Note di cronaca di alcuni momenti del 14° Capitolo Generale, tenuto a Montebello (Pavia), dal 16 maggio al 5 giugno 2016.
Don Flavio Peloso presenta Don Tarcisio Vieira, superiore generle eletto nel 14° Capitolo Generale.
L’inizio a Tortona
Il 16 maggio 2016, sono arrivati a Montebello (PV, Italia) tutti i Religiosi scelti come membri del XIV Capitolo Generale, convocato con il tema «Servi di Cristo e dei poveri», fedeltà e profezia in dialogo con le periferie della povertà e della nuova evangelizzazione.
Nel pomeriggio, tutto il gruppo si è trasferito al Santuario della Madonna della Guardia a Tortona, dove Don Flavio Peloso ha presieduto la solenne celebrazione in onore di San Luigi Orione (in occasione della sua festa) e un breve rito di apertura del Capitolo.
Don Flavio ha messo al centro della sua omelia la persona del religioso orionino, in quanto “servo di Cristo e dei poveri”. Il Vangelo del giorno della festa di San Luigi Orione parla del giudizio finale delle persone e dice che entreranno nel Regno dei Cieli coloro che hanno praticato nella vita la carità verso le persone bisognose. I poveri sono i cittadini di diritto del Regno dei Cieli (“di essi è il regno dei Cieli”) e chi aiuta i poveri avrà la cittadinanza celeste honoris causa (“Venite, benedetti, perché ero povero, affamato, nudo, in carcere…”).
L’urna contiene il corpo del Santo fondatore della Congregazione, mentre tutti i presenti nel santuario sono Don Orione oggi che si domanda che cosa fare per salvare il mondo. L’Opera di Don Orione sta cominciando il suo Capitolo Generale e vuole riflettere su come svolgere il servizio verso i poveri e i bisognosi oggi, nei tempi in cui viviamo. Servire i poveri corrisponde a evangelizzare la Provvidenza di Dio e la maternità della Chiesa. Oggi tutti riconoscono come uno dei valori più importanti la fraternità. Chi pratica la fraternità riconosce, ipso facto (cf Mt 25), la paternità di Dio e la comune figliolanza. Chi pratica la fraternità annuncia già in una certa misura il Vangelo. Tutti abbiamo ricevuto lo spirito del Padre e quando pratichiamo la carità, rivive in noi questo spirito del Padre, si svela, si esplicita. Occorre che siamo gli evangelizzatori tramite le opere di carità che aprono gli occhi alla fede.
Alla fine della celebrazione i Religiosi si sono recati presso l’urna con il corpo di Don Orione e il Superiore generale ha invitato il segretario generale Don Silvestro Sowizdrzal a fare l’appello di tutti i partecipanti del Capitolo. Verificata la presenza completa dei Capitolari, Don Flavio Peloso ha dichiarato legittimamente aperto il XIV Capitolo Generale. Quindi i Capitolari, insieme con tutti i presenti nel Santuario, hanno recitato la preghiera per intercessione di San Luigi Orione.
A Montebello (Pavia), lo svolgimento del 14° Capitolo Generale.
17 maggio. Nel bel Centro di spiritualità di Villa Lomellini, di Montebello (Pavia), impreziosito dal tepore del sole primaverile e dal verde del parco che riposa sguardo e cuore, la giornata è iniziata con la concelebrazione della Santa Messa presieduta da Don Achille Morabito, vicario generale.
Alle ore 9.00, Il primo atto è consistito in una breve cerimonia nella sala in cui, nell’agosto del 1940, si svolse il primo Capitolo generale. Con la scelta di questo luogo particolarmente significativo si è voluto ricollegarsi allo spirito che ha animato i primi passi della giovane congregazione.
