RICONOSCIUTO UN MIRACOLO DI DON ORIONE.
ORA SE NE ATTENDE LA CANONIZZAZIONE.
Roma, 7 luglio 2003
Oggi alla presenza del Santo Padre, Giovanni Paolo II, è stato ufficialmente promulgato il Decreto che riconosce un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, “padre dei poveri e benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata”, come lo definì Pio XII, “una geniale espressione della carità cristiana”, come disse di lui Giovanni Paolo II nell’omelia della beatificazione.
Almeno in questo caso, si può dire che Don Orione è stato “profeta in patria” in quanto il miracolato, Pierino Penacca, è della diocesi di Tortona (Alessandria) essendo nato a Momperone il 14 maggio 1912. Pierino, conobbe Don Orione in gioventù e fu atto spontaneo per lui e per tutta la famiglia ricorrere all’intercessione del beato quando, nel novembre 1990, dopo allarmanti sbocchi di sangue gli fu ripetutamente diagnosticato un tumore ai polmoni. Peggiorando le condizioni fisiche generali, il 28 novembre fu ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano ove altri due referti citologici, confermarono la diagnosi di “carcinoma polmonare”. E’ a questo punto che interviene la preghiera e l’intercessione di Don Orione.
La figlia Gabriella, ha testimoniato che le comunicarono l’esito infausto del secondo esame citologico nel pomeriggio del 31 dicembre 1990: “Quella sera, ho pregato e parlato a Don Orione mentre stringevo forte, fino quasi a farmi male, una reliquia di Don Orione… Dopo la preghiera, dopo quel travaglio interiore, all’improvviso mi entrò una grande quiete che sentivo non mia. Mi sono sentita contenta e serena perché Papà l’avevo messo in buone mani”. L’altra figlia, Isaura, saputa la triste notizia “mi fermai al santuario della Madonna della Guardia, a Tortona, sono andata direttamente da Don Orione, girando attorno alla sua urna, e gli feci la supplica nei termini della sera prima: So che papà è molto grave; Don Orione, se puoi, chiedi al Signore che ce lo lasci ancora un po”.
Tutta una crociata di preghiere rivolte a Don Orione si mosse a favore dell’ammalato assai noto e caro nell’ambiente orionino: pregarono i famigliari, alcuni sacerdoti orionini e anche gli ospiti disabili del Piccolo Cottolengo di Seregno, che il signor Penacca era solito beneficare, animati dall’infermiere Ennio Moneghini, che ha raccontato: “Tutti insieme volevamo ottenere questa grazia. Avevamo delle reliquie di Don Orione con le quali pregavamo… Avevamo pregato parecchio, anche con i ragazzi handicappati del Piccolo Cottolengo. E poi mi venne una sicurezza: stai tranquillo andrà tutto a posto”.
Di fronte alla prognosi infausta e data l’età avanzata del paziente, già in grave stato di decadimento, al San Raffaele non fu ritenuta opportuna e possibile alcuna terapia specifica, né chemioterapica né radioterapica. Fu dimesso il 10 gennaio 1991, senza cure specifiche, lasciandolo al suo destino e solo invitando i familiari a prendere contatto con un esperto di terapia del dolore per alleviare i suoi ultimi giorni. Non ce ne fu bisogno.
“Lo stato di salute di papà riprese bene e rapidamente”, hanno affermato unanimemente i figli Fiorenzo, Gabriella e Isaura. Totalmente guarito. Non ci furono più referti clinici o manifestazioni che in qualche mondo parlassero del tumore al polmone. Pierino Penacca riprese la sua vita di sempre: lavorava nei campi, potava, lavorava da falegname, tagliava legna con la sega a nastro, suonava la fisarmonica. Si conservò molto vivo, fino a pochi mesi dalla morte, avvenuta il 2 aprile 2001, a quasi 89 anni per cause estranee al tumore.
Fu il dottor Francesco Misenti, medico di famiglia, a insospettirsi scientificamente dell’accaduto. I familiari, che avevano tenuto il riserbo sulla prodigiosa guarigione, una spiegazione però l’avevano e l’hanno testimoniata prima al Postulatore di Don Orione, Don Flavio Peloso, e poi davanti al tribunale ecclesiastico presieduto dal vescovo di Tortona, Mons. Martino Canessa.
L’inchiesta diocesana è stata svolta a Tortona dal 4 gennaio al 12 marzo 1999. Furono ascoltati i testimoni informati; furono raccolte prove e documenti clinici sul caso. Poi tutto il materiale fu trasmesso alla Congregazione vaticana per le Cause dei Santi per l’accurato studio dal punto di vista scientifico e teologico.
