SILONE Ignazio (scrittore): Anche Don Orione in Per Ignazio Silone

Recensione del libro PER IGNAZIO SILONE, Quaderni di Nuova Antologia (Firenze 2002) Consulta anche: Liliana Biondi: Ignazio Silone: Lettere a Don Orione Don Orione benefattore insigne della Marsica (Documenti) G. Casoli, Incontro di due uomini liberi: Don Orione e Silone. Intervista a Darina

Paolo Bagnoli, Elisa Bertinelli, Liliana Biondi,
Cosimo Ceccuti, Vittoriano Esposito, Flavio Peloso,
Judy Rawson, Paolo Vittorelli


PER IGNAZIO SILONE

Presentazione di Nicoletta Novelli
Edizioni Polistampa, Fondazione Spadolini Nuova Antologia,
Firenze 2002.



GIOVANNI MARCHI

 

Il titolo esprime la dimostrazione di un netto cambiamento di tendenza per Ignazio Silone, dopo decenni di periodo contro, col rifiuto da parte della maggior parte degli scrittori e dei critici italiani d’interessarsi a lui, di darne giudizi, di assegnargli premi e addirittura di scriverne. Sono usciti molti più libri, saggi e articoli su Silone nell’ultimo decennio che nel mezzo secolo precedente, in cui lo scrittore e la sua opera erano stati relegati in Italia in un esilio virtuale, dopo i tanti anni di quello vero, sofferto durante il fascismo.
La vita di Silone si divide tra la fanciullezza, in cui perde prima il padre e poi la madre a causa del terremoto che sconvolse la Marsica nel 1915, la giovinezza in cui si dà alla politica, trovandosi tra i fondatori del Partito Comunista Italiano al Congresso di Livorno del 1921 e la maturità, attraverso periodi burrascosi, destreggiandosi tra le ideologie dominanti dell’epoca, comunismo e fascismo, cercando invano di salvare il fratello Romolo, coinvolto innocente nell’accusa di responsabile di un attentato alla Fiera di Milano, che aveva causato diciotto vittime, e condannato, nonostante l’appassionata testimonianza a suo favore di Don Orione, e che morirà a seguito di torture subite e per l’aggravarsi della tubercolosi, nel penitenziario di Procida il 27 ottobre 1932.
Gran parte del merito del ritorno in grande di Silone nella storia culturale e letteraria del Novecento è di studiosi come Bruno Falcetto, per fare il nome di chi ha curato i due volumi delle sue opere nei Meridiani Mondadori, e di quelli del Centro Studi I. Silone di Pescina e, nel caso specifico, dell’Associazione “Gli Abruzzesi a Firenze”, che ha animato varie iniziative per la giusta rivalutazione dello scrittore, per il centenario della nascita, curando la pubblicazione di questa raccolta, ricca di temi nuovi, di documenti sconosciuti, di testimonianze inedite, avendo come coordinatore il presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Cosimo Ceccuti, autore pure dello studio sul carteggio inedito tra Spadolini e Silone, che presenta la comune fede dei due nella cultura e nella libertà dell’”Italia di minoranza”.
La testimonianza diretta di Paolo Vittorelli ha ripercorso il tentativo di Silone di comporre in un nuovo partito le fila dell’azionismo e delle energie socialiste, che non si riconoscevano né in quello di Nenni né in quello di Saragat. Paolo Bagnoli ha effettuato una utile selezione degli articoli di carattere politico sul socialismo, scritti da Silone tra il febbraio 1944 e il luglio 1947, e ricordato la lucida intuizione della sua missione europea.
Judy Rawson commenta un documento inedito dell’Archivio Tasca, intitolato UrFontamara. Liliana Biondi ripercorre con passione il quindicennio svizzero, dal 1929 al 1944, dello scrittore tra narrativa e cultura europea. Vittoriano Esposito con la sua grande esperienza espone le linee portanti del Confiteor. Elisa Bertinelli fa il punto sul dibattito più acceso degli ultimi anni, la “quaestio Silone”. L’intima coerenza col mondo mentale dello scrittore si ritrova in una lettera dell'aprile 1930 al Commissario di P.S. Guido Bellone, nella quale Silone si dimetteva dall’attività d'informatore: «Quello che voglio è vivere moralmente» dichiarava in quel 1930, che è anche l'anno in cui compone Fontamara, un romanzo che sembra politico, ma che è morale.
Flavio Peloso rievoca i rapporti di Silone con Don Orione, nel periodo in cui fu accolto da giovane nella sua Opera dopo il terremoto del 1915, in anni che saranno all’insegna dell’impegno etico e dello scavo interiore, fra rivolte e confidenze, come mostra il prezioso epistolario per la prima volta pubblicato nel libro L’incontro di due uomini liberi. Don Orione e Silone di Giovanni Casoli.

 

 

 

DON ORIONE, LO "STRANO PRETE",
E I FRATELLI SECONDINO E ROMOLO TRANQUILLI


(Per Ignazio Silone, p.111-157)


Alcuni principali contributi di studio, frutto di una serie di iniziative promosse nel quadriennio 1998-2001 dall’Associazione Culturale “Gli Abruzzesi a Firenze” sull’opera letteraria, umana e politica di Ignazio Silone, sono stati raccolti in un Quaderno della “Biblioteca della Nuova Antologia” di Firenze: Per Ignazio Silone, edito dalla Biblioteca della Nuova Antologia, Edizioni Polistampa, Firenze 2002. Tra questi contributi, uno dei più interessanti, fondato su fonti e documenti in gran parte inediti, è quello di Flavio Peloso: Don Orione, lo "strano prete", e i fratelli Secondino e Romolo Tranquilli (p.111-157). Il saggio fa il punto sull'amicizia dei due grandi uomini che segnarono con la loro passione interiore il secolo XX.

E’ da ricordare che l’adolescente Secondino Tranquilli conobbe Don Orione già nei primi drammatici giorni dopo il terremoto della Marsica (13 gennaio 1915), perché accorso trai primi sulle macerie di Avezzano e di Pescina dei Marsi. E’ noto che, espulso da un Istituto romano, fu Don Orione a prendersi cura di Secondino, facendogli da padre ed ospitandolo nei suoi collegi di Sanremo, Reggio Calabria, dandogli modo di ultimare gli studi liceali. A distanza di quarant’anni, Silone immortalò il suo incontro con Don Orione nel famoso capitolo “Incontro con uno strano prete” del suo libro “Uscita di sicurezza” (1965).
Don Orione, “il sacerdote non conformista”, fu da Silone descritto non solo in “Incontro con uno strano prete” , ma anche in Don Benedetto di “Vino e pane”, in Don Nicola di “Una manciata di more” e in “Don Serafino de “Il segreto di Luca” . Infatti Don Orione incarna quell’archetipo religioso che sempre affascinò Silone e che lo rese inquieto ed errante ricercatore di verità e di giustizia, “cristiano senza Chiesa e socialista senza partito”, come più volte si autodefinì.

Il saggio di Flavio Peloso apporta interessanti elementi alla ricostruzione biografica di Ignazio Silone, quale emerge dalla relazione giovanile con Don Orione, offrendo un significativo contributo alla “verità” sull’uomo Silone.