VOLPARA LIGURE: “ANCORA MEZZ’ORA”

Due memorabili predicazioni a Volpara: la prima per la fatica della salita, la seconda quando disse "Dal ballo al cimitero il passo è breve".
VOLPARA LIGURE
“ANCORA MEZZ’ORA”.
"DAL BALLO AL CIMITERO IL PASSO E' BREVE"
Don Orione, nei suoi Scritti, ricorda le “amene e verdeggianti pendici di Volpara Ligure”, [1] dove fu più volte a predicare.
Raccontò più volte un episodio del suo apostolato giovanile rimastogli impresso.[2] Quel ricordo lo inserì anche nella famosa lettera sull’educazione, del 21 febbraio 1922.
Una volta dovevo andare in montagna a predicare una Missione a Volpara Ligure, un paesino tra i monti, dalle parti di Cabella! Un po’ per risparmiare e un po’ perché il tempo era bello, pensai di andarci a piedi.
Arrivo a Cantalupo, mi faccio indicare la strada e chiedo:
- E quanto tempo ci vorrà per arrivare a Volpara?
- Non è molto lontano ma, di buon passo, con questa bella giornata arriverà presto.
Vado su a piedi da Cantalupo. Vado, vado, e dopo un bel po’ trovo un montanaro.
- Buon uomo, quanto c'è ancora per Volpara? - gli chiedo.
- Di buon passo, una mezz’ora.
Allora riprendo lena, e su. Cammino più di un’ora e ancora non vedo spuntare nessun campanile. Trovo una donna e le chiedo:
- Quanto c'è di qui a Volpara?
- Eh!, mi risponde, ci vorrà una mezz’ora.
Allora dico alle mie gambe: su, gambe, coraggio, che la gente mi aspetta lassù!
E così sono andato avanti e avanti. Finalmente vedo un paesello e, quasi al suo ingresso, incrocio un contadino seduto sul carro di fieno.
- Buon uomo, è questa Volpara?
- No, non è qui, ma è vicino. Sempre avanti. Lei che è giovane in mezz’ora ci arriverà.
Non so quanto ho camminato ancora. Il cielo diventava scuro e stava per scendere la notte. Ero quasi tentato di fermarmi presso qualche casolare, ma il pensiero che, a Volpara, c’era tanta gente che mi aspettava mi fece superare lo scoraggiamento.
E avanti, finché mi trovai su d'un monte e in un bosco. Tra gli alberi vedo lumi più in basso: vado, vado…
Là era Volpara! Arrivai. Era già completamente buio.
Se m’avessero detto che sono c’erano quattro o cinque ore, mi sarei forse perduto di coraggio, e il dì dopo non avrei certo potuto trovarmi a subito cominciare la S. Missione.
E Don Orione concludeva il racconto raccomandando
“Fate così voi con i giovani. Essi hanno coraggio: hanno le gambe buone e dai 14 ai 20 anni possono e devono fare un grande cammino. Fateli camminare, fateli camminare, i vostri alunni, ma in tutto, veh! in tutto:
nella pietà, nella virtù come nel sapere: guai a chi non mettesse Dio davanti ai giovani, a guida dei giovani!”.[3]
Don Orione mai dimenticò anche un’altra predicazione.
“Un’altra predicazione in quella vallata la feci a Volpara per la festa patronale che è la Madonna Addolorata, alla III Domenica di Settembre. Lo spunto della predica era la frase scritturale “Gemitus Matris tuae ne obliviscaris”.
Mi ricordo che il Parroco[4] mi diede la stola di Don Mejninger, prete tortonese di grande carità e troppo presto dimenticato, al quale è dedicato l’Orfanotrofio delle Suore di San Vincenzo,[5] e mi regalò anche un teschio col quale predicavo mettendomelo sul pulpito. Questa stola deve esserci ancora e anche il teschio. Ricordo che, essendo la festa patronale piantarono il ballo pubblico a poca distanza dal cimitero. Ed io cominciai la mia predica con queste parole: “Dal ballo al cimitero breve è il passo”. Ed ogni tanto nella predica ritornavo a ripetere: “Dal ballo al cimitero breve è il passo”. Anzi alla fine poi della predica, dissi al popolo: Ripetete con me: “Dal ballo al cimitero breve è il passo”.
Il ballo si tenne ugualmente ma di giovanotti e di figliuole della Volpara non ne sono andati. Andarono invece a ballare dai paesi vicini. Avvenne che proprio sul principio del ballo una signorina svenne e morì poco dopo. Io credevo di aver fatto delle belle prediche, ma questo fatto è valso più di tutte le mie prediche”.[6]
[1] Scritti 44, 120. Volpara è (nel 2024) un piccolo borgo con 39 abitanti dei quali una ventina di residenti, frazione del Comune di Albera Ligure (AL). Sorge a 945 metri di altezza e dista, in linea d'aria, 4.5 km dal Comune di Albera Ligure e 45.5 km da Alessandria.
[2] Don Orione nei primi difficili tempi della fondazionesi dedicava alla predicazione sia per zelo sacerdotale e anche per aiutare la magra economia dell'Istituto.
[3] Scritti 51, 25.
[4] Il parroco della Rettoria di Volpara era Don Felice Magrassi.
[5] Il canonico Giovanni Antonio Mejninger fondò nel 1850 il primo orfanotrofio cittadino, quello che successivamente divenne l’Istituto San Vincenzo, tuttora esistente come sede principale della scuola diocesana “Santachiara”. La sua vita fu breve, 45 anni tra il 1809 e il 1854, ma significativa e emblematica nella storia della Diocesi e nelle vicende dei decenni successivi.
[6] Parola XI, 290-291.