La Consulta Medica del 16 gennaio 2003, si è pronunciata in piena unanimità circa la non spiegabilità scientifica della guarigione. Infatti, si trattava di un “carcinoma polmonare, necrotico, a grandi cellule, vastamente infiltrante” per il quale “la regressione spontanea, clinica e citomorfologica, di tale lesione, con una guarigione rapida, completa e duratura e una sopravvivenza del paziente, mai sottoposto a terapia, per altri 12 anni, non risulta spiegabile in termini medici”.
Successivamente, la Consulta dei Teologi, nella riunione del 4 aprile 2003, avendo presente il giudizio della Consulta medica, ha verificato che nella sequenza di tempo tra prognosi infausta, preghiera a Don Orione e guarigione c’è un nesso di continuità. Tutti, all’unanimità, alla domanda se si tratti di un miracolo, hanno risposto affermativamente.
Infine, è giunto il giudizio autorevole dei Padri Cardinali e Vescovi durante la Sessione Ordinaria del 3 giugno 2003, essendo relatore-ponente Mons. Andrea Erba, vescovo di Velletri. I Padri hanno giudicato all’unanimità trattarsi di un miracolo attribuito al beato Luigi Orione.
Sua Santità, Giovanni Paolo II, informato dell’intera questione, ha ratificato con il suo assenso il giudizio positivo dato dalla Congregazione dei Santi, disponendo che si preparasse il Decreto sul predetto miracolo.
Il Decreto pubblicato oggi dalla Santa Sede mette l’autorevole sigillo pontificio sul giudizio di un evento che ha ridato la salute ad un uomo, gioia ad una famiglia, ma che è tale da accreditare la fiducia nella Divina Provvidenza e in Don Orione invocato come intercessore. La Chiesa riconosce i miracoli proprio per confortare la fede in Dio e nutrire la speranza dei cristiani ma anche dei lontani dalla fede.
Il miracolo riconosciuto, come è nella tradizione e nella prassi della Chiesa, è anche un segno di ulteriore conferma della santità del Beato invocato. Con il Decreto promulgato oggi si apre la strada della canonizzazione di Don Orione. Sarà il Papa, riunendo in Concistoro i Cardinali, a decidere il riconoscimento di Don Orione quale “santo” della Chiesa universale.
“E’ una bella notizia che viene a coronare le celebrazioni del Centenario della Piccola Opera della Divina Provvidenza – ha commentato Don Roberto Simionato, superiore generale – è un’ulteriore conferma di una eredità santa che noi religiosi, sacerdoti, suore e laici orionini dobbiamo onorare e investire perché fruttifichi sempre più a gloria di Dio e a bene dei fratelli più bisognosi”.
RECONOCIDO UN MILAGRO DE DON ORIONE. AHORA SE ESPERA LA CANONIZACIÓN.
Roma, 7 de julio de 2003. Hoy, en presencia del Santo Padre, Juan Pablo II, se ha promulgado oficialmente el Decreto que reconoce un milagro atribuido a la intercesión del Beato Don Luis Orione, fundador de la Pequeña Obra de la Divina Providencia, “padre de los pobres y bienhechor de la humanidad doliente y abandonada” , como lo definió Pío XII, “una expresión genial de la caridad cristiana”, como dijo de él Juan Pablo II en la homilía de la beatificación.
Al menos en este caso, se puede decir que Don Orione ha sido “profeta en su tierra” en cuanto que el beneficiario del milagro, Pierino Penacca, es de la diócesis de Tortona (Alejandría), habiendo nacido en Momperone el 14 de mayo de 1912. Pierino conoció a Don Orione en su juventud, y nació espontáneamente en él y en toda su familia el recurrir a la intercesión del beato cuando, en noviembre de 1990, después de algunas alarmantes manifestaciones de hemotisis le fuera diagnosticado reiteradamente un tumor en los pulmones. Habiéndose empeorado el cuadro físico general, el 28 de noviembre fue internado en el Hospital San Rafael de Milán, donde otros dos análisis citológicos confirmaron el diagnóstico de “carcinoma pulmonar”. En ese momento es cuando interviene la oración y la intercesión de Don Orione.
La hija Gabriella ha testimoniado que le habían comunicado el resultado infausto del segundo examen citológico en la tarde del 31 de diciembre de 1990: “Esa tarde, he rezado y hablado a Don Orione mientras apretaba fuerte una reliquia de Don Orione, casi hasta provocarme dolor … Después de la oración, y después de ese sufrimiento interior, me entró enseguida una grande tranquilidad que no sentía como nacida de mí. Me sentí contenta y serena porque había puesto a papá en buenas manos”. La otra hija, Isaura, cuando supo la noticia: “fui al santuario de la Virgen de la Guardia, en Tortona, directamente a la urna de Don Orione, frente a la cual le hice la misma súplica que le había hecho la tarde anterior: Sé que papá está muy grave; Don Orione, si puedes, pide al Señor que nos lo deje todavía un poco más”.
