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Messaggi Don Orione
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Pubblicato in: L'Osservatore Romano, 25.6.2010, p.8

Benedetto XVI, il 24 giugno 2010, si è recato al Centro Don Orione a Monte Mario per benedire la grande statua di Maria “Salus populi romani” che, al termine dei lavori di restauro, è stata ricollocata sulla collina che domina la città.
Presenti circa 6.000 persone e i Padri del 13° Capitolo generale dei Figli della Divina Provvidenza.
Nel suo discorso ha toccato i temi della devozione mariana e della carità.


LA CRONACA

La maestosa statua della Vergine, alta 9 metri, era crollata dal suo piedistallo di 19 metri a causa di un forte temporale, il 12 ottobre scorso. L’avvenimento ha molto impressionato le autorità e gli abitanti della capitale, molto devoti alla Vergine “Salus populi romani”, che hanno fatto in modo che la Madonnina fosse ricollocata al suo posto il più presto possibile.

Benedetto XVI in un Messaggio al Superiore Generale degli Orionini aveva auspicato che “la statua venga quanto prima ricollocata a devozione di tutti i romani”.

Il Papa è giunto al Centro Don Orione a Monte Mario alle 10:30 e dopo il saluto al Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Roma, i Vescovi presenti e il Sindaco Gianni Alemanno, ha pronunciato un breve discorso.

“Ho accolto volentieri” – ha detto il Papa - “l’invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria ‘Salus populi romani’, raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma”.

“Dalle opere romane di Don Orione (San Luigi Orione, 1872 – 1940, Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, canonizzato nel 2004, n.d.r.), partì allora l’iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all’immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma”, ha spiegato il Santo Padre.

“Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità”, ha ricordato il Pontefice citando il programma di Don Orione: “Solo la carità salverà il mondo”.

Il Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza “visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio. (...) Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che ‘la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio’”.

“Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza” – ha concluso il Pontefice – “su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, ‘la carità è la migliore apologia della fede cattolica’, ‘la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza’. Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio”.

 

SALUTO AL SANTO PADRE
di Don Flavio Peloso, superiore generale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

 

Santità, A nome della Famiglia Orionina, i Figli della Divina Provvidenza – che oggi concludono il loro 13° Capitolo Generale -, le Piccole Suore Missionarie della Carità, l’Istituto Secolare Orionino e il Movimento Laicale Orionino – esprimo la grande gioia per la Sua presenza in mezzo a noi e a questa larga rappresentanza del popolo romano accorso per venerare la statua della Madonnina, ritornata al suo posto e allo splendore originario.

La presenza di Vostra Santità rinnova la partecipazione accorata e devota di Pio XII alle vicende che furono all’origine di questa sacra immagine.

Fu il Santo Padre, giustamente definito defensor civitatis, ad assumere e a sostenere il voto popolare a Maria salus populi romani durante le tristi vicende della seconda guerra mondiale. Il Papa e la Madonna furono i due riferimenti di fiducia e di fraternità civile in anni lontani di trepidazione e di confusione. La Madonna e il Papa continuano oggi ad essere due discrete e potenti forze spirituali nella promozione del bene religioso e civile della Città di Roma.

Che grande gioia potere oggi, qui, unire la Madonna e il Papa in un unico atto di devozione e di amore.

Viva la Madonna!

Viva il Papa!

Nel fare gli onori di casa, non presento e non nomino alcuna persona in particolare, anche se tante meriterebbero. Solo posso affermare che qui ci sono “tanti cuori attorno al Papa”. Questo è il titolo con cui celebriamo la Festa del Papa, promossa da Don Orione, e che qui, oggi, attorno alla Sua Persona, ha un’eccezionale espressione di verità e di affetto.

Beatissimo Padre, riceva l’omaggio augurale e di preghiera di tutti noi qui presenti e di quanti, nelle istituzioni orionine sparse nel mondo, sono impegnati, mediante le opere di carità, a “far sperimentare la Provvidenza di Dio e la Maternità della Chiesa”.

