d’Onore del Comitato che andrebbe sempre più promovendo il culto di Maria Madre di Dio”.[5]
Le due realizzazioni pratiche più consistenti di Don Orione per il Centenario furono la costruzione del grande Santuario di Tortona e la fondazione della rivista mariana “Mater Dei”.
Il Santuario, in un tempo di grande povertà, nel tempo della grande recessione del 1929, fu costruito con il lavoro dei chierici e sacerdoti della Congregazione e consacrato il 29 agosto 1931. Fu popolarmente chiamato “della Madonna della Guardia”, per un voto fatto per chiedere la fine della Prima Guerra mondiale, ma dedicato alla “Mater Dei”.
Sempre nel 1929, Don Orione fondò e diffuse una pregevole rivista bimestrale, a colori, dal titolo “Mater Dei”.[6] Direttore ne fu padre Antonio Bosio da Trobaso, dei Minori Francescani. Il primo numero fu edito nel febbraio 1929 ed era aperto da una magnifica tavola a colori riproducente la Madonna Salus Populi Romani, venerata in Santa Maria Maggiore di Roma. Don Orione stesso l’aveva voluta: “Non converrà riprodurre, nel primo numero, la tanto vetusta e venerata Madonna col Bambino, attribuita a San Luca, che è in Santa Maria Maggiore? È delle più antiche che si conoscano: Armellini l'attribuisce al V secolo; anche Wilpert la ritiene antichissima. Il Liber Pontificalis, parlando di Gregorio III, dice che la adornò di gemme, e siamo al 731-741. Le lettere greche dell'immagine sono le abbreviazioni delle parole «Madre di Dio». In Roma è la raffigurazione mariana più celebre e più venerata dalle moltitudini”.[7]
Le celebrazioni del Centenario mariano del 1931 ebbero come epicentro la Basilica di Santa Maria Maggiore nei giorni 2-5 gennaio, con un bellissimo discorso del Papa Pio XI, e con il Congresso Mariano Nazionale del 6-9 maggio, preceduto e seguito da giornate di studio e da tridui di preghiere, culminato con la processione della venerata Immagine della Salus Populi Romani, Patrona della Città Eterna, da Santa Maria Maggiore a San Giovanni in Laterano, con grande concorso di popolo con le fiaccole.
La devozione a Maria Salus Populi Romani è stata attualizzata recentemente con il popolare evento del Voto e della “miracolosa” liberazione della Città avvenuto in piena Seconda Guerra mondiale. Rispondendo ad un invito di Papa Pio XII, gli Amici di Don Orione, nel maggio 1944, raccolsero ben 1.100.000 firme di adesione al Voto popolare diretto a Maria Salus Populi Romani per impetrare la salvezza di Roma, stretta tra l’esercito tedesco che l’occupava e l’esercito degli alleati che, dopo lo sbarco di Anzio, premeva per conquistare la Città. Si fece il voto nella chiesa di Sant’Ignazio, dinanzi all’immagine della Madonna del Divino Amore lì protetta, il 4 giugno 1944, alle ore 17. Durante la notte, invece del paventato scontro distruttivo nelle vie della Città, l’esercito alleato entrò da sud e l’esercito tedesco prese le vie del Nord senza colpo ferire, senza alcuna ostilità e violenza. Alla folla straripante, riversatasi in Piazza San Pietro il giorno dopo, Pio XII disse: “La Ss.ma Madre di Dio e Madre nostra, Maria, al titolo e alle glorie di «Salus Popoli Romani» ha aggiunto una nuova prova della sua benignità materna che rimarrà in perenne memoria negli anni dell’Urbe”. [8]
A compimento del Voto, sull’altura di Monte Mario, già nel 1953 era stata innalzata dagli Orionini una statua, alta 9 metri, della Madonnina Salus Populi Romani; a Castel di Leva fu in seguito costruito un nuovo santuario della Madonna del Divino Amore.
Ora, come ha annunciato il Vicario del Papa, Angelo De Donatis, nel Calendario Proprio di Roma, “Come memoria mariana per la Diocesi è stata scelta la memoria di Santa Maria «Salus Populi Romani», da celebrare il 4 giugno”.
Il 4 giugno 2024, a 100 anni dalla scelta di Don Orione del titolo “Mater Dei”, saremo in festa non più solo ai piedi della Madonnina Salus Populi Romani di Monte Mario, ma in tutta la Città.
[1] Notizie delle sue visite alla Basilica in Scritti 44, 5; 32, 202; 70, 129; 93, 193; 98, 150; 107, 322. Don Orione nelle frequenti e prolungate soste a Roma, risiedeva nella Casa di Via delle Sette Sale 22, vicino a Santa Maria Maggiore. Vi andava anche a incontrare l’amico mons. Bartolomeo dei Conti Capasso, canonico della Basilica.
[2] Scritti 47, 118.
[3] Lettera del 20 dicembre 1928; Scritti 67, 178 e anche 79, 330.
[4] Parola di Don Orione del 13 agosto 1933; Diario Scoccia, ADO.
[5] Scritti 79, 330.
[6] La Rivista ebbe molti apprezzamenti ed anche la lusinghiera recensione de “La Civiltà Cattolica” del 21 dicembre 1929: “Una opportunissima pubblicazione bimestrale, o rivista mariana, intitolata latinamente «Mater Dei» e designata quale organo del movimento per il XV Centenario del Concilio di Efeso. Sono parecchi, valorosi e bene scelti gli scrittori ordinari e gli straordinari, fra i quali pure il compianto Giulio Salvadori… È tutta una serie di brevi, ma succose e pie trattazioni; altre sono teologiche ed altre storiche; austeramente ascetiche alcune ed altre letterariamente amene. Gli articoli sono illustrati, con lodevole scelta, dai migliori capolavori glorificanti la Vergine Madre di Dio”.
[7] Scritti 70, 311.
[8] Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VI, Tipografia Poliglotta Vaticana, 29-30.