Comunicato della sera del 2 aprile 2005.
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UOMO DI DIO, MESSAGGERO DI PACE,
STRATEGA DELLA SPERANZA
Roma, 2 aprile 2005
Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Orionina
Giovanni Paolo II è morto alle ore 21.37 del 2 aprile 2005.
E' “ morto d'in piedi ”, per dirla con Don Orione, al suo posto, al timone della barca della Chiesa, ove lo aveva voluto il Signore quasi 27 anni fa.
Con Giovanni Paolo II scompare un grande “ servo di Dio e degli uomini” , il messaggero della pace, lo stratega della speranza, che durante il quarto di secolo del suo pontificato ha contribuito come nessun altro a rendere il mondo più famiglia. La morte del Papa “ venuto di lontano ” rappresenta una grande perdita per tutta l'umanità che ha trovato in lui un punto di riferimento sapiente e amabile.
Splendida la parabola di vita di Giovanni Paolo II: dall'uomo vigoroso e sportivo dell'inizio pontificato, definito da qualcuno " l'atleta di Dio ", all'icona sempre più fragile e sofferente di Cristo, così simile al Gesù della passione e ai tanti crocifissi della vita di ogni giorno. Anche per questa debolezza del corpo, Giovanni Paolo II, anima ingrandita in corpo impedito, era diventato “familiare” a tutti, come uno di casa.
Dolore e gioia si fondono nei nostri animi pensando a Giovanni Paolo II in quest'ora importante della vita della Chiesa e del mondo. “ Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello ”, cantiamo di Gesù in questi giorni della Pasqua. Il duello si è rinnovato anche nel Papa e anche il felice esito: “ Ora, vivo, trionfa ”.
Il papato di Giovanni Paolo II ha attraversato un'epoca segnata da numerosi conflitti internazionali, da tensioni interne ai singoli Paesi e dalla trasformazione radicale della società moderna. L'attitudine del Pontefice è sempre stata quella dello “ stratega della speranza ” mediante la denuncia e la condanna di quanto offende la vita, dall'aborto alla guerra, dalle ingiustizie alle falsità, ma ancor più mediante la tenace promozione dei semi di bene, di pace, di dialogo, di solidarietà ovunque e da chiunque sorgessero. Soprattutto, il Papa del “ Totus tuus ” ha seminato Cristo, principe di pace, che toglie i peccati del mondo. Ha incarnato in pieno le attese del mondo sofferente, ha dato voce a chi non ha voce, ha dato speranza a chi – singoli e popoli - l'aveva perduta, senza distinzione di nazionalità, classe sociale, religione o colore politico.
Vivremo a lungo – noi Orionini, la Chiesa e il mondo tutto – di quanto il Papa ha trasmesso e insegnato: la sua presenza paterna e i contenuti del suo insegnamento si sono trasformati in convinzioni, atteggiamenti, cultura che perdureranno a lungo perché hanno la solidità del Vangelo.
La Famiglia di Don Orione ha tanti motivi di riconoscenza per la benevolenza ricevuta da Giovanni Paolo II. Don Luigi Orione è stato tra i primi beati del suo pontificato (26 ottobre 1980) e tra gli ultimi ad essere canonizzato (16 maggio 2004). Indimenticabile, il regalo fatto dal Papa con la sua presenza e il suo discorso – in parte improvvisato - nella Sala Paolo VI, il 15 maggio scorso, in occasione della Festa del Papa della Famiglia Orionina. Egli sapeva dello speciale amore del nostro Fondatore per la sua Polonia e non esitò a proclamare Don Orione patrono del suo pontificato , davanti al cardinale Stefan Wyszynski, all'arcivescovo Bronislaw Dabrowski, orionino, all'epoca Segretario della Conferenza Episcopale Polacca, e a una folla numerosa accorsa per la beatificazione del Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Ed ora? “ Ora preghiamo! ”, scrisse Don Orione in occasione della morte di Papa Benedetto XV. “ Chiniamo prima riverenti la fronte, in questo momento di lutto e di cordoglio, chiniamo la fronte davanti a Dio e adoriamo i suoi alti consigli. La Chiesa piange, ma Dio la consolerà, e nulla la Chiesa avrà a soffrire per questa morte, benché umanamente sia la più grave perdita oggi, e il suo e nostro più grande dolore. Piangiamo e preghiamo: facciamo che il nostro amore al Papa, che la nostra gratitudine verso il Papa si veda nei nostri suffragi cristiani, fatti con l'amore e il fervore di figli affezionatissimi e riconoscentissimi ”.
