Flavio Peloso illustra la storia e il significato della reliquia del cuore di Don Orione, che dall’agosto 2000 è in venerazione a Claypole (Argentina).
Il Dott. Ezio Fulcheri ne descrive lo stato di conservazione.
Vittoria Addari Petrucci gli dedica una poesia.
Flavio Peloso: LA RELIQUIA DEL CUORE DI DON ORIONE.
Nella Bibbia la parola cuore è impiegata soltanto una decina di volte per designare l’organo corporeo, mentre più di mille sono gli esempi nei quali si riferisce alla vita spirituale. Il cuore indica la persona. Per le culture tradizionali, il cuore è la sede dell’intelletto e dell’intuito. Per la cultura occidentale è il luogo dei sentimenti. “Ti porto nel mio cuore” continuiamo a dire, anche se poi la scienza ci dice che affetti ed emozioni “risiedono” nel cervello.
Il cuore, lungo tutto il corso dei secoli, ha sempre avuto un grande significato culturale e religioso. Questo spiega anche il fenomeno della conservazione, a ricordo di una persona, del suo cuore come simbolo concreto dei suoi pensieri e dei suoi affetti. Sono conservati i cuori di santi come Teresa d’Avila, Carlo Borromeo, Francesco di Sales, Vincenzo de’ Paoli ed altri. Ma non sono posti in onore solo i “cuori” di santi, ma anche di Guglielmo il Conquistatore, di Carlo V di Francia, del principe Eugenio di Savoia, di Fryderyk Chopin, di Pierre de Coubertin, solo per citarne alcuni. (1) Venerare il cuore di un santo è un richiamo storico e spirituale alla comunione con quel santo e, ultimamente, con Dio.
QUEL TUO CUORE, DON ORIONE…
“Quel tuo cuore, Don Orione…” è il titolo di un libro di Don Gaetano Piccinini che racconta di tante imprese di bene del fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza. (2)
Una volta, Don Orione scrisse una lettera per spiegare a un suo giovane chi fosse lui e la sua Congregazione: «Le mie regole voi non le conoscete, ma voi conoscete la mia vita e il fine per cui lavoro: niente per me, tutto per Dio e la santa Chiesa Romana, e qualunque sacrificio per farmi santo e salvare e consolare le anime dei miei fratelli. Un cuore senza confini perché dilatato dalla carità del mio Dio, Gesù Crocifisso». (3)
Sul cuore di Don Orione si è concentrata l’attenzione e l’ammirazione di tante persone povere e ricche, illetterate ed erudite, laiche ed ecclesiastiche, credenti e non credenti. Don Primo Mazzolari ha descritto la sua personalità in tre righe: «Un cuore senza confini, perché amava sine modo. Una mente senza pregiudizi, perché credeva veramente. Un’attività senza paure, perché credeva nella forza del bene». (4)
Anche Don Ernesto Buonaiuti, pensatore e scrittore scomunicato per le idee moderniste, fu aiutato come un fratello da Don Orione. Scrisse ringraziandolo per «la tua sconfinata e pronta al soccorso bontà. Dio benedica il tuo cuore!». (5)
Il grande letterato e sacerdote, Don Giuseppe De Luca vide in Don Orione «un cuore che fu veramente un fuoco, uno dei più bei fuochi di questi decenni della nostra vita così arida, così crudele». (6)
Paolo VI ha osservato: «Niente di ciò che è umano mi è estraneo. Questa è la capacità del cuore di Don Orione, questo è il programma delle sue opere: niente è estraneo». (7) Giovanni Paolo II affermò che Don Orione «Ebbe la tempra e il cuore dell'Apostolo Paolo, tenero e sensibile fino alle lacrime, infaticabile e coraggioso fino all'ardimento, tenace e dinamico fino all'eroismo…». (8)
Il segreto di quel cuore è rivelato da Don Orione stesso quando scrive: «Sento un grandissimo bisogno di gettarmi sul Cuore del nostro caro Signore crocifisso e di morire amandolo e piangendo di carità… e abbracciare tutte le anime e salvarle tutte, tutte». (9) I più poveri, i piccoli, i sofferenti da portare alla Chiesa e al Papa furono la passione del suo cuore. Lo zelo per le Anime lo spinse missionario in patria e oltre Oceano.
