La notizia del Decreto di riconoscimento del miracolo di Don Orione è stata battuta da tutte le principali Agenzia di Stampa italiane e accreditate presso la Santa Sede. Il primo lancio è stato dell’ ADNKRONOS , (alle 12.00 del 7 luglio 2003) al quale sono seguiti altri 8 lanci, con un’attenzione all’evento davvero grande. Ampio spazio è stato dato anche dall’ ANSA , ASCA , AGI , SIR .
La notizia è stata ripresa dai tele-giornali RAI: RAI 2 alle 13.00, RAI 1 alle 17.00 e in vari RAI 3 regionali. Servizi e approfondimenti sono andati in onda su SAT2000 e Telepace. La Radio nazionale ha dato la notizia nelle sue tre reti in vari giornali-radio. Radio Vaticana ha trasmesso vari interviste e approfondimenti sul miracolo e su Don Orione.
L’Osservatore Romano ha dato la notizia nell’edizione del martedì 8 luglio 2003. Vasta eco anche nella stampa nazionale italiana. Riprendiamo solo Avvenire , Il Tempo , Libero , Il Gazzettino .
Dopo l’Italia, senza dubbio è l’Argentina la nazione in cui Don Orione è più popolare. La notizia è rimbalzata rapidamente nelle reti televisive, radiofoniche e sulla stampa nazionale. Encomiabile e qualificato il servizio dell’Ufficio Stampa degli Orionini in Argentina; se ne veda il sito http://www.donorione.org.ar/Mirador/milagro/milagro.htm
. Ne hanno scritto i principali giornali nazionali argentini: La Naciòn e Clarìn (con curiose inesattezze).
AGI - AGENZIA GIORNALISTICA ITALIA
PAPA: PROMULGA DECRETO MIRACOLO, DON ORIONE VERSO SANTITA'
CdV, 7 lug. - Si avvicina sempre piu' il giorno in cui don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carita', salira' alla gloria degli altari con il titolo di Santo. Il Papa ha infatti promulgato questa mattina il decreto riguardante un miracolo attribuito a don Orione - che gia' gode degli onori di Beato - che costituisce l'ultimo passaggio fondamentale prima di completare l'iter che porta all'ottenimento - per volonta' sempre del Pontefice - di Santo. Giovanni Paolo II ha inoltre promulgato altri 9 decreti relativi ad altrettante cause di Beatificazione, con il riconoscimento di quattro miracoli, due casi di martirio e tre di virtu' eroiche. La promulgazione ha avuto luogo nel corso dell'udienza che il Santo Padre ha tenuto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano ricevendo il cardinale Jose' Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che era accompagnato dal segretario del Dicastero, monsignor Edward Nowak, dal sottosegretario monsignor Michele Di Ruberto, dal Promotore della Fede, monsignor Sandro Corradini. Il miracolo attribuito al Beato, e futuro Santo, don Orione e' avvenuto in Italia nel 1991.
ASCA
DON ORIONE: SARA' PRESTO PROCLAMATO SANTO
Città del Vaticano, 7 lug - Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della divina provvidenza, sarà proclamato santo nei prossimi mesi. II papa ha infatti oggi riconosciuto la validità del miracolo richiesto dalla procedure canoniche.
Si tratta di un intervento straordinario che don Orione (già beato dal 1980) ha operato nei confronti del signor Pierino Penacca, (nato nel 1912) guarito da un tumore grave ai polmoni che lo aveva messo in pericolo di vita nel 1990.
Nel 1991 la guarigione, dopo che lo stesso Penacca e i familiari si erano affidati all'intercessione del beato don Orione.
Il cardinale José Sartiava Martins, durante il concistoro straordinario nel quale il miracolo ha avuto l'assenso del pontefice, ha definito oggi don Orione (1872-1940) "grande apostolo della carità”. E ha aggiunto: 'L'incontro con don Bosco lo oriento' al sacerdozio, alla educazione della gioventù' ed alle opere di carica per i poveri. Già da seminarista entrò da protagonista nei problemi sociali ed ecclesiali del suo tempo. Fondò la Piccola Opera della Divina Provvidenza e la Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
Oggi l'Istituto da lui fondato conta 1.035 religiosi: tre vescovi, 751 sacerdoti, 65 fratelli, 7 eremiti. Svolgono la loro opera in 269 località in 30 nazioni.
ANSA
PAPA: VERSO LA SANTITÀ DON ORIONE, 0GGI RICONOSCIUTO MIRACOLO
Città del Vaticano, 7 Lug - Don Orione era stato beatificato da Giovanni Paolo 11 il 26 ottobre 1980. Il miracolo convalidato oggi consente al religioso, vissuto tra il 1872 e il 1940, e promotore di una vasta rete mondiale di solidarià e carità verso i poveri e i bisognosi, di accedere al più alto gradino degli onori degli altari, quello della santità.
II miracolo attribuito a Don Orione riguarda la guarigione, inspiegabile da un punto di vista scientifico, di Pietro Penacca, il quale, nel 1990, all’età di 78 anni, manifestò i sintomi di una malattia polmonare. Ricoverato al San Raffaele di Milano, gli fu diagnosticato un carcinoma, ma data la sua età avanzata, i medici decisero che era inopportuno sia operarlo che curarlo. I familiari dell'anziano si rivolsero allora all'intercessione di Don Orione e in pochi giorni, a partire dai primi di gennaio dei 1991, Penacca cominciò a migliorare e rapidamente giunse ad una completa guarigione. (...)