Ricordiamo che la nostra Norma 46 prescrive che “Alla morte del Sommo Pontefice una solenne Messa di suffragio viene celebrata in tutte le case della Piccola Opera ”. Coinvolgiamo nella preghiera tanta gente, soprattutto i bambini, i giovani, gli infermi e gli assistiti che sono nelle nostre case, i “tesori della Chiesa”.
Nel momento del dolore, solo consola lo stringerci nel vincolo dell'affetto e della preghiera. Anche così si fa famiglia, la Famiglia della Chiesa.
Don Flavio Peloso
Superiore generale
MAN OF GOD, MESSENGER OF PEACE, BUILDER OF HOPE
Rome , 2 rd April 2005
Dear brothers and sisters of the Don Orione family,
John Paul II died at 9.37 p.m. on April 2 nd .
He “ died standing ”, as Don Orione would say, on duty, at the helm of the ship of the Church, where the Lord had placed him almost 27 years ago.
With John Paul II there disappears a great “ servant of God and of men ”, the messenger of peace, the builder of hope, who during the quarter of a century as Pope worked like no one else to make the world more like a family. The death of the Pope “ from a far way country ”, is a great loss for the whole of mankind which found in him a wise and loveable point of reference.
John Paul II is a brilliant example of life: from the lively sportsman of the beginning of the pontificate, called by some “ God's athlete ”, to the ever more enfeebled and suffering icon of Christ, so much like the Jesus of the passion and the many people who bear the every day cross of life. Even because of this physical weakness, John Paul II, a great spirit within an impaired body, had become “familiar” to all, as one of the household.
Sorrow and joy blend in our minds, as we think of John Paul II, in this important time in the life of the Church and of the world. “ Death and life met in a marvellous fight ”, we sing of Jesus during these Easter days. The fight was renewed also in the Pope, as well as the victorious outcome: “ Now, he lives triumphantly ”.
The papacy of John Paul II took place in a time marked by many international conflicts, by internal tension in individual Countries and by a radical transformation of the modern society. The attitude of the Pontiff was always on of a “builder of hope” who denounced and condemned all that offends life, from abortion to war, from injustice to falsehood, but even more tenaciously promoted the seeds of goodness, of peace, of dialogue, of solidarity, everywhere and by whatever source. Above all, the Pope of the “ Totus tuus ” has sowed Christ, the prince of peace, who takes away the sins of the world. He took on himself fully the expectations of the suffering word, he spoke for those who have no voice, he gave hope to those – peoples and individuals – who had lost it, without discrimination of nationality, social class, religion or political shade.
For a long time – we the Don Orione People, the Church and the whole world – will live on what the Pope has transmitted and taught: his fatherly presence and the contents of his teachings have become convictions, attitudes and culture that will have long future, because they are grounded on the Gospel.
The Don Orione family has many reasons for being grateful because of the kindness received from John Paul II. Don Luigi Orione was among the first people beatified by the Pope (26 October 1980) and among the last to be canonised by him (16 th May 2004). Unforgettable was the gift of his presence and his speech – partly improvised – in the Paul VI hall the 15 th May last year, on the occasion of the Feast of the Pope organised by the Don Orione family. He knew of the special love of our Founder for Poland and did not hesitate to proclaim Don Orione a patron of his pontificate , in the presence of Cardinal Stefan Wyszynski and of Archbishop Bronislaw Dabrowski, a Don Orione man, the then Secretary of the Polish Episcopal Conference, and of a large crowd gathered for the beatification of the Founder of the Little Work of Divine Providence.
And now? “ Now let us pray ”, wrote Don Orione on the occasion of the death of Pope Benedict XV. “ First of all let us bow the head in respect, in this moment of mourning and condolences, let us bow to the will of God and adore his mysterious ways. The Church is in tears, but God will console her. The Church will not have to suffer anything because of this death, though humanly speaking it is the greatest loss of today, her and our greatest sorrow. Let us weep and pray: let us see to it that our love for the Pope, our gratitude towards the Pope may appear in our Christian suffrages, done with the love and the zeal of the most loving and most grateful sons”.
