TERESA DEL BAMBINO GESU' (santa)

Nella camera detta “dei ricordi”, nella Casa Madre di Tortona, non pochi visitatori amano sostare con devozione ed interesse davanti al grande quadro a olio di Santa Teresa di Gesù Bambino, donato a Don Orione, ancora nel 1904, dal Prof. Luigi Costantini di Roma. Teresa era mancata solo sette anni prima, nel 1897, e la sua fama già promettente aveva ancora dei limiti. Notevole quindi il fatto che Don Orione personalmente abbia voluto che nel quadro subito venisse aggiunto un tenue raggio di luce in fronte all’umile religiosa. Segno di venerazione e preludio di riconoscimento di autentica santità da parte della Chiesa. Di fatto, per quanto rapido, il riconoscimento ufficiale della Chiesa avvenne più tardi: fu beatificata 19 anni dopo, nel 1923, da Pio XI e da Lui ancora canonizzata nel 1925.
La devozione di Don Orione fissata in un quadro
Don Orione ebbe sempre caro un quadro riproducente Suor Teresa del Bambin Gesù e del Santo Volto, come si legge in fondo allo stesso, che attualmente si trova al Paterno in Tortona: un quadro ad olio donatogli dal prof. Luigi Costantini nel 1904, quando la giovane suora era morta di tubercolosi da appena sette anni.
Ricordava Don Aldo Viti su “Don Orione oggi” dell’aprile 1995 che D. Orione venerava questa giovane carmelitana, dicendo con rammarico: “È nata solo sette mesi dopo di me ed è già santa prima di me”.
Sotto il quadro, che si trova nella stanza dei ricordi, vicina a quella di Don Orione, c’è la seguente scritta a mano da parte di Don Rizzi: “Quadro ad olio fatto dipingere dal prof. Costantini verso il 1904 e dallo stesso regalato a Don Orione. Quel tenue raggio di luce, che piove sul volto della vergine carmelitana, venne fatto aggiungere da Don Orione, il quale, così, con il prof. Costantini intravide la fulgidissima gloria della santa della semplicità e della confidenza”.
“Don Orione – conferma Don Antonio Ruggeri – e l’amico prof. Costantini, entrambi devoti della Santa (ma che tale non era ancora dichiarata), concertarono perché un loro comune amico, il pittore Marvasi, facesse piovere un fascio di luce sul volto di Teresa. Quel quadro rimase per molti anni a Roma, nella casa di via delle Sette Sale, sede dello studentato dei chierici di Don Orione. Il racconto relativo all’intervento del pittore Marvasi veniva ripetutamente rievocato da Don Silvio Parodi che fu direttore di quella casa all’inizio degli anni ‘30”.
La fiducia nell'intercessione della Santa
Don Orione manifestò in alcune occasioni la fiducia nell’intercessione di Santa Teresa di Gesù. Volle fosse portata una statua al confratello Don Pelizza, ammalato: “Spero avrete portata in automobile Santa Teresa a Don Pelizza. Essa lo guarirà, ve lo ripeto! Preghiamo! Se Don Pelizza guarisce (e non lo voglio dubitare, anzi non ne dubito affatto) faremo in Roma una Chiesa a Santa Teresina del Bambino Gesù ed io e Don Pelizza porteremo mattoni e calce ai muratori” (Lettera del 23 aprile 1926, Scritti 81, 254)
In altra occasione chiede a Don Opessi: “Preparatemi molte S. Reliquie. Vedete se ne trovate di S. Teresina” (13 marzo 1928, Scritti 24, 156)
Un modello di cuore missionario
Esortando i suoi confratelli e chierici all’ardore apostolica, ma ben fecondato di preghiera, Don Orione additava l’esempio di Santa Teresa del Bambino di Gesù, proclamata “patrona delle missioni”.
Il 2.1.1938, fa osservare: “Quando uno non lo può fare personalmente l’apostolato, lo fa con l’orazione, con l’invocare l’aiuto di Dio. Ed ecco perché il grande Papa Pio XI prende un’umile suora del Carmelo, Santa Teresina, e la fa Patrona delle Missioni. Che idee belle e luminose del Papa! Ma non sempre e da tutti si può fare così come Santa Teresa del Bambin Gesù: si fa così quando si ama Dio, si ama la Chiesa, si amano le anime” (Parola VIII, 5)
In un’altra esortazione ai chierici, il 3.5.1939, riflette con loro: “Vedete, il nostro Santo Padre ha voluto che Santa Teresa del Bambino Gesù – che visse in chiostro e che è morta giovanissima, - fosse la patrona delle Missioni mentre essa non è mai stata in Missione… In verità essa ha meritato di essere proclamata patrona dei missionari per l’ardente fuoco di carità che portava nel suo cuore e per le preghiere incessanti che essa faceva per gli infedeli. Anche voi, per adesso, limitatevi a fare come Santa Teresa: a pregare per i fratelli più bisognosi di luce, di fede e di pane”. (Parola IX, 265)
Ma la sintonia di Don Orione verso la Santa della “piccola via” si manifestò soprattutto nella condivisione di alcuni tratti essenziali della spiritualità. Quante volte con intenzionale ripetitività, propria del suo stile, Don Orione ritornò sui termini “piccolo, umile, semplice”, concetti che costituiscono proprio i cardini della spiritualità della Santa di Lisieux.