ADN – KRONOS
VATICANO: DON LUIGI SARÀ SANTO. PUBBLICATO DECRETO RICONOSCIMENTO MIRACOLO - NEL 2004 CANONIZZAZIONE
Città del Vaticano, 7 lug. - (Adnkronos) - Sarà santo il Beato don Luigi Orione, figura di spicco della Chiesa italiana e fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Il Vaticano ha promulgato oggi il decreto sul miracolo attribuito alla sua intercessione che dà il via liberà alla canonizzazione del sacerdote piemontese, beatificato dal Papà il 26 ottobre 1980 e che verrà elevato alla gloria degli altari nella primavera del 2004.
VATICANO: DON ORIONE, NEL 1990 MIRACOLOSA GUARIGIONE/ADM PIERINO PENACCA LO CONOSCEVA DA GIOVANE - MARATONA PREGHIERE A BEATO
Città del Vaticano, 7 lug. (Adnkronos) - "Io non so cosa dire di questo fatto. Devo solo ringraziare il Signore e don Orione". Così si legge nella testimonianza resa dà Pierino Penacca, il 'miracolato' di don Orione, il 30 gennaio 1999, durante l'inchiesta diocesana di Tortom. Il signor Penacca, al quale nel 1990, a 78 anni, venne diagnosticata una grave forma di tumore ai polmoni, guarì inspiegabilmente nel giro di una settimana dopo che familiari, amici, personale dell'ospedale e bambini handicappati degli istituti di don Orione si rivolsero al Beato per avere là sua intercessione nel chiedere a Dio il miracolo della guarigione. Penacca è vissuto per altri 12 anni lavorando nei campi e da falegname, suonando la fisarmonica, fino alla morte di vecchiaia nel 2001.
PER CONSULTA MEDICI E' INSPIEGABILE GUARIGIONE COMPLETA SENZA TERAPIA
L'inchiesta diocesana venne aperta anni più tardi, si svolse dal 4 gennaio e al 12 marzo 1999. Il 16 gennaio 2003 la Consulta medica della Congregazione per le Cause dei santi si è pronunciata unanimemente sulla non spiegabilità scientifica della guarigione dal "carcinoma polmonare necrotico a grandi cellule, vastamente infiltrante''. "La regressione spontanea, clinica e citomorfologica di tale lesione – dissero - con una guarigione rapida, completa e duratura e una sopravvivenza del paziente, mai sottoposto a terapia, per altri 12 anni, non risulta spiegabile in termini medici.
La Consulta dei teologi il 4 aprile 2003 ha verificato il "nesso di continuità' fra prognosi infausta, preghiera a don Orione e guarigione. Il 3 giugno la sessione ordinaria della Congregazione per le Cause dei santi ha ratificato il miracolo. Oggi il decreto è stato promulgato alla presenza del Papa.
VATICANO: DON ORIONE, 'IL FACCHINO DI DIO' SUGLI ALTARI. MORÌ NEL 1940 A 68 ANNI - HA DATO ISTRUZIONE E LAVORO A GENERAZIONI
Lui si faceva chiamare “il facchino di Dio''. Papa Pacelli, dopo la morte, lo chiamò "apostolo della carità e padre dei poveri". Giovanni Paolo II, che lo beatificò nel 1980 e vide in lui un "patrono” della Polonia per l'affetto che don Luigi Orione ebbe per il suo Paese, non ha esitato a definirlo "una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente professata e per la sua carica eroicamente vissuta". E nella Chiesa è in effetti unanimemente riconosciuta l'importanza che l'Opera sociale e spirituale di don Orione ha avuto nel XX secolo, in particolare con l'aiuto da lui personalmente prestato tra le due Guerre Mondiali con la fondazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza. (…)
DON ORIONE, CON 1035 'FIGLI' E 960 SUORE, PRESENTI IN 296 CITTÀ DI 30 NAZIONI
Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - Ecco alcuni dei dati diffusi dalla Congregazione fondata da don Orione e presente in 30 Paesi del mondo. Oggi i Figli della Divina Provvidenza sono 1035: 3 vescovi, 721 sacerdoti, 65 fratelli, 7 eremiti. In formazione ci sono 211 chierici e 26 fratelli di voti temporanei, 59 novizi. L'età media dei religiosi è di 50 anni. Le suore di don Orione sono 990.
Sono riuniti in 8 Province, 2 Vice-Province e 3 Delegazioni. I Figli della Divina Provvidenza sono presenti e svolgono le loro opere educative ed assistenziali in 296 località di 30 nazioni. Ecco i Paesi in cui l'ordine è presente, divisi per continente:
- EUROPA: Italia, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Svizzera, Albania, Romania, Bielorrusia, Ucraina; AMERICHE: Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay, Venezuela, Messico, Stati Uniti; AFRICA: Costa d'Avorio, Togo, Madagascar, Kenya, Cabo Verde, Mozambico; ASIA: Giordania, Filippine, India.
POSTULATORE, DON ORIONE DONO AL MONDO. SUGLI ALTARI SIMBOLO UNITA' DELLA CHIESA E CARITA' IN CULTURE POPOLI
''Si tratta di una canonizzazione importante perché viene proposto al culto dei fedeli un uomo che ha avuto una grande influenza nella vita della Chiesa e della società". Don Flavio Peloso, 51 anni, dal 1998 postulatone della causa di don Luigi Orione, esprime con queste parole in un'intervista all'ADNKRONOS la propria gioia per il traguardo della prossima canonizzazione del fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, del quale è stato promulgato oggi il decreto sul miracolo richiesto per la canonizzazione.