Please remember: Norm 46 states that “On the death of the Supreme pontiff a solemn Mass is celebrated for the repose of his soul in all the houses of the Little Work ”. Let us involve in the prayer many people, above all the children, the youth, the sick and those cared for in our homes, the “treasures of the Church”.
At a time of sadness, the only consolation is to gather in the bond of love and of prayer. In this way too we become a family, the Family of the Church.
Father Flavio Peloso,
Superior general
FALECE O MENSAGEIRO DA PAZ, O ESTRATEGISTA DA ESPERANÇA
Roma, 2.04.2005
Caríssimos irmãos e irmãs da Família Orionita
João Paulo II morreu às 21.37 horas do dia 2.04.2005.
Ele “ morreu em pé”, para usar uma expressão de Dom Orione, no seu lugar, na condução da barca da Igreja, onde o Senhor o quis há quase 27 anos atrás.
Com João Paulo II falece um grande “ servo de Deus e dos homens”, o mensageiro da paz, o estrategista da esperança, que durante um quarto de século do seu pontificado contribuiu, como nenhum outro, a fazer o mundo mais familiar. A morte do Papa “ que veio de longe” representa uma grande perda para toda a humanidade que encontrou nele o ponto de referência sapiente e amável.
Esplendida é a parábola de vida de João Paulo II: de homem vigoroso e esportista no início do pontificado, definido por alguém como “ atleta de Deus”, ao ícone cada vez mais frágil e sofredor de Cristo, tão semelhante ao Jesus da paixão e aos tantos crucificados da vida de cada dia. Também com essa debilidade do corpo, João Paulo II, alma engrandecida num corpo enfraquecido, tornou-se “familiar” a todos, como um de casa.
Dor e alegria se confundem em nossas almas pensando em João Paulo II nessa hora importante da vida da Igreja e do mundo. “ Morte e vida se enfrentaram num prodigioso duelo”, cantamos a respeito de Jesus nesses dias de Páscoa. O duelo se renovou também no Papa e também com um feliz êxito: “ Agora, vivo, triunfa”.
O papado de João Paulo II atravessou uma época marcada por numerosos conflitos internacionais, por tensões internas em diferentes Países e pela transformação radical da sociedade moderna. O comportamento do Pontífice sempre foi de um “ estrategista da esperança” através da denúncia e da condenação de tudo o que ofende a vida, desde o aborto até a guerra, das injustiças às falsidades, muito mais através da tenaz promoção dos valores do bem, da paz, do diálogo, da solidariedade em todo e qualquer lugar onde surgissem. Sobretudo, o Papa do “ Totus tuus ” semeou Cristo, príncipe da paz que tira os pecados do mundo. Encarnou plenamente as expectativas do mundo sofredor, deu voz a quem não tem voz, deu esperança a quem – indivíduos ou povos – a perdeu, sem distinção de nacionalidade, classe social, religião ou matiz política.
Viveremos por muito tempo – nós Orionitas, a Igreja e o mundo inteiro – com o que o Papa transmitiu e ensinou: a sua presença paterna e os conteúdos do seu ensinamento se transformaram em convicções, atitudes, cultura que permanecerão por muito tempo porque têm a solidez do Evangelho.
A Família de Dom Orione tem muitos motivos de reconhecimento pelas benevolências recebidas de João Paulo II. Dom Luís Orione esteve entre os primeiros beatos do seu pontificado (26 de outubro de 1980) e entre os últimos a ser canonizado (16 de maio de 2004). Inesquecível, o presente feito pelo Papa com a sua presença e o seu discurso – em parte improvisado – na Sala Paulo VI, no dia 15 de maio passado, por ocasião da Festa do Papa da Família Orionita Ele conhecia o especial amor do nosso Fundador pela sua Polônia e não hesitou em proclamar Dom Orione patrono do seu pontificado, perante o Cardeal Stefan Wyszynski, o arcebispo Bronislaw Dabrowski, orionita, na época Secretário da Conferência Episcopal Polonesa, e uma multidão que veio para a beatificação do Fundador da Pequena Obra da Divina Providência.
