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Don Orione e gli sviluppi della Piccola Opera nel Veneto" /> Messaggi Don Orione
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Nella foto: La fanfara del Ricreatorio Pio X di Lonigo, 1909.
Autore: Flavio Peloso

Nel 1908, vi aperse il “Ricreatorio popolare Pio X”, più conosciuto come il “Patronato”. Lonigo gli intitolato il "Viale San Luigi Orione" e, il 19 marzo 2016, una Cappellina con la sua statua. Vedi Don Orione e gli sviluppi della Piccola Opera nel Veneto

Nel 2004, la città di Lonigo (Vicenza) ha intitolato una sua strada “ Viale San Luigi Orione ”. Non a tutti sarà noto che Don Orione, il “ santo della carità, padre dei poveri e insigne benefattore dell'umanità dolorante e abbandonata ” - come lo definì Pio XII – fu il fondatore a Lonigo, nel 1908, del “Ricreatorio popolare Pio X”. Fu la prima presenza sua e della Congregazione nel Veneto. Proprio a ricordo di questa pagina di storia leonicena l'Amministrazione comunale ha dedicato al Santo una delle nuove vie della cittàe, nel 2016, una cappellina con una sua statua di San Luigi Orione.

Don Luigi Orione, nato a Pontecurone (Alessandria) nel 1872 e morto a Sanremo nel 1940, è una delle figure più note del clero italiano del ‘900. Fu il fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza che comprende sacerdoti, fratelli coadiutori, eremiti, suore di vita attiva e contemplativa e numerose associazioni laicali. Oggi la Piccola Opera è presente in oltre 30 nazioni del mondo.

  QUANDO E PERCHÉ VENNE A LONIGO

All'inizio del Novecento, Lonigo contava oltre 10.000 abitanti: 10.360, al censimento del 1901; 11.219 in quello del 1911. Una popolazione dunque in crescita anche per l'alta percentuale delle nascite; nel quinquennio 1895-1899 furono ben 1645 i bambini venuti alla luce. Tanti ragazzi e adolescenti costituivano una ricchezza e anche un problema. Per darvi risposta, nel 1903, l'arciprete Mons. Giovanni Fossà affidò alle Suore della Misericordia, la direzione di un' opera educativa per le ragazze della Città: l'Istituto Parrocchiale femminile. Qualcosa di analogo pensò anche per la gioventù maschile. Per realizzare questo progetto educativo si rivolse a Don Orione e alla sua giovane congregazione religiosa su suggerimento di un altro grande leoniceno, Mons. Antonio Sogaro, al servizio nei dicasteri vaticani che ben conosceva Don Orione.

Il 9 giugno 1907, Mons. Giovanni Fossà aveva spiegato il suo progetto a Don Orione: “Le dirò che desiderio e voto ardentissimo di noi, a Lonigo, si è l'istituzione di un'opera che salvi la gioventù, la quale va ogni dì più allontanandosi da noi, e ci fa tremare per l'avvenire. Si vorrebbe, quindi, un Patronato, ovvero, per intanto, un Ricreatorio festivo, tanto da poterli tenere uniti, i giovani, che ancora sono con noi, ed attirare quelli che scappano. Abbiamo acquistato a questo scopo una casa opportunissima, con Oratorio annessovi, e con cortile”.

Dopo vari contatti epistolari e accordi, il 22 gennaio 1908, Don Orione accettò e venne di persona a Lonigo per firmare l'atto di acquisizione dell'area e degli edifici che sorgevano in Via Teatro Vecchio 208 e destinati " alla istituzione e alla conservazione di un ricreatorio popolare per l'educazione religiosa della gioventù" . Prese il nome di “Ricreatorio popolare Pio X”. T itolari della proprietà erano cinque sacerdoti: Don Dimidriano Zanini, Don Giuseppe Baron, Don Angelo Fochesato, Don Francesco Battistella, residenti in Lonigo, e Don Dante Pepato, arciprete di Valdagno.

L'APERTURA DEL RICREATORIO

Sistemato sommariamente quell'ambiente, il 19 marzo del medesimo anno si ebbe la inaugurazione ufficiale. Nel “Diario del Ricreatorio”, ancora conservato presso gli archivi orionini, si legge: «Don Orione venne per l'apertura della nuova Casa, lasciando come primo direttore Don Angelo Bariani, insieme con il ch.co Adriano Barbassi e il giovane Angelo De Paoli».

L'attività dei religiosi orionini e del ricreatorio in quei primi inizi è documentata in forma sorprendentemente ricca e dettagliata, tanto da permettere una ricostruzione storica, che presto sarà data alle stampe, ricca di fatti e nomi di tante persone protagonisti di quella bella pagina di storia civile e religiosa.

Al “Ricreatorio popolare Pio X” operarono valenti religiosi, tra i quali Don Giulio Cremaschi, Don Angelo Bariani, Don Angelo de Paoli, Don Maurilio Silvani, poi divenuto vescovo e Nunzio apostolico in Austria.

  Il fondatore, Don Orione, venne a Lonigo più volte anche perché quella era la prima comunità della sua Congregazione nel Veneto. Il 7 febbraio 1910, ad esempio, poté fermarsi qualche giorno a Lonigo. Ne riferì a Mons. Fossà, nel frattempo divenuto vescovo di Fiesole: «Eccellenza Rev.ma, ho potuto lasciare per alcuni giorni Messina, e sono tosto venuto a Lonigo . Ieri ho parlato col Reggente Spirituale, poi con Dimidriano Zanini e, ieri sera, con tutto il Clero, riunito in Canonica. Ho sentito tutto e tutti. Stamattina sono stato a Monte Berico ed ho detto la Messa alla Madonna SS., pregandola di illuminarmi, di consigliarmi quello che era conveniente fare”.