Surgió toda una cruzada de oraciones a Don Orione a favor del enfermo, muy conocido y querido en el ambiente orionino: rezaron los familiares, algunos sacerdotes orioninos y también algunos discapacitados del Pequeño Cottolengo de Seregno, que el Sr. Penacca solía visitar, invitados por el enfermero Ennio Moneghini, que ha contado: “Todos juntos queríamos obtener esta gracia. Teníamos reliquias de Don Orione con las que rezábamos … Hemos rezado mucho, incluso con los muchachos discapacitados del Pequeño Cottolengo. Después sentí una seguridad y me dije: tranquilo, todo saldrá bien”.
Ante el pronóstico infausto, y teniendo en cuenta la edad avanzada y grave decaimiento del paciente, en el hospital San Rafael no consideraron oportuna ni posible la aplicación de ninguna de las terapias específicas para el caso: quimioterapia o radioterapia. Fue dado de alta el 10 de enero de 1991, sin cuidados específicos, librado a su destino, con la sola invitación a sus familiares a que tomaran contacto con un experto de terapia del dolor para aliviar sus últimos días. No fue necesario.
“Papá se repuso bien y rápidamente”, han afirmado unánimemente los hijos Fiorenzo, Gabriella e Isaura. Totalmente curado. No hubo más partes médicos o manifestaciones que aludieran a un tumor en el pulmón. Pierino Penacca volvió a su vida normal: trabajaba en los campos, podaba, hacía de carpintero, cortaba leña con la sierra de cinta, tocaba el acordeón. Se mantuvo siempre animado, hasta pocos meses antes de la muerte, que tuvo lugar el 2 de abril de 2001, a casi 89 años por causas ajenas al tumor.
Fue el doctor Francesco Misenti, médico de cabecera, quien empezó a albergar sospechas, desde el punto de vista científico, sobre lo que había ocurrido. Pero los familiares, que habían guardado silencio sobre el carácter prodigioso de la curación, tenían una explicación que testimoniaron primero ante el Postulador de Don Orione, el p. Flavio Peloso, y después ante el tribunal eclesiástico presidido por el obispo de Tortona, Mons. Martino Canessa.
El examen diocesano se realizó en Tortona del 4 de enero al 12 de marzo de 1999. Fueron escuchados los testigos informados; se recogieron pruebas y documentos clínicos sobre el caso. Después, todo el material fue transmitido a la Congregación vaticana para las Causas de los Santos para un estudio atento desde el punto de vista científico y teológico.
La Consulta médica del 16 de enero de 2003, se ha pronunciado unánimemente sobre el carácter inexplicable de la curación desde el punto de vista científico. En efecto, se trataba de un “carcinoma pulmonar, necrótico, de células grandes, vastamente infiltrante” por lo cual “la regresión espontánea, clínica y citomorfológica de tal lesión, con una curación rápida, completa y duradera, y una supervivencia del paciente, jamás sometido a terapia, durante otros 12 años, no resulta explicable en términos médicos”.
Posteriormente, la Consulta de los Teólogos, en la reunión del 4 de abril de 2003, teniendo presente el juicio de la Consulta médica, ha verificado que en la secuencia temporal entre el pronóstico infausto, la oración a Don Orione y la curación existe un nexo de continuidad. A la pregunta sobre si se trataba de un milagro, todos han respondido unánimemente en forma afirmativa.
Por último, llegó el juicio autorizado de los Padres Cardenales y Obispos durante la Sesión Ordinaria del 3 de junio de 2003, siendo relator ponente mons. Andrea Erba, obispo de Velletri. Los Padres han juzgado en forma unánime que se trataba de un milagro atribuido al beato Luis Orione.
Su Santidad, Juan Pablo II, informado de toda la cuestión, ha ratificado con su asentimiento el juicio positivo dado por la Congregación de los Santos, disponiendo que se preparara el Decreto sobre el antedicho milagro.
El Decreto publicado hoy por la Santa Sede coloca el autorizado sello pontificio sobre el juicio acerca de un hecho que ha devuelto la salud a un hombre, y la alegría a una familia, pero que reviste tanta importancia como para acreditar la confianza en la Divina Providencia, y en Don Orione invocado como intercesor. La Iglesia reconoce los milagros precisamente para confirmar la fe en Dios y nutrir la esperanza de los cristianos, pero también de los que están alejados de la fe.