E agora? “ Agora rezemos! ”, escreveu Dom Orione por ocasião da morte do Papa Bento XV. “ Inclinemos reverentes, antes de mais nada, a fronte, neste momento de luto e de pesar, inclinemos a fronte diante de Deus e adoremos os seus altos conselhos. A Igreja chora, mas Deus a consolará, e a Igreja não terá nada a sofrer por esta morte, ainda que humanamente seja hoje uma grave perda, e a sua e nossa maior dor. Choremos e rezemos: façamos com que o nosso amor ao Papa, que a nossa gratidão para com o Papa possa ser vista em nosso sufrágio cristão, feito com amor e fervor de filhos afeiçoados e reconhecidos. ”
Recordemos que a nossa Norma 46 prescreve que “Por ocasião da morte do Sumo Pontífice uma solene Missa de sufrágio seja celebrada em todas as casas da Pequena Obra”. Deveremos envolver em nossa oração o povo, sobretudo as crianças, os jovens, os enfermos e os assistidos que estão em nossas casas, os “tesouros da Igreja”.
No momento da dor, somente consola a nossa união com laços de afeto e de oração. Também assim se constrói uma família, a Família da Igreja.
Pe. Flávio Peloso
Superior geral
DESAPARECE EL MENSAJERO DE LA PAZ, EL ESTRATEGA DE LA ESPERANZA
Roma, 2.04.2005
Queridos hermanos y hermanas de la Familia Orionina
Juan Pablo II ha muerto a las horas 21.37 del 2.04.2005.
Ha "muerto de de pie" , para decirlo con Don Orione, en su puesto, en el timón de la barca de la Iglesia , donde Dios lo quiso hace casi 27 años.
Con Juan Pablo II desaparece un gran "siervo de Dios y de los hombres" , el mensajero de la paz, el estratega de la esperanza, que durante el cuarto de siglo de su pontificado, como ningún otro ha contribuido a hacer el mundo más familia. La muerte del Papa "venido de lejos" representa una gran pérdida por toda la humanidad que ha encontrado en él un punto de referencia sabia y amable.
Espléndida la parábola de vida de Juan Pablo II: del hombre vigoroso y deportivo del comienzo del pontificado, definido por algunos como el "el atleta de Dios" , al ícono cada vez más frágil y doliente de Cristo, tan parecido al Jesús de la pasión y a los muchos crucifijos de la vida de cada día. También por esta debilidad del cuerpo, Juan Pablo II, alma engrandecida en cuerpo débil, se hizo "familiar" a todos, como uno de casa.
Dolor y alegría se funden en nuestro ánimo pensando en Juan Pablo II en esta hora importante de la vida de la Iglesia y el mundo. "Muerte y vida se han enfrentado en un duelo admirable" , cantamos acerca Jesús en estos días de la Pascua. El duelo también se ha renovado en el Papa y también el feliz resultado: "Ahora, vivo, triunfa."
El papado de Juan Pablo II ha atravesado una época signada por numerosos conflictos internacionales, por tensiones internas de diversos Países y por la transformación radical de la sociedad moderna. La actitud del Pontífice siempre ha sido la del "estratega de la esperanza ” a través de la denuncia y la condena de lo que ofende la vida, del aborto a la guerra, de las injusticias a las falsedades, pero todavía más a través de la tenaz promoción de las semillas de bien, de paz, de diálogo, de solidaridad en todo sitio y de quienquiera surgieran. Sobre todo, el Papa del "Totus tuus" ha sembrado Cristo, príncipe de paz, que quita los pecados del mundo. Ha encarnado plenamente las esperanzas del mundo doliente, han dado voz a quien no tiene voz, ha dado esperanza a quién - individuos y pueblos - la tuvo perdida, sin distinción de nacionalidad, clase social, religión o color político.
Viviremos mucho tiempo - nosotros Orionitas, la Iglesia y el mundo todo - de lo que el Papa ha transmitido y enseñado: su presencia paternal y los contenidos de su enseñanza se han transformado en convicciones, actitudes, cultura, que persistirán largamente porque tienen la solidez del Evangelio.
