Prefazione dell'arcivescovo di Milano al libro "Don Orione. Meditazioni sul Vangelo" (2013).
DON ORIONE. MEDITAZIONI SUL VANGELO
Prefazione del Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano
Il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, fu un grande estimatore di Don Orione. Lo sostenne agli inizi del Piccolo Cottolengo Milanese. Ne intuì subito la santità e la magnanimità. Volle che quel “santo della carità” sostasse a Milano, da morto, per un ultimo omaggio della città. Fu esposto il 16 marzo 1940 nella basilica di Santo Stefano e ci fu un enorme concorso di folla. Quando, qualche anno più tardi, l’anziano card. Schuster andò per l’ultima volta a visitare i chierici del seminario, disse: «Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo, vivo o morto passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di Don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi: ha paura, invece, della nostra santità».
Don Orione fu un santo e tale lo ha proclamato Giovanni Paolo II nel 2004. Qui sta il motivo principale dell’interesse di avere tra le mani la pubblicazione di una raccolta di suoi testi sulle virtù teologali della fede, della speranza e della carità.
La vita e le parole dei santi, che lasciano trasparire la presenza di Dio, sono un grande dono per la Chiesa e per la società tutta, da riconoscere e da valorizzare. Essi mostrano che il sentiero della vita non si interrompe: non c’è rottura tra umano e divino, tra questa vita e la vita del cielo. Dai santi possiamo imparare un'umanità integrale dove alle parole seguono i fatti.
Don Orione non fece teorie su fede, speranza e carità, ma visse le virtù in grado eroico. Per questo, quando parlava della fede o della speranza o della carità il suo linguaggio era caldo, appassionato, intriso di contenuti dottrinali ed esistenziali semplici, sicuri, convincenti.
La sua anima era vivificata dallo Spirito Santo e infiammata dal fuoco della carità. Spesso si diffondeva con discorsi, conversazioni e scritti per lodare il Signore e per trasmettere convinzioni e affetti a confratelli, amici, persone e gente d'ogni tipo. Molte sue parole sono state conservate. C’è profondità teologica e spirituale nel suo insegnamento, c’è umana poesia nel suo parlare, c’è immediatezza e conoscenza dell'uomo e di Dio nei suoi consigli e ricordi.
Da queste parole ed esperienze ardenti si ricavano certezze semplici: vivere non è vivacchiare; la santità è un dono di Dio prima che una conquista dell’uomo; chi si apre a Dio allarga il cuore senza confini; seguire Gesù Cristo è imparare a donare la vita; la carità ha fame di azione; solo la carità salverà il mondo.
Siamo pertanto molto riconoscenti al curatore di questo libro, Don Flavio Peloso. Invito a leggere con un atteggiamento orante, il solo che permette di comprendere e di gustare a pieno questi testi spirituali.
+ Angelo card. Scola
Arcivescovo
Milano, 19 marzo 2013