Conforme a la tradición y a la praxis de la Iglesia, el milagro reconocido es también un signo de una ulterior confirmación de la santidad del Beato invocado. Con el Decreto promulgado hoy se abre el camino de la canonización de Don Orione. Será el Papa quien, después de reunir en Concistorio a los Cardenales, decidirá el reconocimiento de Don Orione como “santo” de la Iglesia universal.
“Es una hermosa noticia que corona las celebraciones del Centenario de la Pequeña Obra de la Divina Providencia – ha comentado el P. Roberto Simionato, superior general – una confirmación ulterior de una herencia santa que los religiosos, los sacerdotes, las religiosas y los laicos debemos honrar e invertir a fin de que fructifique cada vez más para la gloria de Dios y el bien de los hermanos más necesitados”.
RECONHECIDO UM MILAGRE DE DOM ORIONE.AGORA SE ESPERA A CANONIZAÇÃO.
Cidade do Vaticano, 7 de julho de 2003
Hoje, na presença do Santo Padre João Paulo II, foi oficialmente promulgado o Decreto que reconhece um milagre atribuído à intercessão do Beato Luís Orione, fundador da Pequena Obra da Divina Providência, “pai dos pobres e benfeitor da humanidade sofredora e abandonada”, como foi definido por Pio XII, “uma genial expressão da caridade cristã” , como disse sobre ele o Papa João Paulo II na homilia da beatificação.
Pelo menos neste caso, pode-se dizer que Don Orione foi “profeta em sua própria terra” porque o Sr. Pierino Penacca, nascido em Momperone no dia 14 de maio de 1912 e curado milagrosamente, é da diocese de Tortona (Alessandria). Pierino conheceu Don Orione na juventude e foi um gesto espontâneo para ele e para toda a família recorrer à intercessão do beato quando, em novembro de 1990, depois de alarmantes derramamentos de sangue, ficou sabendo que tinha um tumor nos pulmões. Piorando as suas condições físicas, foi internado no dia 28 de novembro no Hospital São Rafael de Milão onde outros dois resultados de exames citológicos, confirmaram o diagnóstico de “carcinoma pulmonar”. É neste momento que intervém a oração e a intercessão de Don Orione.
A filha Gabriella testemunhou que lhe comunicaram o resultado do segundo exame citológico na tarde de 31 de dezembro de 1990: “Naquela noite, rezei e falei com Don Orione enquanto apertava forte, até quase a me fazer mal, uma relíquia de Don Orione... Depois da oração, aquela angústia interior que eu sentia foi improvisamente substituída por uma grande quietude que não vinha de mim. Sentia-me tranqüila e serena porque eu tinha colocado o papai em boas mãos” . A outra filha, Isaura, sabendo a triste notícia “fui até o santuário de Nossa Senhora da Guarda, em Tortona, e aproximei-me do corpo de Don Orione, girando em volta da sua urna, e lhe fiz uma súplica do mesmo jeito que na noite anterior: Sei que papai está muito mal de saúde; Don Orione, se podes, pede ao Senhor que deixe o papai ainda um pouco conosco”.
Uma intensa cruzada de orações dirigidas a Don Orione se moveu em favor do enfermo, bem conhecido e querido no ambiente orionita: rezaram os familiares, alguns sacerdotes orionitas e também os internos do Pequeno Cotolengo de Seregno que o Sr. Penacca costumava ajudar, acompanhados pelo enfermeiro Ennio Moneghini, que narrou: “Todos juntos queríamos obter esta graça. Tínhamos algumas relíquias de Dom Orione com as quais rezamos... Tínhamos rezado muito, também com os jovens internos do Pequeno Cotolengo. E depois me veio uma certeza: pode ficar tranqüilo tudo andará bem”.
Perante os prognósticos preocupantes e considerando a idade avançada do paciente, já em grave estado de enfraquecimento, no Hospital São Rafael não foi considerada oportuna e nem mesmo possível a prescrição de uma terapia específica de quimioterapia ou radioterapia. Recebeu alta hospitalar em 10 de janeiro de 1991, sem tratamentos específicos, deixando-o ao seu destino. Os médicos somente recomendaram aos familiares de entrar em contato com um especialista em terapia de dor para aliviar o sofrimento dos seus últimos dias. Mas isso não foi necessário.
“O estado de saúde do papai melhorou bem e rapidamente” , afirmaram unanimemente os filhos Fiorenzo, Gabriella e Isaura. Totalmente curado. Não tivemos mais diagnósticos clínicos ou manifestações que de algum modo indicassem a existência do tumor no pulmão. Pierino Penacca retomou a sua vida de sempre: trabalhava na horta, podava, fazia algum trabalho de carpinteiro, serrava madeira, tocava sanfona. Conservou-se bem, até poucos meses antes da sua morte, ocorrida no dia 2 de abril de 2001, com quase 89 anos de idade, por causas diferentes do tumor.