La Familia de Don Orione tiene muchos motivos de gratitud por la benevolencia recibida de Juan Pablo II. Don Luis Orione ha estado entre los primeros beatos de su pontificado, el 26 de octubre de 1980, y entre los últimos en ser canonizado, el 16 de mayo de 2004. Inolvidable, el regalo hecho por el Papa con su presencia y su discurso - en parte improvisado - en la Sala Pablo VI, el 15 de mayo pasado, con ocasión de la Fiesta del Papa de la Familia Orionita. Él supo del especial amor de nuestro Fundador por su Polonia y no titubeó a proclamar a Don Orione patrono de su pontificado , delante del cardenal Stefan Wyszynski, al arzobispo Bronislaw Dabrowski, orionino, en aquella época Secretario de la Conferencia Episcopal polaca, y a una muchedumbre numerosa reunida para la beatificación del Fundador de la Pequeña Obra del Divina Providencia.
¿Y ahora? "¡Ahora rezemos! " , Don Orione escribió con ocasión de la muerte del Papa Benedicto XV. "Inclinemos primero reverentes la frente, en este momento de luto y pesar, inclinemos la frente delante de Dios y adoremos sus altos consejos. La Iglesia llora, pero Dios la consolará, y nada la Iglesia tendrá que sufrir por esta muerte, aunque humanamente sea la más grave pérdida hoy, y el suyo, nuestro más grande dolor. Lloremos y oremoss: hagamos que nuestro amor al Papa, que nuestra gratitud hacia el Papa se vea en nuestros sufragios cristianos, hechos con el amor y el fervor de hijos cariñosos y agradecidos."
Recordamos que nuestra Norma 46 prescribe que “Cuando se produce la muerte del SumoPontífice, celébrese una solemne Misa de sufragio en todas las casas de la Pequeña Obra. ". Unamos en la oración a mucha gente, sobre todo a los niños, los jóvenes, los pacientes y asistidos que están en nuestras casas, los "tesoros de la Iglesia ”.
En el momento del dolor, sólo consuela el estrecharnos en el vínculo del cariño y la oración. También así se hace familia, la Familia de la Iglesia.
Don Flavio Peloso
Superior general
JAN PAWEL II NIE ZYJE.
CZŁOWIEK BOŻY; ZWIASTUN POKOJU, STRATEG NADZIEI
Rzym, 2.04.2005
Najdrozsi bracia i siostry z Rodziny Orionskiej
Jan Pawel II zmarl o godzinie 21.37 dnia 2.04.2005.
Zmarl „ na stojaco ”, jakby powiedzial Don Orione, na swoim miejscu, przy sterze lodzi Kosciola, gdzie Bóg zechcial Go postawic prawie 27 lat temu.
Wraz z Janem Pawlem II odchodzi wielki „ sluga Boga i ludzi ”, zwiastun pokoju, strateg nadziei, który podczas cwiercwiecza swego pontyfikatu przyczynil sie jak nikt inny do wiekszego upodobnienia swiata do rodziny. Smierc Papieza „ który przybyl z daleka ” stanowi ogromna strate dla calej ludzkosci, która odnalazla w Nim madry i zyczliwy punkt odniesienia.
Wspaniala jest przypowiesc zycia Jana Pawla II: od czlowieka zywego i wysportowanego na poczatku pontyfikatu, którego ktos nazwal „ atleta Bozym ”, do coraz bardziej kruchej i cierpiacej ikony Chrystusa, tak podobnej do Jezusa podczas Meki i do tylu krzyzy zycia codziennego. Równiez poprzez te slabosc ciala Jan Pawel II, wyogromniona dusza w zawadzajacym ciele, stal sie „bliski” dla wszystkich, jak ktos z rodziny.
Ból i radosc mieszaja sie w naszych duszach gdy myslimy o Janie Pawle II w tej waznej godzinie zycia Kosciola i swiata. „ Smierc i zycie starly sie w cudownym pojedynku ”, spiewamy o Jezusie w tych dniach Paschy. Odnowil sie takze i w Papiezu ten pojedynek, a takze jego szczesliwy wynik: „ Teraz, zywy, triumfuje ”.