In città venne più volte anche Don Carlo Sterpi. Fu lui a seguire maggiormente questa attività. Don Orione, infatti, all'epoca del Ricreatorio di Lonigo, si trovava a Messina per la generosa opera di soccorso dopo il terribile terremoto del 28 dicembre 1908, e poi perché nominato da Pio X quale Vicario generale di quella Diocesi.

  “Per la cara gioventù di Lonigo” , gli Orionini svolsero attività religiose, ricreative e di doposcuola. Centinaia di ragazzi e di giovani affollavano quotidianamente i locali e l'ampio cortile di Via Teatro Vecchio 208. Fiore all'occhiello del Ricreatorio fu la fanfara , subito costituita, che si fece conoscere e ammirare in tutta la zona, animando feste e sagre a Lonigo, Almisano, Sarego, Cologna, Vicenza e altrove. Di essa sono conservate foto e nome dei suonatori. Molto apprezzate erano le rappresentazioni della filodrammatica nel teatro del Ricreatorio; in archivio sono state ritrovate ancora molte eleganti locandine con titoli delle operette e attori.

“Quanto a carità e vita religiosa – informa, il 30 giugno 1909, un Orionino della comunità del Ricreatorio -, andiamo in piena armonia. I ragazzi frequentano con assiduità e, quantunque da gennaio più non abbia accettato altri ragazzi, fui costretto a ricevere i giovani che erano nei collegi per gli studi, e che ora sono già tornati a casa per le vacanze. Mons. Vescovo di Vicenza restò contentissimo e ammirato del nostro Ricreatorio... Siamo andati ad incontrarlo con musica e bandiera, fin fuori l onigo, quantunque piovesse abbastanza forte”.

TEMPORANEA CHIUSURA DEL RICREATORIO

A Mons. Fossà, divenuto vescovo di Fiesole nel 1909, succedette come arciprete di Lonigo Mons. Attilio Caldana, figura di spicco del movimento cattolico veneto e tuttora molto ricordato dai più anziani. Il nuovo Arciprete, pur apprezzando gli Orionini e il Ricreatorio, ben presto manifestò la volontà di dare un indirizzo più marcatamente scolastico all'istituzione che prima svolgeva una attività educativa di tipo popolare con doposcuola, attività ricreative, catechismo, ecc.

Di fronte al nuovo orientamento, Don Orione per motivi ideali (intendeva dedicarsi “ ai figli del popolo e delle umili classi lavoratrici ”) e pratici (non aveva religiosi per impiantare un Ginnasio come voleva Mons. Caldana) preferì il ritiro da Lonigo. Fu una decisione molto sofferta, “ maturata davanti al Tabernacolo, e ai piedi della nostra SS. Madre e di San Giuseppe e di san Gaetano: stiamo, dunque, tranquilli, lieti in Domino” .

Il 9 agosto 1912, a Mons. Caldana, Don Orione confermò: “ benché con dispiacere, – e per la corrispondenza incontrata in molti giovanetti e per la bontà usataci dal Clero –, mando l'ubbidienza al Sac. Cremaschi di rimettere a Lei la Casa , con l'inventario di tutto, sì e come la abbiamo ricevuta ”. Il commiato fu pieno di affetto : “La assicuro che di Lei, come del suo ottimo Clero e popolo, serberemo ognora grata memoria. Se capitasse di venire in qualche città o paese, ove fosse qualche nostra Casa, Lei, come il Clero di Lonigo, dispongano di noi come di casa loro, ché saremo ben felici di averli nostri ospiti”.

Il ritiro degli Orionini da Lonigo avvenne il 15 agosto 1912. Al posto del Ricreatorio si fece il Ginnasio che non ebbe molto seguito. Dopo 12 anni, nel 1924, Mons. Caldana stesso ridarà vita a quello che d'ora in poi sarà conosciuto e amato come il “Patronato”.

UN SANTO PATRONO

Questo primo seme della “Piccola Opera” gettato a Lonigo restò nascosto e quasi dimenticato. Nel 1929, i signori Mugna, ritirandosi dalla loro bella villa, ora sede del Municipio, l'offersero a Don Orione e per riaprirvi una sua opera. La cosa non ebbe seguito. Don Orione tornò nel Veneto con i suoi religiosi qualche anno più tardi, aprendo vari Istituti a Venezia e dintorni.

Unico germoglio duraturo di quella breve primavera a Lonigo, tra il marzo 1908 e l'agosto 1912, fu Don Antonio Castegnaro, un ragazzo del Ricreatorio divenuto poi sacerdote orionino che tanto bene fece nella Congregazione. A distanza di molti anni, altri tre leoniceni entrarono nella Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione: Don Flavio Peloso, Don Gianni Giarolo, Suor Maria Gabriella Lisco.

Ora, a distanza di anni, quell'umile prete viene ricordato per la sua santità e per quanto fece “ per la cara gioventù di Lonigo ”. Abbiamo un sicuro patrono in cielo cui ricorrere e cui affidare la gioventù leonicena di oggi, non meno inquieta e bisognosa di accoglienza, di sostegno e cura. Ciò che ancora si può e si deve salvare, per ricondurre a Dio la nostra società sconvolta, sono i fanciulli. Essi sono la società dell'avvenire: il sole o la tempesta dell'avvenire; le speranze più belle della Chiesa e della Patria” (Don Orione).

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