Foi o Dr. Francesco Misenti, médico da família, quem suspeitou cientificamente do que aconteceu. Os familiares, que mantiveram a devida reserva sobre a prodigiosa cura, tinham uma explicação e testemunharam tal cura, primeiro ao Postulador de Don Orione, P. Flávio Peloso, e depois diante do tribunal eclesiástico presidido pelo Bispo de Tortona, Dom Martino Canessa.
A investigação diocesana foi realizada em Tortona de 4 de janeiro a 12 de março de 1999. Foram ouvidas as testemunhas relacionadas, foram recolhidos documentos e provas clínicas sobre o caso. Depois todo o material foi transmitido à Congregação vaticana para as Causas dos Santos para um meticuloso estudo do ponto de vista científico e teológico.
O Conselho Médico de 16 de janeiro de 2003, confirmou, de modo plenamente unânime, que a cura era inexplicável cientificamente. De fato, tratava-se de um “carcinoma pulmonar, necrótico, em grandes células, vastamente escamosas” e que “a regressão espontânea, clínica e citomorfológica, de tal lesão, com uma cura rápida, completa e duradoura e uma sobrevivência do paciente, nunca submetido a terapia, por outros 12 anos, não resulta explicável em termos médicos” .
Sucessivamente, o Conselho dos Teólogos, na reunião de 4 de abril de 2003, tendo presente o parecer do Conselho médico, verificou que na seqüência de tempo entre o diagnóstico do tumor, a oração a Dom Orione e a cura existe um nexo de continuidade. Todos, por unanimidade, à pergunta se se tratava de um milagre, responderam afirmativamente.
Enfim, veio o juízo competente dos Padres Cardeais e Bispos durante a Sessão Ordinária de 3 de junho de 2003, sendo relator-ponente Dom Andréa Erba, Bispo de Velletri. Os Padres julgaram por unanimidade que se tratava de um milagre atribuído ao beato Luís Orione.
Sua Santidade, João Paulo II, informado da inteira questão, confirmou com o seu consentimento o juízo positivo dado pela Congregação dos Santos, dispondo que fosse preparado o Decreto sobre o mencionado milagre.
O Decreto publicado hoje é o reconhecimento da Santa Sé a um evento extraordinário que restabeleceu a saúde a um homem, alegria a uma família, e que, por isso, assegura a confiança na Divina Providência e em Dom Orione invocado como intercessor. A Igreja reconhece os milagres exatamente para confortar a fé em Deus e nutrir a esperança dos cristãos mas também dos distantes da fé.
O reconhecimento do milagre, como acontece na tradição e na praxe da Igreja, é também um sinal de ulterior confirmação da santidade do Beato invocado. Com o Decreto promulgado hoje abre-se a estrada da canonização de Dom Orione. Será o Papa, reunindo em Consistório os Cardeais, que proclamará o reconhecimento de Dom Orione como “santo” da Igreja universal.
“É uma bela notícia que vem coroar as celebrações do Centenário da Pequena Obra da Divina Providência – comentou P. Roberto Simionato, superior geral – è mais uma confirmação de uma herança de santidade que nós religiosos, sacerdotes, Irmãs e leigos orionitas devemos honrar e investir para que frutifique sempre mais para a glória de Deus e para o bem dos irmãos mais necessitados” .
UZNANO CUD ZA PRZYCZYNĄ KSIĘDZA ORIONE
TERAZ OCZEKUJE SIĘ JEGO KANONIZACJI
Watykan, 7 lipiec 2003
Dziś, w obecności Ojca świętego Jana Pawła II, został uroczyście ogłoszony Dekret, w którym uznaje się cud przypisywany wstawiennictwu Błogosławionego Alojzego Orione, założyciela Małego Dzieła Boskiej Opatrzności, „ojca ubogich i dobroczyńcy cierpiących i opuszczonych” , jak go określił Pius XII, który był „wyśmienitym wyrazem miłosierdzia chrześcijańskiego” , jak powiedział o nim Jan Paweł II w homilii beatyfikacyjnej.