LA RELIQUIA DEL CUORE DI DON ORIONE
Don Luigi Orione, nacque a Pontecurone (AL) nel 1872 e morì a San Remo, il 12 marzo 1940. Un infarto fermò il suo cuore, mentre le labbra sussurravano: “Gesù... Gesù... Gesù...”. Il suo corpo fu riposto in un’urna di marmo nella cripta del santuario della Madonna della Guardia di Tortona.
Nel 1965, alla riesumazione dopo 25 anni dalla morte, il corpo di Don Orione fu trovato ancora del tutto intatto. Sorprese l’ottimo stato di conservazione e la normale elasticità conservata. Ricordo lo stupore di tutti. Anch’io, ragazzo, lo vidi e mi fece tenerezza. Il corpo venne rimesso con cura nell’urna.
Durante l’alluvione che colpì Tortona nel 1977, l’acqua penetrò nella cripta del Santuario di Tortona. Non fu permesso aprire l’urna per provvedere alla cura del corpo che si temeva potesse risultare compromesso dagli effetti dell’acqua. Solo nel 1980, in occasione del giorno glorioso della beatificazione di Don Orione, il 26 ottobre 1980, si poté riaprire l’urna. Il corpo apparve molto deteriorato nella sua conservazione. Dopo un intervento di pulizia e di disinfezione fu tentato il suo isolamento in una protezione in vetro-resina che avvolgeva tutto il corpo. Non vi furono i risultati sperati e, pertanto, fu necessario procedere al trattamento di mummificazione del corpo per salvaguardarlo nel futuro. (10) Si ebbe un buon risultato dal punto di vista conservativo; esteticamente, il mutamento risultò notevole. Il corpo è tuttora esposto alla venerazione dei fedeli nel santuario della Madonna della Guardia di Tortona. (11) Del cuore di Don Orione si fece una reliquia insigne, posta in un artistico ostensorio e custodita presso la Curia degli Orionini a Roma.
QUEL CUORE BATTE ANCORA
Il cuore di Don Orione batte nella devozione dei credenti. Nella Chiesa, la venerazione del corpo dei santi e delle loro reliquie è antichissima. Oltre ad esprimere l’affetto per “qualcosa che resta” del santo, essa esprime la fede che anche il corpo partecipa alla glorificazione della resurrezione. (15) Nel caso di un Beato o Santo, poi, si è certi che essi godono della beatitudine del Paradiso. Vedere il cuore di carne di Don Orione provoca un dialogo spirituale con questo santo che porta a confidenze e pensieri molto fruttuosi. È stata l’esperienza rinnovata e documentata di quanto avvenuto durante la esposizione di questa reliquia insigne in varie città d’Italia e del mondo.
Il cuore di Don Orione batte in chi ne vive lo stesso “spirito”. Batte, dunque, in almeno 30 nazioni del mondo ove è presente la sua Famiglia di preti, fratelli, eremiti, suore e laici. Dall’agosto del 2000, il cuore di Don Orione è accolto e custodito in Argentina ove è posto in onore in un santuario dedicato a Don Orione nel Piccolo Cottolengo di Claypole (Buenos Aires). (16) Ma è da ricordare che il cuore di Don Orione batte ovunque c’è una comunità orionina, ovunque dei cristiani - sia religiosi che laici - hanno nel loro cuore quello spirito di carità e di amore alla Chiesa che fece battere forte il cuore di Don Orione.
Ezio Fulcheri: LO STATO DI CONSERVAZIONE
Il prof. Ezio Fulcheri, anatomo-patologo dell’Università di Genova, e la dott.sa Maria Venturini, dell’équipe medica del Prof. Mons. Gianfranco Nolli che trattò il corpo di Don Orione, hanno fatto una visita di ispezione alla reliquia insigne del cuore di Don Orione il 9 febbraio 2000, presso la Chiesa della Curia generale di Roma. Lo scopo era di verificarne lo stato di conservazione. Il Prof. Ezio Fulcheri ha annotato le seguenti osservazioni. (12)
«La reliquia insigne del cuore del Beato Don Orione è’ racchiusa in una teca a doppia camera, l’una cilindrica, l’altra poligonale per l’altezza esagonale. (13) La teca poligonale più esterna serve solo da contenitore della camera cilindrica nella quale è contenuta, a tenuta stagna, la reliquia insigne. In essa, su un tripode di metallo costituito da tre braccia lunghe e una più breve, è inserito il cuore completo e mantenuto in posizione verticale da due anelli metallici sagomati sulla forma del cuore stesso.