 

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Cari fratelli e sorelle,

vorrei in primo luogo salutare cordialmente tutti voi, qui convenuti per l’odierno significativo evento. Su questa collina è tornata a vegliare sulla nostra Città la maestosa statua della Madonna, abbattuta alcuni mesi or sono dalla furia del vento. Saluto innanzitutto il Cardinale Vicario Agostino Vallini e i Vescovi presenti. Un pensiero speciale rivolgo a don Flavio Peloso, rieletto alla guida dell’Opera don Orione, e lo ringrazio per le gentili parole che ha voluto indirizzarmi. Estendo questo saluto ai religiosi partecipanti al 13° Capitolo Generale, a quelli che lavorano in questa Istituzione al servizio dei giovani e dei sofferenti e all’intera famiglia spirituale orionina. Rivolgo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco di Roma, l’on. Gianni Alemanno - oggi è il suo onomastico - : desidero manifestarLe anticipatamente il mio apprezzamento per il Concerto che il Campidoglio mi offrirà la sera del 29 giugno; è un gesto che testimonia l’affetto per il Papa dell’intera città di Roma. Saluto anche le altre autorità civili e militari. Non posso infine non ringraziare di cuore quanti in vario modo hanno contribuito a restituire alla statua della Madonna il suo originale splendore.

 

Ho accolto volentieri l’invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria “Salus populi romani”, raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma.

Dalle opere romane di Don Orione partì allora l’iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all’immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma. Come non rinnovare anche oggi con voi, cari amici di Roma, quel gesto di devozione a Maria “Salus populi romani” benedicendo questa bella statua?

Gli Orionini la vollero grande e collocata in alto, sovrastante la città, per rendere omaggio alla santità eccelsa della Madre di Dio, la quale, umile in terra, «è stata esaltata al di sopra dei cori angelici nei regni celesti», come disse il Papa Gregorio VII, (Ad Adelaide di Ungheria), e per averne, insieme, un segno di familiare presenza nella vita quotidiana. Maria, Madre di Dio e nostra, sia sempre in cima ai vostri pensieri e ai vostri affetti, amabile conforto delle anime vostre, guida sicura delle vostre volontà e sostegno dei vostri passi, ispiratrice suadente dell'imitazione di Gesù Cristo.

La “Madonnina” - come amano chiamarla i romani - nel gesto di guardare dall’alto i luoghi della vita familiare, civile e religiosa di Roma, protegga le famiglie, susciti propositi di bene, suggerisca a tutti desideri di cielo. “Guardare al cielo, pregare, e poi avanti con coraggio e lavorare. Ave Maria e avanti!” - esortava san Luigi Orione.

Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità. Per parte loro, gli Orionini realizzarono in questo Centro di Monte Mario, ancor prima della statua, l’accoglienza di mutilatini e di orfani. Il programma di san Luigi Orione - “Solo la carità salverà il mondo” - ebbe qui una significativa concretizzazione e divenne un segno di speranza per Roma, unitamente alla Madonnina posta sul colle. Cari fratelli e sorelle, spirituali eredi del Santo della Carità, Luigi Orione! Il Capitolo Generale che si è appena concluso ha avuto come proprio tema questa espressione cara al vostro Fondatore, “Solo la carità salverà il mondo”. Benedico il proposito e le decisioni che sono stati adottati per rilanciare quel dinamismo spirituale e apostolico che sempre deve contraddistinguervi.

Don Orione visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio (cfr. Deus Caritas est, n. 39). Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio”. Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza, su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, “la carità è la migliore apologia della fede cattolica”, “la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza” (Verbali, 26.11.1930, p.95).

Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio. Per fare questo - ricorda don Orione - occorre essere “impastati della carità soavissima di Nostro Signore” (Scritti 70, 231) mediante una vita spirituale autentica e santa. Solo così è possibile passare dalle opere della carità alla carità delle opere, perché - aggiunge il vostro Fondatore - “anche le opere senza la carità di Dio, che le valorizzi davanti a lui, a nulla valgono” (Alle PSMC, 19.6.1920, p.141).

Cari fratelli e sorelle, grazie ancora per il vostro invito e per la vostra accoglienza. Vi accompagni ogni giorno la materna protezione di Maria, che insieme invochiamo per quanti operano in questo Centro e per l’intera popolazione romana e, mentre a ciascuno assicuro il mio orante ricordo, con affetto tutti vi benedico.

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