“È un evento importante per due ragioni: perché don Orione – dice - don Orione è un simbolo della passione per l'unità della Chiesa e per il bene dei popoli vissuto attraverso le opere della carità e dell'interesse per i progressi e i movimenti delle idee, come modernismo e femminismo. I1 secondo aspetto che voglio sottolineare è l'accento sulla carità educativa: un insegnamento centrale oggi per lo sviluppo integrale della persona, tanto nell'ambito familiare normale quanto in quello degli orfani".
DOPO CONCISTORO FEBBRAIO 2004 SI DECIDERÀ DATA CANONIZZAZIONE
Come per tutte le cause di canonizzazione, vista la severità dei tribunali ecclesiastici (tanto più che una canonizzazione implica l'infallibilità papale) anche quella di don Orione non è stata una causa ''facile", dice con un sorriso don Peloso.
"C'è stato prima il riserbo della famiglia à raccontare il miracolo - racconta il postulatone- perché non volevano rendere noto un fatto così intimo. Poi naturalmente tutta la documentazione medica è stata passata al vaglio, più volte, come è naturale che sia quando si deve attestare la non spiegabilità scientifica di una guarigione. Poi lo studio sul miracolo ha seguito il suo iter". Quando avverrà la canonizzazione? "Normalmente il Papa tiene un concistoro all'anno per proclamare alcuni 'santi', normalmente a febbraio, quindi nel febbraio 2004 dovrebbe tenersi anche quello per don Orione. Per la solenne celebrazione della canonizzazione pensiamo alla primavera, per ora non c'è, nessuna data''.
L’OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 7-8 Luglio 2003, p.4
PROMULGAZIONE DI DECRETI
Nel dare relazione dell’importante atto, scrive:
Erano presenti l’Em.mo Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto del Dicastero;
gli Eccellentissimi Ponenti delle Cause: Mons. Luigi Dossena; Mons. Andrea Maria Erba;
gli Ecc.mi Vescovi Mons.Claudio Maria Celli, Arcivescovo Titolare di Civitanova; Mons.
Mariano De Nicolò, Vescovo di Rimini; Mons. Ján Babjak, S.I., Vescovo di Presov dei cattolici di rito bizantino.
Hanno letto i Decreti: S.E.R. Mons. Edward Nowak, Segretario del Dicastero, il Sottosegretario, Mons. Miche Di Ruberto, e il Promotore della fede, Mons. Sandro Corradini.
Hanno partecipato: il Relatore Generale p. Ambrogio Eszer, O.P.; gli Officiali della Congregazione Mons. Marcello Bartolucci, Mons. Michele Prattichizzo, Mons. Leonard Flisikowski, Mons. Claudio Jovine;
i Postulatori delle Cause: p. Luca De Rosa, O.F.M.; p. Romualdo Rodrigo, O.A.R.; p. Antonio Marrazzo, C.SS.R.; p. Tito Sartori, O.S.M.; Rev. Flavio Peloso, F.D.P.; Rev. Ludovit Pokojny; Rev. Jan Krehlik; Sr. Augusta Tescari, O.C.S.O.; Sr. Clothilde Chevalier, R.S.S., Avv. Andrea Ambrosi.
Tra le altre persone presenti, vengono nominati: Don Roberto Simionato, superiore generale FDP, Suor Maria Ortensia, superiora generale PSMC, Concetta Giallongo, responsabile generale dell’Istituto Secolare Orionino, Prof. Paolo Boccato, Prof. Ezio Fulcheri.
Nel discorso del card. José Saraiva Martins, si dice:
Il miracolo in questione, attribuito alla intercessione del Beato LUIGI ORIONE (1872-1940), è avvenuto in Italia nel 1991. Consentirà a questo grande apostolo della carità di ottenere, se così piacerà a Vostra Santità, il titolo di Santo. Egli volle che sulla sua tomba fosse scritto l’ideale della sua vita: «Fu tutto e sempre della Chiesa e del Papa». Nell’omelia per la beatificazione, celebrata nel 1980, Vostra Santità disse che Don Orione «fu certamente una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente vissuta. Ebbe la tempra e il cuore dell’Apostolo Paolo». L’incontro con Don Bosco lo orientò al sacerdozio, alla educazione della gioventù ed alle opere della carità per i poveri. Già da seminarista entrò da protagonista nei problemi sociali ed ecclesiali del suo tempo. Fondò la Piccola Opera della Divina Provvidenza e la Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della carità.
AVVENIRE Martedì 8 luglio 2003, p. 18.
DON ORIONE: SARÀ SANTO IL MISTICO DELLA CARITÀ.
Verso gli altari – Promulgati ieri dieci nuovi decreti tra cui quello sul miracolo del fondatore dei Figli della Divina Provvidenza BR>
Gianni Santamaria
Un «facchino» nella schiera dei santi. È il beato don Luigi Orione, che così amava definirsi. Ma anche un «ponte» che i Papi del suo tempo sapevano di poter «gettare sulle situazioni più difficili». È l'immagine che usa don Flavio Peloso, il postulatore della causa di canonizzazione del fondatore dei Figli della Divina Provvidenza, per il quale ieri il Papa ha promulgato il decreto di riconoscimento di un miracolo. La guarigione inspiegabile dal cancro di un contadino, Pierino Penacca, avvenuta nel 1990 (l'uomo è morto poi di vecchiaia nel 2001), apre la via all'ingresso di don Orione – che è beato dal 1980 – nella schiera dei santi. Insieme a quello per il sacerdote piemontese, nato a Pontecurone (Alessandria) nel 1872 e morto a San Remo nel 1940, sono altri 9 i decreti per altrettanti beati e venerabili.