I 44 membri del Capitolo generale
Consiglio generale
Altri membri di diritto
Provincia di “Madre della Divina Provvidenza” (Roma)
Provincia di “Matka Boska Częstochowska” (Varsavia)
Provincia di “Nuestra Señora de la Guardia” (Buenos Aires)
Provincia “Nossa Senhora de Fátima” (Brasilia)
Provincia “Nossa Senhora da Anunciação (São Paulo)
Provincia “Notre Dame d’Afrique” (Bonoua)
Vice-Provincia “Nuestra Señora del Pilar” (Madrid)
Vice-Provincia “Nuestra Señora del Carmen” (Santiago)
Delegazione “Mother of the Church” (Roma)
Rappresentante dei fratelli (cfr. Cost. Art. 140)
I Padri capitolari si sono recati nell’ampia sala destinata al Capitolo e i lavori sono iniziati con le formalità previste dal Regolamento del capitolo. Si sono eletti li Scrutatori del Capitolo, Don Maurizio Macchi e Pe. Zenildo Rosa. Al tavolo della presidenza, sedevano il Superiore generale e il Consiglio generale uscenti.
È seguita la Relazione del Superiore generale con un ampio e attento resoconto della vita della Congregazione nel sessennio 2010-2016. La Relazione di Don Flavio Peloso ha occupato due sessioni dei lavori con precisi e dettagliati elementi del cammino del sessennio, con dati statistici e osservazioni dello stato attuale, e con una parte finale dedicata a doni, sfide e interrogativi “Guardando al futuro”. La Relazione del Superiore è stata integrata dagli elementi specifici dell’ambito amministrativo-economico presentati da Don Fulvio Ferrari, economo generale.
La Relazione è stata fatta oggetto dell’analisi dei cinque Revisori ufficiali cui è seguito il dibattito in aula. Si è esaminato i Regolamento del Capitolo e apportato qualche piccolo cambiamento. È stata eletta la Presidenza del Capitolo: Don Flavio Peloso, presidente; Don Tarcisio Vieira, vice-presidente; P. Fernando Fornerod, vice-presidente; Don Sivestro Sowizdrzal, segretario.
Ritiro spirituale a Sant’Alberto di Butrio e incontro con "nuove risposte di carità" a Tortona.
Sabato 22 maggio, a Sant’Alberto di Butrio, c’è stato un tempo di ritiro spirituale guidato dal vescovo di Tortona Mons. Viola. Divisi in due gruppi, hanno fatto una breve visita all’Eremo, ascoltando le notizie della sua storia ed attualità date da Don Flavio Peloso e Fra Ivan Sevà. Nella chiesa dell’Eremo, Mons. Vittorio Viola ha offerto una maeditazione sul tema della carità, avendo per guida il brano di 1 Cor 13,1-13 e dacendo riferimenti orionini.
Dopo la conferenza tutti si sono dedicati a un’ora di silenzio e di meditazione negli splendidi e antichi ambienti dell’Eremo o nel verde del bosco prorompente che circonda l’antica abazia. Successivamente il Vescovo ha presieduto anche l’Eucaristia.
Dopo il pranzo “al sacco” sotto la grande quercia centenaria, i Capitolari verso le 14,30 sono ripartiti per Tortona verso la Casa “Braccia e cuore”, dove alle 15,30 è cominciato il programma di ascolto delle esperienze di nuove risposte di carità, coordinato da Don Eldo Musso.
Fabio Gandi ha presentato la Casa “Braccia e cuore”, un’attività di accoglienza di profughi, sviluppata in collaborazione tra l’Opera e l’Associazione Villa Ticinum nella ex casa delle Sacramentine non vedenti di Tortona. Ospita attualmente 33 persone.
I Capitolari si sono collegati in via telematica con il “Progetto Gurisaes”, un’attività per sostegno di ragazzi “a rischio” svolta a Montevideo, in Uruguay.
Successivamente si è visto un video della Polonia con l’esperienza delle 3 case per i “senza tetto”; il video e l’attività del villaggio “Rainha da Paz” di Campos do Jordao è stato presentato da P. Antonio Bogaz; da Badjao, nelle Filippine, è venuto un video con l’attività svolta in favore di una etnia di pescatori nomadi.
Alla fine, in sala, Alberto Di Feo ha presentato l'esperienza del Boschetto di Genova che accoglie soprattutto persone in emergenza abitativa e sociale. Come ha fatto notare Alberto, con queste nuove esperienze si sta aprendo una nuova fase di collaborazione e condivisione del carisma tra i religiosi e i laici.
I Vespri hanno concluso l’intensa giornata dedicata a contemplazione e azione.
I lavori del Capitolo sono proseguiti secondo il programma previsto.