Przynajmniej w tym przypadku można powiedzieć, iż Ks. Orione był „prorokiem w swojej ojczyźnie”, jako że cudownie uzdrowiony, Pierino Penacca, jest z diecezji tortońskiej, urodzony w Momperone 14 maja 1912 r. Pierino, poznał Ks. Orione w młodości i dla niego, i dla całej jego rodziny, było to akt spontaniczny, by zwrócić się do wstawiennictwa Błogosławionego, kiedy w listopadzie 1990 r., po alarmujących krwotokach, został rozpoznany u niego rak w płucach. Po pogorszeniu się stanu fizycznego w ogólności, 28 listopada został umieszczony w Szpitalu San Raffaele w Mediolanie, gdzie kolejne dwa badania cytologiczne, potwierdziły diagnozę „nowotworu płucnego”. W tym właśnie momencie ma miejsce modlitwa i wstawiennictwo Ks. Orione.
Córka Gabriella zaświadczyła, że zakomunikowano jej bolesny wynik drugiego badania cytologicznego popołudniu 31 grudnia 1990 r.: „Tego wieczoru, modliłam się i rozmawiałam z Ks. Orione, jednocześnie ściskając mocno, niemalże do bólu, relikwię Ks. Orione... Po modlitwie, po tej wewnętrznej męce, nagle przyszedł na mnie wielki spokój, który odczuwałam jako nie mój.” Inna córka, Isaura, dowiedziawszy się o smutnej wieści, opowiada: „Następnego dnia zatrzymałam się w sanktuarium Matki Bożej Czuwającej w Tortonie; poszłam bezpośrednio do Ks. Orione, obchodząc dookoła jego urnę, prosiłam go: Wiem, że mój tata jest w ciężkim stanie; Księże Orione, jeśli możesz, poproś Pana Boga, by go nam zostawił na jeszcze trochę.”
Ruszyła cała krucjata modlitw skierowanych do Ks. Orione za chorego, znanego i drogiego w środowisku oriońskim: modlili się krewni, niektórzy kapłani orioniści, a także podopieczni niepełnosprawni z Małego Kottolengo w Seregno, które pan Penacca zazwyczaj wspierał, a animowani przez pielęgniarza Ennio Moneghini, który opowiadał: „Wszyscy chcieliśmy otrzymać tę łaskę. Mieliśmy relikwie Ks. Orione i modliliśmy się przy nich. Modliliśmy się również dużo z chłopcami z Małego Kottolengo. I później przyszla mi taka wewnętrzna pewność: bądź spokojny, wszystko będzie dobrze”.
Wobec bolesnej prognozy na przyszłość oraz podeszłego wieku pacjenta, będącego już w stanie ciężkim, w szpitalu San Raffaele nie uważano za stosowne, ani za możliwe, zaaplikowanie jakiejkolwiek specjalistycznej chemioterapii czy radioterapii. Został wypisany ze szpitala 10 stycznia 1991 r., bez jakichkolwiek specjalnych zabiegów, pozostawiając go własnemu przeznaczeniu i jedynie prosząc krewnych o nawiązanie kontaktu ze specjalistą od uśmieżania bólu w ostatnich jego dniach. Ale to nie było potrzebne.
„Stan zdrowia taty zaczął się poprawiać i to szybko” stwierdzili jednogłośnie jego dzieci Fiorenzo, Gabriella i Isaura. Całkowicie wyzdrowiał. Nie było więcej orzeczeń klinicznych lub objawów, które w jakimkolwiek sposób mówiłyby o raku w płucach. Pierino Penacca powrócił do swoich normalnych zajęć: pracował w polu, przycinał gałęzie, pracował jako stolarz, ciął drzewo na pile tarczowej, grał na fisharmonii. Zachował wielką żywotność, aż do kilku miesięcy przed śmiercią, która nastąpiła 2 kwietnia 2001 r., z przyczyn niezależnych od raka, gdy miał blisko 89 lat.
Doktor Francesco Misenti, lekarz rodzinny, był tym, u którego wzbudziły się podejrzenia o naukowe wytłumaczenie tego, co się wydarzyło. Rodzina, która zachowywała powściągliwość wobec cudownego wyzdrowienia, jednakże później dała wytłumaczenie zaświadczając najpierw przed Postulatorem Księży Orionistów, Ks. Flavio Peloso, a następnie przed kościelnym trybunałem pod przewodnictwem biskupa Tortony, ks. bpa Martino Canessa.
Proces diecezjalny odbył się w Tortonie od 4 stycznia do 12 marca 1999 r. Zostali przesłuchani dobrze poinformowani o sprawie świadkowie; zostały zebrane dowody i dokumenty kliniczne odnośnie tego przypadku. Następnie cały materiał został przesłany do Kongregacji watykańskiej do Spraw Świętych dla dokładnego przestudiowania z punktu widzenia naukowego i teologicznego.