Quale il messaggio del futuro santo per la famiglia del Piccolo Cottolengo e per la Chiesa intera? «Per noi significa che siamo figli di una radice santa in uno stile di vita che tende alla santità. Certo l’esistenza di don Orione ha avuto dei tratti personalissimi ed eccezionali, ma ci mostra come la via della santità sia possibile», spiega don Peloso, il quale guarda a don Orione come iniziatore di un’esperienza che ha dato «frutti santi» all’interno della Congregazione orionina (agli onori degli altari finora è salito il beato Francesco Drzewiecki, martire del nazismo), ma che parla a tutta la Chiesa. E per ribadire questa radice spirituale il Consiglio dell’ordine ha deciso di preparare dei sussidi di esercizi proprio per i religiosi della composita famiglia orionina (vedi scheda a fianco).
Una famiglia che mette al centro del suo apostolato la persona nel bisogno materiale e fisico, ma «soprattutto di Dio», sottolinea il postulatore. Per lui le opere di carità erano «pulpiti». La visione del futuro santo, spiega Peloso, aveva tre obiettivi, intrecciati l’uno nell’altro in un dinamismo vitale: «Servire il povero, l’aspetto più visibile; servire Cristo nel povero, quindi una mistica; servire i poveri di Cristo, quindi un’evangelizzazione».
Un metodo che è valso al “facchino” un soprannome ben più altisonante, datogli da Giovanni Paolo I, lo «stratega» della carità. E che permise a don Orione di affrontare col piglio dell’organizzatore, unito alla prudenza e alla sensibilità del pastore d’anime, tragedie e delicate questioni ecclesiali. Dai terremoti di Messina e della Marsica, alla questione del modernismo, ai problemi legati all’evangelizzazione degli afro-brasiliani, «allora discriminati anche a livello ecclesiale», racconta don Peloso. Fino a vicende connesse con la Conciliazione tra Stato e Chiesa e alla questione, allora controversa, di un frate stigmatizzato del Gargano: padre Pio.
Le «molle» che hanno fatto vibrare la stupefacente attività del fondatore per don Peloso sono «la mistica, la passione per le anime. Ma anche il sapersi guardare intorno e lasciarsi interrogare dalla realtà. Mentre noi spesso passiamo davanti ai fatti senza lasciarci interpellare. Magari vedendoli, facendo delle analisi, ma senza saper trovare un angolo di incidenza sulla Chiesa e sul mondo, come fece lui anche per le situazioni che potevano sembrare le più laiche e le più profane».
IL TEMPO Martedì 8 luglio 2003, p.9.
DON LUIGI ORIONE FONDÒ LA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA E CENTINAIA DI ORATORI.
Il Papa: «Una delle personalità più eminenti del secolo per la sua fede»
Nel 1991 salvò la vita a un uomo malato di cancro ai polmoni.
La canonizzazione di Don Luigi Orione avverrà nella primavera 2004 in Piazza San Pietro
David Murgia
Con questo nuovo miracolo dunque il beato Orione ora sale sugli onori degli altari. Un miracolo che permetterà a tutta la Chiesa universale di venerarlo come santo. Un miracolo che è avvenuto in «casa» Orione, nella Alessandria dove il neo santo è nato.
«Tutto parte – racconta il postulatore della causa, don Flavio Peloso – nell’autunno 1998, da un incontro quasi fortuito in un Piccolo Cottolengo gestito dalla famiglia Orionina, con una persona che mi parla molto discretamente di quanto era successo al papà, cioè un tumore, manifestatosi con emottisi». L’analisi non lascia dubbi. Non c’è più niente da fare per il signor Pierino Penacca. Un tumore ai polmoni gli dà ancora pochi mesi di vita.
«Questa famiglia – continua don Peloso – era molto devota del beato Luigi Orione. In particolare una figlia, Gabriella, che mi ha raccontato che proprio due, tre ore dopo l’esito ancora infausto della diagnosi, era l’ultimo dell’anno 1989, lei è andata nella cappella dell’ospedale. Con fede e devozione ha pregato e si è rivolta a don Orione, chiedendo ‘Conservaci ancora un po’ il papà»
«Dopo aver pregato – afferma don Peloso – Gabriella mi ha detto che ha sperimentato una grande pace e sicurezza interiore, quasi a dire che il papà era in buone mani. Nel giro di pochissimi giorni il papà esce da quello stato di deperimento accentuato, recupera le sue energie. Invece del peggioramento previsto, dell’esplosione esterna in dolori, del tumore ai polmoni, c’è un miglioramento rapido e definitivo».
LA STAMPA, 8 luglio 2003
IL «PRETE DEI POVERI» E’ STATO IL CREATORE DELL’OPERA, UNA VERA E PROPRIA MULTINAZIONALE DELLA BENEFICENZA
Ecco il miracolo di don Orione Riconosciuto dal Vaticano, sarà presto santo
Pierino Penacca, di Momperone, un pugno di case in collina vicino a Tortona, faceva il falegname e l’agricoltore. Aveva moglie e tre figli (Fiorenzo, Isaura e Gabriella) ed era settantanovenne quando, nell’autunno ‘91, dall’ospedale fu rimandato a casa con una diagnosi senza speranza: tumore al polmone, pochi mesi di vita. Lui pregò don Orione e tornò al lavoro.