Il cuore è di colorito bruno nerastro, ad eccezione di un’area più chiara bruno-rossastra velante al grigio, in regione della punta-faccia anteriore, subito al di sotto del ramo discendente della coronaria di sinistra che per decorso e calibro appare lievemente ingrossato e tortuoso.
Del cuore sono presenti le quattro camere e, in particolare, completi gli atrii a destra resecati all’imbocco della cava ascendente e della cava discendente e a sinistra delle polmonari; della aorta permane la parte dell’arco appoggiato alle polmonari come ontologicamente è dato osservare nel cosiddetto peduncolo del cuore.
Al di sopra della coronaria di sinistra dell’area più chiara macroscopicamente e precedentemente descritta e dal lato di essa si osservano delle fini apposizioni di materiale che alla vista sembrano di natura cristallina, in quanto lievemente lucenti e brillanti. Anche l’area più chiara appare lievemente più lucente rispetto al resto del cuore. Probabilmente trattasi di sostanze chimiche venute in superficie nel tempo e, comunque, dopo i processi, i procedimenti conservativi posti in atto prima che il cuore fosse posizionato nel reliquiario.
Osservando le incisure o meglio le impronte lasciate dai fili metallici circolari sulla superficie del cuore, si ha la netta impressione che il volume globale del cuore sia diminuito lievemente, sicché il cuore stesso sia sceso lievemente nel supporto di sostegno precedentemente descritto; ciò è tanto più evidente osservando l’anello superiore più alto: lo slittamento in basso è di circa mezzo centimetro. Al di sopra dell’anello, è posto un filo probabilmente in nylon che passa dall’anello al di sopra dell’aorta e delle arterie polmonari per mantenere il cuore in posizione. Il filo di nylon ha un andamento sinuoso, non è teso; questo avvalora l’idea che il cuore si sia alquanto mosso, appunto, diminuendo di volume.
Il cuore è asciutto e di buona consistenza. Non presenta significative modificazioni nella struttura». (14)
Vittoria Addari Petrucci: UNA POESIA PER CELEBRARE IL CUORE DI DON ORIONE
Per comprendere compiutamente la presenza silenziosa e comunicativa della reliquia del cuore di Don Orione servono la fede, la scienza e anche la poesia. Vittoria Addari Petrucci, nativa di Ortucchio nella Marsica, teatro delle imprese di carità di Don Orione dopo il terribile terremoto del 13 gennaio 1915, ha dedicato al cuore di Don Orione tornato ad Avezzano nel febbraio 2000 una poesia.
IN QUESTO CUORE
Beato te,
che quel giorno lontano
sentisti l’eco dei passi
di questo piccolo santo prete
e dalle sue mani fosti strappato
alle macerie, alla neve, ai fantasmi
stretti su sentieri di erbe arrugginite!
Ascoltasti la sua voce
Che tesseva la trama di parole
Che dovevano divenire radici per nuovi frutti.
Beato te,
che ti specchiasti nei suoi occhi
che ti chiamavano ad aspre avventure
e ne seguisti la luce
tra le uve, le spighe e i rovi
che producono essenze di vita
anche quando soffocano!
Beato te,
che credesti alla sua forza
e ne seguisti l’annuncio
per rispondere alle lacrime
dei poveri più poveri!
Oggi, io credo in ciò che i miei occhi
Mi aiutano a vedere e a custodire.
Credo in “questo cuore” che seppe
Tracciare sentieri senza confini
E seppe accendere fuochi di speranze
Lì dove il vuoto si preparava a farsi
Più vuoto ed il sangue si preparava
A farsi ferita e piaga.