Rada Lekarska w dniu 16 stycznia 2003 r. wyraziła swoją jednogłośną opinię odnośnie niewytłumaczalności naukowej uzdrowienia. Faktycznie, dotyczyło ono „olbrzymiokomórkowego nowotworu płuc, z nekrozą, szeroko naciekającego” , którego „spontaniczny regres, kliniczny i cytomorfologiczny, na taką skalę, wraz z nagłym uzdrowieniem, całkowitym i trwałym oraz pozostanie przy życiu pacjenta, nigdy nie poddanego terapii przez następne 12 lat, jawi się jako niewytłumaczalny w terminach medycznych”.
Następnie Rada Teologów na spotkaniu dnia 4 kwietnia 2003 r., po przedstawieniu osądu Rady medycznej, stwierdziła, iż w przeciągu czasu pomiędzy bolesnymi rokowaniami a modlitwą do Ks. Orione oraz uzdrowieniem istnieje nierozerwalny związek. Wszyscy, w odpowiedzi na pytanie, czy tu chodzi o cud, odpowiedzieli twierdząco.
Wreszcie nadeszła autorytatywna opinia od Ojców Kardynałów i Biskupów podczas ich Zwyczajnej Sesji dnia 3 czerwca 2003 r., gdzie relatorem - referentem był Jego Ekscelencja ks. biskup Andrea Maria Erba, biskup Vellrtri-Segni. Ojcowie stwierdzili jednogłośnie, iż tu mamy doczynienie z cudem przypisywanym błogosławionemu Alojzemu Orione.
Jego Świątobliwość, Jan Paweł II, powiadomiony o całej sprawie, ratyfikował, potwierdzając swoim przyzwoleniem, pozytywną opinię daną przez Kongregację do Spraw Świętych, nakazując przygotowanie Dekretu odnośnie wyżej wspominianego cudu.
Opublikowany dziś Dekret kładzie wiarygodną pieczęć apostolską na ocenie wydarzenia, które przywróciło zdrowie człowiekowi, radość rodzinie, ale które jest także potwierdzeniem ufności w Opatrzność Bożą i w Ks. Orione przyzywanego jako wstawiennika. Kościół uznaje cuda właśnie po to, by umocnić wiarę w Boga i pokrzepić nadzieję chrześcijan, ale także i tych, którzy są daleko od wiary.
Uznany cud, jak to jest w tradycji i praktyce Kościoła, jest także dodatkowym znakiem potwierdzającym świętość przyzywanego Błogosławionego. Promulgowanym dziś Dekretem otwiera się droga do kanonizacji Ks. Orione. Należy do Papieża, po zwołaniu Konsystorzu Kardynałów, zadecydowanie o uznaniu Ks. Orione za „świętego” Kościoła powszechnego.
„To piękna wiadomość, która przychodzi jako ukoronowanie obchodów Stulecia Małego Dzieła Boskiej Opatrzności – skomentował ks. Roberto Simionato, Przełożony generalny – to dodatkowe potwierdzenie dziedzictwa świętości, którą my zakonnicy, kapłani, siostry i świeccy oriońscy winniśmy respektować i przejąć, by owocowała zawsze na większą chwałę Bożą i dla dobra braci najbardziej potrzebujących”.
A MIRACLE ATTRIBUTED TO DON ORIONE OFFICIALLY APPROVED
NEXT STEP: THE CANONISATION
Rome, July 7th 2003. Today, in the presence of the Holy Father, John Paul II, there was the official publication of the Decree that gives formal recognition to a miracle attributed to the intercession of Blessed Luigi Orione, founder of the Little Work of Divine Providence, “father of the poor, benefactor of the suffering and abandoned humanity” as Pope Pius XII called him, “a genial expression of Christian charity” as John Paul described him on the day of his beatification.
On this occasion at least, we can say that Don Orione has been a prophet in his own country: in fact, the healed man, Pierino Penacca, is from the diocese of Tortona (Alessandria), being born at Momperone on May 14th 1912. As a young man, Pierino knew Don Orione and it was natural that he and his family would turn to the Blessed when, in November 1990, following some frightening bouts of blood spitting, a lung tumour was diagnosed and confirmed. His general health worsened and on November 28th he was admitted to the San Raffaele Hospital, Milan. There, two further cytological tests detected the presence of a “lung carcinoma”. It was at this stage that prayer to and the intercession of Don Orione intervened.
Gabriella, a daughter, stated that she was told of the fatal results of the second cytological examination in the afternoon of the 31st December 1990: “That evening I prayed and spoke to Don Orione, tightly holding in my hands, to the point of hurting, a relic of Don Orione… After praying, after feeling inner anguish, suddenly a deep sense of peace, that was not mine, came over me. I felt happy and calm because I had put Daddy in good hands” . Another daughter, Isaura, having heard the news “I called at the shrine of Our Lady of La Guardia, in Tortona, and made straightaway for Don Orione, going round his casket; I put to him the request of the previous evening: I know that dad is seriously ill; Don Orione, if you can, ask the Lord to let him be with us for another while”.