Passarono i mesi, poi gli anni: il tumore era sparito. E’ morto a 90 anni l’anno scorso, per tutt’altro motivo. Per questo miracolo sarà presto santo don Luigi Orione, il «prete dei poveri e dei giovani», ma anche «il prete rosso» o il «matto di Cristo», fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Giovanni Paolo II l’aveva beatificato nel 1980, ora la conclusione del processo di canonizzazione. Ieri nella Sala Clementina del Vaticano, alla presenza del Pontefice, è stato promulgato il decreto che riconosce il miracolo: è l’ultimo passo prima della proclamazione di santità, quasi certamente a primavera 2004. La notizia, attesa da tempo, si è diffusa in fretta fra le sedi dell’Opera, una «multinazionale» dell’assistenza ai poveri. Ne fanno parte quasi 2 mila religiosi e religiose nel mondo, con 60 istituzioni in Italia, 30 in Argentina e altre in Brasile, Uruguay, Polonia, Grecia. Nel nome del piccolo prete si continuano a realizzare opere umanitarie, soprattutto scuole, laboratori professionali e istituti per handicappati. (…)
«Una preghiera e mio padre guarì». «Evento inspiegabile. Da bambino era stato uno dei suoi chierichetti»
«AVEVO già 30 anni ed ero sposato; mio padre si ammalò di tumore a un polmone, si sottopose a tante cure, tutte quelle possibili, girando tanti ospedali, ma niente. Allora pregò Don Orione e inspiegabilmente guarì: era il 1991. E’ vissuto poi fino all’anno scorso, continuando fin quasi all’ultimo a lavorare in campagna».
Così Fiorenzo Penacca racconta il miracolo ottenuto dal padre Pierino. Per la Chiesa è questo «il» miracolo. Finché è vissuto, Pierino Penacca è stato il «testimone» a favore della santità di Don Orione. «La scienza medica definì inspiegabile la guarigione di mio padre e la Chiesa l’ha riconosciuto come miracolo. E come può essere diversamente, se in ospedale, l’ultima volta, i medici gli dissero che non c’era più nulla da fare, che la chemioterapia non sarebbe servita a niente, che gli restava solo qualche mese, forse settimane?». Lo rimandarono a casa a morire. Ma Pierino Penacca era testardo, proprio come don Orione, e non si arrese. «Dopo un po’ riprese a lavorare come falegname e in campagna, a occuparsi della famiglia, dei figli, dei nipotini, sempre in perfetta salute. Il tumore? Boh, sembrava non l’avesse mai avuto».
A Pierino si potevano chiedere tanti ricordi su don Orione: l’aveva conosciuto quando lui era ragazzino e da chierichetto seguiva le processioni del «prete dei poveri». Lo venerava senza clamori, senza enfasi, con un certo pudore tipico della zona. «Ma era orgoglioso di essere suo conterraneo e ci educò alla solidarietà cristiana». Insegnò loro anche il riserbo: probabilmente nessuno della famiglia andrà a Roma per la santificazione.
«Se papà fosse vivo, sarebbe il primo a dirci se siamo matti ad andare. Roma, piazza San Pietro, il Papa, non sono cose per noi. Troppa confusione - dice Fiorenzo -. Peccato solo non abbia fatto in tempo a sapere che il “suo” don Orione sarebbe diventato santo».
A Pontecurone il sindaco Claudio Scaglia invece già pensa ai festeggiamenti del prossimo anno - la cerimonia di santificazione dovrebbe avvenire in primavera - quando aprirà la casa natale di don Orione, dando vita a un lungo ciclo di manifestazioni religiose in collaborazione con gli orionini.
Da «matto di Cristo» a santo della Chiesa. Il percorso di Don Orione, prete dei poveri a capo di un’Opera miliardaria
Qual è il vero Don Orione? Quello «socialista» che comincia un appello di sostegno alla lotta delle mondine per la giornata lavorativa di otto ore con un secco: «Proletariato della risaia in piedi!»? O quello «cattolico» che esorta: «Il nostro Credo è il Papa; la nostra morale è il Papa; il nostro amore, il nostro cuore, la ragione della nostra vita è il Papa»?
Sono soltanto due delle contraddizioni di un uomo che arrivò a maneggiare miliardi (dell’epoca) per finanziare un’Opera cresciuta a dismisura, ma contemporaneamente non riusciva nemmeno a predicare dal pulpito se aveva addosso un biglietto da mille.
Quindici anni fa, nel marzo ‘88, queste domande riecheggiarono nelle sale di Palazzo Guasco dove Provincia e Cassa di Risparmio avevano organizzato una «due giorni» di studi cui presero parte alcuni dei maggiori esperti italiani del «cattolicesimo sociale». Don Orione era in ordine di tempo l’ultimo dei santi sociali piemontesi: veniva dopo il Beato Cottolengo e dopo Don Bosco di cui fu allievo.