Pontyfikat Jana Pawla II przeszedl przez epoke naznaczona licznymi konfliktami miedzynarodowymi, wewnetrznymi napieciami poszczególnych panstw i radykalnym przeksztalceniem nowoczesnego spoleczenstwa. Podejscie Papieza bylo zawsze podejsciem „ stratega nadziei ”, poprzez gloszenie i potepianie tego, co obraza zycie, od aborcji po wojne, od niesprawiedliwosci po falsz, ale jeszcze bardziej poprzez uparte popieranie ziaren dobra, pokoju, dialogu, solidarnosci gdziekolwiek i od kogokolwiek by sie one wywodzily. Przede wszystkim Papiez „ Totus tuus ” zasiewal Chrystusa, ksiecia pokoju, który gladzi grzechy swiata. Wcielil calkowicie oczekiwania cierpiacego swiata, udzielil glosu tym, którzy go nie maja, dal nadzieje tym – osobom i ludom – którzy ja stracili, bez wzgledu na narodowosc, klase spoleczna, religie czy barwy polityczne.
Dlugo bedziemy zyc – my, Orionisci, Kosciól i caly swiat – tym, co Papiez przekazal i czego nauczyl: jego ojcowska obecnosc i tresci jego nauczania przeksztalcily sie w przekonania, postawy, kulture, które dlugo przetrwaja, poniewaz maja trwalosc Ewangelii.
Rodzina Don Orione ma wiele powodów do wdziecznosci za zyczliwosc otrzymana od Jana PawlaII. Don Luigi Orione znalazl sie wsród pierwszych blogoslawionych jego pontyfikatu (26 pazdziernika 1980) i wsród ostatnich kanonizowanych (16 maja 2004). Niezapomnianym darem uczynionym przez Papieza byla jego obecnosc i slowo – w czesci improwizowane – w Sali Pawla VI 15 maja zeszlego roku, z okazji Swieta Papieskiego Rodziny Orionskiej. Wiedzial o szczególnej milosci jaka nasz Zalozyciel darzyl Jego Polske i nie zawahal sie oglosic Don Orione patronem swego pontyfikatu , przed kardynalem Stefanem Wyszynskim, arcybiskupem Bronislawem Dabrowskim, orionista, wówczas Sekretarzem Konferencji Episkopatu Polski i przed licznym tlumem przybylym na beatyfikacje Zalozyciela Malego Dziela Bozej Opatrznosci.
A teraz? „ Teraz módlmy sie! ”, napisal Don Orione z okazji smierci Papieza Benedykta XV. „ Pochylmy najpierw z szacunkiem czolo, w tej chwili zaloby i ubolewania, pochylmy czolo przed Bogiem i adorujmy Jego swiete rady. Kosciól placze, ale Bóg Go pocieszy, i nic Kosciól nie bedzie musial przez te smierc wycierpiec, choc po ludzku jest to dzis dla Niego najciezsza strata, a dla Niego i dla nas najwiekszy ból. Placzmy i módlmy sie: sprawmy by nasza milosc do Papieza, by nasza wdziecznosc dla Papieza widoczna byla w naszych chrzescijanskich modlitwach, odmawianych z miloscia i zapalem oddanych i wdziecznych dzieci ”.
Pamietajmy, ze wedlug naszej Normy 46 „Po smierci Papieza celebrowana jest uroczysta Msza Swieta za jego dusze we wszystkich domach Malego Dziela ”. Zaangazujmy w te modlitwe wiele osób, szczególnie dzieci, mlodziez, chorych i podopiecznych, którzy przebywaja w naszych domach, „skarby Kosciola”.
W chwili bólu pocieszeniem jest jedynie zjednoczenie sie w wiezach czulosci i modlitwy. Takze w ten sposób powstaje rodzina, Rodzina Kosciola.
Don Flavio Peloso
Przełożony generalny
HOMME DE DIEU, MESSAGER DE PAIX, STRATEGE DE L'ESPERANCE.
Rome, 2.04.2005
Chers frères et sœurs de la famille orioniste.
Jean Paul II est décédé le 2.04.2005, à 21.37 h.
Il est « mort debout », pour le dire comme Don Orione, à son poste de prima de l'Eglise où l'avait voulu le Seigneur presque 27 années passées. Jean Paul II s'en est allé ; disparaît donc un grand «serviteur de Dieu et des hommes» , le messager de la paix, le stratège de l'espérance qui durant un quart de siècle de son pontificat a contribué comme personne d'autre a donné au monde une image de famille. La mort du Pape « venu de loin» représente une grande perte pour toute l'humanité qui ha trouvé en lui un point de repère efficace et aimable.