A veritable crusade of prayers addressed to Don Orione went up for the sick man, who was well known and loved among the followers of Don Orione: family members were praying, as well as some Don Orione priests and even some of the disabled patients of the Little Cottolengo of Seregno, that Mister Penacca used to sustain financially, spurred on by the nurse, Ennio Monegnini. He said: “All of us, together, wanted to obtain this grace. We had relics of Don Orione and prayed with them… We used to pray a lot, also with the disabled boys of the Little Cottolengo. Then I felt a certainty: don’t worry, everything will be o.k” .
Faced with the fatal prognosis and given the advanced age of the patient, already in a state of serious debilitation, the San Raffaele authorities did not think it suitable or possible to prescribe any specific therapy, neither chemotherapy nor radiotherapy. He was discharged on 10th January 1991, without any specific treatment, leaving him to his destiny and only inviting the relatives to contact an expert of pain therapy to alleviate his last few days. There was no need.
“Dad’s state of health started to improve and quickly” stated unanimously the three children Fiorenzo, Gabriella and Isaura. He recovered completely. There were no more clinical tests or signs that somehow indicated the presence of a lung tumour. Pierino Penacca returned to his everyday life: working in the fields, pruning, doing carpentry, cutting wood with a mechanical saw and playing the accordion. He was very much alive, up to a few months from his death, which took place on 2nd April. 2001, almost 89 years of age, due to reasons other than the tumour.
The family doctor, Francesco Misenti, wondered about the event, from a scientific point of view. Instead, the relatives, who had kept quiet about the miraculous healing, had an explanation and gave a statement, first to the Don Orione Postulator, father Flavio Peloso and then at the diocesan ecclesiastical tribunal, chaired by the bishop of Tortona, Mgr Martino Canessa.
The diocesan inquiry took place at Tortona from 4th January to 12th March 1999. Informed witnesses were heard; evidence and medical documents on the case were gathered. Then the whole dossier was transmitted to the Vatican Congregation for the Causes of the Saints where it was thoroughly studied from the scientific and theological angles.
The Medical Board, meeting on 16th January 2003, gave a unanimous verdict about the non-scientific explanation of the healing. In fact, it was a question of a “lung carcinoma, necrotic, with large cells, widely spreading” concerning which “the spontaneous clinical and cytomorphologic regression of the lesions, with a fast, complete and lasting healing and the survival of the patient, who never underwent therapy, for the next 12 years, cannot be explained in medical terms” .
Later on, the Theological Board, at the meeting of 4th April 2003, keeping in mind the judgement of the Medical Board, verified that in the sequence of time between the fatal prognosis, prayer to Don Orione and healing there was a link of continuity. All, unanimously, answered the question whether it was the case of a miracle in the affirmative.
Finally, there came the authoritative judgement of the Father Cardinals and Bishops during the Ordinary Sitting of the 3rd June 2003: Mgr Andrea Erba, bishop of Velletri, acted as spokesman - presenter. The Fathers gave a unanimous judgement that it was a miracle attributed to Blessed Luigi Orione.
His Holiness, John Paul II, informed of everything, ratified with his assent to the positive judgement of the Congregation of the Saints, ordering that the Decree on the above mentioned miracle be drawn up.
The Decree published today by the Holy See puts the authoritative pontifical seal on the judgement of an event that gave back the health to a man, joy to a family, but which also increases trust in Divine Providence and in Don Orione, prayed to as intercessor. The Church approves miracles above all to strengthen faith in God and to nourish the hope of Christians but also of those far from the faith.
The approved miracle, as is the case in the tradition and practice of the Church, is also a sign of an additional endorsement of the sanctity of the Blessed prayed to. With the Decree published today the way to the canonisation of Don Orione is open. It will be up to the Pope, having gathered the Cardinals in a concistory, to formally recognise Don Orione as “saint” of the universal Church.
“It is a good news, like the icing on the cake of the celebrations of the Centenary of the Little Work of Divine Providence – was the comment of the superior general, Father Roberto Simionato – it is a further confirmation of a holy heritage that we, religious, priests, sisters and lay people of Don Orione must honour and treasure so that it may always bear more fruit to the glory of God and for the wellbeing of our needy brothers” .
A ETE RECONNU UN MIRACLE DE DON ORIONE.
MAINTENANT ON ATTAND LA CANONISATION.