Beato FRANCESCO DRZEWIECKI: Dov'è carità lì c’è Dio. Se non c'è il cuore, non si fa niente e, chiunque sia, diventa peggiore. Tanto più uno è malato, più ha ferite dolorose e più occorre conservare delicatezza con lui per non infiammare le ferite; quindi delicatezza, amore molto grande. È una osservazione esatta, bisogna introdurla nella vita.
Buona notte
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1935: Don Orione invia da Buenos Aires i primi due capitoli autografi delle Costituzioni delle «Piccole Suore Missionarie della Carità», riguardanti il titolo, il fine e le devozioni speciali.
La solitudine avvolge tutti, celibi e sposati, giovani e vecchi, ricchi e poveri, santi e disgraziati.
La solitudine fa sentire poveri e, se ci va bene, anche umili, perché non bastiamo a noi stessi.
La solitudine, quel vuoto lasciato dalla costola che manca ad Adamo ma anche a Eva, invoca e spinge all’incontro, ad amare.
Ognuno quel vuoto deve riempirlo con l'affetto umano e con l'affetto divino. Più si dà amore e più si appaga la solitudine... ma non sarà mai tolta del tutto, perché "inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te Signore".