Ma se il primo vedeva soprattutto il singolo povero e il secondo in particolare i fanciulli poveri, il prete di Pontecurone si confrontò con tutto il Quarto stato, in un periodo (nacque nel 1872, morì nel 1940) fra i più travagliati della società italiana, in cui lo Stato oscillava fra il paternalismo della Destra storica, l’«interventismo» della Sinistra depretisiana e la «neutralità» dello Stato nei conflitti sociali cercata da Giolitti. In nessun caso ottenendo grandi risultati. La povertà era enorme tanto che c’è da chiedersi come non deflagrasse una situazione tanto esplosiva. Al disinnesco contribuì anche il cattolicesimo, mettendo in campo figure come Don Orione, che faceva dire al socialista Giuseppe Romita, durante una sommossa popolare sulla piazza grande di Tortona: «Preti non ne vogliamo noi, perché se ne volessimo ci basterebbe don Orione: lui non è un prete come gli altri, lui è il prete dei poveri».
Spiegò durante il convegno dell’88 Francesco Traniello, autore di uno studio su Don Bosco: «La scelta dei santi non è casuale: la Chiesa è inserita in un momento storico, se privilegia alcuni modelli di vita rispetto ad altri è anche per rispondere alle necessità di un certo periodo. Questi santi sono ‘’moderni’’ perché utilizzano strumenti nuovi più di quanto loro stessi si rendano conto. La Chiesa del ‘900 li sceglie per recuperare quella ‘’modernità’’ che sembrava esserle sfuggita». Con la canonizzazione di Don Orione si chiude dunque un conto aperto più di cent’anni fa.
IL GAZZETTINO, 8 luglio 2003
RICONOSCIUTO UN MIRACOLO, DON ORIONE PRESTO SANTO. La Chiesa ha attribuito alla sua intercessione l’improvvisa guarigione di un uomo colpito da un tumore ai polmoni
Città del Vaticano. Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, da beato diventerà presto santo. Papa Wojtyla ha infatti promulgato ieri un miracolo attribuito alla sua intercessione: la guarigione prodigiosa e inspiegabile, nel novembre 1990, di un uomo affetto da un tumore ai polmoni.Don Orione era stato beatificato da Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980. Il miracolo convalidato ieri consente al religioso, vissuto tra il 1872 e il 1940, e promotore di una vasta rete mondiale di solidarietà e carità verso i poveri e i bisognosi, di accedere al più alto gradino degli onori degli altari, quello della santità.Il miracolo attribuito a Don Orione riguarda la guarigione, inspiegabile da un punto di vista scientifico, di Pietro Penacca, il quale, nel 1990, all'età di 78 anni, manifestò i sintomi di una malattia polmonare.
Ricoverato al San Raffaele di Milano, gli fu diagnosticato un carcinoma, ma data la sua età avanzata, i medici decisero che era inopportuno sia operarlo che curarlo.I familiari dell'anziano si rivolsero allora all'intercessione di Don Orione e in pochi giorni, a partire dai primi di gennaio del 1991, Penacca cominciò a migliorare e rapidamente giunse ad una completa guarigione. L'uomo è ancora vivo : «La mia salute - afferma in un comunicato diffuso dagli orionini - ora è abbastanza buona, da vecchio. Ho l'aerosol da fare, ho medicine da prendere, ma, grazie a Dio mi va ancora bene. In questi ultimi anni non ho avuto serie malattie. Don Orione mi ha fatto già altre grazie e mi ha protetto anche in questa malattia. Io non so cosa dire su questo. Devo solo ringraziare il Signore e Don Orione».
«Si tratta di una canonizzazione importante perché viene proposto al culto dei fedeli un uomo che ha avuto una grande influenza nella vita della Chiesa e della società» afferma don Flavio Peloso, 51anni, dal 1998 postulatore della causa di don Luigi Orione. «È un evento importante per due ragioni: perché don Orione -dice don Peloso - è un simbolo della passione per l'unità della Chiesa e per il bene dei popoli vissuto attraverso le opere della carità e dell'interesse per i progressi e i movimenti delle idee, come modernismo e femminismo. Il secondo aspetto che voglio sottolineare è l'accento sulla carità educativa: un insegnamento centrale oggi per lo sviluppo integrale della persona, tanto nell'ambito familiare normale quanto in quello degli orfani».
LIBERO 13 luglio 2003, p.7
LA SANTITA’ DI DON ORIONE. Miracolo riconosciuto.
Flavio Peloso
Nel marzo del 1953, 50 anni fa, l’arcivescovo di Milano, il beato card. Ildefonso Schuster, fu al Piccolo Cottolengo di Don Orione nella zona di Piazza Tripoli, per inaugurare la nuova chiesa di San Benedetto. Di fronte alla visione della grandiosità di quell’istituzione per bisognosi e portatori di gravi disabilità, durante il suo discorso uscì in questa osservazione: “Sono commosso perché mi trovo in presenza ad un tale prodigio di Fede. Mio caro Don Pensa, quando a Roma per canonizzare Don Orione domanderanno che miracoli portate, rispondete: «Ecco, questo povero Prete, senza un soldo, quante case in tutto il mondo ha edificato!». Miracolo è tutto quello che sovrasta le forze della natura. E questo sorpassa le forze della natura”.
Certamente questo tipo di miracoli hanno reso noto e amato in tutto il mondo Don Orione “padre dei poveri e insigne benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata” , come l’ha definito Pio XII. Però per “far santo” Don Orione, a Roma, chiedono altro tipo di miracoli. Un miracolo è stato approvato ufficialmente proprio il 7 luglio scorso e aprirà le porte per la canonizzazione di Don Orione.
