Il testo del Decreto della Congregazione per le Cause dei Santi con il quale sono state riconosciute le sue Virtù eroiche per cui, dalla Chiesa, è proclamato Venerabile.
Il Video presenta immagini e notizie della vita e della causa del nuovo Venerabile.
Causa di Beatificazione e Canonizzazione
del Servo di Dio ADOLFO BARBERIS
Sacerdote diocesano
Fondatore dell’Istituto “Famulato Cristiano”
(1884-1967)
DECRETO SULLE VIRTU’
“Con il «Fiat!» dobbiamo dichiarare la nostra volontà di accettare e di fare ciò che piace a Dio, tutto, proprio tutto e in qualunque maniera”.
Con queste parole, che amava ripetere, il Servo di Dio Adolfo Barberis manifestò apertamente la sua fede profonda e senza tentennamenti e la sua adesione totale e generosa ai disegni della Provvidenza.
Il Servo di Dio nacque a Torino il 1° giugno 1884. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1907 dal cardinale Agostino Richelmy che lo scelse come suo segretario (1906-1923). Tra i due si stabilì un rapporto di collaborazione e di fiducia. Da uomo colto e versatile qual era, il Servo di Dio svolse diverse attività, accanto a quella di segretario. Fu tra i fondatori dell’Opera diocesana dei pellegrinaggi; fu iniziatore della Scuola di archeologia e arte sacra nei Seminari; si dedicò alla predicazione ai laici e alle religiose; dette assistenza ai profughi e al clero militarizzato durante il primo conflitto mondiale; fondò il Collegio universitario Augustinianum; diresse il settimanale cattolico La Buona Settimana che nel 1920 si trasformò in organo ufficiale della diocesi.
Nel 1921, fondò il Famulato Cristiano allo scopo di dare una formazione umana, cristiana e professionale alle giovani domestiche, da lui chiamate “famule”, sovente sfruttate e oggetto di soprusi. Le raccolse dapprima in associazione e poi, con questo stesso scopo, fondò la Congregazione religiosa delle Suore del Famulato Cristiano, che ottenne il riconoscimento canonico da parte del vescovo di Ivrea, mons. Paolo Rostagno, l’8 dicembre 1953.
L’incarico di segretario fece conosce e apprezzare il Barberis, ma lo espose anche a critiche e ad incomprensioni. Dopo la morte del cardinale Richelmy (10 agosto 1923), seguirono anni di dolorosa purificazione, durante il quali il Servo di Dio si dedicò ad edificare la Congregazione da lui fondata e si impegnò in un intenso ministero di predicazione al clero, ai religiosi e al popolo di Dio in tutte le regioni italiane. Direttore spirituale molto apprezzato, fu tra i devoti e studiosi più accreditati della Sacra Sindone; venne nominato Consulente Ecclesiastico del “Centro Internazionale di Sindonologia”.
Adolfo Barberis amava dire che “la santità non si fa con il pennello, ma con lo scalpello” essendosi egli stesso reso disponibile all’opera del Divino scultore e artefice della santità. Visse con grande zelo la sua consacrazione sacerdotale e seppe coniugare la profonda vita interiore con l’intenso apostolato, in un’epoca storica di profonde trasformazioni sociali a Torino e altrove. Il suo sacerdozio fu un continuo atto di amore per il Signore e di dedizione per le anime.
Esercitò le virtù cristiane in modo eroico, coltivate in un clima interiore di umiltà, equilibrio e costanza, serenità e gioia, in modo armonioso e completo, in una quotidianità ad alto livello. Fu grande il suo amore all’Eucarestia, espresso soprattutto nella devota celebrazione della Messa. Verso la Madre di Dio ebbe una tenerissima devozione e additò all’Istituto delle Suore del Famulato Cristiano la “Visitazione di Maria” come modello di spiritualità e protezione. Visse di grande speranza perché, per quanto alacre e geniale, tutto egli aspettava e sperava da Dio. La carità verso il prossimo lo spinse a privilegiare gli ultimi e i più bisognosi, a farsi prossimo degli ammalati e dei bambini.
Per amore delle Anime fu predicatore instancabile e sacrificato. Seppe amare chi gli aveva fatto del male e perdonò sempre, anche di fronte alle calunnie. Visse in modo esemplare i consigli evangelici: era povero nel vestire, povero nella sua abitazione e nell’uso dei mezzi; condusse una vita casta ed austera; era obbediente ai superiori, anche di fronte a incomprensioni e difficoltà, perché voleva essere “tutto nella Chiesa, tutto con la Chiesa, nulla fuori della Chiesa”, come volle scritto nelle Costituzioni dell’Istituto delle Suore del Famulato Cristiano.
Visitato sovente dalla malattia, il Servo di Dio morì a Torino il 24 settembre 1967, all’età di 83 anni, attorniato dalle figlie spirituali. Venne tumulato nella chiesa del Gesù, presso la casa generalizia dell’Istituto.
Il Servo di Dio, sia in vita che dopo morte, godette di fama di santità, in virtù della quale, dall’8 febbraio 1995 al 4 luglio 1998 presso la Curia ecclesiastica di Torino si svolse l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 26 febbraio 1999. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 15 gennaio 2013 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 4 marzo 2014, presieduta da me, Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.
Avendo presentato al Sommo Pontefice Francesco un’accurata relazione su questi fatti dal sottoscritto Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Sua Santità, avendo ratificato i voti della Congregazione dei Santi, oggi ha dichiarato: Consta che il Servo di Dio Adolfo Barberis, sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto del “Famulato Cristiano”, ha esercitato le virtù della fede, della speranza e della carità sia verso Dio, che verso il prossimo, e inoltre le virtù cardinali della prudenza, giustizia, temperanza e fortezza e le virtù loro annesse.
Il Sommo Pontefice ha dato ordine che questo decreto sia pubblicato e conservato negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.
Dato a Roma, il 3 aprile 2014.
ANGELUS Card. AMATO, S.D.B.
Prefetto
+ MARCELLUS BARTOLUCCI
Arciv. tit. di Bevagna
Segretario