La elezione del nuovo Superiore e Consiglio generale
Momento culmine del 14° Capitolo Generale è stata la elezione del nuovo Superiore generale.
La sessione elettiva del Capitolo era iniziata alle 17.30 del 25 maggio, dopo che nel pomeriggio si era dedicato un tempo di silenzio, preghiera e adorazione eucaristica. Espletati gli adempimenti formali iniziali, si è proceduto alla elezione del superiore generale che, alle 17.55, ha raggiunto il quorum dei voti per essere eletto, accolto dal lungo applauso dei Capitolari. Il Presidente del Capitolo, don Flavio Peloso, dopo avere ottenuto la dichiarazione dell'accettazione dell'incarico, ha proclamato ufficialmente don TARCISIO GREGORIO VIEIRA superiore generale dei Figli della Divina Provvidenza. È seguito l'omaggio personale al neo Eletto da parte di ciascun Capitolare e degli altri Religiosi presenti in casa.
Nella successiva mattinata del 26 maggio, è stata completata l'elezione di tutto il Consiglio generale: Don ORESTE FERRARI, attualmente superiore della DelegazIone Missionaria "Mother of the Church"; don FERNANDO FORNEROD, argentino; don PIERRE ASSAMOUAN KOUASSI, ivoriano; don LAUREANO DE LA RED MERINO, spagnolo; don FULVIO FERRARI, riconfermato nell'incarico di consigliere-economo generale.
P. Tarcisio Gregório Vieira è nato il 25 maggio 1964, ad Ouro Branco in Brasile, in una parrocchia guidata dagli Orionini. Dopo il regolare curriculum formativo, emise i Voti il 5 gennaio 1983 e divenne Sacerdote il 22 dicembre 1991. A Brasilia, svolse incarichi pastorali, di formazione, fu segretario provinciale e anche addetto nella Nunziatura apostolica di Brasilia. Nel settembre 2001, fu chiamato a Roma, come officiale della Congregazione dei Vescovi fino a quando, nel dicembre 2007, fu nominato consigliere generale della Congregazione. Nel 2010, ritornò in Brasile divenendo superiore provinciale delle comunità orionine del Nord Brasile.
È il primo brasiliano a divenire superiore generale dei Figli della Divina Provvidenza. Succede a Don Flavio Peloso che ha guidato la Congregazione per 12 anni. Con Don Tarcisio Vieira, la Congregazione inizia una nuova tappa di cammino caratterizzata dalle indicazioni del 14° Capitolo generale.
A Roma per incontrare Papa Francesco
Dopo avere ultimata la elezione del Consiglio generale, tutti i partecipanti al CG14, nel pomeriggio del 26 maggio, si sono trasferiti in pullman a Roma. Una faticaccia affrontata con slancio, preghiera e allegria: 1300 chilometri dall’Oltrepò pavese al Vaticano, per essere là, presenti all’udienza che Papa Francesco ha concesso ai Capitolari riuniti a Montebello (Pavia).
Alle 9.30 del 27 maggio, tutti raccolti nella chiesa di Sant’Anna in Vaticano per la Messa presieduta dal nuovo superiore generale Don Tarcisio Vieira con accanto i nuovi Consiglieri. Presenti anche gli Invitati al CG14 della Famiglia Orionina, guidati dalla madre generale Madre Maria Mabel Spagnuolo, da Rita Orrù responsabile generale dell’Istituto Secolare Orionino, da Javier Rodriguez Mendez, coordinatore generale del Movimento Laicale Orionino.
Semplice e bella la prima omelia di Don Tarcisio Vieira. Ha preso spunto dal Vangelo del giorno che presentava l’albero di fico e il tempio, entrambi senza frutto, senza vita. Un tempio pieno di foglie, mercanti e cose appariscenti, con una apparenza sicuramente esuberante, ma senza frutto. Gesù maledice – riconosce il male - di quel fico e di quel tempio sterili.
“Una Congregazione, 'pianta unica con molti rami', senza frutto sarebbe una Congregazione certamente esuberante, appariscente, vistosa, forse affascinante – ha osservato Don Tarcisio - , ma senza forza espressiva e poco incisiva per diffondere la conoscenza e l’amore di Gesù Cristo, della Chiesa e del Papa, specialmente nel popolo; per unire il popolo alla Sede Apostolica; mediante l’apostolato della carità. Sarebbe una Congregazione che avrebbe perso la via del servizio a Dio e agli uomini. Sarebbe una Congregazione senza frutto”.
