SPE SALVI. La seconda Enciclica di Papa Benedetto XVI

L'enciclica dedicata alla speranza cristiana.
“SPE SALVI”
La seconda Enciclica di Sua Santità Benedetto XVI. Invito alla lettura
Dopo averci donato la “ Deus caritas est ”, sulla Carità, il Santo Padre dona alla Chiesa un testo sulla virtù della Speranza. La nuova Enciclica di Papa Benedetto XVI ha per inizio le parole “ Spe Salvi facti sumus ”, “Nella speranza siamo stati salvati” (Cf Rm 8,24) che ne fa da titolo.
Sono certo che anche questa enciclica smuoverà nel mondo una nuova ondata di freschezza cristiana, di stima della nostra umanità, di amore ai destini del nostro vivere , come già fece la precedente “ Deus caritas est ”. Nell'avvilimento di chi non ha la speranza si possono insinuare depressioni e oppressioni, illusioni e schiavitù d'ogni genere. Sta venendo fuori quanto Benedetto XVI, uomo di Dio, ami questi nostra umanità del XXI secolo tanto incerta, smarrita e tradita, quanto egli ami il mondo e la bellezza di questa vita, primizia di vita eterna, degna dell'uomo, dono di Dio.
L'Enciclica è suddivisa in 50 numeri. Inizia con un'ampia definizione della speranza cristiana, con precisazioni e correzioni di errori nel concepire questa virtù. Poi, nella seconda parte (“Luoghi di apprendimento e di esercizio della speranza”) il Papa esprime tutta la paternità e sostegno ai suoi figli ed a tutti gli uomini, per tornare, come Chiesa, ad educare alla speranza.
Il Papa mostra come la speranza cristiana è certezza, non dubbio, fondata sulla fede, addirittura che “ speranza è l'equivalente di fede ” (n.2). La speranza è una Persona, è Cristo stesso , poiché solo chi è capace di offrire una speranza che supera anche la morte, dona la vera speranza! La vita eterna è la vera misura della speranza umana.
Benedetto XVI provoca una presa di posizione: “ Da una parte, non vogliamo morire; soprattutto chi ci ama non vuole che moriamo. Dall'altra, tuttavia, non desideriamo neppure di continuare ad esistere illimitatamente e anche la terra non è stata creata con questa prospettiva. Allora, che cosa vogliamo veramente? Questo paradosso del nostro stesso atteggiamento suscita una domanda più profonda: che cosa è, in realtà, la ‘vita'? E che cosa significa veramente ‘eternità'? ” (n. 11). La risposta a queste domande apre un dialogo affascinante che conduce il lettore a un confronto con se stesso e con il significato profondo della propria esistenza.
Segue una parte di analisi storica del concetto di speranza del tempo moderno (nn. 16-23) che rivela l'asfissia della speranza prodotta da un pensiero ridotto alla sola sfera dell'uomo (antropocentrismo), che tutto e solo misura sull'uomo, sul “qui” e “ora”, escludendo Dio. L'ateismo dell'era moderna ha provocato " le più grandi crudeltà e violazioni dela giustizia "; il marxismo, in particolare, ha lasciato dietro di sé " una distruzione desolante ". Il Pontefice contesta tutte quelle ideologie che pretendono di portare giustizia tra gli uomini senza Dio. " Un mondo che si fa giustizia da solo è un mondo senza speranza ".
Benedetto XVI annuncia: “ Non è la scienza che redime l'uomo. L'uomo viene redento mediante l'amore”. (n. 26). “ Noi abbiamo bisogno delle speranze - più piccole o più grandi - che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio ” (n. 31).
Sarà molto interessante lasciarci condurre nella riflessione dell'enciclica circa il rapporto tra speranza e libertà. Anticipo una affermazione: ridurre la speranza (a beni parziali, a mete limitate, a questo mondo) è ridurre la libertà (cfr n.30).
Un ultimo cenno per stimolare alla meditazione di questa enciclica: dove e come si “impara” la speranza? Il Papa indica tre “luoghi” fondamentali: primo tra tutti la Preghiera (nn. 32-34), poi l'Agire ed il Soffrire umano (nn. 35-40) e, da ultimo, il Giudizio finale (nn. 41-48). Il testo si conclude sullo straordinario orizzonte di Maria, “ Stella della Speranza ” (nn. 48-50). (DFP)