Le sue parole raccontate arrivano
Per ricomporre verdi profili; a momenti
Quelle parole cadono come lame amare
Sugli oscuri abissi di queste nostre isole
Di parole disabitate, di pensieri senza idee,
di perpetuo andare in un monologo al vento.
Voglio credere e credo in ciò
Che non ho mai visto;
le assenze mi aiutano a capire
le ombre che affollano i miei pensieri
e riescono a riempire il mio silenzio
di accenti e di voci che sanno svelare
il cerchio dell’inimmaginabile!
CREDO IN “QUESTO CUORE”
Noi tutti crediamo in “questo cuore”
Che seppe scoprire l’UOMO negli uomini
Perciò oggi è ancora quello che era,
incorruttibile come la sua vita
in terra.
È ancora un ramo frondoso questo cuore
E vi possiamo appendere i nostri dolori, le nostre
Speranze.
Domani attraverserà mari, monti, fiumi e paesi
Questo cuore
E si fermerà lì dove profetizzò
Che sarebbe tornato per sempre;
ma continuerà ad accarezzare ancora
le nostre vite
e noi continueremo a credere
senza più bisogno di vedere!
NOTE -----------------------------------------------
1. Vito Terribile Wiel Marin, Cuori celebri conservati in Europa, Università di Padova, 1998.
2. Gaetano Piccinini, Quel tuo cuore, Don Orione, Ed. Paoline, Bari 1963. 3. Scritti di Don Orione 102, 32.
4. Don Primo Mazzolari, “Messaggi di Don Orione” 28(1997) n.93, pp.41-48.
5. Ernesto Buonaiuti e Don Orione sul ponte della carità, “Messaggi di Don Orione” 29(1998) n. 98, pp.43-63.
6. G. De Luca, Elogio di Don Orione, con altri scritti e commenti su di lui. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1999.
7. Da un discorso pronunciato a Milano il 31.5.1955.
8. Omelia durante la Messa della beatificazione, Roma, 26.10.1980.
9. Lettera del 4-V-1897 in Scritti. 115,142.
10. Nolli G., Intervento conservativo sul corpo del Beato Luigi Orione, Roma, 1981; Alciati G., Rippa Bonati M., Fulcheri E. Ricognizione effettuata sul corpo del Beato Don Orione, Tortona 1990.
11. L’ultima ricognizione del corpo, effettuata dal Prof. Ezio Fulcheri il 13.12.1999, ha evidenziato che «appare integro ed asciutto. Non si repertano segni di infestazione fungina o batterica».
12. Il Dott. Ezio Fulcheri ha parlato del “Corpo di Don Orione” in alcuni articoli su riviste scientifiche: Il Patologo di fronte al problema della perizia in corso di ricognizione sulle reliquie dei Santi in Patologica 83 (1991), pp. 373-397; Mummies of Saints: a particolar category of Italian mummies in Human Mummies. A Global Survey of their Status and the Techniques of Conservation, Springer-Verlag, Wien, 1996, pp. 219-230. 13. Il reliquiario, in argento massiccio con parti dorate, è stato sottoposto a trattamento di argentatura e doratura presso il laboratorio dei Fratelli Ascione, di Torre del Greco (Napoli). Il cuore è stato ricollocato nella camera cilindrica, chiusa a tenuta stagna mediante silicone. Sono stati apposti i sigilli della Postulazione generale.
14. Riportata in Atti e comunicazioni della Curia generale 54(2000) n. 202, pp. 172-174.
15. Sul significato e le modalità del culto delle reliquie dei santi, si veda il mio articolo Il culto dei santi oggi. Il culto dei santi nei documenti del Concilio Vaticano II; Il culto dei santi nella riforma del dopo Concilio Vaticano II, in Ephemerides Liturgicae 1055(1991) pp. 237-262 e pp. 418-448.
16. Il trasferimento del cuore di Don Orione in Argentino è stato deciso con la mozione n.44 dell’XI Capitolo generale dei Figli della Divina Provvidenza. La cerimonia di partenza della reliquia del cuore è stata presieduta al Santuario della Madonna delle Guardia in Tortona, il 27 agosto 2000, dal Superiore generale, Don Roberto Simionato. Cfr. Atti e comunicazioni della Curia generale 54(2000) n. 202, pp. 167-174.