Il nuovo Superiore generale ha poi ringraziato Don Flavio Peloso e tutto il suo Consiglio perché hanno guidato la Congregazione durante questo sessennio per mantenere la sua qualità, la sua efficacia nel produrre frutti abbondanti di carità e di fedeltà carismatica allo spirito di San Luigi Orione.
“Dobbiamo continuare a chiederci: cosa posso fare, cosa devo fare perché la Congregazione sia un bell'albero con molti frutti?”, ha esortato Don Tarcisio. “Cosa possiamo fare – noi, del Capitolo – per rendere nuovo il nostro slancio di santità e di apostolato nella Chiesa guidata oggi da Papa Francesco? E se avvenisse che noi Orionini, personalmente e istituzionalmente, continuassimo come prima, senza novità e cambiamento, anche nella Chiesa guidata da Papa Francesco? Saremmo quel albero senza frutto”.
Ed ha concluso: “Siamo venuti proprio per ascoltare la parola del Papa. Collocata alla metà del nostro Capitolo la sua parola sarà sicuro riferimento per il nostro cammino futuro. Ricordiamo le parole di Don Orione: “seguire sempre, in tutto e per tutto, gli insegnamenti di lui, non solo in materia di fede e di morale, ma in ogni cosa che egli, come Papa, insegna e comanda… anche i suoi avvertimenti, consigli e i suoi desideri”. “Noi siamo tutti del Papa, dalla testa ai piedi; siamo del Papa di dentro e di fuori, con una totale adesione di mente e di cuore, di azione, di opere, di vita, a quelli che possono essere i desideri del Papa”.
Durante la Celebrazione nella chiesa di Sant’Anna, che fu retta dagli Orionini dal 1904 al 1929, il nuovo Consiglio generale ha emesso, come prescritto, la Professione di Fede e il Giuramento di fedeltà. C’è stato poi un tempo libero per godere del clima festoso che sempre avvolge Piazza San Pietro e dintorni. Alle 11.30, i 63 membri e invitati del Capitolo Generale hanno attraversato il Portone di Bronzo e sono stati guidati alla Sala Clementina.
L’udienza di Papa Francesco nella Sala Clementina
Scortati dalle Guardie Svizzere per i solenni scaloni del Palazzo apostolico, percorrendo la Loggia di Raffaello, i Capitolari hanno preso posto nella Sala Clementina in attesa di Papa Francesco.
Alle 12.30, si è aperta la porta della Sala e Francesco è entrato con passo lesto, volto sorridente. È iniziata l’udienza di Papa Francesco in una intimità (non c’era alcun altra persona) e cordialità che hanno profondamente toccato il cuore di tutti. Durante il saluto conclusivo, si è intrattenuto con ciascuno, ascoltando e avendo una parola e un sorriso per tutti.
Le parole di saluto di Don Tarcisio Vieira
Santità.
I Figli della Divina Provvidenza, riuniti nel 14° Capitolo Generale, in corso presso Tortona, sui luoghi di San Luigi Orione, sono venuti a chiedere la Sua Parola e la Sua benedizione per il Capitolo ancora in corso.
Il tema è «Servi di Cristo e dei poveri». Fedeltà e profezia in dialogo con le periferie della povertà e dell’evangelizzazione. Con questa prospettiva stiamo riflettendo e promovendo il cammino di conversione della Congregazione in fedeltà al carisma di fondazione e alla strada indicata alla Chiesa d’oggi da Sua Santità con la parola e l’esempio autorevoli.
Caro Santo Padre, sappia di poter contare sul totale e filiale affetto di tutti i miei Confratelli e dell’intera Famiglia Orionina, della gente e dei tanti poveri che, nelle nostre Case e attività, benedicono Dio e la Chiesa per il bene che ricevono nel nome di Dio e della Chiesa. Per parte nostra, rinnoviamo non solo l’obbedienza, non solo l’ossequio, ma il filiale amore e la sintonia di intenti e di azione con ogni Sua parola e desiderio, venerando in Lei il successore di Pietro, il “Dolce Cristo in terra”.