Splendide la parabole de la vie de Jean Paul II : de l'homme vigoureux et sportif au début de son pontificat, quelqu'un l'avais même définit comme ‘'l'athlète de Dieu'' , à l'icône toujours plus fragile et souffrante du Christ, pareil donc a la passion du Christ et de plusieurs crucifiés de la vie de chaque jour. Aussi pour cette faiblesse du corps Jean Paul II, âme accrue avec un corps entravé, était devenu ‘'familier'' à tous comme un de la maison.
La douleur et la joie se fondent dans nos âmes en pensant à Jean Paul II en cette heure importante de la vie de l'Eglise et du monde. ‘ 'La mort et la vie se sont affrontés dans un prestigieux duel'' , chantons pour Jésus en ces jours de la Pâques. Le duel s'est renouvelé aussi dans la vie du Pape en parvenant au m ême résultat joyeux : ‘'maintenant, vive, il triomphe''.
Le pontificat de Jean Paul II a traversé une époque marquée de nombreux conflits armés, de tensions interne des pays, et de la transformation radicale de la société moderne. L'attitude du Pape a été toujours celle du stratège de l'espérance au moyen de la dénonciation et de la condamnation de ce que offende la vie, de l'avortement à la guerre, des injustices aux faussetés, mais encore plus au moyen de la tenace promotion des germes de biens, de paix, de dialogue, de solidarité.
Surtout, le Pape du ‘ 'Totus Tuus'' a semé le Christ, principe de la paix, qui enlève les péchés du monde. Il a incarné pleinement en lui les attentes du monde souffrant, il a donné une voix à qui n'a pas la voix, il a donné une espérance à qui – personnes et peuples - l'avait perdue, sans distinction de nationalités, de classes politiques, de religions et de partis politiques.
Nous vivrons longtemps - nous orionistes, l'Eglise et tout le monde – de ce qu'il a transmis et enseigné. Sa présence paternelle et les contenus de ses enseignements se sont transformés en convictions, en attitudes, en culture qui dureront longtemps parce que ils sont basés sur l'Evangile.
La famille de Don Orione a des grands motives de reconnaissances pour la bienveillance de Jean Paul II . Don Luigi Orione a été parmi les premiers Bienheureux de son pontificat (26 octobre 1980) et aussi parmi les derniers a être proclamé Saint par lui. Restera inoubliable le cadeau de sa présence et de son discours à la sale Paul VI ,le 15 mai dernier, a l'occasion de la « Fête du Pape » organisée par la Famille Orioniste. Il connaissait l'amour spécial de notre fondateur pour son pays, la Pologne , et il n'a pas hésité a proclamer Don Orione patron de son pontificat devant le cardinal Stefan Wyszynki l'archevêque , Bronislaw Dabrouwki orioniste, a l'époque secrétaire de la conférence épiscopale polonaise, et devant une foule nombreuse accourue pour la béatification du Fondateur de la Petite Œuvre de la Divine Providence.
Et maintenant ? « Maintenant prions ! ». A l'occasion de la mort du Pape Benoît XV, Don Orione écrivit : «D'abord inclinons nous respectueusement, en ce moment de lutte et de douleur, inclinons la tête devant Dieu et adorons ses conseils important. L'Eglise pleure mais Dieu la consolera et l'Eglise n'aura pas à souffrir de cette mort, bien que humainement se soit la plus grande perde aujourd'hui , c'est notre plus grande douleur. Pleurions et prions : faisons que l'amour au Pape et notre gratitude vers lui se voit dans nos suffrages chrétiens, faits avec amour et ardeur des fils très attachés et très reconnaissants ».
Souvenons nous que notre Norme 46 prescrit que « A la mort du Souverain Pontife, une Messe solennelle de suffrage est célébrée dans toutes les maisons de La Petite Œuvre de la Divine Providence ''. Impliquons dans notre prières tout le monde, surtout les enfants, les jeunes, les malades et tous qui sont dans nos maisons, les ‘'trésors de l'Eglise''.
Dans les moments de douleur, nous nous unissons à travers l'affection et la prière. C'est ainsi que nous formons la famille, la Famille de l'Eglise.
Don Flavio Peloso
Supérieur général