Durante una solenne cerimonia, alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, è stato promulgato un Decreto che riconosce come miracolo la guarigione del signor Pierino Penacca, nato a Momperone, in diocesi di Tortona. Il Penacca manifestò, a fine ottobre 1990, i sintomi di una grave malattia polmonare, con sbocchi di sangue dalla bocca. L’espettorato fu sottoposto a esame citologico all’Ospedale Civile di Alessandria, il 23 novembre, e diede esito “positivo per cellule neoplastiche”. Peggiorando le condizioni fisiche generali, il 28 novembre successivo, il signor Penacca fu ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano ove altri due referti citologici, confermarono la diagnosi di “carcinoma polmonare”. Fu dimesso senza alcuna terapia specifica perché, data la sua età avanzata e il grave stato di decadimento fisico, non fu ritenuta opportuna e possibile. Fu lasciato al suo destino.
Quel che non può la scienza lo poté l’intercessione di Don Orione che il signor Pierino aveva conosciuto da giovane e del quale era molto devoto. La preghiera a Don Orione, che aveva accompagnato l’evolversi della malattia, si intensificò quando fu chiaro che il male era inarrestabile e la morte imminente. Hanno fervorosamente invocato Don Orione, Pierino stesso, i suoi tre figli, alcuni sacerdoti orionini e anche i disabili mentali del Piccolo Cottolengo di Seregno, animati dall’infermiere Ennio Moneghini, perché il Penacca era solito beneficare quell’opera orionina. Ma l’invocazione principale è con certezza riferita al 31 dicembre, e fu fatta dalla figlia Gabriella subito dopo che gli fu comunicato a voce l’esito nuovamente infausto dell’esame citologico. Ebbene, proprio a partire da questa data, si verificò una rapida ripresa della salute del signor Penacca. Dopo pochi giorni stava così bene che a metà gennaio poté recarsi a San Bartolomeo al Mare come era solito fare ogni inverno. Non apparve più alcun sintomo della malattia. I molti esami cui fu sottoposto successivamente non presentarono traccia del tumore. Guarito.
Fu il dottor Francesco Misenti, medico di famiglia, a insospettirsi scientificamente dell’accaduto. I familiari, che avevano tenuto il riserbo sulla prodigiosa guarigione, una spiegazione però l’avevano e l’hanno testimoniata prima al Postulatore della Causa di Don Orione, e poi davanti al tribunale ecclesiastico presieduto dal vescovo di Tortona, Mons. Martino Canessa.
L’inchiesta diocesana è stata svolta a Tortona dal 4 gennaio al 12 marzo 1999. Furono ascoltati i testimoni informati; furono raccolte prove e documenti clinici sul caso. Poi tutto il materiale fu trasmesso alla Congregazione vaticana per le Cause dei Santi per l’accurato studio dal punto di vista scientifico e teologico.
La Consulta Medica vaticana, si è pronunciata all’unanimità circa la non spiegabilità scientifica della guarigione. Infatti, si trattava di un “carcinoma polmonare, necrotico, a grandi cellule, vastamente infiltrante” per il quale “la regressione spontanea, clinica e citomorfologica, di tale lesione, con una guarigione rapida, completa e duratura e una sopravvivenza del paziente, mai sottoposto a terapia, per altri 12 anni, non risulta spiegabile in termini medici”.
Su questa base della ricostruzione dei fatti, la Congregazione delle Cause dei Santi ha preparato il Decreto che, il 7 luglio, alla presenza di Giovanni Paolo II, è stato promulgato. In esso si dichiara che “Dio ha operato un miracolo, per intercessione del Beato Luigi Orione”.
Il riconoscimento del miracolo, come è nella prassi della Chiesa negli ultimi decenni, lascia sperare che il Papa lo proclami “santo” nel giro di poco tempo. Spetta al Papa tale decisione, dopo avere consultato tutti i cardinali, in un solenne Concistoro.
Grande gioia, evidentemente, nella vasta cerchia dei devoti di Don Orione in Italia e nelle oltre trenta nazioni in cui è presente la sua Piccola Opera della Divina Provvidenza. La notizia è stata accolta con entusiasmo anche nell’ambiente del Piccolo Cottolengo Milanese che proprio quest’anno festeggia i 70 anni di fondazione.
“Avevo l’impressione di parlare con un santo” , confidò il Card. Schuster dopo la morte di Don Orione. La sua impressione, condivisa da migliaia e migliaia di persone che hanno incontrato l’umile apostolo della carità, sta per diventare certezza proclamata solennemente dall’autorità della Chiesa.
LA NACION, 8 luglio 2003
Don Orione (1872-1940) fundó la Pequeña Obra de la Divina Providencia, una congregación que formó una vasta red de caridad en todo el mundo.
Pero su vida tiene una íntima relación con la Argentina. Aquí llegó por primera vez en noviembre de 1921. Desde aquí escribió a sus seguidores en Italia: "Hasta hoy no tengo dinero, pero Dios no nos abandonará si somos suyos y si vivimos humildes y pobres".
Pasó aquí un tiempo, fue a Brasil y el 6 de febrero de 1922 volvió con cinco misioneros de su obra, que se establecieron en una parroquia en Victoria, provincia de Buenos Aires.
Don Orione partió para Italia poco después, pero volvió a la Argentina, donde vivió entre 1934 y 1937.