Le assicuriamo le nostre preghiere quotidiane e con noi prega dal Cielo san Luigi Orione, che fu “tutta cosa della Chiesa e del Papa”.
Francesco: 'La fede non diventi ideologia e la carità filantropia'.
Questo è il discorso integrale di Papa Francesco (VIDEO), incluse le frasi dette a braccio.
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di incontrarvi in occasione del vostro Capitolo Generale. Vi saluto cordialmente, ad iniziare dal nuovo Superiore Generale, che ringrazio per le sue parole e al quale formulo auguri di buon lavoro, unitamente ai Consiglieri.
Siamo tutti incamminati nella sequela di Gesù. La Chiesa intera è chiamata a camminare con Gesù sulle strade del mondo, per incontrare l’umanità di oggi che ha bisogno – come scriveva Don Orione – del «pane del corpo e del divino balsamo della fede» (Lettere II, 463). Per incarnare nell’oggi della storia queste parole del vostro Fondatore e vivere l’essenzialità del suo insegnamento, voi avete messo al centro delle riflessioni del Capitolo Generale la vostra identità, riassunta da Don Orione in quella qualifica di «servi di Cristo e dei poveri». La strada maestra è tenere sempre unite queste due dimensioni della vostra vita personale e apostolica. Siete stati chiamati e consacrati da Dio per rimanere con Gesù (cfr Mc 3,14) e per servirLo nei poveri e negli esclusi dalla società. In essi, voi toccate e servite la carne di Cristo e crescete nell’unione con Lui, vigilando sempre perché la fede non diventi ideologia e la carità non si riduca a filantropia, e la Chiesa non finisca per essere una “ONG”.
L’essere servi di Cristo qualifica tutto ciò che siete e che fate, garantisce la vostra efficacia apostolica, rende fecondo il vostro servizio. Don Orione vi raccomandava di «cercare e medicare le piaghe del popolo, curarne le infermità, andargli incontro nel morale e nel materiale: in questo modo la vostra azione sarà non solamente efficace, ma profondamente cristiana e salvatrice» (Scritti 61,114). Vi incoraggio a seguire queste indicazioni; esse sono quanto mai vere! Infatti, così facendo, voi non solo imiterete Gesù buon Samaritano, ma offrirete alla gente la gioia di incontrare Gesù e la salvezza che Egli porta a tutti. Infatti, «coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1).
L’annuncio del Vangelo, specialmente ai nostri giorni, richiede tanto amore al Signore, unito ad una particolare intraprendenza. Ho saputo che, ancora vivente il Fondatore, in certi luoghi vi chiamavano “i preti che corrono”, perché vi vedevano sempre in movimento, in mezzo alla gente, con il passo rapido di chi ha premura. “Amor est in via”, ricordava san Bernardo, l’amore è sempre sulla strada, l’amore è sempre in cammino. Con Don Orione, anch’io vi esorto a non rimanere chiusi nei vostri ambienti, ma ad andare “fuori”. C’è tanto bisogno di sacerdoti e religiosi che non si fermino solo nelle istituzioni di carità – pur necessarie – ma che sappiano andare oltre i confini di esse, per portare in ogni ambiente, anche il più lontano, il profumo della carità di Cristo. Non perdete mai di vista né la Chiesa né la vostra comunità religiosa, anzi, il cuore deve essere là nel vostro “cenacolo”, ma poi bisogna uscire per portare la misericordia di Dio a tutti, indistintamente.
Il vostro servizio alla Chiesa sarà tanto più efficace, quanto più vi sforzerete di curare la vostra adesione personale a Cristo e la vostra formazione spirituale. Testimoniando la bellezza della consacrazione, la vita buona di religiosi “servi di Cristo e dei poveri”, sarete di esempio per i giovani. La vita genera vita, il religioso santo e contento suscita nuove vocazioni.
Affido la vostra Congregazione alla materna protezione della Vergine Maria, da voi venerata come “Madre della Divina Provvidenza”. Vi chiedo, per favore, di pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa, perché anch’io sia in cammino. Imparto la Benedizione Apostolica su di voi, sui vostri confratelli, specialmente quelli anziani e malati, e su quanti condividono il carisma del vostro Istituto.