En 1934 vino a Buenos Aires junto al cardenal Eugenio Pacelli (luego el papa Pío XII) al Congreso Eucarístico Internacional. En 1935 Don Orione puso la piedra fundamental del Pequeño Cottolengo, en Claypole.
. Enorme alegría
Ayer, el apoderado de la Obra de Don Orione en la Argentina, padre Oscar Pezzarini, dijo a LA NACION: "Recibimos la noticia con enorme alegría. La esperábamos desde hace mucho. Uno sabía que era un santo, pero faltaba que se reconociera una especial intervención de Dios, un milagro". El milagro reconocido por el Papa es la curación inexplicable desde el punto de vista científico de Pierino Pienacca, que había conocido al sacerdote en su juventud. En 1990 fue internado en Milán; le diagnosticaron un tumor en los pulmones, pero por sus 78 años los médicos decidieron no someterlo a quimioterapia.
El enfermo, su familia y muchos discapacitados pidieron su curación a Don Orione. Pienacca se curó y volvió a trabajar en el campo, a cortar leña y a tocar el acordeón hasta pocos meses antes de su muerte, que ocurrió el 2 de abril de 2001, cuando tenía casi 89 años, y por causas ajenas al tumor.
La Obra de Don Orione tiene alcance mundial. Pío XII lo llamó "padre de los pobres y bienhechor de la humanidad doliente y abandonada". Juan Pablo II lo beatificó en 1980 y lo consideró "una expresión genial de la caridad cristiana". Esta obra caritativa se extiende por 30 países y cuenta con un millar de sacerdotes en el mundo.
Pero el sacerdote italiano dejó una profunda huella en la Argentina.
Don Orione será un santo de la Iglesia universal. Pero desde el año 2000 su corazón incorrupto es venerado en un relicario en la capilla de Claypole. En 1937, él mismo escribió, premonitoriamente: "Dejo mi corazón en la Argentina, adonde espero volver pronto
CLARIN, 8 luglio 2003
EL PAPA ANUNCIÓ QUE SANTIFICARÁ AL BEATO DON ORIONE
Decidió la proclamación luego de reconocer un milagro atribuido al "padre de los pobres".
Julio Algañaraz. CORRESPONSAL EN EL VATICANO
El beato Don Orione, fundador de una vasta red mundial de obras de solidaridad y caridad, cuyo corazón reposa en la Argentina, será proclamado santo después que el Papa reconoció un milagro atribuido a la acción del llamado "padre de los pobres".
El milagro es la curación prodigiosa, "inexplicable para la ciencia", de Pietro Penacca, quien a los 78 años estaba condenado a muerte —según los médicos— debido a un tumor pulmonar. Sus familiares le rezaron a Don Orione y a partir del 1° de enero de 1991 Penacca comenzó a mejorar y se curó totalmente. "Mi salud es bastante buena", destacó ayer el "miracolato" (è morto il 2 aprile 2001; la dichiarazione del Penacca diffusa era datata 30 gennaio 1999, n.d.r.) , como dicen los italianos, según un comunicado difundido por la familia de los orionitas, nacida en torno a la Pequeña Obra de la Divina Providencia que creó el sacerdote piamontés y que está difundida en los cinco continentes.
Penacca estará presente, "si Dios quiere" según aclaró, en la solemne ceremonia de proclamación papal del nuevo santo, cuyo culto se extenderá obligatoriamente a toda la Iglesia.
La canonización representa el segundo y último escalón de los altares. Para llegar a la proclamación de la santidad es necesario un segundo milagro (salvo en el caso de los mártires). El primer milagro reconocido en el proceso celebrado en el "ministerio" vaticano culmina en la ceremonia de beatificación. El culto de los beatos es restringido.
Don Orione había sido beatificado por Juan Pablo II el 26 de octubre de 1980, cuando en la ceremonia de proclamación lo presentó como "una maravilla y genial expresión de la caridad cristiana".
La fecha y el lugar de la canonización serán anunciados dentro de unos meses, dijeron fuentes vaticanas a Clarín.
Nacido en 1872, Luigi Orione murió de un infarto en 1940, cuando era objeto de una extendida veneración popular por sus obras de bien, en particular en favor de "los últimos de la Tierra".
La familia religiosa de los orionitas cumplió 80 años de evangelización en nuestro país el año pasado. En el Año Santo de 2000, cientos de jóvenes argentinos que habían viajado a Roma para participar con el Papa de la Jornada Mundial de la Juventud, peregrinaron a la catedral de Tortona, en Piamonte, donde se encuentra el cuerpo del futuro santo.
Los obispos argentinos habían pedido en 1998 que el corazón de Don Orione fuera llevado definitivamente a nuestro país. La reliquia había peregrinado por toda la Argentina en 1984, pero los religiosos recordaron que el futuro santo, que estuvo dos veces en nuestro país, dijo tras su última estadía de casi tres años (en 1937): "Mi corazón queda en la Argentina", a la que llamó "mi segunda patria" y a la que "regresaré vivo o muerto".
En la reunión de ayer de la Congregación para la Causa de los Santos, el Papa promulgó otros nueve decretos de causas de beatificación. Entre ellas, Juan Pablo II aprobó el milagro que llevará a los altares a una latinoamericana, la monja colombiana Laura Montoya, fundadora de la congregación de las misioneras de María Inmaculada y Santa Catalina de Siena.
DON ORIONE PRESTO SANTO
Il messaggio del Vescovo di Tortona