Conclusione del Capitolo a Tortona
Con la celebrazione della Santa Messa nella Cappella del “Paterno” di Tortona, presieduta dal nuovo superiore generale Don Tarcisio Vieira, si è concluso il 14° Capitolo Generale dei Figli della Divina Provvidenza. La Congregazione riprende il suo cammino ordinario con le indicazioni per il sessennio 2016-2022.
La dichiarazione ufficiale della chiusura del Capitolo Generale è già avvenuta alla sera del 4 giugno, nella storica sala del 1° Capitolo Generale di Villa Lomellini, a Montebello (Pavia), dopo la firma dei Verbali da parte di tutti i Padri Capitolari.
C’è stata la gradita visita del vescovo di Tortona, mons. Vittorio Viola, che si è fermato a cena assieme a Don Mario Balladore, cancelliere vescovile, e Don Luciano Faravelli, parroco di Montebello.
Domenica 5 giugno, i Capitolari si sono recati a Tortona per la conclusione liturgica. Insieme hanno attraversato la “Porta Santa” della Misericordia della Cattedrale di Tortona ed hanno percorso un piccolo pellegrinaggio con quattro soste di meditazione e preghiera. La prima presso l’altare della Madonna del Buon Consiglio, ove Don Orione si consacrò e consacrò i primi ragazzi dell’Oratorio (MARIA); la seconda, all’altare del Santissimo, davanti al quale il Fondatore vegliò e pregò (GESU’); la terza, presso l’urna di San Marziano, fondatore e primo vescovo e martire della Diocesi di Tortona, segno della tradizione apostolica della Chiesa (PAPA); la quarta stazione, infine, è stata nella stanzetta di Don Orione sui voltoni del Duomo, ove radunò i primi ragazzi, primo germoglio della sua attività apostolica (ANIME).
C’è stato il tempo anche per una visita nella cappella dell’ordinazione sacerdotale di Don Orione e nelle stanze dell’episcopio, dove, nel dialogo con il Vescovo Mons. Bandi, il carisma di Don Orione fu riconosciuto e si affermò.
È seguita la Messa al Paterno, cioè la casa paterna dove il Fondatore formò la sua famiglia religiosa trasmettendo il suo spirito.
Ha presieduto Don Tarcisio Vieira, attorniato dal nuovo Consiglio generale e da tutti i Padri Capitolari.
Il Vangelo della Domenica parlava della vedova di Naim e di Gesù che le restituì vivo il figlio che stava portando alla sepoltura. Molti gli spunti di vita evidenziati da Don Tarcisio. Innanzitutto, ha rilanciato l’invito a camminare con Gesù; "Chi cammina con Gesù per le strade del mondo incontra drammi e miserie dell’umanità di oggi che ha bisogno del «pane del corpo e del divino balsamo della fede». E noi, con Don Orione, vogliamo rimanere con Gesù, nascosti nel suo Cuore, e andare per le strade e per le piazze col fuoco della carità. “Siamo stati chiamati e consacrati – ci ha detto il Papa - per rimanere con Gesù e per servirLo nei poveri e negli esclusi dalla società”. “Andiamo al popolo”, ci direbbe Don Orione".
“Gesù si è rivolto alla donna dicendole: Non piangere! Parole di solidarietà umana che rivelano l’impotenza umana davanti al dolore inspiegabile. Parole semplici che vogliono dire: non piangere perché “Io sono con te, ti accompagno, non ti lascerò sola”. Poi toccò la bara. È l’esercizio della carità. Sono i gesti del Maestro e saranno questi i gesti del discepolo. E avviene - e sempre avverrà - una trasformazione perché la carità salva il mondo. “Il caos sarà vinto dalla carità”.
Infine, Padre Tarcisio ha osservato: “Anche a noi, a conclusione del Capitolo, il Signore ripete: “Alzati!”. Alzati tu, servo di Cristo e dei poveri. Alzati! “Solo la Carità potrà ancora condurre a Dio e cuori e le popolazioni, e salvarle”. Alzati! Gesù ti viene incontro e, come il bambino di Nain, riprenderai a parlare (Lc 7, 14) e la tua voce potrà “cantare senza posa” (Sal 30 (29), 13).